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Venerdì, 4 Settembre 2015

Il Giappone visto da un italiano

L'esperienza giapponese raccontata da un partecipante del Giappone Freak Style.

ARTICOLO DI

Lupo_Alberto

E' un viaggio che ho pensato di fare da tempo, appassionato di Oriente, dopo aver visitato la Cina, mi piaceva l'idea di poter fare dei confronti con la vita in Giappone, visto la vicinanza etnica, di scrittura e gli stretti e conflittuali legami che i due paesi hanno sempre avuto.

La prima cosa che mi ha colpito arrivando in Giappone è il silenzio. Silenzio che si nota in treno, in metropolitana, per strada, dove non ho mai sentito nessuno suonare un claxon o accelerare con energia; nessun motorino scoppiettante ed anche nelle più affollate stazioni il rumore prevalente è quello dei jingle degli annunci. Altra cosa che colpisce e stupisce è l'estrema cortesia della gente, che all'inizio ti sembra finta talmente è palesata, ma che con il passare del tempo ti rendi conto che è connaturata nella loro educazione e cultura e che sono sinceramente dispiaciuti quando non riescono ad aiutarti. La puliza dei luoghi pubblici è maniacale, tanto che per strada è proibito fumare, per evitare cicche e cenere a terra (si fuma in apposite smoking area), non trovere mai nulla per terra neppure nei punti più affollati. Le strade, contrariamente a quanto mi aspettavo, sono poco trafficate rispetto alle dimensioni delle città e i parcheggi in strada pressochè inesistenti.

Per contro mancano un pò di flessibilità e vanno facilmentein crisi se il problema non ha una soluzione "codificata". Il senso del dovere è talmente sentito da sembrare agli occhi di un Italiano addirittura ridicoli, come i "buttadentro" della metropolitana di Tokyo che una volta partito il treno si "spengono" tutti nella stessa posa fino all'arrivo del nuovo treno. Nessun personale che fa un lavoro in pubblico l'ho mai visto "stravaccato" perchè in quel momento non aveva nulla da fare.

Tutta questa conformità di comportamento, di abiti di lavoro, di pacatezza nel modo di fare, sfuma o perlomeno si diluisce nei fiumi di folla serali dei quartieri di divertimento, come ad esempio Shibuya a Tokyo, dove frotte di ragazzini e sopprattutto ragazzine, si trasformano con vestiti assolutamente improbabili; con donne anche adulte che si atteggiano in atteggiamenti bambineschi, sia negli abiti che nella voce, cosa che sembra piaccia moltissimo ai Giapponesi.

Altra cosa che colpisce è l'estrema molteplicita di luoghi dove mangiare, con prezzi veramente modici; nei ramen-ya si mangiano piatti itpici, i ramen appunto, per pochi euro. Anche cenando con più portate a persona non abbiamo mai speso oltre i 15-18 euro, e con questa cifra riesci a mangiare anche sushi di buona qualità. Migliaia sono poi i piccoli supermercati, dove si può prendere da mangiare e nel caso farselo anche scaldare; ci sono poi distributori di bevande ovunque, di tutti i tipi, dalle decine di qulità di the verde, ai caffe di ogni tipo, a bevande alla frutta; la più strana che ho bevuto era una specie di succo di pesca leggermente gasato che conteneva, all'interno della lattina, anche pezzettini interi di pesche. L'impressione che ho avuto è che nelle grandi città i giapponesi mangino quasi sempre fuori casa. 

Per quanto riguarda le cosa da vedere, sicuramente fanno la parte del leone i templi, buddisti e shintoisti, ma anche gli splendidi parchi con giardini spettacolari, tipicamente Giapponesi, dove la natura è ridisegnata dall'uomo alla ricerca di un'armonia quasi maniacale. In particolare da non mancare una visita a Nikko, dove la spiritualità e l'imponenza dei templi è affiancata da una natura spettacolare e i giardini di Nara, dove decine di cervi completamente liberi vi rincorreranno senza pietà se appena intuiscono che avete cibo: attenzione perchè mangiano di tutto, anche i vostri indumenti!. A Tokyo da non perdere il tempio Senso-Ji, grandioso e circondato da vie ricolme di turisti (giapponesi) e da bancarelle di souvenir.

Una città che mi è piaciuta molto è Kyoto, con la sua aria di provincia e con le abitazioni tipiche del quartiere Gion, dove se siete fortunati potrete vedere anche delle Gheishe, nei loro splendidi abiti, passeggiare per le viuzze. Anche qui templi spettacolari e il padiglione d'oro (Kinkaku-Ji) con i sui splendidi giardini. Nei d'intorni mi ha colpito molto la foresta di bambù di Arashiyama impessionante per l'altezza di queste piante.

Nella parte sud dell'isola da visitare Hiroshima, non tanto per la città ma per la visita al Museo della Pace e per l'impatto emotivo che sicuramente avrete nel visitare le testimonianze raccolte dall'esplosiane dell'atomica.

Quello che mi è rimasto nel cuore rimane comunque il popolo giapponese, con un modo di vivere lontanissimo dal nostro modo di pensare, dove il rispetto della cosa pubblica, degli altri, l'onesta e la gentilezza sono delle caratteristiche della gran parte della gente.

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