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Giovedì, 21 Maggio 2009

Viaggio... in Val Maira.

Ovvero come viaggiare sia anche andare per qualche giorno in una qualsiasi e semplice valle italiana. In una valle molto povera a dire il vero: una valle occitana.

Concorso Storie Vagabonde

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Vagabondo0


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Ovvero come viaggiare sia anche andare per qualche giorno in una qualsiasi e semplice valle italiana.

In una valle molto povera a dire il vero: una valle occitana.

Povera di turismo spendereccio e "nobile" invernale; ricca di silenzio e di tante case vuote, di un'economia dispersa e di una civiltà scomparsa, di magnifici e antichi borghi rurali, troppo poco vistosamente belli per appartenere alle "Disney" omologate, o agli stereotipi del turismo ... delitt (che in questo caso si scrive tutto attaccato, essendo delinquenziale e delittuoso, pur non commettendo reati. Il turismo alienato e alla moda, che sostituisce con il consumo quello che è la semplicità e la pienezza, la bellezza della vita).



In questo caso il viaggio fu breve. L'esperienza intensa e meravigliosa; il dono del cosmo così pieno d'averne ancora memoria, e memoria... grata. Ne è nato un breve racconto. Non un riassunto: un flash, un'immagine un sentore. Il resto non ha molta importanza, essendo la stessa (o altra o indifferente cosa). E' un racconto breve; come uno sguardo, come un sorriso.

Inizia e dura lo spazio di un mattino in valle. Forse di una notte.

In una bufera di vento e di neve, in una notte infinita. Come sono tutte le notti sotto il cielo: una notte di fiaba.


Era dicembre, quando andai ad un seminario di sciamanesimo.

Usai il ritorno per augurare il natale in giro. Come racconto, resoconto, fola. Sono la stessa cosa.


E' tutto vero. Tutto esattamente vero, comprese le virgole e le battute. Sennò, che racconto è? Sarebbe un sogno, una fantasia. morgana, una malia. Ma qui non sono Merlino.

Non c'è Hugo Pratt con i suoi disegni o acquarelli, ma solo una macchina fotografica scassata. Che fa foto blu.. tutt'ora.


Ma forse racconteremoanche di questo, in futuro. Di Pratt, di Merlino, dell'osteria "Alla Vedova" a Venezia, in Strada Nuova, dove incontrai un tempo Hugo Pratt e bevvi un bicchier di vino, da cui sono ritornato l'altra sera. Delle foto blu, e dei ghiacciai... blu. Degli stambecchi blu. Chissà. Vedremo.

Torniamo a quel Natale ora. Quasi ... Natale, forse due anni fa.

Anna e Costanzo c'erano, ed erano vicino al camino.


Ma di Anna e Costanzo o di Pratt Hugo (con cui non ho bevuto che quel bicchiere di vino...) parleremo forse un'altra volta. Questa, come diceva forse Corto Maltese... è un'altra storia...


Il tempo era appunto due anni fa, credo. Ma potrebbe essere ovunque, come il cielo stellato.

 

Seminario "sciamanico" con la Nadia buriata. Al secolo Stepanova. La Buriazia è a otto fusi orari da qui proseguendo dritti verso destra (o sinistra, dipende da dove si guarda. Comunque verso est). Un po' più su, comunque, di qualsiasi italia. E' Siberia. E Nadia è sciamana.

Sciamana cum patente, buriata.


Io sono andato in piemonte/acceglio/ val maira, perchè sarebbe venuta lei.

Nevicò, e lo sapevo. Lo sentivo sul naso.. mentre giravo fuori, fiutando il gelo. Che non c'era.



Aveva già nevicato.

Nevicò sulla neve, e venne ghiaccio.. sul sacco a pelo. Ma fuori da questo.

Io ero dentro, in un implacabile tepore (interiore).

Gli spiriti dei monti riempivano le notti.

Il bosco parlava di silenzi,

in occitano.

Io solo slavo. Come dire che non capivo.

A mezzanotte, fra compieta e mattutino, si è alzato il vento.

Spazzava il cielo stellato. Ed apriva la strada a "fratello gelo...

Dallo spigolo dello sperone, nuvole di neve coprivano le stelle, inondando il cielo di una folata di cristalli, barbagli di bianco, nell'oscuro stellato.

(La luna ancora, permaneva.) Lunghi essi centinaia di metri, i barbaglii (o chilometri.. di fiaba). Riempivano il cielo di bargigli di luna, fatta di neve. Bianca o nera.

Bianca

nel coprire il cielo, nera nel coprir le stelle.

Io dormivo... Il vento parlava in slavo o occitano;

io in carnico o pugliese.

La mattina nel lago.. dei germani reali. Senza vino. Loro.

Io l'avevo. Il sole, se ne sbatteva i coglioni..

d'arrivare. La Val Maira era carica di neve.


Il pomeriggio ero custode del fuoco, nel camino.

Maestro del fuoco.

Si offrivano delle scapole di montone agli avi. Non so se il linguaggio fosse occitano o il rito pugliese.

Io badavo alle braci, e che il faggio verde avvampasse, e le scapole ed il montone.

La Barbera lasciata fuori accarezzava la mia giovane vecchiezza,  la mia altrettanto giovanile vecchiaia.

Nel silenzio lo sperone, riconosceva la neve.




(Condividerne il racconto è stata un'occasione come un'altra per augurare l'Anno. Il natale, e quant''altro.

 E' un modo come ogni altro: la neve ad ognuno,; il sole a tutti.




Ecco, ...come/dove dormivo.

Fuori, nel sacco a pelo. In sì meravigliosi luoghi. E......meravigliosi.

La notte, questa nevicata. (Prima del buio ce n'era di meno, in quanto a spessore. Sulle mie deboli corna, ancora ricoperte di velluto, di giovane daino naturalizzato uomo,

praticamente un clandestino, cadeva la neve.

Fitta e meravigliosa.

Gli altri, in albergo, crepavano di noia.

Per forza, la mattina dopo (a me) una bottiglia di vino.

I fiocchi, si sghiacciavano, notturni, sul cervello mio.

Esso friggeva.

Ovvio che vedo le fate. C'era un freddo boia.

Il vino, mi ha salvato l'ardore.

Il sacco-a-pelo, è stato inghiottito dalle nevi.


Non riuscivo a farmi la barba al mattino. Neppure col cavatappi.

Si vedrà quindi questo, nella mia espressione vergognata.

 

Bruciavo incensi, che si spegnevano nella tormenta.

Cioè non bruciavo nulla, infilavo bastoncini d'incenso -spenti, spentissimi- nella neve, che mulinava con vigore, raccogliendo polveri e lumini,

spenti anch'essi. Offrivo anche cioccolatini, agli dei delle montagne.

Li avran mangiati i lupi.

Chissà se ci sono lupi o cioccolatini, sul monte Kailash. Forse solo venti e neve, e in Piemonte val maira. Più io.

La sciamana buriata rideva (vicino al camino) ed aveva ragione. Mi diceva che avevo per destino matrimonio, e figliare: speravo assolutamente che avesse bevuto.

E glielo dissi, bevuto così tanto da non vedere gli anni che ho. Ed il buon senso, delle armonie biologiche.

Vivaddio ci sarà una ragione, nell'avvicendarsi delle generazioni. O che debba toccare a me ogni peso, anche di quelle future?

 

Della grappa non racconto, potrebbe essere sogno o menzogna

(..la sua mancanza).



Il laghetto, in cui beccai a nuotare i germani. Infreddoliti, e ...senza vino.

Un abbraccio raggiunse ognuno, assieme al racconto. Disgraziato e tremendo, come un sorriso nel gelo.


Un abbraccio invio a tutti, ed un invito a ritrovare le cose semplici, la sobrietà; anche appena fuori o solo dietro casa, in una qualsiasi valle alpina dimenticata.

Annusare l'aria, aspettare l'arrivo del sole. Camminare in silenzio in un bosco spoglio, ascoltare il rumore del vento.

In questa valle... è stato girato "Il vento fa il suo giro". Per chi l'avesse visto. Agli altri lo consiglio.

D'estate, i paesi si riempiono di danze occitane, che è facilissimo e bellissimo danzare. Ballerini e ballerine si scambiano continuamente, intrecciando cerchi e spirali. Tutti danzano con tutti, belli e brutti, giovani ed anziane: tutti gli uomini danzano con tutte le donne, e tutte le donne con tutti gli uomini, nello spazio di una sola canzone. Ed i sorrisi riempiono la notte, e le danze infiammano le gote. La musica con organetto e ghironda, si alza fino al cielo. Ed allieta gli abeti, ed i caprioli nei boschi. Il torrente rumoreggia e brontola, messo in sordina -per una volta- da una festa popolare.

Vi sono formaggi e mucche, antichi sentieri. Da contrabbandieri, che andavano in Franci a contrabbandare il sale. E dei bracconieri. Dei boscaioli, legnaioli e contadini. Di tutta la popolazione, che viveva con naturalezza e con fatica nell'ambiente. Le pietre parlano, e raccontano. I larici puntano verso il cielo, come un dito. Indicano la luna, anche di giorno, a portata di mano.

Come nella massima taoista ("quando il dito indica la luna, guarda a questa e non al dito").


Buona vita.


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