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Mercoledì, 29 Aprile 2009

Un sogno chiamato Australia

A volte anche i sogni che sembrano impossibili diventano realtà, regalandoti momenti indescrivibili che non potrai mai cancellare dalle pagine del cuore. Il mio sogno era l'Australia, la terra dei canguri e dei contrasti, quelle praterie infinite...

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A volte anche i sogni che sembrano impossibili diventano realtà, regalandoti momenti indescrivibili che non potrai mai cancellare dalle pagine del cuore. Il mio sogno era l'Australia, la terra dei canguri e dei contrasti, quelle praterie infinite, che vedevo nel telefilm "Le Sorelle McLeod" e immaginavo di attraversare a cavallo. Quattro anni di attesa e di risparmi, poi finalmente il 15 luglio 2008 sono partita da sola da Milano Malpensa con un volo Qantas e dopo due scali, a Londra e Hong Kong, e circa 27 ore di volo sono arrivata a Melbourne.

Trascorsa la notte all'ostello Ritz for Backpackers, nel quartiere di St.Kilda, è iniziato il mio viaggio alla scoperta di Melbourne, una città multietnica, dove si fondono le tradizioni, i colori, i sapori di 140 paesi diversi. Per ogni quartiere c'è un'origine etnica, Carlton ad esempio è un piccolo frammento d'Italia.

Verso mezzogiorno sono salita sulla Skydesk, una torre altissima, dove da una piattaforma al 55° piano, raggiungibile in pochi secondi attraverso un ascensore, si ha una panoramica della città a 360°.

Con il bus ho raggiunto l'aeroporto di Avalon, e dopo un volo di un'ora e mezza con la compagnia Jetstar sono atterrata a Sydney. Lasciati i bagagli all'ostello Great Aussie Backpackers, ho raggiunto a piedi la baia. Lo scenario è magico, regala emozioni indescrivibili, lascia senza parole. Davanti a me compare l'Harbour Bridge, il famoso ponte che collega la parte vecchia e quella nuova, e la maestosa Opera House con le sue "vele". Dal 17 al 20 luglio a Sydney si è celebrata la Giornata Mondiale della Gioventù. C'era un'atmosfera incredibile, milioni di persone provenienti da tutto il mondo venute in Australia per pregare insieme al Papa Benedetto XVI, artisti di strada, aborigeni che allietavano i turisti con il suono del loro tipico strumento, il didgeridoo. Ho partecipato alla Via Crucis, con le stazioni poste nei luoghi più suggestivi della città e alla Santa Messa nella spianata di Randwich Racecourse. Due eventi bellissimi. Sydney è accogliente, solare, vivace, splendida in ogni angolo, dalle vie della moda, come Pitt Street, George Street e la Strand Arcade, alla zona di Harbourside, al quartiere di The Rocks, la parte storica della città, a Circular Quay, da dove partono i ferries, fino alle magnifiche spiagge di Bondi e Manly.

Immancabile una visita all'Acquario di Sydney, dove si possono ammirare migliaia di coloratissimi pesci della Barriera Corallina, tra cui il pesce Pagliaccio, che ha ispirato il film di animazione "Nemo", tartarughe, pinguini, leoni marini, coralli, pletipus. Imperdibile anche il Wildlife Park, in cui è possibile accarezzare e fare una foto ricordo con i koala e le iguane, e vedere i canguri, i wallabies, l'echidna, i serpenti, gli anfibi, spettacolari farfalle, uccelli stranissimi. Bellissimi i Botanic Garden e la Cattedrale di St. Mary. Un particolare mi ha colpito: ai Botanic Garden, un cartello recita così: "Calpestate l'erba, annusate i fiori, ascoltate il canto degli uccelli e abbracciate gli alberi", siamo proprio in un altro mondo rispetto all'Italia.



La terza tappa del mio viaggio è stata Adelaide, una città piccola ma carina, dove sono ancora vive le tradizioni europee, testimoniate dagli edifici coloniali. Ricca di parchi e chiese, è sede del Museo del Sud Australia, in cui sono conservati tantissimi oggetti della cultura aborigena. Da vedere il centro dove si trovano i quattro maialini in bronzo, che rappresentano uno dei simboli della città, e la zona del Festival Centre, con il Tulya Wodu Park, caratterizzato da bellissimi cigni neri, fontane, barche, che di sera si illuminano, creando un'atmosfera romantica, e dal lento scorrere del Torrens River. Dopo aver visitato il porto di Adelaide, con il bus mi sono recata a Glenelg, un piccolo paesino sull'oceano, con una spiaggia bianca, palme e una miriade di negozietti, circa 250, che costeggiano la strada principale, la Jetty Road. Interessante il Museo Marittimo, dove è conservata la torcia delle Olimpiadi di Sydney 2000.

Il giorno seguente con il treno sono andata a Gawler, a 42 Km da Adelaide. Dal finestrino si potevano osservare vaste praterie, mucche, pecore, cavalli e mulini a vento, quello scenario che ho visto tante volte nel mio telefilm preferito, "McLeod's Daughters", girato proprio in questo grazioso paese.

Finalmente è arrivato il momento di andare a vedere il mitico Ayers Rock, il monolite rosso sacro agli aborigeni. Dopo tre ore di volo, ho incominciato a scorgere dal finestrino dell'aereo il deserto rosso con le sue caratteristiche piante.

L'Ayers Rock, Uluru in lingua aborigena, è affascinante, maestoso, gigantesco e si trova all'interno dell'Uluru National Park. Questo gigante di roccia, alto 300 metri e largo circa 2,5 km, è il simbolo dell'Australia, si è formato 450 milioni di anni fa e cambia colore durante il giorno: rosa all'alba, giallo con il sole alto, ocra al pomeriggio e rosso scarlatto al tramonto. Ad ogni caverna, ad ogni incisione e ad ogni figura che l'erosione del vento e il tempo hanno disegnato su questa roccia, è legato un mito. Si arriva all'Uluru National Park con il bus, poi si può scegliere se camminare lungo la base del monolite o tentare la scalata, anche se si dice che essendo una montagna sacra, gli aborigeni non vogliono che ci si cammini sopra. Luogo sacro alla tribù aborigena degli Anangu sono anche i Monti Olgas, (o Kata Tjuta che significa "molte teste"), trentasei grandi cupole dalla forma arrotondata a circa 30 km di distanza dall'Uluru. Il momento più spettacolare è il tramonto sull'Ayers e sui Monti Olgas, con il cielo che si tinge di azzurro, arancio, rosa, giallo. Di giorno fa caldo, di sera la temperatura scende fino a 0°. Il cielo di notte è fantastico, punteggiato da un'infinità di stelle, sono visibili la Croce del Sud e la Via Lattea. Uno spettacolo indimenticabile.

Trascorsa la notte al camping, il giorno seguente sono tornata a Melbourne.

E' il mio penultimo giorno in Australia e decido di acquistare un tour per andare a vedere Phillip Island e la parata dei pinguini. Prima ci siamo fermati in una caffetteria lungo la strada, con un laghetto sullo sfondo, poi in una wineries dove ho assaggiato i vini rossi, bianchi e rosè della Barossa Valley, terza tappa è stato uno zoo in cui c'erano dingo, wallabies, koala, diavoli della Tasmania, emù, vombati, coccodrilli, opossum e i canguri, morbidissimi, che si avvicinavano per farsi accarezzare e si poteva dar loro da mangiare. Poi siamo andati alla spiaggia dei surfisti, Cape Woolamai, un posto affascinante, dove il cielo e le acque dell'oceano sembrano confondersi, dando vita ad uno scenario suggestivo. Arrivati a Phillip Island, un'isola con scogli ricoperti di vegetazione a picco sull'oceano, abitati da gabbiani, abbiamo assistito alla parata dei pinguini. Ogni giorno al tramonto mentre il sole inizia a calare e arriva la notte, Summerland Beach si anima di piccoli pinguini che tornano a casa dopo una lunga giornata a caccia di cibo nelle acque gelate dello Stretto di Bass. Uno spettacolo pazzesco, uno dei migliori offerti da Madre Natura.

E' il 31 luglio 2008, il giorno del ritorno in Italia, ma prima di andare all'aeroporto faccio un ultimo giro per le strade di Melbourne. Una passeggiata lungo le rive dello Yarra River, una visita alla Cattedrale di Saint Paul, un saluto ad un amico italiano che lavora a Radio Sbs, situata in Federation Square, infine ho preso lo Skybus dalla stazione di Southern Cross e arrivata all'aeroporto di Melbourne Tullamarine, alle 15,30 sono ripartita per Milano, facendo scalo a Singapore e a Londra.

E' stata un'esperienza magica, che rifarei subito, l'Australia è veramente stupenda, la gente è cordiale e disponibile. Mi basta chiudere gli occhi ed ogni singolo istante, ogni colore, ogni profumo, ogni emozione vissuta, appare vivida davanti a me, come un quadro di ricordi che non scolorirà mai. Una parte del mio cuore è rimasta in Australia.


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