RACCONTO
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Martedì, 2 Dicembre 2014

Una vela in mezzo al mar. Croazia in barca.

'Il mare era lontano. Ma soprattutto – vide nei suoi sogni – era terribile, esageratamente bello, terribilmente forte, meraviglioso. E poi era colori diversi, odori mai sentiti, suoni sconosciuti – era l'altro mondo.'

ARTICOLO DI

Giulia Frigo

Cos’è la libertà? Ognuno ha i suoi modi per descriverla e vederla. Io la paragono alla leggerezza. Il momento in cui si ha la sensazione di essere finalmente nel posto esatto, quando ogni desiderio svanisce e ci si sente, momentaneamente, arrivati. Ognuno persegue qualcosa, seppur a volte inconsapevolmente. Tutti, chi più e chi meno, sono alla ricerca di quei rari attimi che tolgono il respiro e che fanno veramente vivere. In questo tempo in cui viviamo, pieno di tecnologia e rapidità, purtroppo nessuno ha più tempo per se stesso e per guardarsi dentro. Se solo ci si fermasse un po’, anche solo ad osservare e ad osservarsi, quante cose in più si potrebbero capire? Ed è proprio in questi attimi di vitalità in cui finalmente si sente il proprio sangue scorrere nelle vene e l'aria che scende fino a riempire i polmoni che si capisce dove e come essere. Io lo sapevo, lo sapevo fin da quando ero bambina di sentirmi legata al mare e a tutto ciò che ha a che fare con esso. È un’ emozione difficilmente spiegabile a parole. È così grande che può solo trascinarti con sé, e tu non puoi fare altro che accoglierla. Il mare cancella tutti i pensieri, il suo rumore è così forte che è come se dicesse ”ora smetti di pensare, e ascoltami”. Ha la grande capacità di farsi udire, non si può fare altro che essere lì in quel momento a guardare l'immensità in cui esso si propaga verso l'infinito. Non si può essere altrove con la mente, il mare non te lo permette. Si è lì, ad ascoltare lo sciabordare delle onde, il rombo sordo del vento, il sale fresco sulla pelle che inumidisce il corpo.

Ho avuto la fortuna di andare più di una volta in barca a vela, l’ultima è stata quest’estate. Sono partita con mio papà, mio nonno e mio zio. La direzione era la Croazia, non sapevamo esattamente quale fosse il nostro itinerario di viaggio. Avremo deciso al momento. Non è fantastico? Non avere programmi o scopi precisi, affidarsi a ciò che guida il cuore, ascoltando le proprie emozioni. Spensieratezza. Siamo partiti dunque dal porto di Caorle, dove teniamo la barca, e ci siamo diretti verso Umago, una delle prima cittadine che si trovano. Da lì abbiamo poi proceduto fino a Rovigno (Rovinj), passando quindi per Cittanova (Novigrad), Parenzo (Porec) e Orsera (Vrsar). Solitamente in ogni posto in cui arrivavamo lasciavamo la barca appositamente abbastanza distante dalla riva, cosicché, con tanto di maschera e pinne, ci tuffavamo e nuotavamo fino alla spiaggia. Quello che si poteva vedere una volta sott'acqua era sensazionale: ricordo benissimo i pesciolini colorati che mi nuotavano attorno, il fondo ricoperto di coralli e sassolini. Sono sensazioni uniche che tolgono il fiato anche a chi non è particolarmente amante di tutto questo. Di sera visitavamo il paese in cui ci eravamo fermati. Queste cittadine del nord della Croazia sono piccoline, visitabili senza alcun problema a piedi. Si affacciano tutte sul mare. Ne abbiamo viste altre mentre stavamo navigando. Ho notato che molte sono costruite come su un colle, in cui in cima si trovava spesso una chiesa e più in giù il centro del paese. Spesso al tramonto andavamo in uno dei punti migliori per guardare il panorama. Il sole riesce ad illuminare tutto, dall'insetto che si trova sul fiore al mare intero. Questi paesetti d’estate sono così pieni di vita che pare davvero impossibile annoiarsi. Qualcosa da fare e vedere si trova sempre. Sono una ragazza di vent'anni, eppure anche senza amici ritengo questa esperienza una delle migliori che abbia fatto in vita mia. Ogni giorno, come dei vagabondi, al mattino presto ripartivamo verso altri posti. Una volta abbiamo deciso di dormire in rada, cioè non nel porto ma in mare aperto. Ricordo benissimo ogni momento. Mio nonno ha inserito nel lettore un CD di Battisti e lo ascoltavamo coccolati tra le onde. Poi tutti sono andati a dormire. Io non avevo particolarmente sonno e avevo dunque deciso di restare fuori ancora un po’. Ho acceso quindi una piccola lanterna a poppa e mi sono diretta a prua. Lì, con un cuscino ed una coperta mi sono distesa a guardare il cielo. È incredibile quante stelle ci sono se non ci sono altre illuminazioni vicino. Quella notte ho visto molte stelle cadenti e, come facevo da bambina, ho espresso un desiderio. Mi sono addormentata così, tra il suono leggero delle onde. Come fa una mamma con il suo bambino, l'acqua sembrava stesse cantando una ninna nanna per me.

Il mare ti fa innamorare, ti fa ricordare ciò che sei. Accarezzando lui accarezzi anche te.

Ed è proprio questa per me la libertà. La leggerezza.

 

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