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Lunedì, 8 Febbraio 2010

Ungheria: Budapest e oltre...

Ungheria, un piccolo Paese stretto al centro dell'Europa, senza sbocchi sul mare, senza grosse vette, ma che si estende per 2/3 su una grande radura erbosa, la mitica Grande Pianura.

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Vagabondo0

Partiamo dal mio ragionamento di fondo, ovvero che la capitale di solito è solo il "biglietto da visita" di un Paese, ma che per capirne il senso ed il valore culturale ed antropologico non ci si può certo fermare alla prima "colossale" impressione...bisogna spingersi oltre...un po’ come in una metafora della Vita....


Uno sguardo sul territorio: Questo è più che mai vero nel caso dell’Ungheria, un piccolo Paese stretto al centro dell’Europa, senza sbocchi sul mare, senza grosse vette, ma che si estende per 2/3 su una grande radura erbosa che gli stessi ungheresi – che in realtà si chiamano tra loro "magiari" – chiamano Puszta – la decantata, e mitica Grande Pianura.


A nord troviamo invece una zona di rilievi poco elevati, simili ai rilievi collinari delle zone del nostro pre-Appenino, che si estendono fino al confine con le regioni Transilvaniche, che un tempo appartenevano all’Ungheria, e che oggi fanno invece parte della Romania.


In mezzo a tutto questo, collocherei Budapest, anche se geograficamente parlando si trova piuttosto a nord, ma perché riunisce – anche simbolicamente essendone la capitale - le due "anime" del Paese...Buda, adagiata su verdi colline che si propagano con ritmo cadenzato a scandire armoniosamente l’ orizzonte, e Pest, la "porta di uscita" sull’ alföld, la sterminata Pianura Ungherese.


Altro elemento caratterizzante è l’ acqua. Ma come? Vi chiederete...in un Paese senza mare? E sì...

Qui troviamo il lago e il fiume più grande dell’Europa Occidentale, il Balaton e il Danubio ovviamente. Quest’ultimo in particolare è l’ elemento caratterizzante della splendida capitale, il suo cuore pulsante, che dividendo unisce le due anime della città, ma non solo... Il Danubio caratterizza anche la regione appunto detta Ansa del Danubio. Si tratta di una zona a nord di Budapest che collega una serie di ridenti cittadine immerse in una teoria di morbide collinette erbose lambite dalle acque sinuose del fiume che qui imprime panoramiche curve al paesaggio.


La nostra tabella di marcia in breve:


3I giorno – Arrivo, sistemazione in hotel, visita di Pest

II giorno – Ansa del Danubio – Esztergom, Visegrád, Szentedre (gita organizzata con ritorno a Budapest in barca sul Danubio), in serata visita del Bastione dei Pescatori e Palazzo Reale a Buda .

III giorno – In mattinata visita del Mercato Centrale a Pest, Visita del Parco delle Statue ( o Szoborpark ), nel pomeriggio Bagni Gellért.

IV giorno – Mercato delle pulci Ecseri Piac, nel pomeriggio visita della Piazza degli Eroi (Hosok Tere) e del Parco Municipale a Pest.

V giorno – Ritiro della macchina a noleggio. Partenza per Hollóko, in serata arrivo e pernottamento a Kecskemét, dopo breve sosta a Godollo.

VI giorno – Arrivo a Bugac, visita del Parco Nazionale Kiskunság, nel pomeriggio visita di Kecskemèt, in serata rientro a Budapest, riconsegna della macchina e pernottamento.

VII giorno – In mattinata visita guidata del Parlamento (interno), ultimi acquisti, trasferimento in aeroporto e rientro in Italia.

ITINERARIO nel dettaglio

MERCOLEDì 23 SETTEMBRE - Budapest. Il nostro volo arriva verso l’ ora di pranzo quindi dopo esserci sistemati in hotel, dedichiamo mezza giornata alla scoperta di Pest, la parte "bassa" della città", lungo gli ampi viali e le ENORMI Piazze che si schiudono una dopo l’ altra, disorientando il visitatore a prima vista. In realtà se si guarda una cartina la toponomastica di Budapest è piuttosto semplice, essendo la città attuale stata ricostruita in epoca piuttosto recente. I grandi viali – (Ullöi utca;Erzesébet korüt, Ferenc korüt, etc.) costituiscono delle grandi arterie che conducono ai punti nevralgici della città, collegando tra loro anche le diverse piazze.


Ve ne cito solo qualcuna tra le più belle:


4Kossuth Lajos Tér (la piazza che ospita il magnifico palazzo del Parlamento ungherese)

Bajcszy Zsilinszky (Basilica di S. Stefano), la monumentale cattedrale della città nell’ omonima piazza.

Szabadsag Tér (Piazza Indipendenza), un’ enorme piazza a due passi del Parlamento.

Deák Ferenc Tere (importante punto di snodo dei trasporti urbano. Vi convergono infatti le tre linee della metropolitana), frenetica e trafficata, a due passi dalla famosa via Vaci (Vaci Utca) che disegna e attraversa il cuore di Pest convergendo nell’ elegante Vorosmarti Tér, dominata dalla storica pasticceria Gerbaud.

Erzsébet Tér (Piazza intitolata alla famosa imperatrice d’ Austria Elisabetta, meglio nota come Sissi) che specialmente di sera diviene un enorme punto di ritrovo "a cielo aperto" per i giovani del posto.

Klauzàl Tér – cuore del Quartiere Ebraico. In particolare abbiamo visitato una delle tre sinagoghe di Budapest, quella della via Dohàny. La sinagoga e il museo annesso sono visitabili a pagamento. In particolare sono rimasta colpita dal bellissimo e toccante monumento alle vittime dell’Olocausto nel cortile della sinagoga stessa...un salice piangente color argento recante su ogni foglia il nome di una persona scomparsa....


Giovedì 24 Settembre - Ansa del Danubio – Esztergom/Visegrád/Szentedre


Avendo consultato in anticipo le previsioni meteo, abbiamo prenotato la nostra "gita fuori porta" con Cityrama – un tour operator locale che organizza tours molto ben costruiti alla scoperta di Budapest e non solo...

In effetti ho rinunciato " a malincuore" alla nostra sempre - amata ed impagabile libertà da inguaribili viaggiatori indipendenti per barattarla con "un-tutto-compreso in 8-ore" DANUBE BEND TOUR (tour dell’Ansa del Danubio) "andata a domicilio con guida anche in italiano in pulmino privato" e ritorno in battello sul "bel Danubio Blu"...


Non che la cosa non si potesse organizzare da soli...in modo più personale e chiaramente anche più economico (abbiamo speso 50 euro a testa per la giornata), ma non ci sarebbe stato possibile - per come erano combinati gli orari e gli attracchi dei battelli- vedere tutte e tre le cittadine in questione...

Se invece ci si va con una macchina a noleggio, con una spesa totale inferiore ai nostri 100 euri, non si ha però l’ opportunità di tornare poi in battello...e anche quello ha il suo fascino...


Il giudizio a ritroso comunque non è positivissimo...sarà per il fatto di averle vissute in modo "non personalizzato", con i ritmi imposti da una guida preparata ma non particolarmente vivace, quella libertà del viaggio che ci siamo imposti di barattare per una più grande "ricompensa", in realtà ha fatto sì che l’ esperienza ci abbia soddisfatto ma non completamente...


5Esztergom – bella la basilica (la più grande d’ Ungheria) esternamente, anche se l’ interno è un po’ deludente. Bello il panorama sul Danubio, le cui sponde qui dividono l’ Ungheria dalla Repubblica Slovacca. Nel complesso comunque "carino", ma non entusiasmante.


6Visegrád – qui il panorama la fa da padrone, anche se le rovine del castello omonimo sono tutt’altro che da trascurare, e senz’altro la visita avrebbe meritato più tempo...ma tant’è che i tempi dei tour organizzati...ed infatti eccoci a pranzo libero nella ben più anonima cittadina appena sotto il castello stesso, quando invece avremmo preferito più tempo e magari un panino ed un caffè sulla rocca....

Sicuramente da vedere....


7Szentedre – Il piccolo paesino di S. Andrea (tradotto in italiano) è una piccola enclave serba in terra d’ Ungheria. La comunità che vi abita è dedita in prevalenza alla produzione di oggetti artigianali che poi vende all’agguerrita folla di turisti che la visita tutti i giorni, specialmente in estate quando le sue viuzze si intasano per la folla di avventori "mordi-e-fuggi".


Devo dire che l’ avevo vista in foto, e mi aspettavo di più, anche in paragone con dei paesini che ho avuto modo di visitare nella Repubblica Ceca, sullo stesso stile, ma più pittoreschi. Forse complice ancora il poco tempo, alla fine il paesino si riduce complessivamente ad una piazzetta ?carina" ma non certo strepitosa...


Infine il ritorno sul Danubio, rilassante, con un bel sole al tramonto, ma il panorama un po’ monotono..insomma...piuttosto deludente...



Decisamente meglio nel complesso, la serata al nostro ritorno a Budapest. Decidiamo di scendere alla fermata di Buda e così ci lanciamo alla scoperta della parte collinare e più antica della città.

Saliamo sul Bastione dei Pescatori dalla sottostante e centralissima Batthiany Tér....

Le luci del giorno cominciano a vacillare e sotto di noi la Città della Luce prende Vita...

Il Parlamento, il Ponte delle Catene (simbolo della città), la Basilica di S. Stefano, le sette torri del Bastione stesso, con i loro profili vagamente ottomani...

E’ questa senz’altro la prospettiva che di più ci ha affascinato e che , affacciati come tanti, ma in una dimensione più intima, complice il calar della sera, ci porteremo nel cuore tra i ricordi più belli del viaggio.


Continuiamo la nostra scoperta della Buda principesca e proseguiamo con la bella Chiesa di Mattìa Corvino (ma che ci fa lì accanto quell’obbrobrìo dell’ Hilton???!!! Il potere dei soldi!!!????!), la Chiesa di S. Anna ed infine con il Palazzo Reale, molto viennese e poco magìaro in realtà, del resto fatto costruire durante la dominazione asburgica dagli stessi regnanti, ma indubbiamente bello...


La scelta "in notturno" ci ha fatto apprezzare questo lato solitamente molto turistico della città, in una dimensione più intima, e fuori dall’ordinario. Da consigliare.


Anche sul lato opposto, la vista sulle colline di Buda, dove in molti abitano in tranquilli quartieri residenziali immersi nel verde, è molto piacevole. Di notte il luccichio delle colline sembra gareggiare con le stelle...


La chicca: due ballerini di tango che provavano la loro sensuale danza con tanto di musica amplificata sulla terrazza del castello...davvero una delle cose più romantiche che abbia mai visto in vita mia...

Ah! Questi passionali ungheresi!




Venerdì 25 Settembre – Col cielo inizialmente un po’ plumbeo, decidiamo di spendere la mattinata al Mercato Centrale (Vásárcsamok), un vero e proprio emporio dei sensi, con colori, profumi e sapori eccessivi, come nella migliore tradizione ungherese. Diamo un?f occhiata ai prodotti tipici – salame pick; vino Tokaj (varie qualità) e Egri Bikaver (Sangue di Toro di Eger); barackpalinka (grappa di albicocca); paté d?f oca; paprika, pizzi e merletti vari, bamboline colorate con i costumi tradizionali,etc..


La nostra prossima meta dopo il Mercato, è il Parco del Memento – o Szoborpark – il Parco delle Statue comuniste "deposte" dopo la democratizzazione dell’Ungheria, in seguito cioè alla cacciata dei sovietici dal Paese.




Le statue impressionano per dimensioni e austerità, tuttavia il Parco è mal tenuto, ridotto all’essenziale, senza alcun tentativo di abbellimento, neanche un pannello esplicativo che fornisca un minimo di spiegazione. In effetti c’è la possibilità di partecipare ad un tour guidato con una guida "in carne ed ossa" del Parco, ma il costo di 8 Euro a persona per un posto tanto piccolo c’è parso un po’ esoso.

Comunque la passeggiata la vale, se non altro perché l’ autobus che porta al Parco vaga sulle colline di Buda e fa gettare uno sguardo sulla città al di là dei ristretti confini turistici.


Al ritorno in città (il tragitto è di almeno una mezz’ora), scendiamo nei pressi del Ponte dell’Indipendenza e ci rechiamo a piedi nei pressi del famoso Hotel Gellért, ai piedi dell’ omonima collina. Di qui, seguiamo il cartello che dice "Spa a 100 mt", ed eccoci alle terme più esclusive della città.

L’ ingresso ci costa 7 Euro a persona compresa una cabina da condividere e nella quale cambiarci, poi ci aggiungo 14 euro per un "refreshing massage" di mezz’ora, che scelgo per ritemprarmi da una lista di trattamenti a disposizione della clientela previa la prenotazione sul posto.

Passiamo il pomeriggio a "coccolarci" letteralmente tra vasche calde e fredde, piscine esterne con le onde, capricci dell’architettura barocca, e decorazioni orientaleggianti neo Deco. Assolutamente DA NON PERDERE!

Sabato 26 Settembre – Ci svegliamo presto per andare ad Ecseri Piac, il mercato delle pulci appena fuori città, lungo la M3, l’ autostrada che va verso sud...

Il mercato è tutto un pullulare di antiquari ed umanità varia. Notiamo alcuni pezzi in porcellana di Herend degni di nota, tuttavia il nostro "bottino" si riduce ad un telefono nero vecchio tipo in dotazione alle poste magiare fino ad una quindicina di anni fa...

Dopo aver vagato due/ tre ore tra vari banchetti più o meno improvvisati, ce ne torniamo verso la città...

E’ una giornata bellissima, piena di sole, l’ aria straordinariamente pulita, il cielo limpido ed azzurro.




- Dopo una breve sosta in albergo, ci dirigiamo in direzione del Museo delle Arti Applicate, capolavoro di Ödon Lechner, in uno stile liberty reinterpretato dall’architetto con spirito nuovo che ne fa uno stile nazionale definito appunto "magiaro". Le forme sono sinuose e curvilinee come nel Liberty, ma con delle digressioni di stile orientaleggiante, e dei colori vividi e sgargianti tipici di Lechner (ad esempio qui nel bellissimo tetto color ocra e smeraldo). Il museo viene indicato gratuito nella nostra guida, e invece – forse per via di una esibizione temporanea – l’ entrata era a pagamento. Abbiamo quindi preferito proseguire, non essendo tanto interessati alla mostra, quanto all’architettura dell’edificio stesso, ed avendo ancora tante meraviglie da scoprire in questa bella capitale.




Ci rechiamo quindi verso la Piazza degli Eroi (Hösok Tere) sperimentando anche la Metro n.1, la prima ad essere stata costruita, non solo qui a Budapest, ma – ci stupiamo - in tutta Europa. E’ un piccolo gioiello del Primo Novecento, rimasto inalterato con il suo gusto retro, i lampioni sotterranei e le piastrelle colorate.



La Piazza è davvero disarmante quanto a dimensioni ed imponenza. Le statue degli Eroi della Patria sono davvero colossali e si stagliano contro l’ azzurro del cielo. Al centro la Colonna del Millenario – per i mille anni dall’incoronazione di S. Stefano – e poi sotto – fieri e a cavallo – tutti i guerrieri della dinastia di Árpád, venuti dai lontani Urali e da cui gli attuali magiari discendono direttamente. Sotto il colonnato che cinge la piazza, altri Padri della Patria, e ai lati, a chiusura della scenografia, il Museo delle Belli Arti e il Palazzo dell’Arte dall’architettura classica.



Ci inoltriamo poi nel Városliget, il bellissimo Parco Municipale. L’ accesso al lato meridionale del Parco è spettacolare: vi si accede infatti varcando un ponticello in pietra ed inoltrandosi sotto le torri del Castello di Vajdahunyad, che sembra uscito dal set cinematografico di Dracula. Subito dopo, già all’ interno, sulla sinistra si incontra una chiesa neogotica molto bella, dove ci imbattiamo in un matrimonio locale. Proprio di fronte troviamo il Museo dell’Agricoltura, ospitato in un edificio barocco molto sontuoso che ricorda i famosi Bagni Szechenyi, che però si trovano dalla parte opposta del parco. Ci sediamo un po’ a godere del sole e del panorama sul castello nei pressi del vicino, romantico laghetto.




Poi ripartiamo, stavolta per esplorare un po’ il lungo Viale Andrassy, che culmina appunto nella Piazza degli Eroi. Noi lo percorriamo "a ritroso", in direzione della Basilica di Santo Stefano, per intenderci, e con l’ aiuto della praticissima M1. Scendiamo infatti appena dopo due fermate per dare uno sguardo alla Kodaly Tér – piazza intitolata ad uno dei compositori ungheresi più famosi – ma sfortunatamente la troviamo in restauro e possiamo solo intuirne il colpo d’ occhio. Ripresa la metro, scendiamo dopo altre 2 fermate (ma quant’è lungo sto viale!!!) all’ Opera – capolavoro assoluto – che è possibile visitare anche internamente prendendo parte ad una visita guidata. Noi ci limitiamo a gettare uno sguardo ai saloni d’ entrata, davvero spettacolari, e a godere della filodiffusione che nei pressi dell’edificio dà modo di ascoltare le note di sinfonie senza tempo, che sembrano trasportare anche i semplici passanti in una "dimensione altra" , fatta di grandi emozioni che cavalcano i suoni.


Da qui poi riattraversiamo nuovamente a piedi il centro di Pest, raggiungiamo il Parlamento, e camminando lungo la sponda del Danubio giungiamo fino all’Isola Margherita negli ultimi raggi del giorno. Quest’ultima rappresenta il polmone verde della città: un’ intera isola che si staglia nel bel mezzo del Danubio, interamente chiusa al traffico, consacrata quindi alle passeggiate nel verde, e ad ogni genere di attività all’aria aperta. Ovviamente trattandosi di una bella giornata, l’ atmosfera era molto gioiosa, festante, vivace, Ci sediamo e invece del classico gelato, proviamo ad assaggiare del mais che qui spesso servono ready-to-go in un barattolino di carta (tipo pop-corn per intenderci) con l’eventuale aggiunta di salse a piacere.


Da qui ormai un po’ stanchi, e anche un po’ affamati data l’ora, decidiamo di imbarcarci sul minibus (trasporto pubblico) che attraversa l’isola in tutta la sua lunghezza e scendiamo a Deli Pu., capolinea della M2 (ci mancava solo questa linea da sperimentare!). Da qui, dopo appena una fermata, scendiamo a Moskva Tér (Piazza Mosca), che si trova dalla parte di Buda (ma la metro passa sotto il Danubio? Noi non ce n e siamo accorti comunque!). Questa piazza viene menzionata solo di sfuggita dalla guida turistica, ma nei giorni precedenti avevamo notato che era il capolinea di parecchi autobus, oltre ad avere una fermata della metropolitana. Ci facciamo guidare dalla curiosità quindi...appena usciti dalla metropolitana un mare di ragazzi di età molto giovane ( 16- 22 anni) stanno appena fuori dalla fermata. La piazza è enorme (tanto per cambiare) ma li contiene tutti, è punteggiata di take-away e luci al neon, insomma il luogo della "punta del sabato sera" per molti teens del posto, fuori dai circuiti anche turistici del centro città. Notiamo anche la presenza di un centro commerciale e annesso affollatissimo cinema multisala.


Scendendo verso il fiume attraverso le grandi arterie che dalla piazza si diramano, troviamo molti localini, caffè, take-away. Praticamente cacciati da una catena di un "mangia-finchè-non ti-abbuffi-e-muori" a prezzo fisso perché non avevamo prenotato, alla fine – stanchi ma soprattutto affamati – siamo finiti in un anonimo kebabaro (che in Ungheria chiamano gyros), molto buono in verità, perché la carne era preparata in modo meno grasso del solito, e disponeva anche di molte ottime alternative vegetariane. Quando si dice: non tutti i mali vengono per nuocere....

Domenica 27 Settembre: Il giorno seguente, con le valigie a seguito lasciamo il nostro alberghetto (di cui darò dettagli e valutazione più avanti), e ci rechiamo in zona stazione centrale per ritirare la macchina che avevamo prenotato con qualche giorno di anticipo.

Una volta sbrigate le formalità del caso, ci mettiamo in marcia destinazione Hollóko.


Usciamo abbastanza agevolmente dal centro città ed imbocchiamo la M2 che in circa un’ ora e mezzo ci condurrà a destinazione. Il paesaggio è piacevole, molto simile alla nostra Umbria, con verdi collinette, alberi dappertutto, campi di granoturco (questi però non ci sono in Umbria), animali da allevamento. Un paesaggio bucolico dai contorni familiari insomma. La giornata è pressoché perfetta, un gran sole e una temperatura intorno ai 25 gradi. Arriviamo a destinazione intorno alle 11.30, il che ci permette di fare un giro esplorativo prima dell’ora di pranzo.


Il paesino è delimitato da alte colline tutt’intorno. Le casette rigorosamente in legno (e ricostruite più volte) sono deliziose e caratterizzano il paese al punto che l’Unesco l’ha dichiarato patrimonio dell’Umanità. Allegre signore in costumi tradizionali vendono i loro prodotti sulla la strada principale che conduce alla chiesetta del paese, anch’essa in legno naturalmente. All’interno molte delle abitazioni fungono da spazi espositivi per gli innumerevoli prodotti d artigianato locale. Oggetti di ceramica e legno, prodotti eno-gastronomici, ce n’è davvero per tutti i gusti...



Dopo tanto curiosare, scegliamo un ristorantino alla fine del paese, con i tavoli all’aperto e l’ atmosfera festosa. Dopo pranzo decidiamo di smaltire le abbondanti porzioni ungheresi salendo verso il Castello del Borgo. Per farlo percorriamo un tratto di strada in salita nel verde di un piccolo bosco. Una volta in cima al promontorio (tempo di percorrenza circa 10/15min), il panorama abbraccia tutta la vallata e davanti a noi ci sono le rovine del castello medievale, che strutturalmente somiglia molto a quello di Visegrád.


Verso le cinque decidiamo di rimetterci in marcia. Il nostro programma ci impone di raggiungere in serata Kecskemét, in modo tale di poter visitare la famosa Puszta la mattina seguente. A dire il vero eravamo tentati di proseguire in direzione Eger, ma calcolando la distanza per raggiungerla (circa un’ora e mezzo da Hollóko), il tempo per visitarla, la giornata quasi trascorsa, e il percorso a ritroso, concludiamo che è meglio invertire la rotta.


Sulla M3 a ritroso inseriamo però una breve sosta a Godollõ, dove si trova il famoso castello asburgico preferito da Sissi (l’ imperatrice d’ Austria). In realtà – data l’ ora e l’ orario di chiusura al pubblico – ne visitiamo solo l’ esterno, ma sicuramente avendo più tempo a disposizione è una tappa che merita una visita più approfondita.


Proseguiamo quindi: ci immettiamo nel corridoio della M0 che lega la M3 con la M2 che va verso il sud del paese bypassando la capitale ed il relativo traffico.

La giornata davvero strepitosa, ci regala lungo la strada un tramonto di un rosso intenso di quelli che si stampano nella memoria fotografica del viaggio on the road.

Impieghiamo circa due ore complessivamente per arrivare a Kecskemét. Per il pernottamento abbiamo prenotato telefonicamente il giorno precedente, quindi ci dirigiamo spediti alla volta della Pensione Fábián, che tra l’ altro si trova proprio all’imbocco della città provenendo da nord.

Dopo aver preso possesso della camera, decidiamo di uscire per familiarizzare un po’ con il posto, nonostante siamo un po’ stanchi. La città è costituita da una serie di piazze che si aprono una dentro l’ altra, come in una sorta di matrioska urbanistica, e – data l’ ora- è tutta illuminata. Ci limitiamo ad una visita orientativa e ad un tè serale in una caffetteria sulla Piazza Indipendenza, rimandando ad una conoscenza più approfondita il giorno seguente, realizzando che in effetti c’è abbastanza da vedere. Appagati dall’itinerario scelto finora e della giornata appena trascorsa, ce ne torniamo quindi in albergo.

Lunedì 28 Settembre: Verso le 9.30 ci mettiamo in marcia per seguire l’ itinerario del giorno, quello tanto atteso, sin dalla nostra partenza. Siamo diretti infatti a Bugac, che – insieme al più remoto Hortobagy- rappresenta il luogo simbolo della famosa puszta ungherese, di cui molto avevo sentito parlare e che desideravo da tempo vivere.



La parola "puszta" va di pari passo con la meno nota "alfold" (che indica appunto la pianura). Questo paesaggio brullo, piatto ed essenzialmente rurale, rappresenta quello che più volte è stato definito il farwest magiaro.


Superato il paesino di Bugac, a cui si arriva con facilità una volta presa una strada provinciale che si dirama dall’autostrada M2 in direzione sud, a circa 40 minuti di strada da Kesckemét, si prosegue oltre, verso la riserva naturale di Kiskunság, nel cuore della campagna in cui si è immersi. Qui un grande complesso turistico, con tanto di ristorante annesso, attende i visitatori. Nella sconfinata prateria si incontra una fattoria ed un interessante museo della pastorizia, il tutto a un paio di chilometri dal centro di accoglienza e di partenza, e a cui si accede folkloristicamente tramite un pittoresco calesse trainato a cavalli su cui vengono sistemati i visitatori. Il calesse viene guidato da uno dei "mandriani" (csikós) che all’una danno vita allo spettacolo equestre che rappresenta il clou di ogni visita a Bugac che si rispetti.


Può sembrare una comparsata turistica - i costumi di scena dei mandriani, le loro evoluzioni equestri, la gita in calesse, la ricostruzione del tempo andato, di come vivevano un tempo gli allevatori- eppure si respira un’aria di autenticità, di autentica cultura contadina, al di là della semplice ostentazione delle tradizioni. Si percepisce semmai una fierezza di tali consuetudini, e quindi una naturalezza nel mostrare i propri "tesori" ai visitatori. Sicuramente l’atmosfera più intima determinata dalla nostra visita non nel week end (eravamo solo in sei visitatori) ha contribuito ad irrobustire il carattere di autenticità. In effetti ci siamo divertiti molto: l’ho definita l’ "Avventura della Casa nella Prateria" ed abbiamo eletto anche la nostra mascotte – il simpatico asinello della fattoria che ragliava per protesta al termine dello spettacolo, contro chi lo teneva ancora legato al palo della pista....poveroooo!:(


Scortati dai csikós, ritorniamo verso le 13.30 al punto di partenza e da qui decidiamo di proseguire alla volta della vicina cittadina di Csongrád – di cui avevo visto delle belle rappresentazioni d’epoca in alcune immagini.

Il tempo di percorrenza è almeno di un’oretta, e – a posteriori – ce la saremmo risparmiata molto volentieri la deviazione. In effetti la cittadina non offre grandi cose, se si esclude il lussureggiante panorama sul Tistza (Tibisco in italiano), il secondo fiume ungherese. Il nucleo originale dell’antico borgo – costituito da vecchie case di pescatori – che avevo visto in foto ed immagini d’ epoca, si è rivelato in realtà deludente, come del resto ci aveva preannunciato la nostra guida. Ma tant’è che - spinti dai morsi della fame – ci siamo fermati in un’Irish Pub nei pressi del borgo, e abbiamo degustato comunque degli autentici piatti ungheresi in generose porzioni.



Dopo pranzo siamo ritornati in direzione di Kecskemét per concederci una visita diurna pomeridiana. La città ci è piaciuta molto: la Piazza Indipendenza, la Piazza Kossuth (hanno una fantasia nella toponomastica!), i palazzi in stile liberty con le facciate elegantemente decorate. Il Palazzo del Municipio (con tanto di carillon che rintocca le ore diurne), il Cifrapalota (Palazzo Ornamentale - opera di Lechner), il Collegio degli Insegnanti, le due chiese (una cattolica, l’ altra protestante), la ex Sinagoga, il Teatro Nuovo, persino la stazione centrale degli autobus con il tetto dalla forma e decorazioni in stile magiaro, contribuiscono con le loro evoluzioni architettoniche alla piacevolezza della città. Dopo una pausa con sosta in caffetteria, riprendiamo la macchina – che nel frattempo avevamo parcheggiato nel parcheggio della nostra pensione (su gentile concessione dello staff, dal momento che avevamo già effettuato il check-out la mattina) dato che tutti i parcheggi in centro città erano a pagamento – e ci rimettiamo in marcia verso Budapest. Arriviamo in tempo per riconsegnare la macchina in anticipo all'autonoleggio, ma in modo da non avere né problemi di parcheggio (a pagamento) in città, né perdite di tempo nella riconsegna il giorno seguente, di cui così disponiamo interamente, dato che il nostro volo di ritorno è fissato per le 18. Insomma, ci districhiamo tra gli ampi viali della grande capitale giungendo per tempo a destinazione. Ci avviamo infine in metropolitana verso l’ Hotel Domina Inn Fiesta in pieno centro, che abbiamo prenotato per una sola notte, la nostra ultima a Budapest ed in Ungheria.


Martedì 29 Settembre

Ci alziamo di buon’ ora per recarci dopo colazione nei pressi del Parlamento, dove ci attende una lunga coda che prelude alla visita guidata all’interno del Palazzo stesso. Il Palazzo è davvero imponente, sfarzoso (l’ interno è tutta una profusione di oro zecchino e broccati color porpora), ma è al contempo originale nelle forme architettoniche ed armonico nel suo insieme. Insomma se disponete di un po’ di tempo da trascorrere nella capitale (considerata la coda all’ingresso), ne vale sicuramente la pena, considerato anche il fatto che l’ ingresso è gratuito per i cittadini della Comunità Europea.

Al termine della visita guidata – in italiano tra l’altro – disponiamo ancora di un po’ di tempo prima di fare ritorno in albergo e decidiamo di tornare in metropolitana a Buda, nei pressi di Moskva Tèr, per qualche ultimo acquisto. Infine torniamo sempre in metropolitana a Deák Ferenc, dove ordiniamo il nostro "ultimo" ice coffee che ci godiamo in tranquillità sotto il tepore dei raggi del sole.

In breve torniamo in hotel per il ritiro delle valigie e di qui in aeroporto dove salutiamo Budapest e l’ Ungheria dal finestrino del nostro volo di ritorno per l’Italia.





Approfondisco qui di seguito con alcune INFORMAZIONI PRATICHE che spero troverete utili.

COLLEGAMENTI/TRASPORTI


Voli: Per raggiungere l’ Ungheria dall’Italia in aereo ci sono i voli di linea di Alitalia e Malev (la compagnia di bandiera ungherese).

Attenzione perché molto spesso le due linee aeree lavorano in code sharing, ovvero l’ aeromobile a disposizione è "fisicamente" lo stesso, però viene venduto sui relativi siti web delle due compagnie a tariffe leggermente diverse (di solito è il volo Alitalia ad essere leggermente più caro). In questi casi occorre controllare il tipo di aeromobile, e l’ orario del volo ( NON il numero di volo perché ne creano due diversi appositamente). Se questi due elementi coincidono, allora il volo è il medesimo, e potrete quindi scegliere la tariffa più conveniente. Noi siamo riusciti ad acquistare un volo A/R per circa 100 Euro tutto incluso a persona.


Esistono anche voli diretti low-cost Roma- Budapest con Wizz-air da Fiumicino anche se gli orari non sono proprio comodissimi.

Da Milano Malpensa si può provare sempre con Wizz oppure con German Wings.


L’ aeroporto Ferihegy è il medesimo sia per i voli di linea che con i low-cost e dista circa 16 km dal centro città.


Bus e Metropolitana – Il sistema di trasporto della capitale ungherese è capillare e complessivamente buono. Ci sono tre linee di metropolitana e un gran numero di autobus e filobus.


Per muoverci abbiamo optato per l’ acquisto di una tessera settimanale visto che in pratica abbiamo trascorso 5 giorni pieni nella capitale ed il costo della relativa tessera – che abbiamo sfruttato appieno - è stato di circa 16 Euro. Ad ogni modo esistono tessere di validità (e relativo costo) inferiore pari a 2/3 giorni. Considerate le grandi distanze da percorrere per visitare le bellezze della capitale rappresentano quindi un acquisto sicuramente conveniente.


Autonoleggio: Sul web ci sono tariffe altamente competitive, e molte volte vale la pena di fare qualche preventivo in più perché i costi possono differire anche di molto. La nostra prenotazione infatti l’ avevamo effettuata con HIRE CAR 3000, ma in effetti – una volta arrivati in loco – di fatto l’ auto l’ abbiamo ritirata in un ufficio FOX – (cioè in pratica erano gli stessi!) ma sul sito della Fox lo stesso noleggio di 48h. ci sarebbe costato una trentina di euro in più complessivamente. In pratica noi abbiamo speso 48 Euro totali per 2 gg, e abbiamo usufruito anche di un upgrade (gratuito naturalmente!) visto che in classe ECONOMY ci hanno dato in effetti una Mercedes Classe A!!! Insomma...giudicate voi...


Per il resto l’ ufficio (sito in Vìgszìnhàz, nei pressi della Nyugàti pu.- la stazione centrale!) non ha brillato certo per efficienza. Ci hanno rifilato una solo cartina a malapena, per giunta in ungherese, qualche informazione molto approssimativa sulle strade e tempi di percorrenza, ed un lungo tempo di attesa per il ritiro della macchina...

Il garage dove sono ubicati però è attivo fino alle 22 e quindi è possibile riconsegnare la macchina fino a quell’ora, anche se l’ ufficio è chiuso.


Condizione delle strade – Noi abbiamo visitato un po’ il nord e il sud del Paese e le strade ungheresi (sia le provinciali che le statali percorse ) sono in ottime condizioni, paragonabili alle nostre strade. Il pedaggio sulle autostrade si paga acquistando un tagliando in una qualsiasi stazione di servizio ed ha una validità limitata (nel nostro caso una settimana, ad un costo di circa 15 Euro) e che permette di muoversi senza limitazioni all’interno del Paese. La segnaletica stradale relativa alle varie uscite sulle autostrade è invece poco visibile ed occorre quindi prestare attenzione per non rischiare di perdersi .


CLIMA: La definizione da manuale del clima ungherese è continentale. Ciò presuppone delle caldi estati e degli inverni rigidi. Avendo visitato il Paese durante una stagione di transizione come settembre, il risultato della nostra esperienza è stato positivissimo, avendo trascorso delle giornate piene di sole e con una temperatura più che mite. Quindi come periodo è senz’altro ottimo, e senz’altro da preferire alle afose giornate che trovereste per esempio a luglio o agosto.


CUCINA:


Un consiglio: attenti con le ordinazioni, le porzioni sono davvero esagerate!!!

Noi che a tavola ce la caviamo, abbiamo spesso diviso in due una porzione, magari ordinando anche uno starter (antipasto) e un dolce (anche questi abbondanti) e non ci siamo certo alzati da tavola affamati.


Spesso e volentieri in Ungheria si mangia "a suon di musica". Di conseguenza molti locali dispongono di un complesso (quasi un’ orchestra in miniatura) che – spesso in costume tradizionale – accompagna i pasti dei clienti. La cosa che colpisce è che in questi gruppi musicali sono presenti strumenti tutt’altro che "popolari", per esempio strumenti ad arco (viola, violoncello) od alcuni strumenti a fiato (clarinetto, flauto traverso), a sottolineare lo stretto legame degli ungheresi e la Musica.


Segnalo qui alcuni dei posti dove abbiamo consumato i nostri pasti:


A Budapest:


1. La catena di pasticceria to-go PRINCESS – presente in (quasi) tutte la stazioni della metropolitana. Mitici i dolcetti sia dolci, che salati. Provatene un mix diverso al giorno. Sono buonissimi ed economici!


2. On Sale (Vámháy krt.- nei pressi del mercato centrale) – non troppo turistico, nonostante la posizione centrale. Pieno zeppo di bigliettini lasciati dalla clientela che vuole marcare il proprio parere sul ristorante o semplicemente il proprio passaggio.

Da provare: Jokáj Bableves (Zuppa di fagioli alla Jokáj) DELIZIA!!!!;

- Hortobagy palacinka (una specie di cannelloni ripieni di carne ricoperti di besciamella).


Da segnalare mega bar in mezzo alla Piazza Elisabetta (nome non pervenuto, ahimé!) ma non è difficile individuarlo dal momento che la folla di giovani che vi si trova a tutte le ore si serve lì... Da provare: Ice Coffee, una squisitezza ungherese a base di caffè, panna e ghiaccio.


A Visegrád:


I ristoranti sono concentrati nella parte bassa del paese, ai piedi della rocca del castello, lunga la Fo utca. Il più carino ci è sembrato lo "spagnoleggiante" Don Vito (al numero 81) per l’ atmosfera informale ed accogliente e per le invitanti pietanze dal gusto latino e le pizze giganti.


A Holloko:


Muskátli (Kossuth Lajos ut., 61): Qui proviamo – tra l’altro la crèpe alla Gundel (Gundel palcinka)– così chiamata dal nome di un famoso ristorante ungherese, la cui particolarità sta nel ripieno di noci che ad Holloko crescono in abbondanza...una vera delizia!!!


A Csongrád:


Golden Horse Irish Pub (Grof Andrassy Gyula ut., 17): più ungherese che irlandese di certo! I piatti sono cotti sul momento e sono gustosi e abbondanti.



Sistemazione: A Budapest è possibile pernottare ancora ad un buon rapporto qualità – prezzo. Noi abbiamo preferito il lato di Pest, più vivace e dinamico, anche per le uscite serali rispetto alla più sonnolenta Buda.


Abbiamo soggiornato nell’ ordine:


8Hotel Fortuna a Budapest: non centralissimo, ma ben collegato. Diciamo ad una distanza di 15 min dalla fermata centrale di Deak Tér, centro di snodo delle varie metropolitane, e non solo.

L’ Hotel non è di grandi pretese, le camere non sono enormi ma pulite, la colazione non offre tutta questa scelta ma complessivamente accettabile. Il personale di servizio è molto gentile e disponibile.


9Hotel Domina Inn Fiesta, Budapest : molto centrale, le quattro stelle di questo hotel si vedono tutte! Le camere sono ampie, spaziose senza essere pretenziose. Il personale è gentilissimo e disponibile. La colazione è abbondante, sia nella scelta, sia nella quantità, e di grande qualità. Usufruendo di una promozione su internet, ci siamo aggiudicati questa sistemazione d’ eccezione ad una tariffa veramente conveniente di circa 25 euro a persona per notte.


10Fábián Panzio, Kecskemét: segnalata dalla Lonely Planet, abbiamo prenotato la nostra notte fuori dalla capitale il giorno prima telefonando direttamente in albergo. E’ chiaro che non essendo alta stagione, non ci sono stati grossi problemi nel trovare disponibilità. Se si viaggia in estate (luglio, agosto specialmente) si consiglia di anticipare la prenotazione di qualche giorno.


La pensione si trova all’ingresso della città se si proviene da nord, appena fuori il cuore della città, che comunque è tutto ad accesso pedonale e da qui a non più di dieci minuti di passeggiata. A dispetto del termine "pensione", le stanze sono piuttosto curate, pulitissime, il personale molto gentile e prodigo di informazioni. La colazione non è compresa nella tariffa di cui abbiamo usufruito (circa 20 euro a persona) e noi abbiamo preferito farla a Bugac, presso la Csarda del Parco Naturale Kiskunság.

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Links: alcuni suggerimenti per le vostre ricerche in internet di servizi di cui trovate riferimento nel testo.


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