Oman On The Road - 26 Dicembre

Cari Vagabondi e care Vagabonde in ascolto,

ho ricevuto diverse richieste che mi spingono a fornire qualche chiarimento: questo viaggio è funzionante e attivo al 100% e aspetta soltanto le vostre iscrizioni! La partenza sarà confermata appena avremo 4 iscritti (siamo già a 2). Nel frattempo, però, Vagabondo ha già acquistato i voli e prenotato le auto a noleggio mentre io, come DOC, mi sono occupata delle prenotazioni degli hotel, del campo tendato nel deserto e dell'escursione in barca alle isole Daymaniyat. Tutto è rivedibile e personalizzabile in base ai gusti individuali e del gruppo, ma c'è una base solida di prenotazioni che ci consentiranno di non "rimanere senza" - anche se il gruppo è ancora in formazione. Ho anche contattato un paio di posti per assicurarci una cena festosa per l'ultimo dell'anno. Questo gruppo e l'altro, che parte insieme a noi con gli stessi voli (il 26 dicembre), svolgono lo stesso programma e si incroceranno in diverse occasioni - sicuramente anche il 31 dicembre. L'altro gruppo, però, è già al completo, quindi questa è la vostra (ultima) occasione :P

Ricordo che ci sono ancora 8 posti con partenza da Orio al Serio e un posto con partenza da un altro aeroporto a richiesta. Per i voli, tuttavia, dovete contattare lo staff - non è il DOC che se ne occupa!

Tutti coloro che sono disponibili a fare da guidatori non manchino di segnalarlo allo staff in fase di iscrizione :D

Allora, andiamo?

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Proprio adesso sul 35 del digitale terrestre (Focus) si parla delle meraviglie naturali dell'Oman. 

Fino al ventesimo secolo, ci volevano settimane di viaggio difficile e pericoloso via terra per andare da Muscat all’interno dell’Oman – per non parlare delle difficoltà di viaggiare fino alla moderna Arabia Saudita, percorrendo centinaia di chilometri di deserto. Al contrario, le vie di mare che collegavano Muscat con la Persia a nord, o a est con l’India, e a sud con l'Africa, erano più facili – e i luoghi che si raggiungevano più ricchi e interessanti. Ecco perché Muscat è stata per secoli la finestra della penisola arabica sull'Oceano Indiano, e questa stratificazione culturale si respira ancora oggi nella città. Senza dimenticare l'influenza delle potenze coloniali, soprattutto quella portoghese, che si sono stabilite qui nel corso dei secoli.

 

Questo piatto dà l’idea della ricchezza e varietà etnica e culturale che si respira a Muscat. In alto, l'Omani Shuwwa, un agnello tipico omanita, cotto sottoterra (o meglio, sotto sabbia). Nel piatto colorato vediamo, invece, in verde, il sombé, uno stufato di manioca originario del Congo. Anche lo stufato di agnello rosso speziato è un altro favorito congolese: mchuzi wa nyama. I fagioli sono mahraagi, fagioli in stile Zanzibar, e il pane è chapati, di origine indiana. Per finire, a lato c'è il bamooni, un peperoncino molto piccante, chiamato “scotch bonnet”, originario dei Caraibi. Si capisce che è ora di pranzo?

Che temperature si aspettano in quel periodo? E quando visiteremo Jabel Shams? Nel deserto? Grazie ancora