Marocco - Città Imperiali e Sahara
12 Giorni - 11 Notti

26 Dicembre 2018

Viaggio passato

Marocco - Città Imperiali e Sahara - 26 Dicembre

Viaggio Passato: 26 December 2018

Ehy, Vagabondo! Stai guardando un viaggio passato.

26 Dicembre 2018    12 Giorni - 11 Notti

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VittòVaga

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VittòVaga

ciao Gigi! che bello siamo gia' a quota due, di che ti occupi nella vita? hai mai viaggiato con Vagabondo?:)

Gio 04/10/2018 - 22:59 Collegamento permanente

nella vita faccio l’agente di commercio di prodotti per l’industria

ho viaggiato con vagabondo il natale scorso, cambogia e thailandia con alessia

Dom 07/10/2018 - 21:27 Collegamento permanente

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GioviPN

GioviPN

Hola....io sarei la numero 2 ...*DANCE* sperando che il viaggio si farà 

Sab 06/10/2018 - 08:54 Collegamento permanente

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VittòVaga

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VittòVaga

ciao Giovy, si dai siamo fiduciosi!:) di che ti occupi nella vita? un caro saluto dalla doc!

Sab 06/10/2018 - 11:05 Collegamento permanente

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VittòVaga

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VittòVaga

Marocco terra di contrasti: atmosfere mediterranee ed atlantiche, imponenti montagne innevate e distese desertiche, piogge torrenziali e aridità, uniformi colori ocra e verdi smaglianti, fitte foreste di conifere e palmeti tropicali. Contraddizioni infinite dividono anche gli uomini : nel complesso mosaico di genti ed etnie si trovano berberi divisi in decine di clan, pastori nomadi delle regioni aride e contadini delle terre umide, arabi e discendenti di ebrei spagnoli convertiti, pronipoti dei neri arrivati dal Sahara o dei pescatori provenienti dalla penisola iberica...del resto il Marocco per la sua posizione geografica è sempre stato un ponte fra Oriente islamico ed Occidente cristiano, fra un Nord europeo e un Sud africano.

Un mondo di suoni: un viaggio in Marocco è anche un'esperienza sonora, suoni non di rado incomprensibili, di parole dette e cantate, di voci, di musiche, di ritmi, di gesti, di danze che incantano chi assiste ad una festa religiosa o contadina, chi vagabonda in  un suq, chi entra semplicemente in un caffè in cui c'è una radio accesa.

I santi dell'Islam: viaggiando per il Marocco è impossibile sottrarsi alla visita di quei punti bianchi dispersi nella campagna, piccoli edifici a cupola, anonimi sotto il profilo architettonico ma ricchi di anima. Sono le tombe dei marabout (termine che serve a designare anche lo stesso edificio), cioè di quegli uomini saggi e pii che hanno illustrato la comunità e di cui la comunità stessa vuole conservare il ricordo, "garantendosene" la protezone. Nelle città gli stessi assumono forme di costruzioni complesse e riccamente decorate. Ciò può sembrare starano per una religione che sottolinea il proprio intransigente monoteismo e che non contempla alcun intermediario fra il credente e Dio. Oltre che marabout o murabit vengono chiamati anche awliya ovvero ossia protettori, amici, patroni. Chiamarli "santi" è più che tradurre, tradire, pur se queste figure possiedono alcuni contenuti in comune con una nostra certa devozione popolare. Le feste che è possibile incontrare attraversando il Marocco sono i cosiddetti moussem ossia grandi raduni popolari  dove la dimensione religiosa si mescola a quella ludica, si prega e si balla, si legge il Corano e si raccontano storie fantasiose.

I giardini delle delizie: come in tutto l'Islam, anche in Marocco il giardino è prefigurazione e proiezione sulla terra del paradiso promesso agli eletti, luogo in cui immagini, suoni e profumi fanno intravedere al fedele le delizie dell'aldilà. E l'acqua è al centro del giardino: acqua che irriga e rende fertile un terreno chiuso, separato dal deserto, che lo rinfresca e lo anima di suoni, lo arricchisce di frutti, ne accresce la dimensione religiosa e lo trasforma da oasi di piacere  a dimora dello spirito. Lo schema del giardino islamico si riallaccia al Corano, quello che nel Libro è definito come Giardino delle Delizie è il luogo di luce eterna in cui l'angelo Gabriele conduce Maometto nel suo viaggio notturno ed è bagnato da quattro ruscelli di acqua pura, di latte, di vino e di miele (Sura 47:15). E i quattro fiumi del paradiso si ritrovano nella tipologia  di giardino importata in Marocco dai Musulmani di Spagna, con due canali che si intersecano in un bacino di raccolta centrale e quadripartiscono lo spazio cintato e coperto di oliveti e frutteti. 

Mer 17/10/2018 - 11:51 Collegamento permanente

ciao, bellissime foto, solo queste fanno venire una gran voglia di partire ;-)

AAA cercasi volontari per questo viaggio

Gio 18/10/2018 - 10:49 Collegamento permanente

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VittòVaga

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Dici bene Gigi! Dai ragazzi questo viaggio ci riempira' gli occhi, il cuore e la pancia :)...iscrivetevi!

Sab 20/10/2018 - 07:29 Collegamento permanente

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VittòVaga

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VittòVaga
Lun 22/10/2018 - 11:07 Collegamento permanente

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VittòVaga

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VittòVaga

Costruita su una penisola rocciosa protesa verso l’Atlantico, Essaouira è un crocevia tra il Nord Africa e il Mediterraneo. Circondata da mura di pietra dorata, mescola blu brillanti e abbaglianti bianchi con migliaia di djellabas appesi nei negozi e montagne di spezie policrome in bella mostra. Essaouira (l’antica Mogador) è la destinazione più bohèmienne del Marocco e la più bella città costiera, dalle caratteristiche uniche, ad iniziare dalle sue candide case dalle finestre di un inconsueto azzurro brillante. I bastioni di Essaouira si trovano dove la Medina incontra l’Atlantico. Possente forte costruito dai Portoghesi nel 1506, fu riprogettata nell’aspetto attuale nel 1760 dall'ingegnere francese Theodore Cornut (a cui si deve anche un’altra perla architettonica, Saint-Malo in Bretagna), chiamato dal sultano Sidi Mohamed Ben Abdallah, che aveva deciso di dirottarvi il traffico commerciale per punire la ribelle Agadir. Le sua mura con grandi bastioni, le poderose fortificazioni sull’oceano munite di enormi cannoni (la Squala), la linearità e la larghezza delle sue strade principali sono del tutto inusuali per una città musulmana. L’atmosfera, rilassata e misteriosa, è unica in tutto il Marocco. Ci sono splendide viste dai bastioni, specialmente al tramonto quando si può guardare il sole affondare nel mare o al mattino presto quando le piccole barche azzurre e i pescherecci fanno ritorno al porto.

Nel XVIII secolo è stata enclave commerciale sulla strada da Timbuctú all'Europa, protagonista acclamata dell'Otello di Orson Welles e colonia hippie negli anni '60 e '70, fu il luogo dove si riunirono numerose comunità hippy che ospitarono tra l'altro artisti come Jimi Hendrix, Frank Zappa, Bob Marley, Sting.Ad attirare Jimi Hendrix a Essaouira fu la ghnawa, musica introdotta in Marocco dagli schiavi neri.

La Medina di Essaouira è patrimonio mondiale dell’UNESCO, con il suo mix di stili marocchini e europei.

Essaouira nel cuore di una fitta foresta di 600 ettari composta principalmente da alberi d’Argan, protetta da una spettacolare duna naturale, si affaccia con 4 km di spiaggia sull’Oceano Atlantico.

L’olio di Argan è un olio naturale che viene raccolto dai frutti dell’albero di Argan o Argania Spinosa. Questa pianta nasce unicamente nella regione del Souss, a Sud Ovest del Marocco, tra le province di Essaouira, Taroudant e Tiznit, al confine con il Sahara occidentale. L’area in cui cresce la pianta di Argan è protetta dall’Unesco che l’ha proclamata nel 1998 Riserva della Biosfera.

I frutti dell’Argan vengono raccolti durante la stagione estiva. In passato gli allevatori di capre permettevano loro di arrampicarsi sui rami nodosi degli alberi per nutrirsi di questi frutti, di cui andavano ghiotte. Del frutto mangiato venivano poi espulsi solamente i semi. Ed erano questi che tradizionalmente venivano usati per produrre l’olio di Argan. Nonostante questa tecnica avesse il il duplice scopo di nutrire le capre (che avevano poco altro da mangiare) e facilitare la germinazione di nuovi alberi, è ormai caduta in disuso e ad oggi vengono utilizzati quasi solamente i frutti interi perché l’utilizzo nella produzione dei semi digeriti ne altera fortemente il gusto. I frutti raccolti vengono poi messi ad essiccare al sole per alcuni giorni e poi viene separata la polpa dai noccioli. I noccioli vengono poi spaccati a mano con l’aiuto di pietre per estrarne la mandorla, che viene macinata a pietra. La pasta marrone che si ottiene viene infine lavorata a mano per estrarne l’olio. Questa pagnotta marrone, quasi interamente asciugata dell’olio, è usata come mangime per gli animali o per il confezionamento di saponette. Tutto il processo di lavorazione, dalla raccolta alla vendita, dà lavoro a migliaia di donne berbere che si riuniscono in Cooperative, aiutando con la loro attività lo sviluppo delle aree rurali del Marocco dove viene coltivata la pianta. La coltivazione e la lavorazione dell’Argan hanno portato anche all’emancipazione di queste donne e al miglioramento delle loro condizioni di vita e del loro livello culturale, grazie a corsi di scolarizzazione organizzati all’interno delle Cooperative.

Lun 22/10/2018 - 15:05 Collegamento permanente

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