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Lunedì, 1 Ottobre 2007

Lampedusa - O'Scia'

Ma di che posto stiamo parlando? Di una terra di confine, politicamente appartenente all'Italia ma geologicamente parte integrante del continente africano...

ARTICOLO DI

Vagabondo0

O'scià, una piccola parola dialettale che riassume un grande sentimento: amore. Letteralmente "scià" significa "fiato" inteso come "fiato mio, fiato della mia vita", una romantica frase che in questa terra viene usata spesso tra due persone che si vogliono bene. Chi mi spiega tutto questo è una signora che sorridendo non nasconde il suo stupore per il fatto che quest'espressione, qui usata comunemente quasi come un intercalare, è diventata di moda da quando è stata scelta come titolo per uno spettacolo musicale di grande richiamo che qui si svolge nel mese di settembre. O'Scià lo trovi serigrafato sulle T-shirt, e dà il nome a qualche locale.

Ma di che posto stiamo parlando? Di una terra di confine, politicamente appartenente all'Italia ma geologicamente parte integrante del continente africano che, cozzando contro la placca europea, ha pensato bene di "prendere aria" incastonando tre gemme nel mare Mediterraneo: Lampedusa, Linosa e lo scoglio di Lampione formando così l'arcipelago delle Pelagie.

Lampedusa, che con Punta Sottile, registra la latitudine più a sud d'Europa si contende il titolo di regina del Mediterraneo con la molto diversa e non lontanissima Pantelleria: quest'ultima nera di lava ma con un territorio verdeggiante; Lampedusa, brulla, con bassa vegetazione e con il punto più elevato di 133 metri s.l.m. chiamato "L'albero del Sole". Così descritta sembra più un posto da espiazione di chissà quali colpe che una meta di vacanza ed invece vi sorprenderà. Per poter vivere l'isola è consigliabile noleggiare uno dei tanti motorini o automobili offerti a prezzi più che accessibili e, per chi se la sente, prendere in affitto una barca che dà la possibilità di circumnavigarla in poco tempo e senza particolari difficoltà. Fatta eccezione per qualche strada secondaria che taglia l'isola da una costa all'altra, quella principale la percorre lungo il suo perimetro offrendo panorami spettacolari soprattutto lungo la parte nord tutta a strapiombo. La cittadina di Lampedusa ha un aspetto tipicamente meridionale, con case dai colori chiari e dai tetti piatti. Le strade lastricate sono percorse da un bel campionario di mezzi che in altre parti d'Italia sono ormai estinti come la mitica Mehari, giardinetta della Citroen dalla carrozzeria in plastica e tettuccio in tela, adattissima alle strade spesso sterrate che portano al mare o ancora le Fiat Panda che cercano strenuamente di resistere all'attacco della salsedine portata dal vento caldo di scirocco e poi tanti scooter.





La strada principale, Via Roma, è un po' l'ombelico del mondo: qui si possono soddisfare le voglie del palato: golose colazioni, ricchi aperitivi e gustosissime granite; si possono trovare gli immancabili negozi di souvenir e di artigianato. In fondo alla leggera discesa c'è il mare ed i due porti: quello vecchio e quello nuovo dove si possono trovare le barche a noleggio per muoversi in maniera indipendente e motobarche più grandi per giri dell'isola guidati. Si avrà così la possibilità di godere di un mare dai colori incredibili che variano con il variare del fondale che è possibile vedere dalla superficie sino ad oltre venti metri di profondità. L'isola ha uno sviluppo costiero di circa 33 chilometri che si può percorrere tranquillamente con una barca dotata di un motore fuoribordo per l'uso del quale non è necessaria la patente nautica. Per il noleggio basta rivolgersi ad uno dei tanti barcaioli che si trovano lunga la banchina del porto; i prezzi sono decisamente dignitosi, noi per una barca in vetroresina omologata per sei persone con tendalino per l'ombra e frigorifero abbiamo speso 50 euro per tutta la giornata, escluso il carburante che va pagato a parte. Si tenga conto che per il giro completo dell'isola ci vogliono circa 20 litri. Il nostro è stato un soggiorno breve ma che sicuramente ha lasciato un ricordo magnifico: cordialissimi gli abitanti che contribuiscono a creare un'atmosfera in cui il turista non è solo considerato come fonte di guadagno, ottima la cucina, con gran protagonista il pesce ed un clima inaspettatamente gradevole grazie alla costante presenza di una piacevolissima brezza. Probabilmente quest'ultimo aspetto cambia in pieno luglio e agosto in cui le temperature salgono drasticamente e la brezza si può tramutare in vento caldo ed umido che contraddistingue queste latitudini. Un'osservazione finale, forse un po' amara: è triste pensare che un paradiso del genere spesso è la fine delle speranze di tanti poveri disperati dei quali, peraltro, non si nota alcuna presenza.......ma questa è tutta un'altra storia, O'Scià.


Roberto Alberti


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