Articolo
racconto icon
Giovedì, 22 Gennaio 2015

La Porta d'Oriente

In un turbine di colori, profumi, emozioni, sento che il Nepal mi sta entrando nel cuore, ubriacando i mie sensi.

ARTICOLO DI

Marzia D'Ascenzo

E' il 75° giorno del mio viaggio senza meta in giro per il Mondo. E' il 23 di novembre e, dopo giorni di indecisione, ho chiara quale sarà la mia prossima meta. Stavo viaggiando verso ovest puntando l'Argentina ed ho deciso di virare verso est per raggiungere il Nepal. Il volo è stato anticipato di un giorno, neanche il tempo di focalizzare il cambiamento che ci sarà, e mi trovo su un aereo diretto ad Istanbul. Dopo cinque ore atterro con la convinzione che lo scalo sarebbe durato due ore ed, invece, le ore di attesa diventano sei per un ritardo. Ho visto Istanbul dall'alto, nel momento del tramonto, e l'ho trovata magica. E' una città che desidero vedere e vivere e questa e' solo una carezza.

L'aereo per Kathmandu parte in piena notte e, dopo sei ore, atterro in Nepal. Aiuto una ragazza nel gestire bagagli, passeggino e bambini. In pochi secondi mi trovo il più piccolo tra le braccia. Scendo dall'aereo così.

Lui smette di piangere, lei sorride, i loro occhi mi danno il miglior benvenuto che potessi avere.

Poco dopo sono in fila per iniziare la procedura necessaria per il rilascio del visto. Sull'aereo ti consegnano un foglio da compilare, una volta a terra devi inserire i tuoi dati elettronicamente e farti fare una foto. Questo snellisce le procedure di riconoscimento. Non sapendo quanto rimarrò, ho fatto il visto di tre mesi e sul mio nuovo passaporto si apre la prima porta d'oriente.

Recupero Smily, il mio zaino, che fortunatamente non è andato perduto, e mi dirigo verso i taxi.

Le emozioni sembrano bloccarsi quando salgo a bordo. Manish, il tassista, è molto simpatico. Mette musica pop ed inizia a conversare in inglese. Dire che e' un folle alla guida è poco. Viaggia praticamente contromano con clacson perennemente schiacciato. In strada il delirio è totale, ma lui trova anche il tempo di fare un video mentre sta conducendo. Gliene chiedo il perché e mi risponde che stiamo percorrendo una strada nuova e che e' la prima volta che ci passa. Il mio unico pensiero e': "iniziamo bene se te la fai tutta in contromano".

Fortunatamente arriviamo sani e salvi a Durbar Square, dove mi incontro con Claudio per raggiungere la guest house dove alloggeremo. Mi presenta Diego, un altro ragazzo italiano che ha intrapreso il giro del mondo senza aerei. Le sensazioni sono tante, le emozioni le superano. I miei occhi si riempiono di suoni, colori e caos; il mio naso di nuovi odori; le mie orecchie dei loro racconti. Li guardo emozionata. Non provo invidia per tutto ciò che hanno visto o vissuto, non li stimo per quello che stanno facendo, non li vedo più fortunati di me, riesco solo a percepire il cambiamento che hanno dato alla loro vita e questo è fantastico. Dopo più di due mesi mi trovo in Nepal e posso parlare italiano e fare discorsi che scendono in profondità, e tutto questo avviene mentre mi sorprendo di ogni cosa che mi circonda. Claudio ci fa da Cicerone e ci spiega come muoverci in città. Io sono un turbine di emozioni che non riesco neanche a fare foto. Sento di dover comprendere e rielaborare prima di poter fissare immagini. Lo faccio con i miei occhi e per la mia anima, perché questo viaggio, prima di tutto, è per me. Provo una felicità pari a quella di una bambina che entra a Disneyland. Beviamo chai, un the locale bollito nel latte e aromatizzato con spezie e cannella, poi pranziamo con il dal bath, un piatto di riso, salse, verdure e chapati (tipo piadina). La giornata trascorre lentamente ed io comprendo quanto un semplice aereo possa catapultarmi in una realtà che mai avrei potuto immaginare e quanto la mia anima sia l'unico mezzo che ho a disposizione per filtrarla e cercare di comprenderla.

Non sento il bisogno di pubblicare, fotografare, fare video o condividere. Non riesco neanche a scrivere. Assorbo come una spugna la vita che mi circonda: odori, sapori, colori, suoni e ritmo. Ho bisogno di tempo per rielaborare. Ho bisogno di far "mio" questo luogo, sempre che sia possibile, considerato quanto sia diverso dalla mia realtà.

Nei giorni successivi, sono andata alla scoperta dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO in Nepal. Ho compreso che anche queste città, che apparentemente sembrano non avere logiche o confini, hanno in realtà un centro antico ed è quello che definiscono "Durbar Square". La piazza è caratterizzata da templi, idoli, vecchi palazzi reali, fontane e musei. Nella valle di Kathmandu, le tre Piazze Durbar più famose sono quelle di Kathmandu, Patan e Bhaktapur. Le meraviglie che caratterizzano questi luoghi sono opere dei Newari,  polazione tibeto-himalayana del Nepal, che iniziò e sviluppò la più importante cultura nepalese. La loro abilità in oreficeria ed architettura e' racchiusa proprio in queste piazze antiche. Purtroppo non ho la conoscenza necessaria per spiegarvi le loro religioni e i loro idoli. La prima piazza che ho visitato è quella di Kathmandu che si sviluppa di fronte al vecchio palazzo reale. Le opere di architettura che vedono i miei occhi sono spettacolari, solo l'abilità di veri artisti e artigiani possono aver dato vita, nei secoli, a palazzi e templi così raffinati. E' stato il primo impatto che ho avuto con questa nuova cultura, ha catturato la mia attenzione ed amplificato la mia curiosità. Mi sono persa tra la confusione della capitale, le novità, i visi e i suoni. La seconda piazza è quella di Patan, situata al centro della città di Lalitpur, ed anche in questo caso si sviluppa intorno all'antico palazzo reale. La meraviglia delle architetture e la ricerca dei dettagli stordisce la mia mente. Qui la pavimentazione è realizzata con mattoni rossi che rafforza i colori delle architetture circostanti. Oltre al palazzo reale sono presenti svariati templi e idoli della zona. Qui c'è anche una grossa campana allineata ai templi principali. La terza piazza è quella di Bhaktapur, anch'essa sviluppatasi di fronte al palazzo reale, ma con una differenza sostanziale. Qui il complesso è strutturato diversamente e costituito da quattro piazze distinte: Durbar Square, Taumadhi, Dattatreya e Pottery. E' un susseguirsi continuo di templi dedicati a Shiva, templi occidentali, templi a forma di pagoda, templi in stile Gum Baja e Shikhara. Ogni tipologia e' caratterizzata da materiali, forme, colori e decorazioni differenti. Tutto questo è collegato attraverso stradine in cui è visibile l'architettura popolare delle case costruite in legno. Sarà che è un giorno di festa, sarà che è il momento del tramonto, sarà che stranamente sento "silenzio", sarà che non sono sola, sarà che essendo la terza che vedo inizio a fare attenzione ai dettagli...ma è qui che perdo letteralmente la testa. Tutto ciò che mi circonda mi entra nel profondo ed ubriaca i miei sensi. Rimbalzo, giro come una trottola, mi fermo e tutto questo mi entra nel profondo. È qui che mi innamoro. È qui che questa cultura entra nella mia anima. Lo percepisco in ogni mia cellula. Ora so con certezza di essere in Nepal.

Facebook: marzia.dascenzo77
Facebook: senzameta.lookingforlove
Instagram: senza_meta

Viaggia con noi

Iscriviti gratuitamente. Conosci i tuoi compagni di viaggio prima della partenza.

Viaggia con noi in tutto il mondo.