RACCONTO
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Mercoledì, 9 Dicembre 2009

Berlino, una piacevole sorpresa

Breve viaggio nella capitale tedesca. Testo e foto di Anna Marchisio

ARTICOLO DI

Vagabondo0



È stata un’idea di Roberta quella di venire a visitare questa splendida città che si è rilevata una vera e proprio sorpresa. Ero un po’ dubbiosa, mi dava l’impressione di essere un posto austero, serio, forse anche un po’ noioso e invece Berlino è una città vivace, brillante ed il nostro soggiorno è stato veramente piacevole sotto tutti gli aspetti.

Berlino è forse la più giovane delle capitali Europee. Dal 1991 è la capitale della nuova Repubblica Federale Tedesca che è nata in seguito al crollo del muro, avvenuto nel 1989, che fino ad allora aveva diviso la Germania dell’Est dalla Germania dell’Ovest.
Se come capitale è ancora giovane come città vanta una ricca storia a partire dal 1237 circa quando nacque come semplice insediamento di pescatori. Col tempo divenne un importante nodo commerciale, capitale della Prussia ed infine capitale dell’impero tedesco (1871). Gli eventi e la storia che, nel secolo scorso, hanno caratterizzato il destino e la vita di questa città appartengono a quelle pagine di storia che conosciamo tutti molto bene.

Giovedì 5 febbraio 2009
Facendo scalo a Francoforte, arriviamo a Berlino verso le 21.30. L’autobus TXL per 2,10€ ci porta direttamente in città e per me e Roberta è particolarmente comodo perché il nostro ostello dista meno di 5 minuti a piedi dalla fermata.
Abbiamo scelto di pernottare all’Amstel House (Waldenserstraße 31 - 10551 – [email protected]), una struttura molto bella e anche rinnovata di recente, sulla base delle immagini sul sito e di commenti vari e la scelta si è rivelata azzeccata. Una doppia con bagno ci è costata 42€ a notte. La colazione costa invece 5€ a persona ed è un ricco buffet, sia dolce che salato. Bisogna portarsi gli asciugamani, mentre la biancheria da letto è fornita. È comunque possibile, per chi se li dimentica a casa, noleggiare la biancheria da bagno.

Venerdì 6 febbraio 2009
Cariche di guide, opuscoli, idee e tanto entusiasmo ci incamminiamo nel freddo inverno di questa città. A onor del vero a me non è sembrato più freddo che a Torino, comunque...
Prendiamo in direzione del Tiergarten il più grande parco della città. Questo parco era un antico terreno di caccia dei principi e fu trasformato in parco nella prima metà degli anni trenta. Una miriade di stradine e di sentieri lo attraversano e ne fanno uno dei luoghi preferiti dei berlinesi. In questa fredda mattina di febbraio incontriamo qualche persona, due turisti e un gruppo di bambini in età d’asilo accompagnate dalle insegnanti che giocano in un piccolo parco giochi. Mi immagino l’atteggiamento contrariato delle mamme italiane se le maestre dei propri figli si azzardassero a portarli a giocare all’aperto in pieno inverno!
Arriviamo in questo parco attraversando alcune vie della zona di Hansaviertel, la zona è caratterizzata da edifici moderni realizzati da altrettanti famosi architetti.
Il nostro passeggiare nel parco di Tiergarten non è casuale ma va in una precisa direzione. Ci fermiamo dapprima nei pressi di Grosser Stern (grande stella), un enorme incrocio con relativa rotonda ed al centro l’imponente Siegessaule o colonna trionfale. Per raggiungere questa colonna che fu eretta per celebrare la vittoria prussiana sulla Danimarca del 1864, non è necessario rischiare la vita attraversando la strada ma esiste un comodo sottopasso. Peccato che non gode di un buon sistema di smaltimento delle acque piovane e in alcuni punti ci sono dei veri e propri laghetti da attraversare. In ogni caso la vista migliore rimane da uno degli angoli della strada da dove si riesce a vedere anche la statua dorata, che rappresenta la Dea della Vittoria, posata sulla sua sommità in seguito ad altre vittorie prussiane. Abbiamo letto che questo monumento è diventato simbolo della comunità gay di Berlino e che, oltre a segnare il punto di arrivo dell’annuale Christoher Street Parade, il parco intorno al monumento è un popolare ritrovo per gli esponenti di questa comunità
Subito dopo la II guerra mondiale gli abitanti di Berlino tagliarono tutti gli alberi del parco per poter sopravvivere alla rigidezza dell’inverno del 1946-’47. Ovviamente sono stati ripiantati riportando il parco al suo splendore originale.
Ad un lato della piazza vi è il monumento al primo cancelliere tedesco: Otto von Bismarck.
Tiergarten è comunque anche il nome di questo quartiere che funge un po’ da collegamento tra le due metà della città, l’Est e l’Ovest.
Proseguendo nel nostro giro passiamo davanti allo Schloss Bellevue (Palazzo del Belvedere), un austero palazzo bianco che è la residenza ufficiale del presidente tedesco. Costeggiamo per un po’ la Spree per arrivare davanti all’Haus der Kulturen der Welt (Casa della cultura del mondo). Un orrore architettonico che qualcuno, per la sua forma, ha simpaticamente definito ‘ostrica gravida’. Si tratta del contributo di un architetto americano al concorso Interbau del 1957. E’ curioso leggere che Hugh Stubbins, l’architetto che progettò quest’opera, aveva idee troppo all’avanguardia per la tecnologia del tempo in cui viveva, quindi anche se l’opera venne realizzata, il tetto, oggi ricostruito, crollò in parte nel 1980. Poco lontano da questo edificio si trova la torre nera del Carillon eretta nel 1987 per celebrare il 750° anniversario della nascita della città di Berlino. E da segnalare che questo è il più grande Carillon d’Europa ed è costituito dalla bellezza di 67 campane che grazie ad un computer suonano due volte al giorno.
Per entrare nel Reichstag, l’edificio che ospita il parlamento tedesco (Deutscher Bundestag) dobbiamo fare una bella coda che inizia dalla scalinata. L’accesso alla cupola dell’edifico è gratuita e permette di godere di una bella vista sulla città. L’ingresso avviene a gruppi di persone e i controlli sono più minuziosi di quelli in aeroporto. In questo edificio si riuniva dal 1894 al 1933 il Reichstag ossia il parlamento del periodo imperiale e della Repubblica di Weimar. Il palazzo ha mantenuto il suo nome, anche dopo la guerra e la fine del Reich, ma è stato completamente svuotato e ricostruito negli anni '90, dopo la caduta del Muro, la cupola di vetro progettata dall'architetto inglese Norman Foster è considerata una vera attrazione turistica..
Un opuscolo distribuito all’ingresso descrive l’attività del parlamento e l’edificio, vi ho infatti letto che in questo edificio il 2 ottobre 1990 venne proclamata la riunificazione della Germania.
E finalmente ecco davanti a noi il simbolo di Berlino, la Porta di Brandeburgo (Brandenburger Tor), un’opera neoclassica costruita tra il 1788 e il 1795. E’ curioso leggere che nel 1806, durante l’occupazione francese i francesi per ordine di Napoleone pensarono bene di smontare l’imponente opera e di portarla a Parigi, come se di opere architettoniche non ce ne fossero anche a Parigi! Nel 1814 dovettero però restituirla e la Porta di Brandeburgo tornò al suo posto e divenne il simbolo della vittoria. Nel corso della storia fu teatro di molti importanti eventi successi in questa città. Fino al 1989, al crollo del muro, la porta segnava infatti il confine tra le due Berlino.
Al vicino ufficio informazioni comperiamo le nostre Berlin WelcomeCard con validità 3 giorni (25 € fascia ABC). Oltre a poter usufruire per tre giorni di tutti i mezzi pubblici di Berlino e Potsdam ci permetterà di godere di sconti sui biglietti di ingresso di diversi monumenti e anche in alcuni negozi di souvenir (quelli marchiati Berlin Infostore). Insieme alla tessera vengono forniti una cartina e un libricino con l’elenco delle agevolazioni per i possessori della Berlin WelcomeCard.
Proseguiamo passeggiando lungo Unter der Linden. È considerata una delle strade più famose della città. Tradotto in italiano diventa viale dei tigli e per l’appunto il viale è costeggiato da tigli che in febbraio appaiono un tantino spogli. Pranziamo in uno dei tanti caffè presenti su questa lunga via (1,5 km). Originariamente serviva per collegare il Berliner Stadtschloss alla riserva di caccia reale del Tiergarten.

Entriamo nel cortile della Staatsbibliothek dove un bambino sta giocando a fare l’equilibrista sul bordo della fontana. All’interno della biblioteca nazionale è conservato niente meno che la partitura originale della Nona sinfonia di Beethoven insieme ad altri inestimabili tesori oltre a più di 10 milioni di libri. Una quantità inimmaginabile di cultura, di parole, un affascinantissimo tesoro.
Di fronte alla Staatsbibliothek troviamo l’Alters Palais (Palazzo Vecchio), costruito per il principe Guglielmo (che salì al trono come Kaiser Guglielmo I) che vi visse per tutta la sua vita. Fu poi completamente ricostruito dopo la seconda guerra mondiale e poco più in là l’Alte Bibliothek, soprannominato ‘comò’ per via della sua particolare facciata.
Molti di questi edifici oggi ospitano le sedi delle università, infatti lungo la via incontriamo anche la Humboldt Universitad, fondata nel 1810. Albert Eisntein lavorò in quest’università mentre Karl Marx vi si laureò. Con la costruzione del muro l’università rimase nel settore sovietico causando non pochi problemi agli studenti residenti nel blocco ovest; problemi che si risolsero con la nascita di una nuova università, la Freie Universitad, fondata nel 1948 proprio nella parte ovest.
Ci fermiamo a visitare il memoriale di guerra, il Neue Wache, costruito tra il 1816 e il 1818. Originariamente l’edificio ospitava le carceri reali ma poi nel 1930 e 1931 venne trasformato in un monumento a commemorazione dei soldati uccisi nella prima guerra mondiale. Successivamente venne restaurato nel 1960 e divenne quindi il memoriale alle vittime del fascismo e delle tirannie. Ma non è finita qua.. nel 1993 il memoriale cambia ancora una volta e fu intitolato a tutte le vittime della guerra e della dittatura.. insomma c’è da augurarsi che non ci siano più ragioni, in futuro, per cambiare ancora una volta questo memoriale.
Con una piccola deviazione andiamo a visitare la Basilica Cattolica di S. Teodoro (St. Hedwigs Kathedrale), nella cui cripta sono conservate le spoglie di molti vescovi della città che si trova proprio vicino al teatro dell’opera più antico della città (Staatsoper Unter den Linden) e forse dell’intera Germania. Il teatro venne completamente distrutto e oggi, come lo vediamo noi, è l’opera di una grande ricostruzione.
Più avanti inizia la zona dei musei ma noi abbiamo deciso di lasciare la visita di questa zona a quando il freddo sarà diventato insopportabile e il calduccio delle sale di qualche museo soddisferà pienamente i nostri bisogni.
Muoversi con i mezzi pubblici a Berlino è facilissimo. Tutte le fermate del centro hanno una cartina con i percorsi dei diversi bus che riportano anche le fermate. Basta consultare la cartina, guardare dove si vuole andare e il gioco è fatto. Scelto l’autobus non rimane che controllare sul display fra quanti minuti passa e anche qui la precisione tedesca si fa sentire. I tempi di attesa non sono mai diversi da quelli riportati sul display. Sull’autobus un altro display informa il viaggiatore della prossima fermata. Non è che sia niente di così futuristico. Anche noi a Torino abbiamo dei tram che, in teoria, annunciano le prossime fermate, ma ahimè sono ancora molto lontani dal funzionare alla perfezione, sempre che ovviamente siano in funzione.
Il quartiere ebraico è la prossima meta del nostro itinerario di oggi. Dapprima rifugio di ebrei in fuga dalla Russia e dall’est divenne poi il fulcro della comunità ebraica, era un quartiere vivace e vitale. Ovviamente con la Seconda Guerra Mondiale tutto finì. Successivamente è stato restaurato e recuperato ed è ora un centro vivace affollato di turisti e berlinesi dove si può scegliere tra i moltissimi locali e ritrovi serali per passare una serata piacevole.
Passeggiamo per le vie di questo quartiere intrufolandoci di tanto in tanti in qualche bel cortile segnalato dalla nostra guida.
Vediamo la Neue Synagoge (Nuova Sinagoga) con gli splendidi particolari dorati della cupola che luccicano sotto i raggi del sole invernale. La sua costruzione terminò nel 1866, parzialmente distrutta durante quella che fu chiama la notte dei Cristalli (1938) e poi gravemente danneggiata dai bombardamenti degli alleati (1943). Visti gli ingenti danni nel 1958 venne demolita per poi essere ricostruita e completata nel 1995.
Molto bello è il Postfuhramt. Io e Roberta rimaniamo affascinate dalla bellissima facciata rivestita in ceramica e ci stupiamo nel leggere che non era una residenza ma semplicemente l’antica scuderia dei cavalli del servizio postale, però...
Il Gedenkstatte Grosse Hamburger Strasse (Memoriale di Grosse Hamburger Strasse) si trova in una delle vie che, prima del conflitto mondiale, era una delle strade principali del quartiere ebraico.
In questo quartiere vi erano scuole, case, negozi, un cimitero e anche una casa per anziani che i nazisti trasformarono in una prigione dove detenevano gli ebrei che dovevano essere deportati nei campi di concentramento di Auschwitz e di Theresienstadt. Oggi al posto di questo edificio vi è un memoriale, un monumento particolarmente toccante e suggestivo che raffigura un gruppo di ebrei che vanno verso la morte, a fianco una targa commemorativa.
Facciamo anche una scappata al piccolo cimitero ebraico, dove sono sepolti molti berlinesi famosi tra cui Bertolt Brecht. Le indicazioni della nostra guida non sono precisissime e trovare la tomba non è stato facile ma ci siamo riuscite.
Visitiamo poi la Sophienkirche si raggiunge con uno stretto passaggio. È una chiesa barocca che fu costruita per volere della regina Sophie Luise nel 1712.
Nel complesso questa è una bella zona, peccato che non sia ancora ora di cena perché ci sono un sacco di bei locali che ci piacerebbe provare, chissà magari ci torniamo.

Lasciato il quartiere ebraico torniamo nella zona dei musei. Visto che c’è ancora un po’ di luce decidiamo di andare a visitare il Berlin Dom e salire sulla cupola per goderci il tramonto dall’alto (a febbraio alle 17 è già notte, fa buio leggermente prima che da noi).
Il Berlin Dom (con la nostra BWC comperiamo il biglietto al prezzo ridotto di 3€) è qualcosa di particolare. Abbiamo modo di passare da queste parti altre volte e di ammirare questo imponente duomo che insieme al vicino ponte Schlossbrucke regalano immagini da cartolina. Il Schlossbrucke è, non a torto, uno dei ponti più belli della città e collega Unter der Linden a Schlossplatz. Fu costruito nel 1824 e le statue che lo popolano si ispirano a scene dell’antica mitologia greca.
L’interno del duomo è molto bello e merita di certo la visita. Sono anche conservati i sarcofagi di Federico I e di sua moglie Sophie Charlotte. Come tanti altri edifici è stato ricostruito dopo la guerra anche se, rispetto alla costruzione originale il restauro è stato operato in maniera più semplificata rispetto all’originale, la cui costruzione iniziò nel 1747.
Saliamo i 270 gradini (non li abbiamo contati) che ci portano alla galleria panoramica da cui si può ammirare l’interno della chiesa e arriviamo fino sulla cupola, il sole sta tramontando e strani giochi di luce si formano con le nuvole che velano il cielo regalandoci splendide immagini di questa città.
E visto che il sole è tramontato e il freddo aumenta è l’ora di andare a visitare un museo. Questa zona è anche detta l’Isola dei Musei, c’è infatti l’Alte Nationalgalerie situato su una piattaforma raggiungibile da una doppia scalinata, il Neues Museum (antichità egiziane), l’Altes Museum (antichità greche e romane), il Bodemuseum vicino al ponte della ferrovia, esempio di modernità ben integrata nel contesto e infine il Pergamonmuseum dove siamo dirette noi (non sono previsti sconti per i possessori della BWC... peccato).
Il Pergamonmuseum fu costruito tra il 1912 e il 1930 e deve il suo nome al famoso altare di Pergamo che ospita al suo interno. E’ uno dei pezzi più strabilianti di questo museo. Come molti alti saliamo la gradinata e ci troviamo ad essere parte di questo monumento, di questo esempio di architettura. Impressionanti sono anche l’Aleppo Zimmer, una camera appartenuta alla casa di un mercante della città siriana di Aleppo, e la porta Ishtar di Babilonia, forse uno dei pezzi che ho apprezzato di più. Per farla breve il museo ospita collezioni di antichità di epoca romana, greca, del vicino oriente e di arte islamica. Ovviamente sono il risultato di tante spedizioni e scavi archeologici tedeschi che, pessima abitudine del passato, si portavano, per così dire, a casa gli oggetti più preziosi delle loro scoperte. È così che ci sono obelischi, affreschi, statue e quant’altro in luoghi dove diversamente non ci sarebbero stati. Ho letto recentemente, non centra niente con Berlino, ma lo racconto comunque a Roberta, che i giapponesi hanno preso un po’, diciamo la mania per essere gentili, di comperare monumenti, palazzi e castelli in giro per il mondo, se li fanno smontare e spedire direttamente a casa. No comment!
E così finisce il nostro primo giorno di visita. Usciamo dal museo poco prima dell’orario di chiusura, la città è immersa nel buio ed è ora di cena. Cominciamo ad essere un po’ stanche.. in fondo è da stamattina che gironzoliamo per la città. Ceniamo in uno strano locale che appartiene ad una catena di fast-food a base di pesce. Ma il piatto che scegliamo si difende bene e anche il dolce che scegliamo per concludere la cena.




Sabato 7 febbraio 2009
Dalla stazione di Hauptbahnhof, che è stata inaugurata nel 2006 ed è un bell’esempio di architettura moderna, prendiamo un treno per la vicina Potsdam, Viaggio è compreso nella fascia prevista dalla BWC.
Potsdam, capitale del Brandeburgo, si trova al confine con Berlino, il viaggio non è breve e questo ci fa capire quanto sia grande questa città. Anche Potsdam fu gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ed è ora stata abbondantemente ricostruita ; per fortuna molti palazzi scamparono ai bombardamenti.
Nel XVII secolo Federico Guglielmo di Brandeburgo stabilì a Potsdam la sua seconda residenza e che residenza! Con la nascita poi del regno di Prussia Potsdam divenne la sede della corte. Fu poi Federico II detto Federico il Grande a metà del XVIII a far costruire la maggior parte dei palazzi che oggi abbiamo la possibilità di ammirare.
Siamo venute qui per visitare il Park Sans Souci, un enorme parco con all'interno vi sono parecchi edifici o palazzi reali molto interessanti. Visitare antiche dimore, soprattutto se le sale sono affrescate, decorate e arredate è una delle nostre attività preferite. Certo la città meriterebbe una visita accurata e attenta ma siamo solo di passaggio e non volevamo rinunciare alla visita dei palazzi di questo parco.
Scendiamo dall'autobus in prossimità del Schloss Sanssouci. Ci rechiamo subito alla biglietteria ma la prossima visita guidata è solo da lì a un’oretta. Che fare? Poco male.. gironzoliamo un po’ per il parco.
Ovviamente Schloss Sans Souci è uno splendido palazzo in stile rococò costruito nel 1745. Tra l’altro Sans Souci sono due parole francesi che significano ‘senza preoccupazioni’.
Di fianco incontriamo il Neue Kammern, costruito nel 1747 che un tempo era l’Orangerie del palazzo Sans Souci e fu poi convertito ed utilizzato come casa degli ospiti (però..) da Federico il Grande. I giardini, essendo inverno, non sono proprio nel loro massimo splendore ma riusciamo a farci un idea di come sono e di come dovevano essere. Dobbiamo fare attenzione perché ci sono parecchie zone gelate, ci manca solo che scivoliamo sul ghiaccio! Più in là troviamo anche la Friedenskirche, o chiesa della pace. La sua costruzione iniziò nel 1845 ad opera di Federico Guglielmo IV, che pose la prima pietra, e terminò nel 1848. La chiesa si ispira a quella di San Clemente a Roma. Di fianco alla chiesa vi è un mausoleo con le tombe di alcuni reali.
E finalmente inizia la nostra visita, ci stavamo un tantino congelando all’esterno. La visita del castello di Sans Souci è guidata nel senso che rifilano a tutti la relativa audio guida e ci inviano a stare tutti insieme e a seguire l’accompagnatrice che non fa altro che aprire e chiudere porte. Non potevamo girare con calma per conto nostro? Se tanto la guida è un nastro registrato!?!? La costruzione del castello fu ultimata nel 1747 e si dice che nessun altro castello rispecchi così bene come questo la personalità di Federico il Grande.
In ogni caso gli interni del palazzo sono molto belli. L’ingresso di marmo di Carrara ci lascia a bocca aperta, immaginarlo con il via vai di dame in abiti sfarzosi, di uomini magari in alta uniforme è forse curioso ma divertente.
Da solo questo palazzo merita il viaggio da Berlino fino a qui. Abbiamo letto, ed è per questo che ci siamo mosse presto questa mattina, che l’UNESCO ha stabilito un limite massimo di 2000 visitatori al giorno e che anche nei periodo di bassa stagione questi biglietti si esauriscono in mattinata.
Di fronte, forse sarebbe meglio dire, dall’altra parte della strada c’è il mulino storico (Historische Muhle) che serviva a dare un fascino, per così dire, agreste al luogo... effettivamente l’Olanda e i suoi mulini sono un po’ più ad ovest. Fu costruito tra il 1787 e il 1791 in perfetto stile olandese. Fu distrutto da un incendio nel 1945 e ricostruito nel 1993 con un nuovo meccanismo.
Ritornate alla fermata dei bus dobbiamo attendere per un interminabile tempo (eh eh eh.. i lussi di Berlino con i tempi di attesa annunciati qui non ci sono). Rimaniamo in piedi sotto questa palina per una buona mezz’ora e quando finalmente arriva l’autobus non siamo sicure di riuscire a muoverci, ci sentiamo come i pinguini del film ‘La marcia dei pinguini’ quando nel freddo inverno covavano le uova e attendevano le compagne. Infreddolite!
La nostra prossima fermata è il Neues Palais Vonj Sanssouci. Questo imponente palazzo barocco fu costruito da Federico il Grande e la costruzione (1763-1769) ebbe inizio solo dopo la guerra dei trent’anni nonostante il progetto risalisse a molti anni prima. Anche qui dobbiamo sottostare alle regole di una visita guidata, ma poiché non parliamo tedesco ci viene fornita la solita audioguida. Non so se è per il tempo che c’è fuori o è d’abitudine ma veniamo dotati tutti di un bel paio di pantofole da infilare sopra alle nostre scarpe. Curioso!
Curiosa e diciamo pure ridicola la sala delle conchiglie (Grottensaal). Di fronte a questo edificio vi è un altro imponente edificio, il Communs, dove vi erano le cucine, un sistema sotterraneo consentiva di far arrivare le pietanze al castello calde.
Sarà per la stagione, per la giornata grigia o per il freddo ma i turisti sono proprio pochi, poco male non abbiamo dovuto fare code e non abbiamo avuto problemi per gli ingressi.
Il parco conserva altri edifici, come il Schloss Charlottenhof, la casa del te cinese e le terme.
Rientrate a Berlino nel pomeriggio, andiamo a Charlottemburg a vedere il palazzo di Charlottemburg. Questo quartiere, prima della riunificazione, era il centro pulsante della Berlino Ovest ed è ancora oggi una zona molto vivace. Percorriamo una via pedonale, brulicante di gente e di negozi, tant'è che ci fermiamo anche noi a guardare le vetrine e Roberta si compera un bel paio di scarpe. Insomma tra una visita e l’altra troviamo anche il tempo per fare un po’ di sano shopping!
Arriviamo al Schloss Cahrlottemburg in tempo per la visita di questo splendido palazzo barocco. Dotate di audio guide (comprese nel prezzo) possiamo girare per il palazzo a nostro piacimento. Se da un lato l’audio guida è interessante da ascoltare dall’altro è di un prolisso da far paura. Tant’è che, nonostante il nostro ampio tempo a disposizione per la visita l’orario di chiusura si avvicina. Permettetemi di dire che su questo aspetto sono un tantino ossessionanti, capisco che hanno voglia di andarsene a casa, ma abbiamo notato che alcuni turisti indietro di qualche stanza rispetto alla nostra visita erano fedelmente seguiti dagli addetti alle sale che, appena loro lasciavano la sala, questi spegnevano le luci e chiudevano le porte!
Il palazzo era la residenza estiva di Sophie Charlotte, la moglie di Federico III. I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1697. Nel corso della storia venne ampliato più volte. Alle sue spalle vi è uno splendido parco che visiteremo domani, ormai il buio è calato sulla città.
Lasciamo così questa zona con la promessa di tornarci domani pomeriggio e prendiamo un autobus per la zona intorno allo zoo di Berlino.
Gironzoliamo un po’ per Kurfurstendamm, una delle strade più eleganti di Berlino. Negli anni che intercorsero tra le due guerre mondiali questa strada brulicava di caffè e ristoranti, adesso ha un'aria un tantino decaduta.
Ci concediamo anche un giro nel centro commerciale KaDeWe (Kaufhaus Des Westerns) a Wittenbergplatz dove il consumismo la fa da padrone. Il piano gastronomico è una cosa spettacolare, delizie da tutto il mondo ed è un costante attentato alla dieta. Si legge che lo slogan del negozio è ‘Nel nostro negozio il cliente è un re, e il re è un cliente’, peccato che per far acquisti in questo posto ci vuole anche un portafoglio da re! È il più grande magazzino in Europa ed è uno di più esclusivi di Berlino, il simbolo del successo della Berlino Ovest. Per molti aspetti mi fa tornare in mente Harrods a Londra. Entrambi sono un esempio di consumismo allo stato puro! KaDeWe è stato costruito nel 1907 ma nel corso del tempo è stato più volte modificato.
Una volta cenato in uno dei tanti locali che offrono cucina di origine araba (siamo due patite del Kebab) decidiamo di farci un giro in autobus. Ci sono due linee di autobus che da capolinea a capolinea attraversano tutto il centro città passando davanti ai principali monumenti della città. Gli autobus su questa linea sono a due piani, come quelli di Londra. Saliamo quindi su uno di questi alla fermata del capolinea di fronte alla stazione Zoologischer Garten. Una signora con due bambini più veloce di noi occupano subito i 4 posti in prima fila al piano di sopra dell’autobus. Pazienza ci toccherà la vista della città notturna dalla seconda fila. Ma una signora ci vede e identificandoci come turiste immagina la nostra intenzione e gentilmente ci cede il posto in prima fila. Molto gentile!
Rientriamo poi in camera stanche e soddisfatte della nostra seconda giornata di visita.

Domenica 8 febbraio 2009
Oggi cominciamo da Alexanderplatz. Ci siamo state più volte durante i nostri giri in autobus serali, ma è giunto il momento della visita diurna. La piazza deve il suo nome allo zar Alessandro I che visitò Berlino nel lontano 1805, originariamente era chiamata Ochsenmarkt , ossia mercato dei buoi. Durante gli anni della DDR era il cuore pulsante della Berlino Est. Un nuovo progetto di riqualificazione dell’aera la vuole trasformare, secondo alcuni, in una piccola Manhattan, è in attesa di realizzazione ma pare manchino i fondi.
Poco lontano c’è Fernsehturn, la torre della televisione, diciamo pure un obbrobrio in mezzo alla città. E’ alta 365 metri e oltre ad essere l’edificio più alto della città e anche uno dei più alti d’Europa.
Sicuramente più suggestiva e in armonia con il resto della piazza è la Marienkirche, la chiesa di Santa Maria. Sebbene la sua costruzione inizio nel 1280 la chiesa venne consacrata solamente nella seconda metà del XIII secolo, insieme alla Nikolaikirche è una delle chiese più antiche della città. La torre campanaria venne aggiunta in seguito, non faceva infatti parte dell’edificio originario. L’interno è molto suggestivo, il pulpito di alabastro scolpito è di una bellezza particolare.
Ci spostiamo poi nella zona di Nikolaiviertel (quartiere di San Nicola), è una piccola zona lungo la Spree dove pare quasi di passeggiare in un'altra città, in un altro posto. Viuzze piccole, case suggestive e pochi turisti. In questa zona ci sono alcune delle case più antiche della città. Nikolaikirche è la chiesa più antica della città che da anche il nome a questo quartiere. La chiesa non è passata indenne alle guerre e nel corso del tempo alcune parti sono state distrutte e poi ricostruire. Oggi la chiesa ospita una mostra di oggetti salvati alla furia distruttiva della guerra.
Ci spostiamo a piedi fino a raggiungere il famoso Check point Charlie. Oggi è rimasta una ricostruzione della cabina che segnava il passaggio del confine con un figurante vestito in divisa. La zona intorno è stata ricostruita pertanto il posto ha perso parte del triste fascino che poteva avere. .
Uno dei libri più belli che ho letto si intitola ‘La spia che venne dal freddo’ di John Le Carrè, come è facile immaginare la sua collocazione, benché opera di fantasia, sia storica che geografica ha un finale drammatico che si svolge proprio a ridosso del muro. Un finale comune a tante persone che cercavano la libertà oltre quel muro.
Dopo questa visita negli orrori di un epoca decidiamo che non ne abbiamo ancora abbastanza e andiamo a visitare il museo all’aperto Topographie des Terrors. A ridosso del museo sorge ancora un pezzo, lungo un ottantina di metri, di quello che era il muro e proprio dove ora c’è il museo durante il Terzo Reich era il luogo in cui sorgeva uno degli edifici più temuti di Berlino, dove aveva sede il quartier generale dei nazisti. Si legge che fu in questo edificio che furono prese le più disumane decisioni che caratterizzarono il nazismo, quali il genocidio degli Ebrei. Dopo la guerra gli edifici furono distrutti e nelle cantine, che servivano come luoghi di tortura, fu allestita questa mostra sui crimini nazisti che io e Roberta abbiamo avuto modo di vedere. Non so come definirlo, ci sono immagini, foto di persone, immagini di morte, visi di gente nel fiore degli anni, di donne, uomini, vite... a fianco una breve testo descrive la loro storia, la loro tragedia. Trascorriamo molto tempo, leggendo, guardando, meravigliandoci di quanto l’uomo possa essere crudele, brutale, chiedendoci come sia potuto succedere, come un uomo possa arrivare a tanto nei confronti di un altro uomo, come possa essere successo e come può ancora succedere perché il mondo non è ancora libero da questi scempi di violenza, da questi esempi di crudeltà e brutalità. Lasciamo questo posto quasi senza parlare, non sappiamo cosa dire, quali pensieri esprimere.

"...
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo.
...
Meditate che questo è stato
..."

Primo Levi – Se questo è un uomo

Sta mattina fa veramente freddo, ce ne accorgiamo perché nonostante ci muoviamo non riusciamo a farci passare il freddo. Arriviamo così nella moderna Berlino a Potsdamer Platz, cuore pulsante della città moderna e scempio di edifici moderni e come sempre dal gusto discutibile. Sebbene sia in corso il Berliner Film Festival in questi giorni non ci siamo mai accorte molto della presenza di questo evento, a Potsdamer Platz invece abbiamo modo di trovarci catapultate in questo evento di fama mondiale.
Questa zona era, negli anni venti, un centro vitale che ovviamente seguì il destino di tanti altri luoghi in questa città: durante la guerra mondiale venne distrutto. Poiché questa zona era vicino al muro per anni rimase li, vuota, senza destinazione. I turisti visitavano la zona solamente per riuscire a vedere, salendo sulle alte piattaforme che ancora c’erano, cosa c’era aldilà del muro. Con la riunificazione il quartiere è stato trasformato in quello che vediamo oggi. Sono stati costruiti grattacieli ora sede di grandi compagnie internazionali. Tra gli architetti che hanno contribuito alla riqualificazione della zona figura anche l’architetto italiano Renzo Piano. I lavori iniziarono nel 1992. Il nome del quartiere deriva da una delle porte di Berlino, per l’appunto Potsdamer Tor.
Ci facciamo un giretto nel centro commerciale Arkaden, nel Sony Center ed infine decidiamo di salire sulla Aussichtsplattform o Panoramapunkt al numero 1 di Potsdamer Plaza. Con la nostra BWC abbiamo diritto ad uno sconto. L’ascensore, a detta del tipo che ci accompagna, è il più veloce d’Europa. Veloce è veloce, ma quello dell’Empire State Building di New York lo è ancora di più. Non glielo faccio presente, caso mai si offendesse e decidesse che me la devo fare tutta a piedi! La vista dall’alto è interessante, abbiamo modo di vedere tutto questo groviglio di modernità. Peccato che la giornata non sia completamente tersa, altrimenti la vista avrebbe spaziato chissà fin dove.
Prendiamo un autobus per spostarci, e ad attraversiamo così il quartiere diplomatico, un susseguirsi di casa e di ambasciate. E' facilmente riconoscibile perché su ogni edificio sventola rigorosamente la bandiera nazionale.
Andiamo al parco dello Schloss, sebbene la stagione non sia la più adatta per visitare un parco. Gironzoliamo fino a raggiungere il Belvedere che ospita una collezione di porcellane tedesche e poi, memori della visita di ieri, ci dirigiamo con ampio anticipo, rispetto all’orario di chiusura, all’ingresso del Neuer Flugerl (sconto con la BWC e solita prolissa audio guida). La visita è stata interessante, vale la pena.

Lunedì 9 febbraio 2009
Il nostro aereo parte all’ora di pranzo, per cui ne approfittiamo per un’ultima visita alla Kaiser-Wilhelm-Gedachtnis-Kirke. Si tratta di uno dei simboli più noti della città e un comitato sta duramente difendendo il campanile dalla distruzione. La chiesa è danneggiata, ma suggestiva anche per questo. E' stata costruita in memoria dell’imperatore Guglielmo. Il campanile è comunque ciò che rimane della chiesa originale che venne costruita tra il 1891 e il 1943. Sebbene il campanile è stato oggetto di ristrutturazione negli anno ottanta oggi necessità nuovamente di interventi di consolidamento e mantenimento. Interventi che purtroppo costano, per questo un comitato raccoglie fondi per poter mantenere in vita questo monumento.
E con questo termina la nostra visita della città. Velocemente riprendiamo l’autobus e rientriamo in albergo a ritirare i nostri bagagli e prendiamo la strada dell’aeroporto. La nostra vacanza sta proprio per finire.
Berlino ... che dire... è una città che merita almeno una visita! Non andarci sarebbe un peccato!


Bibliografia
Berlino - EDT - 5° edizione 2006
Berlino – City Book Corriere della sera – Arnoldo Mondatori Editore - 2005

Testo e foto di

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