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Mercoledì, 6 Maggio 2009

Abbazia di San Pietro al Monte

Capolavoro di architettura pre-romanica lombarda.
Questo è un viaggio particolare, un viaggio per sentieri agresti e montani, un intreccio tra storia secolare e leggende di luoghi lombardi...

Concorso Storie Vagabonde

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Abbazia di San Pietro al Monte: capolavoro di architettura pre-romanica lombarda

Questo è un viaggio particolare, un viaggio per sentieri agresti e montani, un intreccio tra storia secolare e leggende di luoghi lombardi, di luoghi poco esotici, direi quasi sottocasa, a volte percorsi a volte impegnativi, ma sempre vivi ed emozionanti.


Si narra che Desiderio, re dei Longobardi, a ragione di alcuni avvenimenti, convertitosi al cristianesimo, fondò il complesso monumentale di S. Pietro al Monte. Ma se questa può essere solo leggenda, certa è invece la presenza a Civate (Lc) dei benedettini nel IX secolo che edificarono l'abbazia di S. Pietro al Monte.

Il complesso è raggiungibile a piedi dal paese in circa un'ora di cammino lungo un sentiero montano (si raccomandano calzature comode). Possiamo partire da due diverse "porte": ambedue i sentieri convergono nella mulattiera che parte dalla frazione Oro (segnavia n.10). Il tracciato, dapprima quasi pianeggiante, via via aumenta di pendenza fino al monastero. E' questo un sentiero ben curato, coperto da una fitta boscaglia che offre riparo anche in giornate particolarmente calde.


Chi volesse proseguire dopo la visita, con un'altra ora di cammino, può raggiungere il rifugio SEC sul monte Cornizzolo, che offre un servizio di ristoro, oppure può fare una passeggiata verso il "Buco della sabbia", una grotta utilizzata nel 2500 a.C. come necropoli.


Giunti in prossimità della meta, si incontra la porta di ingresso dove un cartello ricorda a tutti le norme di buona educazione per l'accesso in un luogo ancora consacrato.


Il complesso architettonico si svela gradualmente: qui la bellezza della natura si unisce alla creatività dell'uomo: dapprima appare la sagoma dell'oratorio di San Benedetto: una bella struttura in pietra, su pianta a croce semplice, lineare ed elegante nell'armonia delle sue proporzioni. L'interno è spoglio, ma le pareti presentano tracce di intonaco. Probabilmente un tempo era tutto affrescato, ma oggi l'unico elemento decorato è il piccolo altare, che presenta tre lati con immagini sacre.


A lato dell'oratorio saliamo sullo scalone, intriso di storia millenaria, fino a giungere l'ampio atrio semicircolare, che circonda come un abbraccio il corpo principale della basilica. Le belle finestre a bifora che incorniciano il paesaggio, giocando con la luce del sole, creano uno spazio di penombra, sottinteso invito a una piacevole pausa e a godere, nel contempo, del suggestivo panorama verso valle. Sopra il portale un affresco con le figure di San Pietro e Paolo che ricevono da Cristo il Vangelo e le chiavi, simbolo del potere della Chiesa.


Entriamo nel piccolo ambiente che precede la parte principale; risulta evidente che non si tratta di un semplice vano di passaggio bensì è caratterizzato da un ciclo di affreschi, in gran parte conservato, che trasmettono con forza il messaggio morale e teologico cristiano.

In sintesi le figure ci dicono: Cristo ha affidato alla Chiesa (san Pietro, san Paolo, i papi) la sua parola di vita; chi l'accoglierà, ricevendo il Battesimo e vivendo secondo le virtù (teologali e cardinali) sarà degno di accedere alla Città Celeste, alla salvezza eterna in Paradiso.




La parte interna si presenta con una forma molto semplice: una pianta rettangolare con una sola navata, ricoperta da una tetto sostenuto da travi a vista. Sorprendono le decorazioni che ornano gli archi, le colonne, gli spunti iconografici rappresentati nei bassorilievi, i disegni stilizzati ed i motivi orientaleggianti.


Nel presbiterio, sopra l'altare si trova un ciborio di rara bellezza: gli altorilievi in stucco rappresentano episodi della vita di Gesù e sopra i capitelli delle quattro colonne, sono modellati i simboli degli evangelisti.

Il frontone volto alla navata mostra in bassorilievo il Cristo morto in croce, con gli occhi aperti e il volto sereno, affiancato dalla Madonna e da San Giovanni, rispettivamente simboli della Chiesa e dell'umanità, mentre in alto, accanto al capo di Cristo, il sole e la luna, simboli dell'intero universo.


Sui lati troviamo la Resurrezione, poi il Cristo in trono circondato da una mandorla sostenuta da due angeli. Nella parte interna della cupola, ai quattro angoli, i quattro angeli dell'Apocalisse che trattengono i quattro venti della terra, al centro un agnello circondato da diciotto figure umane, i beati, di cui otto in veste bianca e dieci con un mantello di porpora sulla veste candida. L'insieme pittorico e architettonico dà luogo a una interessante ipotesi basata sui numeri e segni che danno vita a interpretazioni simboliche di cui la cultura medioevale era ricchissima!


Sin dalla più lontana esperienza religiosa dell'uomo, il cerchio è stato simbolo del cielo ed il tetragono, o quadrato, ha significato la terra. Da questo si evince che l'arco a tutto sesto, che domina i vuoti della struttura romanica, come innesto di un cerchio in un tetragono, rappresenta il luogo dell'incontro tra il cielo e la terra.



Anche i numeri rivestono una importantissima funzione simbolica: Uno, come unità di Dio, Due, simbolo di Cristo, Tre, indice di perfezione dello spirito e di trinità, Quattro, simbolo del mondo, Cinque, numero di terra come le cinque parti che la compongono.

In tal modo, tutta la struttura architettonica intreccia simboli di forme e di numeri. Il corpo centrale della basilica, la parte più antica, è distinto dall'apertura a tutto sesto (ingressi e monofore) come se volesse ribadire il concetto dell'unicità del Dio cristiano. Il porticato semicircolare coperto, o pronao, si distingue per il ripetersi di snelle bifore, simboli di Cristo.


Arrivati in cima allo scalone d'ingresso si incontrano due gradoni (Cristo), poi un gradone unico (Dio), quindi tre gradini immettono nella chiesa (Trinità). Il significato teologico è immediato: è Cristo che guida l'uomo al Dio cristiano distinto in Padre, Figlio e Spirito Santo.

E ancora: sette sono le categorie poste sulla parete di fondo, accresciute di due con i cherubini e serafini del catino absidale: nell'insieme si richiama la simbologia numerica col sette , il due e il nove.


Volgendoci verso l'uscita dalla chiesa incontriamo un affresco molto bello, altro gioiello presente in questa chiesa, ispirato ai miti dell'Apocalisse sul tema della lotta contro il male: quel drago a sette teste che da sempre minaccia le esistenze umane. Il male sarà sconfitto: sono visibili, sotto il drago, alcuni piccoli diavoli che precipitano in basso.


La transenna della scala che scende alla cripta è all'esterno completamente lavorata in stucco. Il racconto iconografico, esprime, in tre quadri successivi, una profonda riflessione culturale e teologica. Il primo quadro, costruito in una cornice di viticci in bassorilievo, mostra due animali, un grifone ed un leone che mangiano delle foglie che scaturiscono da un calice rituale. E' la rappresentazione originaria del mondo, il caos iniziale in cui l'uomo (raffigurato dal leone) ed il grifone alato (simbolo di forze misteriose) convivono e si nutrono indistintamente di una vita che sgorga dalla fonte primitiva rappresentata dal calice, radice della vita.

Nel secondo quadro, la vita si trasforma attraversando una maschera, cioè si umanizza ed i leoni si nutrono dei frutti prodotti da questo processo ma questo non può bastare all'uomo per superare il vizio originario figurato dal peccato originale: un serpente, attorcigliato su un albero, tiene nelle fauci una mela.

L'ultima immagine rende il senso di salvezza dell'uomo. I leoni non si cibano più del frutto della vite, ma del simbolo di Cristo, il pesce e per questo acquisiscono le ali, simbolo di spiritualità e si trasformano, nella parte terminale del corpo, in pesci. È la figura del cristiano destinato alla dimensione eterna. Metamorfosi totale dell'uomo divinizzato.


Con semplicità assoluta, in tre bassorilievi, l'artista-teologo ha sintetizzato la storia dell'umanità nella prospettiva cristiana e ci lascia solo immaginare quale dovesse essere la magnificenza e complessità intellettuale del messaggio offerto dall'intero ciclo di affreschi ed immagini all'interno della navata!



La discesa nella cripta, luogo nascosto che suscita sempre una sensazione di mistero, riserva un'ulteriore emozione; la parte più antica e originale di tutto il complesso è dedicato alla Madonna, movimentato da una serie di agili colonnine e valorizzata da preziosi bassorilievi che un tempo, insieme agli affreschi, dovevano rivestire gran parte delle superfici.

Rimangono alcune decorazioni nella parte absidale: una porzione della scena della presentazione di Gesù al tempio, la profetessa Anna e Simeone accolgono il bambino e altri episodi della vita di Gesù tra cui Cristo in croce affiancato da S. Giovanni e la Madonna.


Sopra, nella lunetta, è presentata l'Assunzione: la Madonna è stesa su un letto dormiente, tutt'attorno stanno gli Apostoli col Cristo. Un baldacchino copre la parte sinistra della scena e su di esso è costruita la Città Celeste con estrema sinteticità.

Vari personaggi portano una torcia accesa da cui pende un contenitore d'olio. Tra essi, una Santa Agnese dai tratti finissimi, racconta ancora oggi la maestria, l'amore e la fede degli anonimi artisti-decoratori.


La visita si avvia alla conclusione e ci lascia nell'animo lo stupore regalatoci da questa perla conservata sul monte, quasi nascosta ai tanti occhi abbagliati ed immersi nel frenetico e convulso vivere quotidiano.


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