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Mercoledì, 6 Maggio 2009

Di polvere e sabbia - impressioni da un viaggio in Namibia

Non appena si esce da Windhoek per dirigersi verso sud, le strade non sono altro che strisce di polvere attraverso il nulla...

Concorso Storie Vagabonde

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Vagabondo0


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Polvere


Polvere polvere polvere ovunque

Non appena si esce da Windhoek per dirigersi verso sud, le strade non sono altro che strisce di polvere attraverso il nulla: città, centri abitati, filari di alberi, corsi d'acqua, fabbriche, nemmeno una pompa di benzina.. nulla di ciò a cui siamo abituati e che caratterizza i nostri paesaggi.

La strada è un nastro di polvere ocra che si perde all'orizzonte.Intorno solo arbusti, erba secca e colline lontane.

Se guardi bene, però, tra la polvere, nella terra ocra, finissima e impalpabile, ci trovi piccole pietre che brillano al sole, verdi, bianche, rosa, opache trasparenti.. piccoli tesori forse? come quelli che hanno trovato i primi a cui è venuto in mente di cercare i diamanti in quella enorme distesa di sabbia poco più a sud di qui.

La strada si inerpica tra le colline del Gamsberg Pass e poi scende giù di nuovo in pianura. Ora la polvere bianca contrasta solo col giallo acceso dell'erba secca che si estende a perdita d'occhio.

Il sole tramonta cascando giù rapido dietro alle colline e tinge di oro e rosa la distesa di erba alta.. difficile pensare che le dune siano solo a pochi km da qui.

Sabbia


Poco prima dell'alba il cielo è rosa, punteggiato di mongolfiere appena alzate da terra. In lontananza le dune, appena accarezzate dai raggi del sole, assumono tutele sfumature dell'arancio, dall'ocra al beige, al rosa antico. La sabbia appare così morbida e levigata da volerla accarezzare.

Il sole ormai è sorto e illumina i turisti che, in fila indiana, come minuscoli eserciti di formiche, si apprestano a scalare le prime dune.

Vista dal basso sembra davvero un'impresa, gli scarponcini affondano nella sabbia e la cresta della duna si staglia nel cielo perfettamente azzurro, lontana, quasi irraggiungibile. Si continua a salire, combattuti tra il desiderio di arrivare in cima il prima possibile e la voglia di indugiare lungo il cammino, a guardarsi in giro, o magari provare a dare la caccia a qualche geco o coleottero che sbuca improvvisamente e, altrettanto velocemente, con rapidità impressionante, corre via quasi volando sul pelo della sabbia.

Se si guarda in basso ormai si può scorgere bianco e accecante come un miraggio il grande lago asciutto, il Dead Vlei.

Dopo poco più di un'ora la cima, e il paesaggio che si apre davanti agli occhi è incredibile... un mare di dune rosso/arancio/rosate a perdita d'occhio... Per quanto si cerchi di scorgere qualcosa, non c'è vegetazione, alberi, animali, nessun essere vivente visibile aldilà, solo sabbia, all'infinito: dune, colline, montagne di sabbia modellate dal vento, che le ha accarezzate sferzate formate plasmate con pazienza di millenni.

Se dovessi scegliere un'immagine per rappresentare l'infinito, penserei a questo mare rosso e vellutato che si perde all'orizzonte.

E in fondo, là, verso ovest, da qualche parte, c'è l'oceano.







Ancora Sabbia


C'è un luogo sospeso tra la terra e il mare, tra il deserto e l'oceano, dove gli unici colori sono il giallo e il blu e l'unico rumore è quello del vento.

Ci si arriva lasciando Walvis Bay, oltrepassando le saline e rientrando nel Namib-Naukluft Park.

Le jeep sfrecciano sulla spiaggia e si inerpicano sulle dune, scavalcandole con un'agilità sorprendente.

Dopo un po' di salite e discese da pendenze improbabili, ci fermiamo. Lo spettacolo che si apre ai nostri occhi è incredibile: la distesa di dune altissime e dorate si getta a picco nell'oceano, che intravediamo sotto di noi in fondo a un pendio quasi verticale. Dune enormi, gialle, bianche, dorate accarezzate incessantemente dal vento a sinistra, oceano immenso blu argento a destra.

Incredibile è l'unico aggettivo che mi viene in mente.

Ci fermiamo un po' in questo luogo magico a cavallo tra la sabbia e il mare, senza riuscire a smettere di accarezzare ogni cosa con lo sguardo, come se volessimo portarci via un poco della sensazione di infinita ampiezza che respiriamo qui.




Polvere


C'era una volta un lago, o forse addirittura un mare, dove ora tutto è secco e neanche gli animali si avventurano. Eppure proprio qui il paesaggio dell' Etosha ci si schiude in tutta la sua bellezza e vastità senza confini.

Siamo all'"Etosha lookout" un punto in cui il pan, il "grande luogo bianco" si mostra senza essere nascosto da savana, arbusti, vegetazione, colline...

Per km e km, ovunque, di fronte a noi, all'infinito, un gran mare grigio verde si apre e si confonde con il cielo. È incredibile pensare che si tratta di fango secco, impalpabile, ancora umido e ancor più incredibile è pensare a come deve essere quando dopo le piogge il lago si riempie di acqua...

Rimaniamo a lungo in silenzio in contemplazione di questo mare secco senza fine, abbacinati dalla sua luminosità, non interrotta da alcun segno di vita.


Anche la notte, non appena chiudo gli occhi, non vedo altro.. Anche i sogni qui sono così: infinitamente, di polvere e sabbia.


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