RACCONTO
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Venerdì, 11 Marzo 2005

Impressioni su Hong Kong

La Cina ha un miliardo e trecento milioni di abitanti che appartengono a 56 differenti etnie e che professa almeno 4 diverse religioni: buddismo, taoismo, confucianesimo, islamismo.

ARTICOLO DI

Vagabondo0

La Cina ha un miliardo e trecento milioni di abitanti che appartengono a 56 differenti etnie e che professa almeno 4 diverse religioni: buddismo, taoismo, confucianesimo, islamismo.

Alcuni racconti, come questo, sono rimasti vittime della ristrutturazione di Vagabondo, a causa della quale non siamo riusciti a metterli su tempestivamente. Ce ne scusiamo con l'autore e con i visitatori, ma pensiamo che possano ugualmente risultare utili e interessanti.

Un territorio immenso, e un miliardo e trecento milioni di abitanti che appartengono a 56 differenti etnie e che professa almeno 4 diverse religioni (buddismo, taoismo, confucianesimo, islamismo) fanno della Cina un mondo a dir poco affascinante: le cime innevate del Tibet ed i torridi deserti, i tre grandi fiumi che scorrono da ovest verso est (Yangsekiang, Fiume Giallo e Fiume delle Perle) le magiche colline di Guilin, le 5 imponenti montagne sacre (con i santuari e i monasteri buddisti), le innumerevoli costruzioni (palazzi, giardini, tombe) e la poderosa Muraglia, la bellezza delle sei città avvicendatesi nel ruolo di capitale: Xian, Luoyang, Kaifeng, Hangzhou, Nanchino e Pechino.

Tutto questo (e certo mille cose ancora) e ciò che può regalare la Cina, con in più i costumi e le consuetudini delle varie regioni e delle molteplici nazionalità, e un'arte ricchissima che da sempre produce magnifiche ceramiche, bronzi, giade, lacche e pitture.

Ad esempio per il prossimo Natale si è organizzato il WinterFest, che dal 26 novembre al 2 gennaio 2005 avrà come tema proprio l'«Amore». Nel cuore del distretto di Central, e in particolare in Statue Square, ogni angolo diventa un caleidoscopio di decorazioni coloratissime: a «Santa Town» cresce un altissimo Albero di Natale che supera i 100 metri, dall'aspetto tanto glamour che il Santa Claus dagli occhi a mandorla mette i lustrini alle renne per non farle sfigurare. Da qui, l'energia contagiosa della festa si allarga come in cerchi concentrici in tutta la città, e vivere tutte le occasioni che il WinterFest ha in serbo per i visitatori è una vera e propria avventura. Tutto Central è una live performance: le mille tradizioni culturali di Hong Kong, portate in scena dagli artisti di strada, insieme ai cantanti di carole natalizie, sono qui per moltiplicare il dolce stordimento dei sensi. Mentre dal 4 all'11 febbraio, con il clou del 9, nella più classica delle tradizioni orientali (per noi inusuali) mettetevi alla ricerca di alberi da pesco e di aranci nani, di ottimo auspicio soprattutto se i loro fiori sbocciano nelle notti della celebrazione, ma anche narcisi e crisantemi sono di buon augurio, simboli di benessere, salute ed abbondanza. State lontani poi da forbici, coltelli e scope che vi esporrebbero al pericolo di tagliare o spezzare via la fortuna, infatti, la popolazione locale nasconde tutti gli utensili taglienti, mentre espone fuori dalle porte le effigi delle divinità domestiche per ingraziarsi il trascendente.

Non c'è dubbio che Hong Kong sia una metropoli di grande vivacità ed efficienza, ma chi la conosce sostiene che qui fare denaro sia l'unica frenetica preoccupazione di tutti. Si dice anche che la città sia umidissima, e ciò porta, in sintesi, a due conclusioni: primo, chi cerca gli echi del passato rivolga altrove i suoi passi (mentre chi desidera fare un bagno di consumismo e di modernità vi si troverà perfettamente a proprio agio); secondo, conviene attrezzarsi con un abbigliamento sportivo che comprenda però, oltre a un golf anti aria condizionata e un impermeabile anti acquazzoni, quella giacca un po' elegante che molti ristoranti richiedono.





Praticamente attaccato al margine del subcontinente cinese, il territorio di Hong Kong è diviso in quattro aree fondamentali: l'isola di Victoria, la penisola di Kowloon che gli sta di fronte, l'entroterra dei Nuovi Territori, e infine il complesso delle numerose isole circostanti. Quali che siano i ricordi di precedenti visite in loco, se risalgono a più di tre anni fa conviene dimenticarti: Hong Kong è cambiata a un ritmo vertiginoso, diventando qualcosa di ben diverso da quello che è stata. Molte delle figure e delle immagini più tradizionali sono sparite dallo scenario di questa specie di Manhattan cinese dove si edificano grattacieli sempre più alti, si scavano avveniristiche metropolitane sottomarine, si è costruito l'aeroporto più moderno del mondo (Chek Lap Kok). Niente, dunque, sembra poter più ostacolare l'instaurazione di quell'asettica atmosfera ideale solo per favorire lo sviluppo economico e per custodire il segreto dei ricchissimi depositi valutari.

Hong Kong è un ponte, porto dove approdano culture agli antipodi, punto mediano tra Oriente e Occidente. È forse proprio l'apertura il carattere dominante della città, il suo essere «contenitore» di influenze eterogenee ma armoniche, un carattere che diventa manifesto artistico in occasione dell'Hong Kong Arts Festival in programma da febbraio 2005.

Molto più di un semplice evento, l'edizione di quest'anno si configura come un mese di spettacoli sotto bandiere differenti, polacche francesi spagnole americane norvegesi e olandesi.

Il festival annuale è il principale collage di musica, ballo teatro e sperimentazione circense di tutta la regione asiatica del Pacifico, inaugurato all'insegna dell'eclettismo e della contaminazione.

In questa rassegna a più lingue e a multi-etnie, dove i punti cardinali si confondo su uno stesso palcoscenico, il gruppo che probabilmente meglio incarna lo spirito di Hong Kong e della contaminazione tra Est ed Ovest che lo anima, è la Yellow Earth Theatre Company, frutto del sodalizio di artisti di nazionalità anglo-cinese, la Yellow Earth fa tesoro del patrimonio orientale come di quello occidentale in un'esperienza post moderna che reinterpreta in chiave di danza, musica e teatro, le favole di Andersen in occasione del bicentenario dalla sua morte. Un capitolo a parte occupano poi i performer francesi della «Sincope du 7», circensi del 2000, acrobati d'ultima generazione, sposano l'hip hop al Kung Fu per uno spettacolo ricco di suggestioni.

Oltre alla cultura Hong Kong dal prossimo 27 febbraio 2005 ospita un evento che permette di godersi la città dal punto di vista sportivo: è la Hong Kong Marathon 2005 (www.hkmarathon.com), la Harbour Race giunta alla sua nona edizione (www.thegreatestrace.com), ultima tappa di una staffetta intercontinentale che si svolge su scenari africani ed asiatici. Questa maratona consiste in una corsa attraverso la città, attraverso i continenti, nelle culture di tutto il mondo, sulla strada dell'incontro fra i popoli. La corsa per le strade di Hong Kong è una fra le maratone più impegnative del mondo, attraverso un percorso quasi tutto in salita. Unico requisito per partecipare l'età superiore a 18 anni e tanto entusiasmo. Info: www.discoverhongkong.com.



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