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Conoscete un posto come questo...?

Ciao a tutti.
Mentre vi scrivo sto ascoltando una musica bellissima per portarmi al relax assoluto. E ci sono riuscito.

Dopo giorni di lavoro e persone con cui non amo stare e tensioni in tutto il corpo, stamattina sono riuscito a rilassarmi e anche a fare degli esercizi di tai qi quan che mi hanno deliziato corpo e mente.

Proprio alla mente mi sono balzati pensieri di grandi prati e persone semplici che vanno verso di te con armonia. Cibi semplici da mangiare. Vestiti poveri e tempo da dedicare alle proprie sensazioni.

Quello che vi chiedo, dalle vostre esperienze di viaggiatori, esiste un posto come questo?

Sono stufo di vivere nelle grandi città italiane, con tutto questo soffocare. Non trovo più un senso in questa vita se è il lavoro che deve dettare come devo vivere.

Grazie a tutti per la partecipazione

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maxlovegods

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lauri

lauri

....e già, posso capirti... ;)

Sab 13/12/2008 - 12:10 Collegamento permanente

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Pan87

Pan87

Come ti capisco...mi fa comunque piacere che non sono il solo a vivere questi stati d'animo.A causa dell'indifferenza della gente non parlo mai di queste cose.Comunque mi dispiace non conosco nessun posto come questo,l'ho visto solo una volta in occasione di un festival celtico ;) .Ma un posto dove si viva in questo modo non so se esista...in caso lo trovassi te lo verrò a dire.ciao

Dom 14/12/2008 - 22:00 Collegamento permanente

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Sailing

Sailing

Ciao, non vorrei rompere le uova nel paniere della poesia, però nelle campagne del Laos ci sono stato pure io... allora, se uno vuol passare una bella vacanza rilassante a contatto con gente semplice e povera ben venga, ma è ovvio che non è un posto dove uno di noi possa vivere per diversi motivi, primo tra tutti perchè sei uno straniero. Il Laos, paese dove ancora la libertà e la democrazia sono ben lungi dall'imporsi, è una realtà fatta di numerosi gruppi etnici diversi, i quali sono piuttosto restii a mescolarsi, figurarsi cosa farebbe uno straniero lì in mezzo! Inoltre stiamo parlando di povertà vera, quella che ognuno di noi avrebbe difficoltà ad accettare: mercatini dove a fianco di frutta e verdura si vendono pipistrelli, scarafaggi e topi arrostiti, rane vive alle quali vengono spezzate le zampe per evitare che saltino fuori dal contenitore, uccelli rapaci chiusi in gabbie per giorni interi, maiali imprigionati in intelaiature che consentono loro a malapena di respirare, animali costretti a sofferenze inenarrabili. Il Laos è anche questo. E temo che di fronte (anche) a questo i nostri sogni di vita "migliore" rischino di sfracellarsi e rompersi in mille pezzi. D'altra parte mi rendo conto che è difficile ergersi a giudice e biasimare persone che maltrattano sì gli animali (ovviamente questo è solo un esempio) ma che vengono da un paese che per lunghi anni ha conosciuto una guerra mai dichiarata che ne ha decimato la popolazione con napalm, mine e guerriglia - il Laos, come il Viet Nam, sta ancora "aspettando" una regolare dichiarazione di guerra dagli anni 60: ne hanno avute, loro, di Pearl Harbour, senza che nessuno dalle nostre parti gridasse alla scandalo e alla barbarie! - e dove ancora adesso la giornata tipo di "vacanza" è alzarsi alle 3.00 per andare a piedi al mercato lontano 30 km per vendere i prodotti ottenuti dagli altri 6 giorni di fatiche e ritornare sfiniti in piena notte per riprendere il lavoro il giorno dopo, magari dopo aver incassato quasi niente. Ecco, queste sono, in due parole, le campagne del Laos. Non fraintendermi: mi associo pienamente alle parole di Vagabondo, quando dice che questi sono posti dove vieni in contatto con la semplicità della gente che molto spesso da quel poco che ha senza voler nulla in cambio: quello che voglio dire è che i "vestiti poveri" e i "cibi semplici", per usare termini da te utilizzati, molto spesso, ahimè, non vanno d'accordo con "tempo da dedicare alle proprie sensazioni" ma vanno invece molto più d'accordo con "lotta per sopravvivere" e "incertezza sul futuro raccolto". Chissà, forse per trovare il binomio che tu auspichi per come siamo abituati noi sarebbe molto più raccomandabile qualche isola tropicale. Ma la domanda è: siamo davvero sicuri di trovare in questo la felicità?? Siamo davvero certi che vendere bibite in una spiaggia ornata di palme (il sogno di tutti i bancari!!!) per guadagnarsi da vivere sia la ricetta della felicità, o sia invece solo una voglia di evasione che, una volta soddisfatta, ci lascia comunque irrequieti e altrettanto infelici?

Mar 16/12/2008 - 11:20 Collegamento permanente

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Sailing

Sailing

Ho una certa difficoltà ad immaginare una piena integrazione in un villaggio del Laos da parte di uno di noi!! Forse hai ragione, sono pessimista, proprio perchè figlio di immigrati. Sono però perfettamente d'accordo che prima o poi l' integrazione arriva, occorre però taaaaanta pazienza, ma sopratutto un substrato culturale che in un villaggio Laotiano certamente per ora manca....mi spiego, certamente alla fine uno straniero verrebbe accettato (forse anche prima che da noi), ma resterebbe sempre uno straniero, estraneo al loro mondo.
Immagino però che questo tipo di discussione meriterebbe ben altro spazio.
Quanto a noi, chi immagina una segregazione ( termine un pò forte che va inteso con tutte le sue sfumature) eterna, anche qui da noi deve rassegnarsi, l'intero mondo occidentale diventerà un crogiolo di razze. Non più tardi di 50 anni fa l'Australia si illudeva di essere un paese bianco (avete visto neri da quelle parti, a parte gli aborigeni?), ora sta diventando un Paese asiatico, con oltre il 30% degli abitanti nati in Asia. Gli anglosassoni stanno diventando la minoranza e nessun partito xenofobo lo potrà mai impedire. Mi scuso con maxlovegod, stiamo andando fuori tema! Ciao

Mar 16/12/2008 - 15:56 Collegamento permanente

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Sailing

Sailing

Ehm... mi rendo conto di aver sbagliato espressione... quando dicevo "L'Australia si illudeva di essere un paese bianco" mi riferivo a quella parte di Australia xenofoba che lo voleva fortemente... gli stessi, per la verità, che odiavano anche Italiani, Greci, Slavi, etc... Perchè, intendiamoci, chi va in giro a dire che gli Italiani sono sempre stati benvoluti da tutti è un emerito (...) evito l'aggettivo! Userò l'aggettivo illuso, quello si può dire!

Mar 16/12/2008 - 16:03 Collegamento permanente

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Sailing

Sailing

Ehm... mi rendo conto di aver sbagliato espressione... quando dicevo "L'Australia si illudeva di essere un paese bianco" mi riferivo a quella parte di Australia xenofoba che lo voleva fortemente... gli stessi, per la verità, che odiavano anche Italiani, Greci, Slavi, etc... Perchè, intendiamoci, chi va in giro a dire che gli Italiani sono sempre stati benvoluti da tutti è un emerito (...) evito l'aggettivo! Userò l'aggettivo illuso, quello si può dire!

Mar 16/12/2008 - 16:03 Collegamento permanente

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