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Sabato, 2 Maggio 2009

Scozia on the road

Ne abbiamo parlato tanto, seduti ai tavolini del solito pub nella nostra città. Abbiamo studiato cartine e rotte, prenotato voli e ostelli... Non restava che l'ultima cosa da fare: partire.
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Ne abbiamo parlato tanto, seduti ai tavolini del solito pub nella nostra città.
Abbiamo studiato cartine e rotte, prenotato voli e ostelli, comprato zaini e scarpe buone per camminare.
Non restava che l'ultima cosa da fare: partire.
Fine agosto, sei amici, zaino sulle spalle, macchina fotografica al collo e una meta: la Scozia.

Quello che mi aspetto di trovare sono cornamuse, kilt, prati verdi e pinte di birra. La prima cosa che trovo invece è la pioggia.
Arriviamo a Glasgow a metà mattina, ma sembra sempre notte. Una pioggerellina fitta ci accompagna dall'aeroporto fino all'ostello: benvenuti in Scozia!
Il malumore si diffonde tra il gruppo e ci avvolge per tutta la giornata. Con le scarpe sempre più bagnate visitiamo la cattedrale della città e le vie del centro; sarà che la giornata non è delle migliori, ma questa città non ci piace un gran che.
Il giorno dopo ci spostiamo ad Edimburgo, con la speranza che il nostro viaggio e il nostro morale, si risollevino.
L'ostello che abbiamo prenotato è nella strada che costeggia il vecchio castello di Edimburgo, arrivarci a piedi è faticoso, ma ci permette di entrare nell'atmosfera surreale in cui è immersa tutta la città. In questi giorni le strade, le piazze, i teatri ed ogni spazio disponibile sono invasi da una folla instancabile di artisti di strada: è il "Fringe", il festival dello spettacolo.
A tutte le ore del giorno e della notte si possono vedere saltimbanchi, musicisti, maghi, mimi e ballerini. E si possono vedere ovunque, anzi se non si cammina testa alta si rischia di sbatterci contro. Qui le cose da fare e da vedere sono talmente tante che in tre giorni dobbiamo fare i salti mortali: Edinburgh Castel, royal mile, High street, Leith con il Royal Yacht Britannia, il tutto accompagnato sempre da pioggia mista a sparuti raggi di sole.
La sera, dopo la cena tipicamente italiana cucinata in ostello, ci lasciamo incantare dalle atmosfere accoglienti dei pub: birra, musica dal vivo, e, se si ha fortuna, la compagnia di qualche scozzese ubriaco che ti costringe a cantare con lui.
La meta successiva è Stirling, centro strategico di Scozia e teatro di storiche battaglie. La città offre un castello arroccato che domina una vallata sconfinata e il monumento a quello che qui è eroe nazionale: William Wallace. Finalmente riusciamo a scorgere un po' d'anima di questa Scozia: terra di conflitti e animi orgogliosi, di uomini valorosi e prati verde brillante.
E' incredibile come osservare dall'alto queste vallate rigogliose ti catapulti indietro nel tempo di secoli e secoli e ti faccia immaginare ciò che qui è avvenuto, ha fatto la storia, ed ha ispirato decine di film che hanno poi dipinto i colori e i volti di quegli eroi che tutti conoscono.

L'ennesimo viaggio in pullman ci trasporta verso la EastCost di Scozia: Dundee è la città in cui abbiamo scelto di far tappa. Ma i giorni di viaggio cominciano ad accumularsi, e con loro la stanchezza. Arriviamo in ostello esausti. Tanto da riuscire solo ad andare a comprare qualcosa da mangiare e farci una doccia. La sera occupiamo la cucina in comune dell'ostello per due ore, sotto gli occhi sconcertati dei turisti inglesi e giapponesi che ci appellano come "schiavi del cibo". Del resto ci vuole il suo tempo per fare gli spaghetti alla carbonara per tutti!
Il giorno dopo è gia ora di ripartire e questa volta la strada ci porta verso Nord: Inverness sarà la nostra base per visitare il lago di Lochness e alcuni castelli nei dintorni. Passiamo due giorni ad esplorare fiumi, laghi, e castelli: l'atmosfera scozzese qui è più forte che mai.
Uno dei luoghi che toglie veramente il fiato è la camminata lungo il fiume Ness nella città di Inverness. E' un luogo ameno, fuori dal tempo e dallo spazio: fronde di alberi di mille verdi diversi si piegano fino a tuffarsi nelle acque del fiume, ponticelli di legno collegano le isolette in mezzo al canale e pescatori, immobili come statue, stanno immersi fino alle cosce con le canne in mano, ad aspettare le prede.

Appena il sole cala la gente si rifugia nei pub: gradevoli, morbidi, caldi; grandi salotti dove tutti possono sedersi a bere una birra e tirare le somme della giornata. Più stiamo qui e più ci rendiamo conto che la Scozia è una terra dalle mille sfaccettature: schietta e sincera all'apparenza, ma ospitale e accogliente nel profondo.
Per completare il nostro tour dobbiamo visitare la costa occidentale e decidiamo di trasferirci su una delle isole Ebridi: l'isola di Skye. Man mano che ci spingiamo verso ovest i paesaggi si fanno sempre più incontaminati.
La luce eterea del sole, che penetra tra le nuvole basse, colpisce le distese infinite di prati, le valli con i loro fiumi immensi si stagliano immobili contro il cielo con le sue sfumature grigioblu, e dai finestrini del pullman, chi non dorme, riesce a scorgere anche due arcobaleni alla volta, che si intersecano l'un con l'altro.
L'isola di Skye ci offre panorami e passeggiate indimenticabili anche sotto la pioggia che ormai è diventata nostra compagna di viaggio. Percorriamo le coste, attraversiamo i pascoli, scaliamo colline e alture, e la sera esausti ci scaldiamo con boccali di birra rossa, che ormai ha preso il posto dell'acqua.
L'ultima meta da raggiungere è una cittadina affacciata su una baia della costa occidentale: Oban, porticciolo tranquillo e casa di una delle più antiche distillerie di Scozia.
Ora se c'è una cosa che non sono mai riuscita a buttar giù è il whisky, ma visitare una distilleria senza usufruire dell'assaggio finale è quasi oltraggioso, quindi animo in pace e giù, tutto d'un fiato.
Non dico che la Scozia sia riuscita a farmi cambiare idea anche sul whisky, ma quello che ho bevuto qui aveva un sapore, a differenza di quello che ho sempre assaggiato in Italia.

L'ultimo giorno lo passiamo metà in viaggio e metà in aeroporto, con i vestiti sporchi infilati in valigia, i regali per i parenti nel bagaglio a mano, e le macchine fotografiche piene di immagini che non vediamo l'ora di vedere stampate. Salutiamo la Scozia così come l'abbiamo conosciuta: con la pioggia, con un po' di malinconia e con gli occhi pieni delle sue meraviglie.

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