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Lunedì, 1 Ottobre 2007

Le Channel Islands ed i loro giardini

Vado nelle Isole del Canale; dopo aver letto i libri di Gerald Durrel, che proprio a Jersey aveva fondato il suo zoo-nursery per animali in via d'estinzione, e "La moglie del tenente francese", che si svolge per gran parte a Saint Helier, la capitale di Jersey...

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Vado nelle Isole del Canale; dopo aver letto i libri di Gerald Durrel, che proprio a Jersey aveva fondato il suo zoo-nursery per animali in via d'estinzione, e "La moglie del tenente francese", che si svolge per gran parte a Saint Helier, la capitale di Jersey...



Riservato agli amanti dei giardini, Giugno 2007.
"Vado nelle Isole del Canale", più o meno come l'anno scorso quando dicevo "Vado in Bhutan", dopo un attimo di esitazione l'interlocutore interdetto chiedeva: "E dove sarebbe?"
Per me era un vecchissimo progetto, da quando la mia anziana insegnante d'inglese, una deliziosa signora tipo la Miss Marple di Agatha Christie mi raccomandava di andarci a fare una vacanza, poi quando dopo aver letto i libri di Gerald Durrel avevo saputo che proprio a Jersey aveva fondato il suo zoo-nursery per animali in via d'estinzione, infine leggendo negli anni '80 "La moglie del tenente francese", che si svolge per gran parte a Saint Helier, la capitale di Jersey.
Perciò quando la mia amica Lidia mi ha proposto di partecipare ad un viaggio per visitarne i giardini non ho avuto un attimo di esitazione.

Quelle che comunemente vengono definite Channel Islands sono Jersey, Guernesey e Sark, più qualche minuscolo isolotto non significativamente abitato, e si trovano nel Canale della Manica tra Inghilterra e Francia, molto più vicine alla Francia ma territorialmente parte del Regno Unito, per una serie di alterne anche bizzarre vicende che potete, se volete trovare su Wikipedia.
http://en.wikipedia.org/wiki/Channel_Islands

Tuttavia Jersey e Guernesey sono dei veri stati indipendenti, tanto che battono anche la propria moneta: un tipo di sterlina, con tutti gli spiccioli annessi, che vale come la sterlina inglese ma che non può essere spesa se non nelle due isole, dove peraltro circolano anche le sterline inglesi.
La terza, Sark, è l'ultimo stato feudale d'Europa ed è un feudo della regina Elisabetta governato da un Seigneur, che vi abita in un castello; non ha strade asfaltate né luce elettrica nelle case, visitarla è un vero tuffo nel passato.
Tutt'e tre sono dei paradisi fiscali, ricchissime, scelte a dimora da super ricchi, come il calciatore inglese Beckham o il presidente della Barclay's Bank; alla domanda rivolta da noi ad una guida di Guernesey su quale sia la produzione principale la risposta è stata "noi produciamo denaro".
Questa ricchezza è però unita ad un buon gusto architettonico, ad una pulizia, ad un amore per le piante e la natura, a una cura del dettaglio, ad un'eleganza che sembra innata, che rendono piacevolissimo sia l'ambiente delle cittadine che quello rurale. Dappertutto verde e fiori, sia nel pubblico che nel privato, in strade, piazze, aree pedonali, parchi, giardini e giardinetti, anche nei cimiteri, che sono gradevoli parchi con panchine dove sostare, forse a conversare con i propri cari, con il proprio passato. Le cittadine si suddividono in parrocchie, che ci son sembrate essere una divisione anche amministrativa.


In questo tratto sia St. Helier a Jersey che St. Peter a Guernsey hanno un castello fortificato, ma quello di St. Helier è in mezzo al mare quando c'è l'alta marea. La marea ha un escursione di circa dieci metri, e quando è bassa scopre una stretta strada cementata che si può percorrere a piedi fino al castello, appena sopraelevata rispetto al fondale, dove in un velo d'acqua fluttuano lievemente alghe e conchiglie.

Il Castello di St. Peter è ancora più imponente, sempre raggiungibile a piedi, con un interessante, efficace museo didattico sulla storia dell'isola e raffinati giardini sugli spalti.

Le coste, molto varie, in genere caratterizzate dalle rocce del tipico granito di vari toni di rosso, rosato e grigio, sono punteggiate da una serie di possenti fortificazioni in cemento armato costruite dai tedeschi durante l'ultima guerra, convinti, chissà perché, che le isole avrebbero costituito per l'Inghilterra una testa di ponte per lo sbarco in Europa.
In realtà non servirono mai, ma la loro complessa costruzione comportò la presenza per lungo tempo di numerosi tedeschi sulle isole e dette luogo a frequenti mésalliances che, ci hanno detto dei locali, portarono sangue nuovo in una popolazione da troppo tempo avvezza a matrimoni tra consanguinei.




Guernsey e Victor Hugo
Il maggior vanto di Guernesey è quello di avere ospitato Victor Hugo nei diciassette anni del suo esilio politico dalla Francia, periodo in cui scrisse ,tra l'altro, I Miserabili. A St. Peter si visitano la sua casa e il suo giardino. La casa molto bella e in una posizione dominante, è stata interamente arredata e decorata da lui con un'operazione anticipatrice del tempi: raccogliendo nelle campagne antiche cassapanche, cassoni di nozze, elementi in legno scolpito nelle chiese, ed adattandoli poi a costituire boiserie, armadiature, porte, ecc. Malgrado vi siano anche dei pezzi molto belli, l'insieme è notevolmente lugubre ed opprimente, con ambienti di rappresentanza concepiti per incutere reverenza, sovraccarico di simboli e di criptici messaggi, con le sue iniziali che si trovano ovunque a testimonianza di un ego superfetato. Gli ambienti dove vivevano la moglie e i figli, verso strada, dovevano essere molto più semplici, dato che oggi sono destinati agli uffici del museo.
Sulla stessa strada, poche case più su, viveva Juliette, al sua amante ufficiale, che ogni sera gli scriveva una lettera; abbiamo immaginato che questa relazione desse un notevole sollievo alla signora Hugo.
Sorprendentemente gli ambienti dell'ultimo piano dove lui viveva e lavorava sono spogli, arredati con grande semplicità e luminosissimi, affacciati con grandi vetrate sul giardino e sulla baia.


La natura
Le isole, ricche di bellezze naturali, godono di un clima particolarmente mite, per cui d'inverno non gela mai e d'estate difficilmente la temperatura supera i 28°. Questo ha fatto sì che molti ricchi inglesi amanti del giardinaggio vi abbiano comprato proprietà creandovi degli splendidi giardini, in cui prosperano fianco a fianco piante mediterranee e piante della Nuova Zelanda, del sud Africa e del nord America, creando armoniosi insiemi di una varietà e di una ricchezza inimmaginabili.


Orograficamente Jersey presenta degli altopiani solcati da profonde vallate: l'altopiano è battuto dai venti e fondamentalmente ci crescono le piante erbacee autoctone, che costituiscono succulenti pascoli, infatti il latte il burro e i formaggi locali sono superlativi, ed anche piantagioni di patate, ottime pure quelle, che entrano in quasi tutti i menù del posto. Nelle valli riparate dal vento si sviluppano i boschi, ma può vegetarci qualunque cosa. Relativamente poche sono le piante autoctone, perché quasi tutte sono state importate da altri paesi, secondo l'abitudine inglese, nata nel '600, del Plant Hunting, ovvero di girare il mondo importando in Inghilterra tutto quello che pensavano vi si potesse acclimatare ed essere utile, o commestibile o ornamentale. Chiunque ha visto almeno una delle versioni cinematografiche dell'Ammutinamento del Bounty, ma forse non tutti sanno o si ricordano che si trattava di una spedizione fatta per importare in Gran Bretagna gli alberi del pane. A Londra esiste un grazioso piccolo museo della storia del giardinaggio in una chiesa sconsacrata, dove potete vedere il disegno di sezione della nave con la stiva piena di enormi vasi contenenti gli alberelli. http://www.cix.co.uk/~museumgh/grave.htm

I giardini
Dunque i giardini: ovviamente, dato che rappresentavano lo scopo del viaggio, ne abbiamo visitati parecchi, di cui diversi privati che non si visitano normalmente e i cui i proprietari, o meglio dovrei dire le proprietarie, ci hanno fatto gli onori di casa.
Anche se i giardini, rispecchiando fortemente la personalità di chi li tiene sono assai diversi tra loro, la storia è in genere simile: una casa preesistente con del terreno intorno acquistata durante il secolo scorso da una famiglia inglese che ha restaurato e/o modificato l'abitazione ed ha trasformato il terreno in un fiorente giardino. La famiglia nel tempo prima è cresciuta e poi si è dispersa, il marito è morto, i figli si sono sposati e trasferiti. Attualmente case e giardini sono tenuti da competentissime signore con modi squisiti, ma molto anziane, aiutate da un unico giardiniere e, parzialmente, anche dalla di lui consorte che fa i lavori di casa e dà una mano fuori. A vedere lo stato dei giardini la cosa sembra avere del miracoloso, anche se indubbiamente il clima è un grosso aiuto. Qui accennerò brevemente solo a tre di quelli che abbiamo visitato, tutti e tre nell'isola di Jersey.

Diversamente da quelli francesi o italiani, dove le essenze vegetali sono usate a comporre complesse geometrie, i giardini all'inglese lavorano su composizioni non meno artificiali e studiate di quelle dei giardini geometrici, ma tendono ad ottenere un effetto naturalistico. In genere i giardini sono basati sul contrasto tra ampie zone di prato perfettamente rasato, bordure verdi e fiorite molto composite, zone di boschetto, rosai, talvolta zone umide o giardini rocciosi. L'effetto però varia moltissimo in funzione della morfologia del terreno, sempre fedelmente assecondata dal progettista, dell'esposizione, della scelta delle essenze e quindi degli accostamenti di colore. In genere nei pressi dell'abitazione il giardino diventa più formale e quindi "sale" fin sulla casa in forma di rampicanti, rose, clematidi, glicini.




Continua nella Seconda Parte!

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