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Martedì, 8 Febbraio 2005

Viaggiare in Turchia con Fiamma

Dall'inizio di questa rubrica ho avuto voglia di fare un pezzo sulla Turchia, un paese in cui ho sempre il desiderio di tornare.

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Vagabondo0

Dall'inizio di questa rubrica ho avuto voglia di fare un pezzo sulla Turchia, un paese in cui ho sempre il desiderio di tornare.

Sono sempre rimasta bloccata dalla quantità di cose che avrei da dire in proposito, pur conoscendone solo una piccola parte di questo ampio Paese. Però adesso il racconto di Daniela mi ha fatto decidere. Anche perché alcune delle cose che non ho tempo e spazio per dire io le dice lei.

Istanbul

Qualunque giro vogliate fare in Turchia è opportuno, e soprattutto piacevole, che parta e/o si concluda ad Istambul, questa enorme caotica città, dove spesso i conducenti di taxi vi portano a destinazione chiedendo via via la strada a colleghi o a passanti. E qualche volta, come è successo a me, vi lasciano da un'altra parte costringendovi a prendere un secondo taxi. Possono esserci black out di corrente che durano ore. Può darsi che il taxi che avevate prenotato la mattina alle sei per prendere l'aereo dimentichi di venire.
Non andateci se non siete curiosi e disponibili.

Detto questo però va subito anche detto che loro sono estremamente disponibili: non c'è problema che non venga prontamente affrontato e risolto con gentilezza, comprensione e, soprattutto, calma, una cura eccezionale per chi soffre di ansia e stress. Hanno anche un vero talento per il comfort, non quello tecnologico fatto di accessori cervellotici, ma quello reale, che consiste nel farti trovare la cosa giusta al momento giusto e nel posto giusto. Ad esempio nel sud, a Mira, un pullman di linea ci è venuto a prendere un albergo perché uno di noi si era slogato una caviglia. Dopo due settimane in Turchia, nel primo viaggio che ho fatto, il mio compagno di viaggio, partito ansioso e stressato, diceva: "scommetto che se mi siedo al bordo della strada e mi metto a piangere dicendo che voglio la mamma, in un'oretta un qualche surrogato me lo rimediano!"

Istanbul, dicevamo.

Dove alloggiare: preferibilmente in uno dei tanti piccoli alberghi di Sultanhamet. Sono per lo più ex-residenze di pascià, ristrutturate a costituire degli alberghi da tre a quattro stelle di dimensioni ridotte ma piuttosto confortevoli, che danno anche un po' l'idea di quello che erano le dimore patrizie della città nel '700-800; se il budget ve lo consente, una notte al Pera Palace, splendido e un po' delabré, penso sia un'esperienza piacevole. Per la o le prime o ultime notti a Istanbul conviene comunque prenotare l'albergo in anticipo, che sarà poi la cosa più cara di tutto il soggiorno.

Avere l'albergo a Sultanhamet vi da però il vantaggio di trovarvi già nella città storica, al centro di molte delle cose che è impossibile non visitare: Santa Sofia, la Moschea Blu, con il suo piccolo ma ben fornito bazar, il Topkapi, per il tesoro c'è sempre la fila, ma anche il complesso architettonico è interessante, lo splendido museo archeologico, ecc...
Sempre al centro di Sultanhamet, lungo la Piazza dell'Ippodromo, (così detta perché sorge sulla sede dell'antico ippodromo romano, di cui conserva il disegno) all'estremità da cui parte la via Divanolu vi consiglio assolutamente di visitare l'antica cisterna: un immenso deposito d'acqua ipogeo, sostenuto da un gran numero di colonne di spoglio, che riforniva d'acqua la città per mesi in caso d'assedio; un ambiente di grande suggestione, soprattutto quando non c'è molta gente. Quando non era ancora aperta al pubblico vi furono girate alcune scene di un film di 007.

Non lontano dall'uscita, sempre sulla piazza dell'Ippodromo, potete trovare un baracchino che fa delle ottime patate arrostite: enormi, le tagliano a metà e lavorano la polpa con del formaggio grattugiato ed altre cose a scelta, con una squisita spremuta d'arancio può costituire un lunch appetitoso ed economico: l'ultima volta abbiamo speso solo un milione a persona, adesso forse ne basteranno tre!

Già, perché lì l'inflazione è una cosa quasi da barzelletta: se rimanete in Turchia più di tre giorni cambiate volta a volta solo il denaro che vi serve per i tre successivi, alla fine avrete risparmiato un bel po', e spendete tutto quello che cambiate prima di partire, anche a costo di tornare a casa con due chili di pistacchi.

Le cose da vedere a Istambul sono molte, vi consiglio di munirvi di una buona guida (empre ottima quella del Touring), ed è una città ricchissima anche dal punto di vista archeologico, tanto che spesso gli archeoclub vi organizzano dei viaggi solo su questo tema.
Però vale anche la pena di vagabondarci. Fate a piedi almeno un tratto della via Divanolu, un arteria di traffico nel cuore della città percorsa anche dal tram, sempre piena di vita e di movimento, che parte dalla piazza dell'Ippodromo e porta anche al grande bazar, e addentratevi in qualcuna delle numerose traverse anch'esse piene di vita cittadina.

Vi troverete da Mc Donald ai cimiteri monumentali, dalle librerie alle moschee, dai piccoli ristoranti tradizionali con la fumeria, ai negozi di artigianato, al grande bazar.

Il grande bazar è immenso: una città coperta fatta solo di negozi, un intrico di strade dove ci si perde, ogni strada vende prevalentemente articoli di un tipo, così c'è la zona dei gioielli d'oro, quella dei gioielli d'argento, della roba di pelle, degli oggetti di rame o di peltro, degli abiti o delle stoffe, dell'antiquariato, e così via.

Il bazar è un po' il polso dello stato della nazione: in periodi di crisi molti negozi chiudono e il grande complesso prende un'aria triste e dimessa, in tempi prosperi l'insieme sfavilla di luci, di lucenti metalli e formicola letteralmente di gente che trabocca nelle strade esterne circostanti, pure gremite di botteghe e di attività le più svariate, inservienti girano con i grandi vassoi di ottone a portare tè e cibo ai negozianti.

L'altro grande bazar, vicino alla torre di Galata, quello di Eminololu, è soprattutto dedicato gli alimentari, pieno di colore, pieno di spezie e di cibi i più svariati.

Chiedete sempre di quello che vi incuriosisce: l'ingegnosità con cui riescono a spiegarvi le cose servendosi di parole di lingue diverse e della mimica è di per se stessa uno spettacolo. Siate fermi e cortesi e fate capire che comprerete solo quello che avete davvero intenzione di comprare, e quindi contrattate: ad Istanbul la contrattazione è d'obbligo e per la stessa merce potrete trovare prezzi molto diversi da un negozio all'altro.

Fatevi tentare dal caviale che è squisito e costa pochissimo.

Il ponte di Galata, il grande ponte che unisce l'Istanbul europea a quella turca, percorso ogni giorno da migliaia di persone e di pendolari. Sempre formicolante di gente, che compra, che vende, che mangia, che contratta, che discute. Assaggiate almeno una volta il pesce fritto che vi viene offerto dalle vetrine delle piccole friggitorie nel passaggio pedonale al di sotto dell ponte.
Prendete il battello di linea che naviga lungo il Bosforo e vi porta, percorrendo scenari di grande bellezza, anche se in parte deturpati dalla selvaggia speculazione edilizia degli ultimi dieci anni, fino ad affacciarvi sul Mar Nero. Dall'alto lo stretto è dominato dalle fortezze che lo difendevano.

Se avete tempo e decidete di spingervi fino all'antica capitale europea della Turchia, Edirne, o se pensate di visitare Bursa, andateci con il pullman.

Raggiungete l'Otogàr di Istanbul. L'Otogàr, dal francese Autogare, è, in ogni città, cittadina o paese turco, la stazione dei mezzi su gomma. Quella di Istanbul è immensa e, come i bazar, vale la pena di essere vista: è una grandissima doppia piazza con un grosso edificio in mezzo e a contorno della piazza edifici bassi con i negozi a piano terra; ogni negozio è un'azienda di trasporti, passeggeri e merci, e la piazza è divisa in zone a secondo delle destinazioni. L'insieme è sempre animatissimo. Vi fate indicare ad esempio la zona di Bursa, o di Antalia, Nelle relative vetrine trovate esposti prezzi ed orari e scegliete quello che più vi conviene.

Turchia in genere


Sto sempre parlando della fascia costiera, che è quella che comincio a conoscere.

Alloggiare

Salvo per due giorni a ferragosto ad ovest di Antalia, non ho mai avuto problemi a trovare una sistemazione lì per lì, sistemazioni che sono andate da un alberghetto a due stelle situato in un posto semplicemente favoloso a Kaunos, ad una comoda pansiòn familiare a Kas, ad un villaggio turistico che era una specie di Shangrilà immerso in 6 ettari di orto botanico, alla foce di un ruscello, con undici piscine di acqua corrente, una luculliana mezza pensione, il tutto per 80 marchi a persona nel 1998, ad est di Alania, ecc..

Quindi, tranne ad Istanbul, dove, come ho già detto, conviene prenotare, o direttamente o tramite agenzia, il mio consiglio è di andare e cercare via via quello che al momento sembra più piacevole e conveniente.

Mangiare

La cucina turca è in genere piuttosto leggera e gradevole. Personalmente vado matta per gli antipasti, per lo più a base di latticini, di fritti e di verdure crude e cotte - in Turchia ci sono decine di modi di cucinare le melanzane - e difficilmente arrivo fino ai primi e ai secondi, che sono molto meno variati: in genere i primi consistono in alcuni tipi di minestre di verdure o di pesce, e i secondi sono a base di carne ovina, mescolata con le verdure o fatta a spiedini (shish kebab), o tagliata dalla grande "pigna" che rosola davanti al gas (donar kebab). In alcune località di mare, soprattutto ad ovest, sono buoni anche i piatti di pesce.

Se si pensa di passare la giornata su una spiaggia non conviene quasi mai portarsi pranzo al sacco: sicuramente trovate modo di fare uno spuntino gradevole a buon prezzo anche nel posto più sperduto.

La cosa più piacevole è in genere la prima colazione, con verdure, formaggio tipo Feta, yogurt, frutta e miele nei posti più semplici, ma che può diventare un vero banchetto in posti come il villaggio a cui accennavo sopra.

Spettacolari le pasticcerie, per chi ama il genere veramente molto dolce, ottima la frutta.

A me piace anche mangiare per strada quello che ti propongono: sgranocchiare pannocchie di mais bollito o arrostito, piluccare grappoli di uva sultanina (con i chicchi piccoli piccoli, la buccia tenera e senza noccioli), il pesce fritto offerto in cartoccetti, i pistacchi, ecc.

Ad Istanbul attorno all'ippodromo e sulla Divanolu troverete ristoranti di tutti i livelli, provatene magari uno di quelli molto tradizionali, con il giardino e la fumeria.

Comprare

Se siete in vena di comprare siete capitati nel posto giusto. Dai tappeti al caviale, dalle ceramiche all'antiquariato, dagli oggetti d'oro ai foulard di seta, agli orologi di marca contraffatti.
Dovete solo mantenere i nervi saldi, contrattare con molta calma rispettando i loro tempi, ad Istanbul in genere conviene partire offrendo secca la metà di quello che ti chiedono, arrivare gradatamente a quello che si intende davvero spendere e da lì non muoversi, a costo di lasciare lì l'oggetto e andarsene: se vi vengono dietro a richiamarvi è fatta, se no vuol dire che non possono proprio scendere oltre, e potete sempre ripensarci e tornare indietro.

Se siete un amante del prezzo fisso lasciate perdere e non comprate niente ad Istanbul:

potrete rifarvi nel sud, nelle cittadine di mare, dove i prezzi sono praticamente fissi, soggetti in genere solo ad una modesta contrattazione, più o meno come in Italia. Penso che sia dovuto ad una tradizionale frequentazione con i tedeschi.

Nei mercati settimanali locali, se avete la fortuna di azzeccarne uno buono, si possono trovare cose molto caratteristiche, come bellissime tele di cotone, perle di vetro, metri di trine fatte a mano all'uncinetto, attrezzi agricoli artigianali dal disegno antico ed elegante, e sempre spezie, pinoli sgusciati, pistacchi e frutta saporitissima.

Viaggiare

Molti amano noleggiare una macchina o un pulmino. Io sono convinta che non conviene.

Tutti i mezzi pubblici di trasporto sono organizzati su base cooperativa e sono in concorrenza tra loro. Ne deriva che il servizio è ottimo - i mezzi sono in genere nuovi e comodi - e capillare: dove non arriva il pullman arriva il dolmus, dove non arriva il dolmus arrivano i taxi.


I dolmus sono pulmini per 12-20 persone che stazionano negli Otogàr, con scritta sul parabrezza la destinazione: partono quando sono pieni e coprono tragitti di circa un'ora.

I pullman fanno tragitti più lunghi, partono ad orario e sono di una puntualità sconcertante, perché in genere partono cinque minuti in anticipo. I posti sono numerati, se volete stare davanti dovete fare il biglietto per tempo. Di solito circa ogni ora e mezzo fanno sosta in una stazione di servizio dove si può mangiare o bere qualcosa ed usare la toilette, alcune linee sono anche dotate di uno steward a bordo che distribuisce Coca Cola, salviette e spruzzi di acqua profumata di cedrina.

Anche i taxi per lunghi tragitti sono piuttosto economici, per tragitti extraurbani contrattate il prezzo prima della partenza.

Un notevole vantaggio nell'andare con i mezzi è che non guidate voi: se guidate voi, che siete un infedele, qualunque cosa vi succeda avete torto per definizione, il che può risultare molto spiacevole, anche perché gli autisti turchi sono piuttosto spericolati. Questo naturalmente vale anche per quelli dei mezzi pubblici, però per fortuna il traffico fuori delle città è scarso.

Se avete poco tempo e volete spostarvi fino, ad esempio, ad Antalia o a Dalaman, prendete l'aereo. Sulle linee interne ci sono aerei bellissimi e nuovissimi ed i prezzi, al contrario che da noi, sono molto più bassi che sui voli internazionali.

Nella hall dell'aeroporto di Istambul, prima del check in, dove donne velate parlano al telefonino e brandiscono cineprese, uomini d'affari asiatici esibiscono abiti blu e gialli sorrisi, grasse donne russe coperte di gioielli danno il braccio a mariti mafiosi dalla faccia di pietra, turisti occidentali parlano tra loro tutte le lingue d'Europa, avrete veramente la sensazione che Istanbul è la porta dell'Oriente dove i mondi si incontrano e si mischiano.

Infine il viaggio per mare, che io non ho ancora provato, ha degli accesi sostenitori. Tutti quelli che mi hanno parlato delle crociere in caicco, in dieci dodici persone, lo hanno fatto in maniera entusiastica.

Personalmente ho sempre noleggiato, con pochissima spesa, delle barche a motore col marinaio, persone sempre molto corrette e disponibili, per l'intera giornata, andando a vedere posti incantevoli come Kekova o Kaunos. Con circa centomila lire si può avere una comoda barca per sette - otto persone.

Mi rendo conto che non vi ho parlato dei posti, alcuni dei quali tra i più belli di tutto il Mediterraneo.

Ma i posti li scoprirete da soli.

Vi racconterò brevemente solamente della baia di Kekova, dove un bradisismo ha sommerso un'antica città, i cui resti di pietra si vedono ancora sotto l'acqua cristallina color smeraldo, dove, di fronte al paesino di Simena le tombe dei guerrieri della Licia emergono dall'acqua bassa come fantastiche barche rovesciate, dove a guado si raggiunge un isolotto che ha alla base resti di case di pietra ed è abitato unicamente da un coniglio bianco....


Giuro, l'estate prossima ci torno.

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