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Martedì, 5 Maggio 2009

Red Centre Australiano - Agosto 2008

Per visitare Uluru e Kata Tjuta (Monti Olgas) abbiamo prenotato dall'Italia un tour di tre giorni con Way Outback Desert Safaris. Il nostro gruppo è composto da 16 persone di varie nazionalità...

Concorso Storie Vagabonde

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Per visitare Uluru e Kata Tjuta (Monti Olgas) abbiamo prenotato dall'Italia un tour di tre giorni con Way Outback Desert Safaris. Il nostro gruppo è composto da 16 persone di varie nazionalità...

Concorso Storie Vagabonde

Questo racconto partecipa al concorso Storie Vagabonde!

Ci sono 1000 euro in palio! Partecipa anche tu inviando i tuoi racconti entro il 25 aprile 2009. Dal 1 al 30 giugno 2009 potrai votare il vincitore ed assegnare il premio: se questo racconto ti è piaciuto, ricordatene!





Arriviamo a Yulara con un volo interno da Perth.

All'uscita dell'aeroporto c'è il pullman della AAT KINGS che porta ai resort.

Siamo tre amiche e alloggiamo all'OUTBACK PIONEER LODGE in una stanza da 4 (42$ a testa).

La camera ha i letti a castello, sono fornite le lenzuola e una coperta di cotone, non ci sono armadietti. I bagni sono esterni e numerosi.

Vicino al lodge ci sono diversi lookout point per vedere il sunrise alle 7,20 am e il sunset alle 6,20 pm.

Per cenare c'è una vasta area con tanti tavoli, BBQ (barbecue) uno in fila all'altro dove gente affamata ed euforica cuoce carne, salsicce e verdura acquistabili in loco. C'è un take-away ma è un po' misero ed un "Salad Bar" ovvero un buffet che per 15$ propone verdura cotta e cruda e frutta.

Ci sono dei biliardi ed un palco sul quale una ragazza sta cantando dal vivo.

Finito di cenare concludiamo la serata al lookout point dove restiamo rapite dal cielo stellato. Le stelle dell'emisfero australe sembrano molte di più delle nostre, in realtà pare che la quantità si equivalga.

Fa freddo. Prima di coricarci riempiamo in bagno un'artigianale borsa dell'acqua calda utilizzando delle bottiglie di plastica.


Al mattino ci alziamo presto per vedere sorgere il sole su Uluru (Ayers Rock) poi ci rifugiamo al bar ristorante dove è allestito un grandioso buffet. Conviene mangiare tanto perché il prezzo è fisso e caro: 28 $ a testa!

Allo Shopping Centre acquistiamo le cartoline e chiediamo informazioni sul Scenic Flight con l'elicottero ma i velivoli sono già tutti prenotati. I negozi di souvenir non hanno niente che attiri la nostra attenzione.

Al supermercato ci sono i cappelli con la rete per le mosche, ma fortunatamente ce ne sono pochissime.

Per visitare Uluru e Kata Tjuta (Monti Olgas) abbiamo prenotato dall'Italia un tour di tre giorni con Way Outback Desert Safaris. Il nostro gruppo è composto da 16 persone di varie nazionalità. Viaggiamo su un pulmino particolare a quattro ruote motrici.

L'organizzazione fornisce le provviste, noi dobbiamo preparare colazione pranzo e cena nelle aree attrezzate.

Visitiamo il Cultural Centre dove pannelli ricchi di fotografie spiegano la cultura aborigena e fauna e flora del luogo, poi veniamo condotti alle pendici di Uluru per percorrere a piedi il perimetro di 8 km. Bisogna fare attenzione ai cartelli che ogni tanto sono posti lungo il percorso e che indicano di non scattare fotografie. Ci sono dei punti talmente sacri che è proibito: l'area nella quale è vietato è delimitata dalla visibilità di questi pannelli verticali. Fintanto che sono visibili non si può, appena scompaiono dalla vista si può.

Ovviamente le pareti più belle sono quelle non fotografabili.

Uluru è davvero enorme e girando attorno al monolite si scopre che ci sono profonde insenature tra le rocce, caverne, pareti diversamente modellate e ripidissime.

La scalata di Uluru non è gradita agli aborigeni ma è consentita, se c'è vento forte però è interdetta.

Sosta "sunset-aperitivo" con salatini e spumante in un ampia area di parcheggio zeppa di pullman delle varie società che organizzano tour. Sembra un "circo" ma visto che siamo qui fotografiamo volentieri Uluru che cambia colore col calar del sole.

A circa metà strada tra Uluru e Kata Tjuta viene allestito il campo per la notte. Ci attende la "prova SWAGS" ! Gli Swags sono nati con gli "Swagsmen", uomini che giravano il continente in cerca di lavoro con l'equipaggiamento per dormire. Dopo cena indossando tuta termica, pile, sciarpa, cappello di lana e guanti ci infiliamo nel sacco a pelo sistemato dentro lo Swag e vicino al fuoco ci addormentiamo sotto le stelle.



Buongiorno! Abbiamo dormito bene? Sì!!

Smontiamo il campo, facciamo colazione e ci avviciniamo a Kata Tjuta per vedere l'alba.

I Monti Olgas sono tanti "panettoni" di roccia rossa che sembra sgretolata.

Per l'ingresso vale lo stesso biglietto utilizzato per visitare Uluru (compreso nel costo del tour). Durante il percorso, facile e vario, avvistiamo un canguro: ha un musino delizioso, ci guarda poi si allontana saltando. Dopo pranzo facciamo una sosta alla Kings Creek Station dove ci sono dei recinti con emu e canguri, poi ci addentriamo nel bush per trascorrere la notte in un'area attrezzata. Il bagno è lontano un centinaio di metri ed è un baracchino di lamiera senza porta; anche la doccia, funzionante con una caldaia a legna, è un casotto di lamiera senza porta. Ceniamo con un gustoso pollo preparato sul barcecue e riso stufato sul fuoco. Imbacuccate come il solito dormiamo negli Swags disposti intorno al fuoco.



Oggi visiteremo Watarrka (Kings Canyon) facendo un percorso di 4,5 km (circa tre ore).

Sono raccomandate good shoes e almeno 1,5 litro d'acqua. Noi calziamo sandali da trekking, vanno benissimo.

Questo percorso è ancora più bello degli altri. Il primo tratto è in salita lungo una faticosa scalinata finita la quale proseguiamo attraverso dei "panettoni" rocciosi simili a quelli dei Monti Olgas, attraversiamo la Valle dell'Eden che porta con la fantasia all'era Jurassica, tanto che se improvvisamente spuntasse fuori un dinosauro non ci meraviglierebbe affatto, poi ci fermiamo su un plateau dove la nostra guida tira fuori una scatola di biscotti assortiti sui quali ci avventiamo. Poco più avanti ci ritroviamo sul bordo del Canyon che è stupendo. Lo costeggiamo tutto fino al punto nel quale inizia la spaccatura e passiamo sull'altro lato che offre una vista mozzafiato sulla parete a strapiombo del Canyon. I colori variano dal sabbia all'ocra al rosso ruggine.

Lasciato il Canyon partiamo per Alice Springs percorrendo il primo centinaio di km sobbalzando su una strada sterrata.


Veniamo accompagnati ai rispettivi alloggi. Noi dormiamo al Desert Rose Inn che dopo due notti nel bush ci sembra oro. Costo della tripla 80$.

In città girelliamo per la Todd St. dove ci sono molte gallerie d'arte aborigena, negozi di souvenir e ristorantini. Ceniamo al Red Ochre Grill dove consumiamo un'ottima zuppa di cavolfiore ed una tenera e saporita bistecca di canguro accompagnata da un buon Shiraz-Cabernet australiano spendendo 28$ a testa.



La seconda domenica del mese ad Alice Springs c'è il mercato ma, a parte la simpatica atmosfera, non è un granché. I negozi di vestiario da cowboy invece attirano la nostra attenzione. E' una bella giornata, fuori si sta bene.

Un sentiero costeggia il fiume per 4,5 km fino alla storica Telegraph Station visitabile per 9,80$ a testa. La Stazione è interessante e ben conservata, perché dà un idea di come vivevano i primi coloni qui, in mezzo al niente e lontano da tutto e tutti. La visita, benché non fondamentale, è resa gradevole anche dalla passeggiata per raggiungerla.

D'altronde si sa che in Australia è la natura il vero must, ma va detto che quello che hanno lo valorizzano al massimo.

In città deambulano parecchi aborigeni. Ciondolano sui marciapiedi, sono sporchi e maleodoranti, i vestiti sono sbrindellati e sono scalzi. E' una visione molto triste.

Abbiamo notato che in città girare scalzi nei negozi e supermercati è un'abitudine comune per gli australiani, anche per i bianchi. Forse è l'unica eredità lasciata loro dagli aborigeni.


Per cena questa sera abbiamo prenotato al Bojangles, un Pub reso veramente singolare da quello che c'è all'interno: stivali che pendono dal soffitto, un coccodrillo, moto d'epoca, una cassaforte come quelle dei film, un trenino elettrico che percorre tutte le stanze su pista, una grossa teca che contiene uno scheletro umano che cavalca una moto e tre serpenti vivi che sonnecchiano, sgabelli con le selle da cowboy e ancora tante cose particolari e curiose. Tutte e tre ordiniamo il Bo's Aussie Outback Mixed Grill: polpette di coccodrillo (piuttosto insipide), filetto di canguro (buono), medaglione di bufalo (eccellente), salsiccia di emu (buonissima e saporita) ed una stopposa polpetta di cammello, serviti con patatine fritte o purè e insalata mista. Costo 26$ a testa.

Con un buon Merlot brindiamo al nostro viaggio! Cheers!


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