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Giovedì, 19 Marzo 2009

Viaggio in Alaska - Seconda parte

Viaggio attraverso l'Alaska con una ‘scappatina' nello Yukon Canadese

ARTICOLO DI

Vagabondo0

Denali Highway

La Denali Highway è una strada sterrata, lunga 216 chilometri che collega Cantwell Junction sulla Parks Highway a Paxson sulla Richardson Highway. Ci permette così di spostarci da ovest ad est in mezzo a splendide catene di montagne che offrono spettacolari panorami: l’Alaska Range, le Talkeetna Mountains e le Wrangell Mountains. Un opuscolo, distribuito gratuitamente all’imbocco della strada ne descrive i punti di interesse.

La parte più spettacolare della strada, è sicuramente quella più ad est, le vedute sull’Alaska Range sono uniche, vuoi perché il tempo in questa zona sembra essere migliore, vuoi perché questi paesaggi selvaggi ci incantano e ci affascinano. I ghiacciai, dell’Alaska Range, il Susina, o il West Fork, le vette del McGinnis (3420 m) del Moffit (3906 m) del monte Hayes (4150 m) e altri ancora vengono immortalati dalle nostre macchine fotografiche. E nelle giornate veramente serene si riesce a vedere anche le Wrangell Mountains.

Percorrendo questa strada incontriamo pochissime auto, nessun motorhome, ma questo era prevedibile, le strade sterrate dell’Alaska non sono pane per i denti, o meglio per le ruote, di queste enormi case vaganti.

Ci fermiamo per pranzo in un area attrezzata, in perfetta solitudine, in mezzo ad un enorme distesa verde di prati che, con il vento e l’azzurro del cielo mi ricordano tanto la campagna toscana.

Ci sono sentieri e piste che partono dalla strada principale, peccato non conoscere la zona, peccato non avere altre informazioni, chissà in che remoti e affascinanti luoghi conducono queste piste. Il fascino del selvaggio, del remoto colpisce anche noi.

Quello che da sempre ci ha affascinato e che non smette di stupirci di questa terra sono tutti questi spazi aperti, lontani, immensi e pensare che in un certo senso sono irraggiungibili, inavvicinabili. Il sentirsi piccoli di fronte a tanta grandezza.


A circa 25 km da Paxson si attraversa un’area chiamata Tangle Lakes Archaeological District. In questa zona sono state trovate molte testimonianze che dimostrano che più di 10.000 anni fa questa zona era abitata.

Arrivati sulla Richardson Highway la prendiamo in direzione nord. Per molto tempo l’enorme serpentone del pipeline ci tiene compagnia. Si tratta del Trans-Alaska Pipeline Terminal, un oleodotto che attraversa tutto il paese da nord a sud, da Prudhoe Bay a Valdez trasportando circa un milione di barili di greggio al giorno, coprendo così il 15% del fabbisogno degli Stati Uniti. Fu costruito nel 1975. Lungo la strada ci sono perfino dei punti di interesse dove una serie di pannelli descrive questo esempio di modernità come se fosse un monumento. Beh certo... un monumento al progresso e allo sfruttamento delle risorse terrene.

Dal 2001 è considerato un obiettivo sensibile per il terrorismo, infatti, fino ad allora era possibile visitare la parte finale di questo oleodotto a Valdez, da quella tragica data non sono più ammessi visitatori. Nel 1978 non lontano da Fairbanks qualcuno, con dell’esplosivo, causò un danno che fece uscire dall’oleodotto circa 670.000 galloni di greggio. Nel 2001 un alcolizzato gli sparo contro con un fucile causando la fuoriuscita di altro greggio.

A Valdez, nel 1989 un incidente causò un vero e proprio disastro ambientale. 11 milioni di galloni di greggio si riversarono nelle acque del Prince Willam Sound, danneggiando 2240 km di costa, uccidendo uccelli marini, otarie, lontre di mare, aquile di mare e milioni di salmoni e pesci. Un bel disastro ecologico!!!

Delta Junction

La nostra tappa di oggi finisce a Delta Junction, dove troviamo un supermercato che vende le fette biscottate per colazione, proprio come quelle che si vendono in Italia! Evviva! Non dobbiamo più spalmare la marmellata su questa sottospecie di pane sintetico! Al supermercato veniamo fermati da un signore di origine est Europea. Sentendoci parlare ha riconosciuto la nostra provenienza Europea. Ci racconta, in un inglese stentato quasi come il nostro, che sono anni che vive in Alaska con la moglie.

Delta Junction, come tante altre cittadine in Alaska e nel vicino Yukon deve la sua ‘nascita’, all’inizio del 1900, alla corsa all’oro.

Nel 1923 furono reintrodotti 23 bisonti provenienti dal Montana. Gli ultimi bisonti, per così dire, indigeni, morirono circa 500 anni prima. Attualmente si contano circa 500 animali nella zona; per questo motivo Delta Junction è anche conosciuta come Buffalo Centre.

Alaska Highway

Oggi ci aspetta un bel po’ di strada da percorrere. Attraverseremo il confine con il Canada ed entreremo così nello Yukon spostando avanti l’orologio di un’ora.

Prendiamo subito la Alaska Highway: l’unica strada asfaltata che collega l’Alaska con il Canada, da Delta Junction a Watson Lake: 2450 chilometri di strada asfaltata. Venne costruita nel 1942 in soli otto mesi sfidando non solo le difficoltà dell’epoca nel realizzare un impresa del genere ma soprattutto le difficili condizioni climatiche del posto. Vi lavorarono migliaia di militare americani e canadesi ed anche molti nativi. A differenza di altre strade in America l’Alaska Highway non è il solito rettilineo. Sono state fatte molte ipotesi sul perché ci siano così tante curve, c’è chi dice che le curve servivano per impedire ai piloti giapponesi di utilizzare la strada come pista di atterraggio, in fondo la seconda guerra mondiale era in corso, oppure chi sostiene che gli stretti tempi per la costruzione impedirono la valutazione e la scelta di percorsi migliori.

Anche la scelta del nome non fu cosa facile, ora il suo nome è Alaska Highway ma per molti rimane Alcan, abbreviazione di Alaska-Canadian Highway.

La strada non è particolarmente trafficata, ci eravamo immaginati un traffico molto più intenso. Incontriamo qualche motorhome, parecchi camion e alcune auto. La strada è tutta asfaltata anche se il manto stradale non è dei migliori e in alcuni punti, a causa dei lavori, alcuni tratti sono sterrati. Questi, purtroppo, sono gli effetti del gelo e disgelo e di quello che viene chiamato permafrost, tipico di queste zone.

Yukon (Canada)

Passare il confine con il Canada non ci ha creato nessun problema. Un doganiere donna ci da il benvenuto nello Yukon e ci augura buon viaggio.

Di tanto in tanto ci fermiamo ad ammirare qualche paesaggio, a fotografare qualche lago, qualche animale, a goderci questi paesaggi e questa immensità.

Per questioni di tempo la nostra visita dello Yukon si limiterà a ben poco, giusto il Kluane National Park. Ma questa immensa regione, grossa circa un terzo dell’Alaska merita di essere conosciuta più a fondo.. sarà per un'altra volta. Non è soltanto un’arida tundra artica, come si è soliti pensare quando si immagina l’estremo nord di questo contienitene, ma è una terra ricca di montagne, foreste e tanta fauna. Insieme ai Territori del Nord-Ovest, avendo entrambi una bassa densità di popolazione, in parlamento non hanno una piena legittimità come gli altri stati canadesi. La regione vive oltre che di turismo, in prevalenza grazie alle miniere di oro, piombo e zinco. Il Klondaike con tutto quello che ha rappresentato per la corsa all’oro qui è una realtà. Non solo per l’architettura di alcuni edifici ma anche per i musei e quanto ancora resta a ricordo di un epoca ormai lontana.

La capitale dello Yukon è Whitehorse, che però noi non visiteremo.

Tanto per curiosità nel mese di febbraio ha luogo la Yukon Quest International Sleg Dog Race, un’altra gara di slitte trainate dai cani che si dice sia una delle più dure ed impegnative. Si percorrono circa 1.600 km in una quindicina di giorni su un percorso che porta da Whitehorse (Yukon) a Fairbanks (Alaska).




Haines Junction (Canada)

La strada costeggia, per molto, l’immenso Lake Kluane, il lago più vasto dello Yukon. Se devo essere sincera, mi aspettavo non solo molto più traffico su questa strada ma anche molti più servizi, invece è in perfetta sintonia con il resto dei due paesi: chilometri e chilometri di nulla.

La prima cittadina che incontriamo e Haines Junction, dove decidiamo di fermarsi per la notte. La piccola cittadina è anche un’ottima base per visitare il vicino Kluane National Park, che però visiteremo al ritorno.


Con la costruzione dell’Alaska Highway, nel 1942 ha inizio, per così dire, la storia moderna di Haines Junction, posta lungo questa strada. Negli anni successivi al 1942, venne costruita la strada lungo il Chilkat Pass consentendo così di collegare Haines (AK) ad Haines Junction su quello che era conosciuto come il Dalton Trail ossia un percorso che un certo Jack Dalton, nel 1897, aveva tracciato basandosi su antichi percorsi indiani per collegare Haines ai giacimenti di oro del Klondike.

Originariamente, prima della costruzione della strada che decretò quindi la nascita ufficiale di Haines Junction, vi era un insediamento indiano conosciuto con il nome di Dakwakada. Un opuscolo, distribuito gratuitamente, ripercorre un po’ la storia degli edifici presenti in città consigliando un piacevole itinerario a piedi.


Il giorno dopo prendiamo la strada in direzione di Haines. Ma subito facciamo una prima sosta al Kathleen Lake. È un lago di origine glaciale contornato dalle montagne.

Il punto più alto della strada è il Chilkat Pass, è quasi strano il paesaggio che abbiamo intorno, cambia continuamente ed in fretta. Gli alberi hanno lasciato spazio a questo straordinario paesaggio montano. La strada non è per niente trafficata, e più di una volta, percorrendo queste strade principali quasi deserte ci siamo chiesti dove fossero gli altri turisti dove fosse tutta la gente descritta su guide e opuscoli. Ma tutto sommato.. meglio così.. Man mano che la strada, dal colle scendo verso Haines le montagne si colorano del verde degli alberi e del bianco dei ghiacciai, questa è una zona molto ricca di ghiacciai e quello che si può vedere percorrendo questa strada è solo la minima parte di quello che questa zona ha da offrire, basti ricordare il non troppo lontano Glacier National Park, un’immensa distesa di ghiaccio.

Haines

Andando verso Haines si incontra la Bald Eagle Preserve è stata fondata nel giugno del 1982 con lo scopo di proteggere la più grossa concentrazione di aquile di mare testa bianca (Bald Eagle) ed il delicato ecosistema del loro habitat. La riserva è formata da circa 48.000 acri di terreno attorno ai fiumi Chilklat, Kleheni e Tsirku. In questa zona vi è la maggior concentrazione di aquile in particolare durante il tardo autunno e in inverno quando c’è anche una significativa concentrazione di salmoni. Com’è noto i salmoni iniziano d’estate, a risalire i fiumi per deporre, le femmine, e fecondare, i maschi, le uova. La loro corsa continua fino all’inizio dell’inverno. Dopo tutta questa fatica i salmoni muoiono diventando così cibo per le aquile. La combinazione di spazi aperti tipica di questa zona e quest’abbondanza di pesce fa si che vi sia, ad Haines, un’altissima concentrazione di aquile tale da fare unica quest’area. Tra il 28esimo ed il 33esimo chilometro della Haines Highway è possibile vedere questo delicato ambiente.


Haines è una tranquilla cittadina situata al fondo di uno dei più lunghi fiordi del nord America. È un posto piacevole, particolare. Haines è circondata dalle montagne e dal mare, alcune di queste montagne sono ricoperte da ghiacciai che arrivano a perdersi nelle acque del mare.

I primi, a parte i nativi Tlingit, ad insediarsi nella zona furono una coppia di missionari accompagnati da un naturalista nel 1879 dando così inizio alla storia di questo paese. Nel 1902 venne insediato il primo avamposto militare permanente dell’Alaska: "Fort William H. Steward" dove ora vi è un centro di arte indiana.


Prima di arrivare da Haines si incontra il bivio per il vicino villaggio di Klukwan. Questo posto, ricco di fascino e di storia, conserva ancora molti ricordi del passato è tiene viva la cultura degli indiani.


Dopo un rapido giro della città andiamo a vedere la zona del lago Chilkoot dove c’è anche un campeggio. Nel centro di Haines ci sono due campeggii, uno solo per i motorhome e l’altro anche per le tende, ma ci siamo abituati un po’ troppo bene ad avere il nostro spazio e la nostra quiete che questo campeggio, un po’ troppo simile ai nostri, con la gente quasi ammassata uno sull’altro, non ci ha convinto per niente. La zona del lago Chilkoot è affollatissima. Il fiume che esce dal lago è un susseguirsi di pescatori. Mi sa tanto che ci sono più pescatori che salmoni lungo le rive di questo fiume. Mentre ci avviamo per tornare indietro dalla bordo della strada spunta un orso bruno, ma subito, disturbato da tutte le auto, fugge nel bosco.

Scegliamo invece il campeggio del Chilkat State Park. È un po’ fuori mano e proprio per questo ci colpisce. Immerso completamente nel verde e nel bosco è un angolo di pace e di silenzio. C’è pochissima gente, c’è da dire che per arrivarci bisogna percorrere una strada sterrata con una ripida discesa.. i motorhome non se la possono permettere!!! Il parco si affaccia sulle acque del fiordo, ci sono bellissime vedute sul fiordo e sul Davidson e Rainbow Glacier. Alcuni avvisi invitano a prestare particolare attenzione perché in zona girano alcuni orsi. Sebbene mi sono già abituata a questo genere di avviso, al calar del buio, quando da sola ho dovuto percorrere un centinaio di metri per andare in bagno.. beh... al minimo rumore aguzzavo la vista. Si sa mai...


Per il giorno seguente avevamo scelto il Mount Ripinsky, una bella camminata che ci portava in punta ad una delle montagne che sovrastano Haines da cui si sarebbe potuto godere di una splendida vista sulle montagne circostanti, sui canali e si sarebbe perfino visto Skagway; così recitava la guida. Ma appena svegli, ci accorgiamo che le nebbie sono basse e gran parte del monte Ripinsky se ne sta nascosto nella nebbia. Così ripieghiamo sul Mount Riley Trail, una tranquilla passeggiata che ci porta sulla punta del monte Riley, le cui viste, dalla sommità sono comunque molto belle. Certo le punte delle montagne sono nascoste dalle nebbie ma nel complesso il panorama non è niente male. Per gran parte del tempo il sentiero attraversa una fitta foresta. Ci sono alberi altissimi e piante che sembrano arrivare da una foresta tropicale con enormi foglie verdi. Quasi in vetta il paesaggio cambia, gli alberi e la foresta fanno posto a bassi arbusti. Seduti su un masso ci godiamo il nostro pranzo.


Prima di lasciare definitivamente questo posto ci fermiamo all’American Bald Eagle Fondation. Ci accoglie il fondatore, un gentile signore che ci racconta un po’ di questo museo, del filmato che proiettano e delle tante aquile che arrivano in questa zona in inverno. Il filmato è interessante, e ci permette di scoprire che a Juneau esiste un centro per il recupero di questi animali, le riprese autunnali di Haines con milioni di aquile ci fanno invidiare tutti coloro che, in autunno, avranno la fortuna di vedere tutti questi animali. Oltre al filmato, il museo è ricco di animali imbalsamati. Sono sistemati in maniera da formare delle splendide scene reali, qualcosa di unico nel suo genere.

Lasciata la Bald Eagle Fondation riprendiamo la strada per il Canada, il nostro obiettivo è nuovamente Haines Junction.


Lungo la strada, quasi in prossimità del Chilkat Pass incontriamo una volpe che corre lungo la strada. La sorpassiamo e ci fermiamo per fotografarla, pensando che lei avrebbe deviato il suo percorso verso l’interno abbandonando così il bordo della strada. Invece niente, passa di fianco alla nostra auto e ci supera. Ci spostiamo avanti un altro po’ e lei nuovamente ci supera. Andiamo avanti così per un bel po’ di tempo, io sarei quasi intenzionata a salutarla e ad andarmene ma Marco è curioso di capire perché continua a correre lungo la strada nonostante la nostra presenza. Beh.. mentre stavamo aspettando che per l’ennesima volta superasse la nostra auto, improvvisamente si avventa su un povero sventurato scoiattolo di terra che passava di li. Ed ecco spiegato il mistero.. stava cercando merenda! Spesso questi piccoli mammiferi si trovano lungo la strada e nonostante il traffico sia molto scarso riescono lo stesso a farsi investire questo qua invece di farsi investire si è fatto sorprendere dalla volpe.

Lasciata la volpe alla sua merenda riprendiamo la nostra strada, ma non per molto. Poco lontano un girifalco sta banchettando con uno altro povero scoiattolo di terra. Giornata nera per questa specie!

È un esemplare di girifalco giovane, il suo piumaggio è ancora in parte marrone con qualche spruzzatina di bianco. È un rapace piuttosto raro. Una volta rientrati a casa, Marco ha contattato il Wildlife Service in Alaska per avere conferma della specie dell’esemplare che abbiamo visto e fotografato. Ci ha risposto un falconiere molto gentile che non solo ci ha ringraziato per la segnalazione dell’avvistamento ma ci ha anche fornito qualche utile informazione e ci ha inviato una foto dell’esemplare adulto, uno splendido rapace dal piumaggio bianco!

Per la notte ci fermiamo al medesimo campeggio di Haines Junction, forse l’unico campeggio. Qualche piazzola più in la della nostra una famiglia di Amish in vacanza con la roulotte ed un pikup. Ma non andavano solo in calesse questi?

I loro abiti parlano di altri tempi. Gli abiti neri delle donne messi a confronto con i miei pantaloni rossi e neri ed il mio pile sembrano appartenere ad ere differenti. Gli uomini poi, con le loro barbe e i loro pantaloni neri con le bretelle mi sembrano usciti dal set di "Witness il testimone". Alla sera si sono ritirati presto nella loro roulotte ma al mattino hanno iniziato a far casino con le loro pentole molto molto presto.





Kluane National Park (Yukon)

L’ONU, ha dichiarato il Kluane National Park fondato nel 1943, patrimonio dell’umanità. È un’immensa area selvaggia (circa 22.000 kmq) in parte inaccessibile che insieme al confinante Wrangell-St-Elias National Park dell’Alaska formano una delle più vaste aree protette del continente nord Americano.

All’interno del parco si possono vedere i campi di ghiaccio non polari più grandi al mondo, risalenti alla prima era glaciale. Ma anche se in prevalenza il parco è ricoperto di ghiacci, ci sono anche montagne, vallate, laghi alpini, foreste e distese di prateria e tundra e tanta tanta fauna selvatica. Alci, capre di Dall (Dall Sheep), capre delle montagne rocciose (mountain goat), orsi, lupi, falchi pellegrini, aquile di mare sono solo degli esempi della fauna che popola questo immenso parco.

Il suo nome, Kluane, nel linguaggio Tutchone significa ‘molti pesci’. Oggi i nativi Tutchone cercano di mantenere vive le proprie tradizioni e di preservare la propria cultura.

Le montagne che formano questo parco e che sono visibili lungo il suo confine appartengono alle St Elias Mountains ed al Kluane Range e vantano picchi con elevazione media di 2500 metri. Al suo interno si trovano le imponenti vette dell’Icefield Range, dove svettano il monte Logan (5950 m), la più alta montagna del Canada ed il monte St. Elias (5488 m) la seconda montagna del Canada.

Abbiamo scelto di percorre il Sheep Creek Trail. La scelta non è stata difficile, non c’era molta altra scelta! Ci sono alcuni altri sentieri ma sono percorribili in più giorni.

Passiamo al Sheep Mountain Information Centre dalla cui balconata si possono osservare le Dall Sheep che pascolano sulla montagna di fronte. Alcuni cannocchiali messi a disposizione del parco agevolano la vista di questi animali.

Il sentiero inizia subito bene con l’incoraggiare il povero turista!All’inizio del sentiero è posta una bella lapide in memoria di una sventurata ragazza che 11 anni prima è morta a causa di un incontro con un giovane orso grizzly. Faccio un rapido conto eh.. ops.. quest’orso potrebbe essere ancora vivo!

Ci incamminiamo lungo il sentiero, incontriamo qualche scoiattolino, qualche uccellino e per fortuna nessun grizzly affamato. Dapprima il sentiero passa nel fitto del bosco per poi uscire allo scoperto nel vallone offrendo fantastici panorami della zona e del Kaskawulsh Glacier. Ad un certo punto come spesso succede con questi sentieri americani, il sentiero finisce e si è arrivati a destinazione. In questo caso siamo arrivati su uno dei tanti promontori in mezzo a questa valle. Potremmo decidere di proseguire e di salire su una delle vicine montagne ma questo significherebbe avventurarsi fuori dal sentiero cosa che non si sa mai bene se gradiscono o meno che venga fatto. Va beh.. intanto ci accontentiamo della gita, pranziamo e facciamo ritorno alla macchina, in fondo abbiamo davanti a noi molti chilometri di strada per raggiungere Tok, nuovamente in Alaska.

Tok

È la prima cittadina che si incontra dopo aver oltrepassato il confine con il Canada, a 147 km dal confine.

Per la cena scegliamo un ristorante molto animato e pieno di gente, ma tutta la cittadina ci pare più animata ed affollata di altri posti.

La storia di Tok inizia con la costruzione della strada nel 1942, originariamente si chiamava Tokyo Camp, ma i successivi eventi storici e i sentimenti poco amichevoli di alcuni abitanti nei confronti del Giappone tramutarono il nome del paese in Tok. E così è spiegato l’origine di questo curioso nome che, per alcuni versi, poteva ingannare e ricordare un nome di origine indiana.



Wrangell S. Elias National Park – Nabesna Road

Il Wrangell St-Elias National Park and National Preserve con i suoi 13mila acri di terra selvaggia insieme al confinante Kluane National Park dello Yukon Canadese forma una grande area protetta dove si ergono aspre montagne, le cui vette spesso superano abbondantemente i 4000 mila metri di altezza, ampie distese di ghiaccio, laghi, foreste e grandi spazi incontaminati. Il parco venne istituito nel 1980 e ancor oggi, due sole strade si addentrano nell’infinto spazio di questo parco: una è la McCarthy Road e l’altra è la Nabesna Road. Entrambe sterrate, entrambe lontano dal mondo reale, con le sue comodità e le sue orde di turisti.

Sebbene questo parco sia di straordinaria bellezza, al pari di altri parchi dell’Alaska avendo poche strutture ed infrastrutture per il turismo è un vero e proprio paradiso per chi decide di visitarlo. Non ci sono, infatti, gli affollamenti di turisti che si possono incontrare al Denali.

Percorriamo un pezzo della Nasbena Road. La strada è lunga 73 km ma in alcuni tratti vi sono dei guadi transitabili solo con un mezzo fuori strada, in ogni caso la parte terminale della strada, la Nasbena Gold Mine è sita su una proprietà privata. La strada offre splendide viste sulle montagne e sulla vastità di questi posti.

Il monte Wrangell, da cui prende il nome il parco, è il più largo vulcano attivo in Alaska.


Lasciata la Nasbena Road riprendiamo la strada asfaltata in direzione di Valdez, poco prima di giungere a Valdez attraversiamo il Thomson Pass. Questa strada, non proprio nelle condizioni in cui la vediamo ora, venne aperta tra la fine dell’estate e l’autunno del 1898 passando attraverso al Keystone Canyon e al Thompson Pass. L’anno successivo le autorità militari adottarono questa percorso come nuova strada militare per arrivare ad Eagle.






Testo di

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Foto di Marco Giovo – Anna Marchisio


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