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Sabato, 29 Novembre 2014

Ecuador 2014

Sono un viaggiatore incallito , amo vivere i luoghi in cui viaggio e lo faccio normalmente ogni novembre con un compagno di  molto più avventuriero, giovane e professionale di me .Durante questi viaggi , quindi , essendoci numerose differenze tra me ed il mio compagno di viaggio , si creano sempre delle piccole avventure/disavvebture che trovo molto gustoso raccontare agli amici...e quindi anche con voi ....ciao e buon viaggio in Ecuador , terra di straordinaria bellezza...

ARTICOLO DI

cristiano vitale

Ecuador 2014 ¼ Area del parco naturale del Cotopaxi Cristiano Vitale e Marco Tomasello

Questa notte a 1/2 notte circa , ci siamo svegliati e siamo partiti per scalare con i ramponi ai piedi, piccozza ed imbracatura in cordata a tre ( io Marco Tomasello e Pablo ,una guida Andina che solo coppa non mi ha dato ) il secondo vulcano attivo più alto al mondo ,il Cotopaxi ( rinominato da me Cotopazzi) parliamo di 5897 metri di cui 1200 di ghiacciaio tropicale ( Na passiata) siamo arrivato in cima verso le 6,30 am grazie ad un miracolo.

Verso i 5.500 metri di altitudine, quando avevo deciso di mollare e suicidarmi in uno degli immensi crepacci che mi si aprivano sotto i piedi e Marco Tomasello che mi incitava pensando che avendo io una grande forza di volontà possa sempre fare "i cosi ma fa iddu" e la guida andina che mi tirava come un asino appena accennavo ad un riposo, mi è apparso santo Ignacio di Quito che, come per miracolo mi ha toccato il casco e mi ha accompagnato fino alla cima.

In cima a circa 6000 metri , con il cuore a mille, crampi prima nella gamba destra poi in quella sinistra, ossigeno zero, non sapevo se piangere o ridere e così mi sono coricato per terra sperando che sant'Ignazio mi riportasse giù' ... Invece no , fatte le foto di rito , Pablo , mi dice che se aspettiamo ancora 5 minuti , la temperatura sale e la neve ed i crepacci diventano pericolosi e quindi mi imbraca come un salame e giù senza sosta.

P.s. Marco a fine scalata ha ammesso di essere anche lui un pelino affaticato…

Ecuador 2014 2/4 : il mio super tecnologico orologio che segna anche che ti stai stempiando, dopo la scalata del Cotopaxi ,nella funzione tempo di recupero, indicava 60 ore per tornare come ero prima ( anche se penso che io com'ero prima non ci tornerò più ) ...avendo Marco lo stesso orologio , pensavo che due, tre giorni di tregua mi spettassero...

...ma quali, ancora con le orecchie intuppate per la discesa dai seimila metri, il mio personal trainer nonché titolare dell'agenzia viaggi " supera te stesso oppure muori" il cui oggetto sociale è : non esiste tregua manco nel volo di ritorno che già sta studiando il viaggio successivo è appena chiudi gli occhi che hai preso 6 pillole di melatonina , lui ti bussa chiedendoti se per novembre successivo ti andrebbe il giro del polo nord in tanga ed infradito e fucile a tracolla non si sa mai gli orsi polari...

dicevo, con ancora le orecchie sanguinanti, mi infila dentro un confortevolissimo autobus equadoregno (la scena è più o meno quella della pubblicità Alpitour " turista fai da te? No Alpitour , hai , hai ,hai ) la cui destinazione é "kilotoa" , io penso "chistu pazzo com'è, mi fa arrivare in Giappone con l'autobus ", invece Kilotoa ,fortunatamente , non è in Giappone , ma è un bellissimo lago all'interno di una caldera.

Arrivati , mi rassereno sia perché il posto è di una bellezza mozzafiato, sia perché il programma del giorno prevede solo un giretto del lago è poi a nanna.

Manco gli zaini posiamo all'ostello , perché tanto è una passeggiata...precisamente 5 ore di camminata tra 3000 e 4000 metri , fatte però in tre ore , quando ci hanno rivisto un gruppo di Italiani che facevano il giro in senso contrario , pensavano o che avessimo tagliato a nuoto o che avessimo preso i cavalli , comunque , l'idea di dormire in un ostello,che sembrava molto carino , mi da la forza di concludere con solo due o tre annebbiamenti della vista e qualche microinfarto che fa scattare l'allarme del mio supertecnologico orologio.

Peccato che l'ostello , molto carino, alle 19 circa venga abbandonato dai proprietari , i quali ti lasciano due pezzi di legno , un po' di benzina ed una stufa di quelle in ghisa che se non muori di freddo muori soffocato.

La temperatura della stanza ( sempre grazie al il mio supertecnologico orologio ) era di 5 gradi e non volendo dormire abbracciato tutta la notte con Marco decido di farmi , almeno , una bella doccia calda...già ridete vero?

Aperta la porta del bagno , sembrava di essere proiettati in cima al k2 , se in camera erano 5 in bagno erano 2 i gradi , ma con vento perché non c'erano gli infissi , la manovella dell'acqua calda era finta ( girava a vuoto libera e bella) è l'acqua , se possibile,era più fredda dell'aria, morale sia io che marco abbiamo dormito vestiti come per il Cotopaxi abbracciati alla stufa.

L'indomani freschi anzi freddi come due merluzzi Findus abbiamo fatto un bellissimo trekking andino di 10 km , con paesaggi da favola , contadini cordiali , bimbi allegri e dopo 5 faticose ore siamo arrivati nel minuscolo villaggio di Chugchilan, un mini paradiso terrestre dove un delizioso ostello ( scelto da me ) ci ha ristorato con doccia calda, cena ottima e chiacchierata goliardica con simpaticissimi avventurieri di mezza età, francesi.

Stanco ma contento , sogno e temo quello che mi aspetta nei prossimi giorni…

Ecuador 2014 /3 : il nome Banos e l'aver letto nella guida la parola " hot Springs" mi danno la percezione che forse ci siamo , il viaggio gira nella direzione del relax.

Dopo qualche ora di bus da Latacunga arriviamo a Banos percorrendo tutto il tragitto accanto ad un simpaticissimo bigliettaio di nome Danilo che ,sconvolto dal fatto che Marco ancora non tiene famiglia ,cerca per tutto il viaggio di convincerlo di quanto sia importante avere figli , casa , moglie , mutuo ecc., alla fine , tra una punzonata di biglietto e delle "generose" ammuttate alle signore per salire, il nostro crociato riesce solo a spuntare una telefonata da parte di Marco il giorno del suo futuro ( eventuale) matrimonio, contento del pur misero risultato , ci lascia tregua per poterci godere un bel tramonto equadoregno con sfondo vulcanico.

Arrivati a Banos entriamo in un altra dimensione , ragazzi festanti in strada , club pieni di musica , alcool , inviti in night club, sale massaggi , " u buddellu " insomma.

Avendo vissuto questi giorni come monaci dell'ordine del sacro vulcano, battiamo in ritirata verso il nostro ostello con sensazioni contrastanti nei nostri pensieri.

La mattina seguente mi sveglio con pinne fucile ed occhiali, crema solare, cuffia, tanga, occhialini, rete per prendere i ricci e tutto quello che possa essere abbinato al acqua, pronto per le hot spings, ma appena uscito dall'ostello , trovo Marco in assetto da guerra con due mountain bikes , pronto ad andare in Amazzonia .

Mi cadono dalle braccia pinne fucile ed occhiali, crema solare, cuffia, tanga, occhialini, rete per prendere i ricci e tutto quello che possa essere abbinato al acqua...

Ma perché dobbiamo andare in Amazzonia ?? !!

Marco dice che oggi si deve andare in Amazzonia c'u' rissi u dutturi.

E" kamaffari ? Amuninni in Amazzonia!! Tantu, una chiù una menu "

Quindi raccolgo,per poi lasciare in camera pinne fucile ed occhiali, crema solare, cuffia, tanga, occhialini, rete per prendere i ricci e tutto quello che possa essere abbinato al acqua e di corsa mi infilo fondello , pantaloncini , casco ecc. per affrontare i 60 km che ci separano da Puyjo, primo paese dell'Amazzonia.

N.b. 60 km non 20 o 30 o 40 o rispettabilissimi 50 o quanto meno 55 , no 60!!! Anzi 61 per la precisione del mio sempre supertecnologico orologio.

Il percosso è bellissimo, cascate d'acqua , foreste , natura completamente diversa da quella vista nei giorni precedenti, ma anche acquazzoni tropicali alternati a soleggiate roventi ma soprattutto una bella forata di pneumatico posteriore in mezzo al nulla , con Marco ed il kit di riparazione naturalmente andati.

7 km a piedi con delle enormi aquile volteggianti minacciose sulla mia testa e foresta amazzonica a destra e a sinistra, sono stati necessari affinché un santo pick up si fermasse per raccattarmi , buttarmi nel cassone e farmi raggiungere Marco e soprattutto il nostro kit.

Marco preoccupatissimo, ( era assittato al ristorante bevendo Coca-Cola ) quasi mi rimprovera del ritardo, ma gli basta incrociare il mio sguardo mega incazzato , per fargli desistere qualsiasi discussione è gentilmente occuparsi della riparazione della ruota.

Domani faccio le hot Springs , questa è l'ultima mia frase della giornata prima di chiudere gli occhi.

Infatti l'indomani , in versione termale sperimentiamo una giornata di pieno relax ,tra nonnine e nonnetti equadoregni ed io che finalmente faccio ciò che più mi piace , ossia oziare beato…

Ecuador 2014/4 fine

Riobamba, città ai piedi della più alta montagna dell'Ecuador, Il Chimborazo, con i suoi 6300, ci accoglie anonima nella notte.

Il piano del giorno successivo è quello della discesa in mountainbike delle pendici del vulcano a partire dall'altezza massima raggiungibile in bici intorno ai 5000 mt.

Ormai scafato come un guerriero samurai, mi presento alla nuova sfida come se stessi andando in ufficio un giorno qualunque.

Ed in fatti al di là del bellissimi paesaggi , animali selvaggi, strapiombi vertiginosi ed una piccola grandinata , l'impresa , pur spettacolare e unica , è compiuta senza le precedenti difficoltà estreme.

Fatto un piccolo pasto a base di lupini , pane, formaggio, e successivo spogliarello in macchina per passare dalla versione bikers alla versione backpacker , ci facciamo lasciare ad un incrocio caotico per prendere al volo un bus per la città coloniale di Cuenca.

Preso , come detto prima, il bus al volo , lo stesso bus comincia a volare,tra strade come budelli, in mezzo alle nuvole, in un saliscendi ubriacante di circa 6 ore tra paesini sperduti, tramonti variopinti , saltelli in su ( per le sospensioni andate) e piegate a destra e a manca,per le continue curve in discesa ed in salita, non dimenticando le andate in avanti ed in dietro per le assurde frenate ed accelerate degli autisti Equadoregni che di mezze misure , manco a parlarne.

Se fossi stato vino , sarei diventato aceto, se fossi stato latte ,sarei diventato formaggio, essendo un essere umano , sono diventato matto.

Alle 8 di sera confuso come un pulcino che ha appena rotto l'uovo , usciamo dal bus come da un luna Park , hostello uno occupato , hostello due occupato , ostello tre sei nostro...doccia calda , piacevolissima cena con colleghi Francesi maestri di sci e a nanna.

Ormai la vacanza ha preso delle sembianze umane , il giorno dopo facciamo una visita a questa bellissima e civilissima città , al suo pulitissimo lungo fiume, ai suoi negozi di cappelli Panama , alle sue chiese imponenti, alla sua vita culturale.

Riusciamo anche a partecipare ad uno sciopero contro il governo di Correa, primo ministro Equadoregno , con Marco che commosso si fa immortalare in sud America con lo sfondo di varie bandiere rosse.

Siamo all'apice culturale della nostra trasferta.

Rilassato e riposato partecipo finanche ad una spaghettata e successiva simpatica schitarrata tra coinquilini dell'ostello la cui età media , ahimè , viene quasi raddoppiata dalla mia presenza , ma nessuno sembra farci caso è così , facendo finta di cantare , mi godo un soffio di beata gioventù ...

Finita la parentesi culturale , passiamo finalmente a quella balneare , si scende con il solito su, giù ' ,destra , sinistra , avanti e indietro e si arriva all'oceano pacifico... In un luogo , Montanita, che è un delirio di vita .

Argentini, Colombiani , Gringos, Svedesi, Francesi ecc. sembrano rivivere gli anni hippy dei loro genitori, in un paese che vive di surf e di vita notturna.

Approfittiamo del contesto con qualche cocktail a base di frutta e nuove amicizie "colorite" e senza disprezzare, ma convinti, andiamo ad isolarci in un micro paese a qualche ora più a sud , dove in beata solitudine e rilassatezza , concludiamo il nostro tributo all'Ecuador.

Piccola riflessione in calce:

la vita è fatta di contraddizioni , noi stessi siamo spesso contraddittori, per cui io ora dico una cosa contraddittoria.

L'occidentale ha sicuramente una vita molto intensa , piena di tante cose utili ed inutili, studia , lavora e con i soldi del lavoro compra , viaggia, mangia quello che desidera,si cura le malattie vere e anche quelle che il lavoro e lo stress fanno spesso venire nella mente , nel corpo ed a volte anche nel cuore inteso in senso spirituale e non meccanico.

Sono contento di essere un'occidentale e di essere benestante, non avrei potuto altrimenti fare nulla di quello che ho fatto, viaggi inclusi, ma niente mi leva dalla mente il sorriso, la freschezza , la spensieratezza che vedo tra la gente semplice ed umile, il senso dell'accoglienza, la vera pulizia, il vero dare per nulla.

Non ho sentito urla di bambini , non ho sentito gente insultarsi, non ho visto sguardi diffidenti, ma ho visto un'umanità semplice , di quella che ti riempie il cuore e chi ti fa amare il tuo prossimo.

Concludo dicendo , che senza dubbio parto un po' per mettermi alla prova,affrontando le avventure insieme a Marco e quando riesco a superarle , non nego che il mio ego ne trae beneficio e mi sento un po' meglio di un secondo prima , parto anche per veder le bellezze e le diversità di luoghi lontani dai miei natii, ma alla fine queste cose il tempo le sbiadisce e le lascia come un piacevole sottofondo al buco nero della vita quotidiana.

Quello che resta invece come colonna sonora principale e che nulla riesce mai a sbiadire è il senso di integrazione umana , intima e totale che mi si attacca addosso come una nuova pelle e il cui solo pensiero , nei momenti difficili che inevitabilmente arrivano ,mi da una motivazione in più per superarli.

E'stato un piacere raccontare, lo è stato ancora di più sapere che qualcuno l'ha letto ed addirittura apprezzato,grazie di cuore , prendete la sostanza di quello che scrivo e lasciate stare la grammatica perché non è mai stata il mio forte...ciao a tutti, besos...

Cristiano Vitale Ecuador 2014

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