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Lunedì, 31 Gennaio 2005

Viaggio in Honduras

Con l'occasione di andare a trovare mio fratello che non vedevo da anni e che vive nell'America Centrale da 11 anni sono andato in Honduras.

ARTICOLO DI

Vagabondo0

IO NON CI CREDEVO

quando mi dicevano che il distacco (dalla solita routine, dai problemi,
ecc...) si misurasse anche in distanza (Km), e per questo avevo viaggiato
sempre in Italia ed Europa senza sentire il bisogno o il desiderio di
allontanarmi di più.

Poi con l'occasione di andare a trovare un fratello
che non vedevo da anni e che ora vive nell'America Centrale sono andato in
Honduras. Lì mio fratello vive da 11 anni
ed ha un piccolo hotel di 4 stanze doppie (con aria condizionata ,
indispensabile), e un ristorantino all'interno, nel minuscolo villaggio
Garifuna sulla baia di Tela, la Ensenada.



Dopo la prima settimana spesa per riprendermi dal fuso, i saluti
a mio fratello e ai suoi familiari e per conoscere il villaggio dove vive,
abbiamo sentito il bisogno con i miei amici, di girare un po' per
conoscere meglio quella parte del mondo, stimolati dalla quasi assenza di
smog e di traffico, e ispirati da una tranquillità che da noi non si ricorda
neanche più. Tutto questo è dovuto al fatto che l'Honduras è uno dei paesi più
poveri al mondo e lo sviluppo è solo una parola. Basta guardarsi in torno
per rendersene conto, gli autobus stravecchi, le abitazioni, le strade spesso
sterrate, il tenore di vita, ecc...., ma l'aspetto positivo è che, proprio per
questo, quasi dappertutto c'è una natura ancora intatta, ed è l'ideale per
chi vuole fare escursioni di tutti i tipi nella natura sia nel mare che
all'interno, ma anche per chi vuole solo rilassarsi. Inoltre camminando in
strada o sulla spiaggia, si ha l'impressione di avere un contatto con la
storia: per le strade si vedono persone con tratti somatici che ricordano
gli Atzechi e i Maya, che hanno lasciato grandi tracce della loro cultura, con resti ben conservati a volte anche di intere cittadine, come a Copan.

Quindi, dopo aver consultato una cartina e dopo aver ascoltato le
informazioni della gente del posto, siamo partiti e tornati più volte dal
villaggio della Ensenada perché c'erano molte cose che volevamo vedere e
La Ensenada, che si trova sulla Baia di Tela, era più o meno al centro.



Secondo me però il viaggio andrebbe fatto iniziando proprio
coll'andare a Copan, dopo essere arrivati all'aeroporto internazionale di San Pedro de Sula.

La città omonima, che dista circa 10 Km, è una città
moderna ed è il loro polo industriale, un po' come la nostra Milano.

Da lì conviene andare subito verso l'interno, dove si trovano i siti archeologici
di Copan, lungo la strada ci sono le cascate di Pulapanzak in un parco
sulle colline: il clima è fresco e si sta molto bene, si può campeggiare e
fare il bagno discendendo la cascata fin in basso.

Poi a Copan la meraviglia dei monumenti Maya!



Da lì con pullman o navette private si può andare dappertutto.

Noi siamo partiti dalla Ensenada per andare sull'isola di Utila, con il pullman, e conviene andare la sera, perché i traghetti partono
la mattina presto e al porto ci si va solo in taxi.

Il viaggio dura poco, e quando si arriva il porto è solo un pontile: si vedono i cayos vicini e ti viene subito voglia di andarci.
Sul piccolo golfo le case sono tutte scuole di sub o localini che la sera sono sempre aperti.

Il corso SUB che costa circa 120$ dura 4 giorni e ti rilasciano il brevetto di 1°livello valido, ma soprattutto dicono che sia bellissimo perché si fa tra i coralli.


Noi non avevamo molti soldi, come sempre, purtroppo, quando uno
viaggia, e ci siamo accontentai di andare sui cayos vicini a fare le
immersioni con la maschera, e anche quello è molto spettacolare: ci si trova a fare il bagno in mezzo a pesci colorati che sembra di stare in un acquario.

Si può dormire spendendo poco in piccoli hotel o case dove affittano stanze.

La gente dappertutto è cordiale e allegra, e anche la musica che si ascolta
dappertutto lo è, basta non farsi prendere da paranoia, perché in molti
posti come vedono un turista quasi lo assalgono. Ma bisogna capire che per
loro è il modo di guadagnarsi il pane, e sono molto gentili, ma cercano di
venderti di tutto anche alle fermate degli autobus. Il problema è che le
bibite fresche o liquado che vendono sono fatti con acqua non potabile e
si rischia la dissenteria.

Al ritorno ci siamo fermati alla Seiba da dove partono i traghetti, non l'avevamo vista all'andata perché non ne avevamo il tempo prima della partenza.

E' una città più turistica, con locali, discoteche, ecc., ma c'è anche la possibilità di fare rafting sulle montagne del parco nazionale che si trova lì vicino, proprio poco fuori la città, basta girarsi spalle al mare e si vede.

Da lì i miei amici sono partiti ed io ho continuato il viaggio da
Solo: volevo andare alla Mosqitia, ma poi alla fine per mancanza di soldi,
tempo ed indicazioni chiare ho desistito.

Sono arrivato a Trujillo, la vecchia capitale: è in alto rispetto al mare, bisogna salire per arrivarci, e quando ci arrivi da su vedi un bellissimo paesaggio.
Lì il mare è sempre calmo per la posizione del golfo, ed è facile trovare
stelle marine a profondità non impossibili.

Se chiedi c'è la possibilità,con barche di pescatori, di raggiungere Guanaja, una delle isole della baia che da lì è molto vicina.

Il clima è più fresco e gli alberghi non costano molto.

Ci sono molti locali spagnoli. Dovunque si incontrano specialmente
ragazzini che chiedono di aiutarti e con i quali c'è sempre un buon
rapporto, e si possono chiedere informazioni, e trovarsi nei posti più
incredibili ed inaspettati.

L'ultima tappa che ho fatto rinunciando alla Mosqitia è stata a Cayo Cocino.

Ritornato alla Seiba ho scoperto che il posto da dove si parte per raggiungere Cayo Cocino è Nuova Armenia, e cosi ci sono andato con il pullman.


Appena arrivato un ragazzino mi ha indicato dove
dormire, molto tranquillo e pulito, e mi ha messo in contatto con quelli
che ti portano sui cayos: in quei villaggi di solito sono tutti parenti.

Si parte alle 4 o 5 di mattina per via delle onde dell'oceano, così mi aveva
detto il ragazzino. La barca è un gozzo da pescatore, carico di provviste da portare a chi vive lì; in poco tempo sbattendo su e giù si vedono i cayos e sei
quasi arrivato.

Già come arrivi si vedono le barriere coralline ed
incominci a pensare di affittare una barca, ma poi ti accorgi che lì appena
metti i piedi in acqua e fai due bracciate ti ritrovi tra coralli e
pesci colorati; a volte, anzi spesso, ci sono pontili che ti portano un po'
in là per tuffarti, perché ci sono cosi tanti coralli che non riesci neppure ad
entrare in acqua.

Lì per caso ho incontrato degli italiani che erano ospiti
di un italiano proprietario di un cayo, perché quasi tutti ormai sono
privati, e abbiamo pescato e abbiamo adottato un pellicano che si era
riparato all'ombra. C'è ne sono moltissimi è spettacolare vederli volare e
pescare: dall'alto vedono il pesce lo puntano, e con una picchiata si
infilano nell'acqua, e lo prendono quasi sempre. Sono stato un'ora a
guardarli senza accorgermi che era arrivato il tramonto, una palla rossa che scompare nell'oceano tra due cayos e nient'altro, un'immagine che davvero
non scorderò.

E' difficile raccontare le sensazioni: è meglio che andate a
viverle dal vivo.

Nei giorni che sono stato lì ho dormito su un'amaca e per
mangiare e bere mi sono affidato ad una ragazza di lì che a pensato
a tutto.

Il ritorno è stato come l'andata ....bagnato ma contento, anche se avevo
finito i soldi ed il giorno di scadenza del biglietto era ormai prossimo.

Sono tornato alla Ensenada che, come ho già detto, si trova sulla baia di Tela: un posto stupendo e con molte escursioni da fare. Io ho fatto solamente quella del parco marino di Punta Sal, dove si arriva solo in barca. Si possono incontrare delfini
lungo il tragitto, vedere scimmie e fare immersioni. C'è una sola casa, che
è anche ristorante, e lì ti fanno da mangiare.

A punta Isopo, dove abbiamo visto degli indios che avevano preso un armadillo, sono passato all'inizio del viaggio, ma poi non sono potuto più tornare.

Le strade lì sono tutte sterrate, per questo si vedono molti pikup, anche perché quando piove si allaga tutto, e quindi il periodo migliore per andarci è da gennaio ad aprile, va bene anche in altri mesi, ma è proprio da escludere da settembre a novembre.

Il loro modo di mangiare è molto diverso dal nostro, usano il mais per le tortillas al posto del pane, poi pollo, pesce (squisito), riso, fagioli, poca verdura, banane fritte che sono buone come le patatine, frutti di ogni tipo. Ma chi volesse può trovare in alcuni posti anche prodotti italiani ed altro.

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http://digilander.iol.it/agriturismocaraibi


Dall'e-mail di Stefano:

...inoltre volevo segnalarvi un sito, che ho trovato per caso su internet l'altro giorno, fatto da un italiano sul suo viaggio e dei suoi amici sull'Honduras, bello e ricco di informazioni. Ho cercato di contattarlo per dirgli se voleva collaborare con voi ma la sua posta non funziona, il sito è: http://spazioinwind.libero.it/michelespiritichio


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