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Martedì, 1 Febbraio 2005

Vagabondando nel Salento

Vagabondando nel Salento (L'antica Terra d'Otranto) alla scoperta diluoghi semi sconosciuti.

ARTICOLO DI

Fiamma

Vagabondando nel Salento (L'antica Terra d'Otranto) alla scoperta diluoghi semi sconosciuti.

Abbiamo deciso di attraversare il Salento andando da Lecce ad Otranto: la nostra prima scelta è stata quella di evitare sia la Litoranea che la Superstrada, e di percorrere invece strade secondarie che attraversano la campagna e toccano piccoli centri storici, come Martano, Melpignano, Giurdignano, Casamassella, ecc.

E' una campagna straordinaria, di una fertilissima terra rossa, popolata di splendidi oliveti con contorte piante secolari di selvaggia bellezza. Muretti di pietra "a secco", che delimitando campi di proprietari diversi o recinti per gli animali, la disegnano con una trama variabile, punteggiata da piccole antiche costruzioni rurali pure in pietra "a secco", le "pagghiare" o "caseddhe".

Qua e là, accanto all'architettura contadina, spuntano resti di civiltà di età neolitica, dolmen e menhir, e le "specchie", delle antichissime costruzioni in pietra, "a tumulo", su cui ci sono varie ipotesi, ma di cui non si è ancora ben accertato né l'epoca né la funzione, potrebbero essere antichissime torri-vedette o monumenti sepolcrali.

Un paesaggio molto forte, pregnante di segni e di senso.

Attraversiamo la "Grecìa" Salentina, incontrando i paesi di Martano e Melpignano, paesi dove si è mantenuta l'etnia greco-bizantina e dove ancora si parla il "grico", una forma di greco arcaico, oggi tutelata e fatta studiare anche nelle scuole.

Abbiamo scelto questo percorso proprio perché Otranto era la capitale dell'antica terra Bizantina, rimasta una provincia dell'Impero d'Oriente fino all'occidentalizzazione, che comincia con l'arrivo dei Normanni.

Questi piccoli centri storici sono molto belli e ricchi di monumenti importanti; Melpignano, ad esempio, ha un antico mercato a loggia ed un convento degli Agostiniani che è uno degli esempi più importanti del Barocco leccese.

A Giurdignano capitiamo in giornata di mercato, e scopriamo il mercato delle erbe, dove arrivano i contadini e gli abitanti delle masserie con i prodotti dei loro orti, orti che sono dei veri giardini mediterranei.

Qua gli ortaggi e la frutta hanno odori, colori e sapori più intensi, cresciuti in quella ricca terra rossa che ho visto lungo la strada. Andiamo in giro guardando, annusando e, talvolta, assaporando.

Scopriamo frutta e ortaggi essiccati al sole estivo per mangiarli d'inverno, e tutte le conserve, dolci e salate: marmellate di frutta e ortaggi sott'olio, in vasetti di vetro, preparati con procedimenti casalinghi tradizionali, e, naturalmente, profumatissimi capperi.

Quei capperi, le cui belle capigliature verde argento con i grandi fiori bianchi si profondono sui monumenti barocchi, sui muretti a secco e sulle falesie, un leit motiv che ci accompagna dappertutto.
Viene la voglia di fare grandi provviste.

Ripartiamo in questo paesaggio in cui i paesi, con le loro piazze barocche, si alternano alla campagna, con la grecità, la preistoria e l'architettura contadina delle grandi masserie fortificate.

Visitiamo la bella masseria di Torcito, di proprietà della Provincia, dove è in corso un accurato restauro.

Lungo la strada troviamo numerosi posti di agriturismo, di cui alcuni offrono cucina contadina tradizionale - i ceca mariti, ad esempio, fatti con avanzi di legumi, pane fritto e verdure varie, pare garantissero alle mogli irrequiete un sonno pesante del consorte - od anche ricette contadine, ma di origine orientale, come gli "spaghetti al miele" o la "massa", piatto di origine antichissima a base di pasta fatta in casa, legumi e verdure.

Passeggiando nei centri storici scopriamo ovunque botteghe e laboratori che offrono prodotti di un artigianato tradizionale, che ancora sembra essere rimasto nel comune uso quotidiano: bei cesti in giunco di tante forme, terrecotte, ferri battuti e lavori in cartapesta.

Subito prima di arrivare ad Otranto, ad Uggiano La Chiesa, ci fermiamo a cenare in un ristorante che è un'antica masseria, dove la cucina è eccezionale e dove troviamo una cantina fornita di tutti i vini del Salento.

Quando arriviamo è notte, la luna sul mare di Otranto è uno spettacolo di una bellezza quasi eccessiva.

Abbiamo impiegato una intera giornata per un percorso che con la Litoranea o con la Superstrada avremmo fatto al massimo in tre quarti d'ora, ma c'è rimasta la voglia di ripercorrere questo "Salento fuori pista" impiegandoci molto di più, e magari di farci una vacanza, e anche la voglia di ringraziare gli autori di un bellissimo e originale libro - guida: "Da Otranto a Porto Badisco - passeggiate dalla natura alla memoria", che ci ha fornito lo spunto per questo itinerario. Un libro che, come recita il suo slogan, è prezioso come un libro d'arte, si usa come una guida, si legge come un romanzo. Un bell'itinerario di lettura per "vagabondi".

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