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Martedì, 9 Giugno 2009

Il vero centro di Dublino

Il cielo sopra di me era grigio quando arrivai all'aeroporto di Dublino, ma non pesava. Il nostro albergo era caldo e morbido e le case avevano tutte lo stesso stile, come se fossero state costruite dalla stessa persona...

Concorso Storie Vagabonde

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Il cielo sopra di me era grigio quando arrivai all'aeroporto di Dublino, ma non pesava. Il nostro albergo era caldo e morbido e le case avevano tutte lo stesso stile, come se fossero state costruite dalla stessa persona. Dopo aver camminato per un quartiere di Dublino puoi sentirti a tuo agio in qualsiasi altro posto della città. Le strade qui si somigliano e dopo poco tutto sembra familiare.

Quasi tutte le strade si intersecano ad angolo retto. Tra gli edifici più datati e quelli più giovani che ti raccontano le nuove mitologie urbane, - The Spire ti guarda con la sua lunga punta d'acciaio, quando la notte si illumina e gli occhi rossi e infossati di certi dublinesi ridono maligni alle tue spalle- c'è da farsi colpire il cuore da questa città. La mattina è fredda e buia e il giorno arriva lentamente mentre i piedi ti portano a spasso per le strade della città. Un passo dopo l'altro il giorno si fa chiaro, tra i negozi che mettono in vetrina fine artigianato, le splendide ceramiche e i vetri lavorati a mano, i vestiti e i quadri d'autore, le catene dei fast-food piene di persone di razza asiatica e mediorientale e per le vie distinti dublinesi che sanno come usare la gentilezza.


C'è un quartiere a Dublino dove è proibito passeggiare senza sentirsi in obbligo di mostrare rispetto per quello che ti circonda: magnifici palazzi di epoca georgiana, bianchi e classicheggianti come le nostre ville palladiane. Quella è stata l'epoca di massimo splendore della città, e lo testimoniano le piazze e i monumenti. Il quartiere georgiano ospita i più grandi musei della città, conservando l'eredità della sua cultura passata, fatta di bianche armonie nelle linee degli edifici. È bello visitare questo quartiere con la luce del giorno per passeggiare nel verde di Stephen Green, dove cigni e oche nuotano nella calma del laghetto, quattro secoli dopo aver visto le peggiori torture ed esecuzioni della sua storia.


Le chiese più antiche di Dublino sanno come usare la propria statura. Non è una questione di grandezza e di altezza è solo che tu sei un giovane italiano che non capisce cosa significano le leggende per questo popolo di antichi Celti, dalla cui bocca rotolano fuori parole gaeliche ruvide aspre e striscianti.

C'è ancora un intero distretto medioevale intorno alla cattedrale di San Patrick, dove delle mattonelle decorate segnano il percorso di ritrovamento di oggetti d'epoca vichinga. Si può passare una giornata intera all'interno della chiesa protestante di San Patrick, per leggere di ogni reperto e per cercare di capire ogni oggetto che sia conservato al suo interno. San Patrick è stata una delle quattro chiese celtiche della città, e ha un interno meraviglioso, ricco di storie e reperti anche non collegati alla fede. Si può dire che possieda tutto quello che ci si può aspettare dalla più grande chiesa d'Irlanda. Anche le leggende vengono custodite qui, ancora oggi, infatti, circola la storia secondo la quale San Patrizio usasse battezzare nel battistero ancora presente davanti alla chiesa, e una piccola statua all'interno della cattedrale viene ritenuta essere il ritratto del santo.



Con tutti i pub che ti circondano ovunque tu vada, è impossibile non sentirsi ispirati e andare a visitare l'interno di questi posti tipici, quando la sera ci si ritrova a percorrere le strade di Dublino e ragazze in pantaloni strettissimi di latex escono dai locali sorreggendosi l'un l'altra mentre ragazzi dagli occhi chiari e capelli rossicci bevono una pinta dopo l'altra ascoltando musica tipica e lanciandosi in balli folk. I pub sono sempre simili negli interni, ma le loro facciate sono sempre diverse, alcune sono classiche mentre altre colpiscono con insolite trovate pubblicitarie, come quella in cui sta incastrato un pianoforte rotto, o una bottiglia di tre metri. Qui si ascolta solamente musica tradizionale quando si beve birra, anche se nei locali alla moda c'è anche la possibilità di sentire tutta la musica che ascolta il resto d'Europa e di incontrare giovani dall'aspetto più continentale, vestiti con giacche dalle finiture di ottima qualità, e donne abbigliate come se si trovassero in uno spot televisivo.


A Temple Bar si va quando ci si sente in vena di passare una notte fuori, in molti dicono che sia la zona migliore di Dublino per divertirsi. Spettacoli di teatro, concerti, night club, caffè e poche discoteche rispetto al resto, ma anche ottimi ristoranti. Ricordo una sera di aver cenato in un locale chic dove le pareti ricordavano i mosaici che si trovano a volte sui fondi della piscina. Mangiai del manzo alla Guinness con l'impressione di trovarmi tre metri sott'acqua.


Una volta che hai provato il gusto originale della nera bevanda simbolo di Dublino devi per forza visitare la Guinness Storehouse, massimo feticcio di tutti turisti.

La cosa più particolare e stimolante della fabbrica della Guinness non è il tour, che pure è una bella esperienza stimolante e ricca di curiosità, ma il fatto che l'intero edificio abbia la forma di una pinta di birra. Ogni piano presenta una fase della lavorazione della bevanda, dove gli ultimi due piani offrono una spettacolare conclusione: diventerete spillatori professionisti e potrete portare all'ultimo piano la vostra pinta da dove, avendo l'accortezza di arrivare dopo il tramonto, vi potrete sentire i padroni della città. Tutto intorno a voi sarà completamente trasparente, a eccezione del pavimento; il cocktail bar è sfavillante e i vostri piedi sono sul tetto della città: vi trovate nel Gravity Bar.


Qui gli autobus finiscono all'una di notte perciò è meglio premunirsi di macchina o prendere un taxi per tornare, sempre che abbiate come passare il resto della notte perché i locali chiudono molto presto. Ricorderò sempre una strana notte del 31 dicembre, dove nessuno era in fibrillazione per l'arrivo dell'anno nuovo e dove nei locali si continuava a suonare Molly Maguires, come se fossi capitata in un'altra dimensione grazie ad una distorsione per la quale a nessuno importa niente del Capodanno. Solo allo scoccare della mezzanotte, una rassicurante New year's day degli U2 mi riportò al posto giusto.



Soda è il secondo quartiere in ordine di importanza per vivere la vita mondana di Dublino, ed è anche per questo che di solito i turisti non si recano a visitare la Chester Beatty Library, che ha una collezione piccola, ma meravigliosa di libri dell'antico oriente. Ho passato un meraviglioso pomeriggio a scrutare le miniature dorate di una serie di corani, a guardare filmati sui metodi di decorazione del cuoio dei libri e a stupirmi dei colori vivissimi delle decorazioni in cui si apparivano geishe e signori giapponesi dell'epoca Sen Goku dipinti con rossi carmini, scarlatti e turchesi, per non parlare dell'abilità con cui sono intagliati gli oggetti in legno.


Il primo giorno del 2009 è stato migliore di quello che pensavo. O'Connell Street, 8:10 di mattina, di fronte all'ufficio turistico in attesa del bus per la Celtic Experience.

Il paesaggio rurale irlandese potrebbe essere tranquillamente scambiato per quello delle colline italiane. Ricordo di aver avuto questa impressione di somiglianza mentre guardavo il verde del paesaggio e i due americani seduti vicino a noi parlavano di New York. Il nostro accompagnatore declamava in gaelico i nomi dei siti archeologici che stavamo visitando, mentre le nostre risatine nervose si alzavano a sottolineare l'incomprensibilità dei nomi locali.

Fourknocks col suo sito megalitico è stata la nostra prima tappa. L'emozione di trovarsi davanti ai tumuli scavati per accogliere le spoglie di antichi, nordici celti è stata grande. A guardarlo da vicino il verde dell'erba irlandese è diverso dal nostro: è più brillante, come se portasse dentro l'umidità della pioggia e il freddo del vento. E il freddo e il vento che attraversa le pietre a Monasterboice e Hill of Slane sembra averle tagliate e aver congelato le croci dei cimiteri. Le foto che abbiamo scattato in questi siti sono per la maggior parte in bianco e nero. È stato quasi impossibile sottrarsi alla tentazione di rendere netta e definita l'immagine dei forti sentimenti derivati dalla visita di quei luoghi. Tara, ultima tappa: tra le colline dei re d'Irlanda e un piatto caldo in una locanda tipica è finito il mio soggiorno irlandese. Il tempo era buio e il cielo era coperto quando caricai le valige in autobus nella fredda mattina di Dublino.


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