RACCONTO
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Mercoledì, 6 Maggio 2009

Mont Saint Michel, tra bassa e alta marea

Arriviamo a Mont St. Michel nel primo pomeriggio. Abbiamo sistemato i bagagli all'albergo, posto alcuni chilometri prima nei pressi di Pontalbaut, e finalmente eccoci arrivati in vista della nostra meta odierna.

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Arriviamo a Mont St. Michel nel primo pomeriggio. Abbiamo sistemato i bagagli all'albergo, posto alcuni chilometri prima nei pressi di Pontalbaut, e finalmente eccoci arrivati in vista della nostra meta odierna. Il servizio di previsione delle maree dice che oggi è prevista la punta di maggiore escursione della marea, per questo mese, sulla costa della Normandia.

Già in distanza si vede la sagoma del monastero con la guglia che si staglia all'orizzonte, ma il monte, tutto intorno, appare circondato dalla sabbia, quasi un castello costruito sulla spiaggia: cercato come una roccaforte immersa nel mare, sembra invece emergere da un'inquietante palude di sabbia, come se il mare se ne sia andato per sempre lasciandola indifesa e in balia dei nemici.

I turisti presenti vi passeggiano, avventurandosi intorno coi piedi scalzi, cercando conchiglie e possibili souvenir dimenticati dalle onde su questo grande tappeto, interrotto di tanto in tanto da pozze d'acqua salata, rimaste lì, un pò distratte e orfane del grande mare. Il nostro sguardo si alza verso l'orizzonte e ci diciamo: lì ci dovrebbe essere il mare, ma non se ne intravede neppure l'ombra.

Superato il lembo di terra sopraelevato, una diga su cui si snoda la strada di collegamento tra l'entroterra e il monte, raggiungiamo i parcheggi, posti nei pressi delle mura. Lasciata l'auto ci si incammina verso il monastero fortificato alla scoperta di Mont St. Michel, entrando nelle mura per l'unica porta di accesso ai visitatori, percorrendo le stradine tutte in salita, contornate da negozi di souvenir e ristoranti.

Pochi i turisti che si incontrano in questo giorno feriale di maggio, in buona parte dispersi e intenti a camminare sulla sabbia tutto intorno al monte, altri attenti a visitare angoli ricchi di arte e di storia, qui custoditi come in una grande teca.

Qui il tempo corre veloce, passiamo sui bastioni che corrono lungo le alte mura del monastero: da questa postazione elevata, una bellissima balconata affacciata sui dintorni, a occhio nudo solo sabbia; insistendo con lo sguardo si scorge laggiù, in fondo, all'orizzonte, un confine che appare, un grigiore di nebbia misto a nuvole, un qualcosa di indefinito: certamente là c'è il mare.

Volgendo l'occhio verso l'entroterra si scorgono delle pecore, che pascolano e cercano ciuffi d'erba per farsene saporito nutrimento, per la gioia dei loro allevatori, che poi ne trarranno formaggi doc, già ricchi e conditi di sale e aromi e carni prelibate.

L'ora di punta dell'alta marea è prevista per la tarda serata, pertanto dopo aver visitato la chiesa dedicata san Michele, parte del monastero con le sue ripide stradine e i piccoli giardini, ricavati sui terrazzamenti, facciamo una breve sosta per la cena.

Le nubi che ci hanno accompagnato per buona parte del pomeriggio si sono ora squarciate sul confine tra il cielo e l'orizzonte, tingendolo di rosso: le acque che compaiono da lontano e le sempre più ampie pozze di acqua, che via via riprendono possesso di questo lembo di terra, rispecchiano il colore e lo amplificano. Anche l'ansa, a lato della strada sulla diga, si riempie in fretta come un rivolo che presto prende la forma di fiume, acqua che arriva da lontano e invade tutto intorno.

Non si vedono onde, né cavalloni ma è tutto l'orizzonte che pare sollevarsi: c'è nell'aria una calma sospesa, resa magica dal rosso del tramonto ormai al suo finire, che si riflette sugli spazi ripresi e rifatti propri dal mare. Anche il parcheggio più sotto, già per tempo chiuso ai veicoli, viene dapprima lambito e poi sommerso.

Nel volgere di qualche ora la rena, dove prima si poggiava i piedi, e che con tanta facilità si poteva calpestare, ritorna ad essere fondo del grande mare, come strada sprofondata di parecchio sotto di noi, nuovamente celata allo sguardo sino alla prossima tornata. E' un vero spettacolo, offerto gratis a tutti noi, attori e comparse di questo angolo di mondo.



Qualche nota a margine

Nella magnifica baia del Mont Saint Michel pascolano 230 giorni all'anno i famosi agnelli di razza "Le Grévin" che sono allevati sui prati salati prospicenti il mare. Sessantasette specie di piante rare ricoprono queste lande impregnate di sale che danno alle carni d'agnello un gusto inconfondibile.

Una antica leggenda celtica narra che l'isola offrisse riparo alle anime dei marinai morti : era questo un isolotto a forma di cono, guardato dalla popolazione con superstizione e paura per le sabbie mobili e le maree improvvise che lo rendevano di difficile accesso.

L'Arcangelo Michele, apparso in sogno a Oberto, vescovo di Avranches, al tempo degli ultimi re merovingi, ordinò la fondazione dell'abbazia sul monte Tombe: così si racconta nella tradizione a noi tramandata. Il primo piccolo oratorio dell'VIII sec. divenne subito meta di fedeli.

All'interno è molto bello il duecentesco chiostro dell'abbazia e vale sicuramente la pena (a seconda del giorno, dell'ora e della luna) sostare un pò per vedere il fenomeno delle maree. Il fenomeno dell'alta e bassa marea è provocato da varie componenti naturali, tra cui le fasi lunari e l'inclinazione del sole sul piano equatoriale, ma predominante è l'attrazione esercitata dalla luna, che ruota attorno alla terra con un periodo leggermente superiore alle 24 ore, cosicché il periodo delle maree è di circa 12 ore 25 minuti.

Il che vuol dire che per circa 6 ore il livello del mare scende, per poi risalire per altrettante ore. Nei pressi di Mont Saint Michel, tra la bassa e l'alta marea il livello del mare monta anche di 12-13 metri nel giro di circa 6 ore: nella prima ora il mare sale di un metro , nella seconda il mare sale di altri due metri, nelle due ore successive (terza e quarta ora) il mare sale di altri sei metri (cinque cm. al minuto) poi attenua la velocità, salendo nella quinta ora di "soli" due metri e nella sesta ora di un solo metro. Il mare che sale avanza sotto forma di un'onda alta mezzo metro, da venticinque km. di distanza e corre, dicono i francesi, come un "cavallo al galoppo", ovvero con un movimento poderoso e inarrestabile.

Si può richiedere l'apposito calendario delle maree del comprensorio di Mont St. Michel all'Ente Nazionale per il Turismo Francese oppure agli Uffici del Turismo di zona. Fare attenzione alle ore delle maree per parcheggiare nei piazzali alluvionali, altrimenti parcheggiate sulla strada/diga.

Per le persone con problemi motori l'accesso al Monastero presenta alcune difficoltà: stradine ripide e gradini da superare, mentre per vedere la marea, anche se forse meno coinvolgente, basta fermarsi sul piazzale antistante o sulla strada/diga, dove non si incontra problema alcuno.


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