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Venerdì, 19 Aprile 2013

Sud Africa, da Cape Town al Namaqualand

Sono stata a Cape Town due volte negli ultimi 5 anni, una volta come prima tappa di un giro di interesse prevalentemente botanico, per giardini, vivai e parchi naturali, che aveva come meta finale il Namaqualand, per verdere le fioriture primaverili, ed una seconda volta, nel 2011, ospite per una ventina di giorni di Cristina, la responsabile della nostra Sezione Libri che al momento viveva lì.

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Vagabondo0

Sono stata a Cape Town due volte negli ultimi 5 anni, una volta come prima tappa di un giro di interesse prevalentemente botanico, per giardini, vivai e parchi naturali, che aveva come meta finale il Namaqualand, per verdere le fioriture primaverili, ed una seconda volta, nel 2011, ospite per una ventina di giorni di Cristina, la responsabile della nostra Sezione Libri che al momento viveva lì.

Quindi vi parlerò un po' di Città del Capo e un po' del viaggio.. botanico.

Città del Capo, è una piacevolissima città di media dimensione, posta all'estremo sud dell'Africa, quasi alla confluenza dei due oceani Atlantico e Indiano. Foto 001,002

Verso la fine del '400 navigatori potoghesi approdarono in quell'area nel corso della navigazione verso le Indie, e proprio ad un portoghese si deve il nome della montagna che sovrasta la città, un ammiraglio che nel 1503 la chiamò "Taboa da caba"ovvero "Tavola del capo".

A metà del '600 la Compagnia Olandese delle Indie Orientali vi mandò un nucleo di propri funzionari a stabilirvisi con la funzione di assicurare i rifornimenti di viveri e acqua alle navi della Compagnia di passaggio.

Questo gruppo ben presto costruì alloggi e creò orti, frutteti e i "Giardini della Compagnia", un giardino che ancora esiste nel cuore della Città vecchia e che oggi si chiama semplicemente The Gardens. Foto 003,004,005

Incanalarono l'acqua del fiume e barattavano con i nativi per avere pecore e bestiame. Gli Olandesi dettero dei nomi ai locali: Ottentotti ai pastori, Boscimani ai cacciatori delle foreste.

Quasi subito iniziò l'immigrazione degli asiatici, poi per vari secoli e con modalità spesso cruente si avvicendarono nel dominio sul territorio olandesi, francesi ed inglesi, in rapporti talora d alleanza, talora di conflittualità con gli autoctoni.

Il regime di apartheid stabilito dai colonialisti boeri, con le drammatiche vicende di cui tutti conosciamo almento qualcosa, segnò la totale separazione tra la città dei bianchi e i sobborghi dei neri, ed ancor oggi questa separazione rimane sostanziale. Malgrado il Presidente, Jacob Zuma, sia africano, la situazione della popolazione povera locale è tutt'altro che buona ed è in continuo peggioramento a causa della crisi economica che si riflette pesantemente anche laggiù. La vita comincia a non essere facile anche per i bianchi non ricchi, soggetti a pesanti tasse e senza assistenza medica statale.

Tuttavia al momento la città dei bianchi è molto bella, molto ben tenuta e con i Campionati del Mondo del 2010 si è dotata di una serie di attrezzature per lo sport e il tempo libero veramente notevole.

L'edilizia sia residenziale che commerciale e di uffici è di grande qualità sia estetica che costruttiva, e gode di un manutenzione perfetta, se si pensa che la città, posta com'è tra due oceani, è continuamente battuta dai venti marini.Foto da 006 a 010

Molto piacevoli e ben tenuti sono pure gli spazi pedonali, su cui danno in genere eleganti negozi, piccoli centri commerciali e gallerie d'arte. Foto da 011 a 014

Godibili anche i grandi centri commerciali, tutti corredati di ampi e comodissimi parcheggi, fare la spesa e mangiare a CT è facile e divertente. Foto 016 e 017

Io sono pure rimasta incantata dall'artigianato locale, prodotto sia da bianchi che da neri, con un uso diffusissimo delle perle di vetro, ma anche del riciclo di tutto il riciclabile, con una ingegnosità ed una fantasia davvero strordinarie. Foto da 018 a 024

Sulla strada principale della città vecchia, Long Street, affacciano molti graziosi edifici dell'epoca Vittoriana, è un percorso molto piacevole e ricco di negozi sia decisamente eleganti che caratteristici, però è battuto anche da mendicanti e aspiranti venditori di patacche. Foto da 025 a 027

Molto caratteristico è il cosiddetto quartiere malese, un tempo abitato esclusivamente dalla comunità Coloured, di immigrati asiatici, oggi diventato di moda, con le casette di colori vivacissimi. Foto da 028 a 030

L'altra passeggiata gradevole è al Porto, molto pittoresco, passeggiata che si può concludere con una visita a The Two Oceans Aquarium, davvero bello e ricco, seguito da una mangiata di ottimo pesce fritto a uno dei ristoranti della catena Ocean's basket. Foto da 031 a 037

Non vi parlo in genere dei Musei, perchè li trovate su qualunque guida, ma voglio solo segnalarvi sempre in centro, il Museo, "Gold of Africa", in Martin Melck House, 96 Strand Street, di cui è interessante sia la sede, perchè è uno dei più begli esempi di architettura domestica di fine '700 perfettamente conservato, sia la splendida collezione di manufatti in oro dell'artigianato locale.

I mezzi pubblici sono scarsissimi e piuttosto randomici, è decisamente una città per l'auto, tuttavia c'è, e mi pare passi circa ogni 20 minuti, una sorta di autobus circolare, di quelli hip on hip off che fa un giro che dà un'idea molto valida della città (sempre parlando della città dei bianchi), e che porta anche sia alla funicolare per la Table Mountain che all'Acquario.

Se non avete problemi con la guida a destra vi consiglio di affittare un'auto e girare i dintorni: i posti di mare sono bellissimi, immense spiagge candide, paesi e cittadine di mare, o campagna collinare con belle farm che producono vini pregiati o trasformate in agriturismi e ristoranti, o ancora coltivazioni di fragole con sorveglianti molto particolari.... Nei ristoranti si manga, almeno per quanto mi risulta, molto bene e con un ottimo rapporto prezzo-qualità, in ambienti quantomai gradevoli.

Foto da 038 a 47

Secondo me il modo migliore di visitare la Provincia del Capo è di andarci da indipendenti, possibilmente non ad agosto che è alta stagione di vacanzieri e ci fa anche molto freddo. Da settembre in poi può alloggiare bene a prezzi molto ragionevoli e il mangiare è ottimo e costa pochissimo. Volendo visitare i parchi con gli animali ci si può rivolgere ad agenzie in loco. In un altro racconto vi parlerò di Stellenbosch.

 

Come avevo accennato all'inizio la città è in una situazione geografica straordinaria: infatti sorge sul mare in una breve pianura ai piedi della Table Mountain, che è la propaggine settentrionale di una catena montuosa che arriva fino al Capo di Buona Speranza.

La Table Mountain, nel suo insieme Parco Nazionale, è una grande risorsa per la città, tra l'altro nella parte più interna vi sono ben tre dighe e relativi laghi artificiali che riforniscon d'acqua tutta la città

Supera i 1000m. di altezza, ha una porzione di sommità piatta e tre picchi: Lion's head, Signal Hill e Devil Peak. Da 048 a 050

La parte frontale della Table Mountain rivolta verso la città è lunga circa tre chilometri ed è sostanzialmente uniforme, mentre il versante opposto ha una volumetria più complessa.

La sommità della montagna è spesso coperta da una coltre di nubi che, coerentemente col nome di Montagna Tavola, viene chiamata tovaglia, ed è formata dall'umidità che sale da est, dalla False Bay. Spesso capita che la cabinovia che vi porta non possa funzionare per il forte vento, infatti tutta l'area così esposta all'Oceano è molto ventosa e anche a primavera ci può fare notevolmente freddo.

La vegetazione che si trova salendo al colmo è del tipo detto in afrikans fynbos,

personalmente credo di aver capito che il termine bos è equivalente all'inglese bush, si tratta di una sorta di macchia bassa composta da un'enorme quantità di specie, dove predominano le proteacee, le eriche (ce ne sono più di 400 specie), numerose composite, restionacee, e arbusti vari. Quest'uccellino è un nettarivoro, lui e i suoi affini son considerati i colibrì del sud Africa, ne abbiamo visti di diversi colori, purtroppo senza riuscire a fotografarli, anche a Kirstenbosch e provvedono all'impollinazione di un gran numero di specie di piante. Da 051 a 053

L'altro luogo dove abbiamo speso un'intea giornata è il grandioso parco-orto botanico nazionale detto Kirstenbosch, che è una piccola parte della grande riserva naturale della Table Mountain, situato alla base del versante est di quest'ultima.

Questo parco ha una storia interessante a cui accennerò molto brevemente.

Nel 1660 fu piantata una bordura di mandorli selvatici e rovi di more a protezione della colonia olandese, di cui una piccola porzione ancora esiste ed è protetta come elemento storico, tutta l'area era adibita alla raccolta del sughero. In seguito l'area fu soggetta a vari passaggi di proprietà e di destinazioni d'uso, finché, nel 1913, il governo la consacrò all'uso attuale di giardino botanico. I fondi a disposizione però erano scarsissimi e gli inizi furono molto travagliati.

Attualmente il parco è uno dei nove Giardini Botanici Naturali del SA e comprende cinque dei sei biosistemi esistenti. Fu fondato con il preciso intento di preservare la flora naturale del SA e fu il primo orto botanico al mondo nato con quest'etica.

Il giardino comprende ampie serre in cui sono esposte piante di numerose altre regioni diverse del SA, la savana, il fynbos, il karoo ed altre.

All'esterno troviamo le piante native dell'area intorno CT tra cui una spettacolare collezione di protee.

Kirstenbosch gode di grande popolarità ed è frequentatissimo sia dai locali, sia dal turismo interno sia da quello internazionale; è dotato di molte attrezzature come bar, ristoranti, negozi, vivai, ecc., tutte però inserite in modo armonioso e poco vistoso.

Ampie zone di prato per lo più in pendio sono popolate dalle faraone, animale emblematico del SA, sono bordate da zone con vegetazione di Fynbos e da zone boscose, solcate da corsi d'acqua e laghetti, intersecate da numerosi sentieri che portanoad aree impiantate con specie diverse, alcuni sentieri risalgono i fianche della montagna verso la cima, percorribili da camminatori e arrampicatori. Foto da 054 a 060

 

Da Città del Capo siamo poi partite verso nord per il Namaqualand, scopo finale della nostra visita, ma certo non si può dire che ci siamo andate direttamente: visto che eravamo un piccolo gruppo e tutte interessate alle stesse cose, abbiamo costretto il nostro autista a fermarsi un'infinità di volte, infatti i margini della strada erano dei veri e propri piccoli orti botanici.

Le strade corrono ai margini di immense farm per l'allevamento di animali allo stato brado; i possedimenti delle farm sono delimitati da recinzioni di filo spinato, ma rimangono dei larghi margini dove gli animali non possono mangiare la vegetazione che quindi cresce spontaneamente. La quantità di specie di erbacee e di arbusti che vi crescono è incredibile, continuamente qualcuna di noi scopriva una qualche pianta sconosciuta sulla cui identità fare più o meno dotte illazioni. Foto da 061 a 065

Poi, sempre strada facendo, siamo arrivate in una piccola città dove in una chiesa sconsacrata avevano organizzato una mostra della flora spontanea locale. E' stato uno spettacolo indimenticabile: nell'ambiente principale tutte queste variopinte specie erano state composte a formare una sorta di paesaggio fantasmagorico, una festa di colori indescrivibile dove le proteacee si accompagnavano alle dimorfoteche, alle orchidacee, alle festuche, alle hyacinthacee...... Foto da 066 a 070

Proseguendo verso nord cominciammo a vedere le prime fioriture del Namaqualand.

Il Namaqualand (in afrikaans: Namakwaland) è una regione arida del Sudafrica e della Namibia, che si estende per oltre 100km sulla costa occidentale dell'oceano Atlantico, con una superficie totale di 440.000kmq.

Il tratto inferiore del fiume Orange la divide in due parti - Little Namaqualand a sud e Great Namaqualand a nord. La Little Namaqualand fa parte della provincia del Capo Settentrionale, in Sudafrica, mentre la Great Namaqualand è una regione della Namibia.

La porzione della Little Namaqualand, conosciuta come Richtersveld, è un sito inscritto tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Il parco di Richtersveld fu istituito nel 1991 dopo un lungo braccio di ferro tra il Governo sudafricano e la comunità locale dei Nama, in base a un contratto della durata di 30 anni. Esso prevede che la comunità Nama possa continuare a far pascolare il proprio bestiame nelle terre del parco ed esercitare altri usi tradizionali quali la raccolta di legna da ardere. L'accordo prevede anche che i rappresentanti dei Nama facciano parte del comitato di gestione del parco.

Siamo state nella zona due giorni, nel primo, una giornata di sole, abbiamo visto la fioritura delle dimorfoteche, prevalentemente in vari toni di arancione, distese grandissime in cui predomina questo colore, ma a distanza ravvicinata ci si accorge di molte altre specie che vi si mischiano: felicie celesti, piccoli gerani purpurei, ciuffetti giallo pallido di minuscole succulente, ed altre per me del tutto sconosciute.

Il giorno successivo, arriviamo all'ingresso dell'area dei mesembiantemum, un bel paesaggio pittoresco e selvaggio segnato dall'aspra presenza delle aloe dicotome.

Questa giornata avrebbe dovuuto essere il clou del viaggio, con la fioritura in viola dei mesembriantemum, ma purtroppo il tempo era nuvoloso e i fiorellini erano chiusi, quindi. come noi allora, dovrete fare uno sforzo di immaginazione: guardate questo che avevamo incontrato il giorno prima e che avevo potuto fotografare aperto e cercate di visualizzare come avrebbero dovuto essere questi paesaggi se ci fosse stato il sole. Foto da 71 a 79

Un'ultima notazione: è la foto di una casuarina che è stata adottata come dimora da un gran numero di uccellini tessitori. In questa specie il maschio è addetto alla costruzione del nido, fatto soprattutto di fili d'erba. Quando è pronto la femmina lo sottopone ad un vero e proprio collaudo, e se non risulta ben solido lo fa a pezzi e il maschio lo deve rifare.

Quando siamo passate all'andata questo era l'aspetto dell'albero. A ritorno, dopo che vi era stata una bufera davvero molto forte (a Cape Town aveva scoperchiato delle case) circa un terzo dei nidi erano a terra, alcuni con le uova, altri addirittura con dei neonati morti. Il collaudatore indulgente è sempre un pericolo...

 

 

 

 

 

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