Articolo
racconto icon
Martedì, 1 Febbraio 2005

Torino magica

Se vi è possibile non andateci di corsa: Torino vuole essere apprezzata piano piano...

ARTICOLO DI

Fiamma

Se vi è possibile non andateci di corsa: Torino vuole essere apprezzata piano piano...

Una diecina di anni fa', quando ho cominciato a frequentare Torino, a nessuno sarebbe venuto in mente di andarci per motivi turistici, al massimo si poteva mettere in programma una scappata da mattina a sera per una visita al giustamente famoso Museo Egizio.

Sembrava una città terribilmente austera e noiosa, con i suoi grandi palazzi grigi e gli uomini d'affari che si muovevano frettolosi con l'aria di occuparsi di cose fondamentali.

Poi però sembra che i torinesi si siano resi conto che la loro città ha molto da offrire aldilà delle automobili e dei loro annessi e connessi, e allora, con flemma sabauda ma con altrettanta sabauda determinazione, hanno deciso di valorizzarne sistematicamente le molte attrattive, e bisogna dire che ci stanno riuscendo in pieno.

Sono anche aiutati da una posizione bellissima, così vicino alle Alpi che nelle giornate limpide (che sono tante, malgrado i nativi sostengano il contrario), sembra quasi di toccarle. Dopo una giornata di vento il panorama dall'alto della Mole Antonelliana o dalla Basilica di Superga è veramente sensazionale.

Molto bello è anche il rapporto della città con il fiume, se ci capitate in primavera godetevi la fioritura degli alberi ed arbusti che ne adornano le rive digradanti, e le verdissime colline.

Quando il cielo è limpido l'aria è vivificante e sembra quella di montagna, ci si sente pieni di energia e si può camminare ore senza stancarsi e senza sentire né fame né sete.

Se vi è possibile non andateci di corsa: Torino vuole essere apprezzata piano piano, perdendosi nella maglia ortogonale delle sue strade diritte, che sembrano tutte uguali ma sono in realtà diverse, che sfociano in grandi, belle piazze piene di luce, bordate da imponenti palazzi nobiliari e pubblici di varie epoche, entrando negli eleganti cortili, soffermandosi a vedere i negozi nelle grandi gallerie vetrate.

Potete studiarvi un percorso sulla cartina del centro, ma poi però dovete essere pronti a modificarlo, a visitare un palazzo se lo trovate aperto, ad andare a vedere una mostra che si presenta sulla vostra strada, ad entrare in un negozio di antiquario o di libri antichi a fare due chiacchiere col proprietario, ad entrare in un bar carino a prendere una tazza di cioccolata o un aperitivo con gli stuzzichini ( con i quali potete tranquillamente pranzare o cenare). Diversamente da quanto accade in altre città, la maggior parte del personale nei negozi, negli alberghi e nei ristoranti è ancora torinese o comunque piemontese, in genere molto cortese e disponibile a dare informazioni e spiegazioni, spesso dotato di un garbato e contenuto sense of humour.

I negozi vecchi o addirittura antichi, sono tanti e molto ben tenuti: bar, pasticcerie, ma anche farmacie, oreficerie, negozi di stoffe e così via, uniti in una associazione per il mantenimento e la preservazione degli esercizi storici.

A febbraio il servizio era sospeso, ma suppongo che ormai sia stato ripreso, e in tal caso vi consiglio di farvi un primo giro con un autobus di linea messo a disposizione dal Comune, con una guida che illustra il percorso.

Il giro, che parte ogni giorno alle tre da Piazza Castello, vi darà una prima idea generale molto utile sulla struttura della città e le varie fasi della sua crescita, percorrendo il centro storico, uscendone, passando per il Lingotto e arrivando fino alla grande dimora di caccia Sabauda di Stupinigi.
Se vi piace la storia e le storie ricche di drammi delle vecchie famiglie andate a vedere il bel Palazzo Barolo, dove vi diranno tutto sull'origine del Barolo come vino, sui burrascosi rapporti dell'originario proprietario, il nobile Provana (pare che il cognome derivi dal verbo "provanar" che significa propaginare le viti) con la famiglia Savoia, del tragico suicidio della sua giovane unica figlia sposata appunto con un Falletti di Barolo, su Giulia Colbert, affettuosamente detta Giulietta, nipote dell'omonimo grande ministro delle finanze francese e moglie dell'ultimo Falletti di Barolo, delle sue grandi doti di amministratrice e benefattrice e dei suoi rapporti con Silvio Pellico.

Top of page!



Fatevi una passeggiata al Valentino, e visitate il borgo e la Rocca medievali, che sono in realtà della fine dell'Ottocento, progettati perfettamente in stile dal d'Andrade, allora uno dei maggiori protagonisti del dibattito sui temi del restauro e della conservazione.

Almeno una volta, se possibile e se il cielo è limpido, andate a Superga a vedere la grandiosa basilica dello Iuvarra, uno degli architetti barocchi che più hanno lavorato a Torino, e godetevi da lassù il panorama della città.

Dato che la splendida Cappella della Sindone, di Guarino Guarini, uno dei grandi del barocco settecentesco, dopo l'incendio è in restauro e chissà quando sarà di nuovo visibile, andate almeno, in Piazza Castello a vedere, sempre del Guarini, l'elegantissima Chiesa di San Lorenzo: vedrete anche che le finestre della cupola sembrano degli ironici mascheroni dalla grande bocca.

Se siete in città al momento giusto non fatevi scappare la Fiera del Libro, che si tiene negli edifici ex industriali della FIAT al Lingotto, una grande e vivacissima festa.

Tra le dimore Sabaude andate a visitare la Venaria, credo la più grande tra le dimore che ospitavano la Corte in occasione delle partite di caccia. Molte parti sono ancora assai degradate, soprattutto per le occupazioni di tutti i tipi subite dal grande complesso e per il successivo abbandono e conseguente saccheggio dopo la seconda guerra mondiale, però alcune, come la maestosa Galleria degli Specchi, sono state perfettamente restaurate. Le visite guidate sono molto interessanti.

Se dopo un giro a piedi nel vecchio centro siete stanchi e infreddoliti andate a visitare il maestoso santuario barocco della Consolata, il più amato dai torinesi che vi si recano a tutte le ore, e subito dopo, nella piazzetta da cui si entra alla Chiesa, di fronte all'ingresso di questa, entrate nel piccolo bar foderato di legno con minuscoli tavolini di marmo a prendere un "bicerìn", bevanda costituita da caffè espresso, squaglio di cioccolata fondente e panna, che gentili signore vi servono in un alto bicchiere a calice: vi sentirete subito rinfrancati.

La sera andate nell'area adiacente alla Piazza del Mercato di Porta Palazzo, fino a pochi anni fa era molto pericoloso perché se ne era totalmente impadronita la malavita di tutti i colori, ma attualmente è stata bonificata e la sera è luogo di ritrovo dei giovani torinesi, piena di ristoranti, negozi e locali molto caratteristici.

Top of page!



I musei

Di solito non mi dilungo sui musei: qualsiasi guida di una città vi dà tutti i dati utili in proposito e più o meno quando si dice Museo dell'Antichità Romana, Museo Egizio, Museo del Costume, Museo del Cinema, e così via, uno pensa di sapere cosa aspettarsi.

Invece alcuni musei di Torino hanno dei caratteri molto forti e singolari.

E allora, ad esempio nel Museo Egizio, trovate tra l'altro dei veri e propri templi, asportati, donati dall'Egitto in segno di gratitudine per l'illuminata attività degli archeologi torinesi, e ricostruiti nel piano interrato del museo, che peraltro è visibilmente percorso in tutta la sua lunghezza da un muro diritto di epoca romana, che segnava non ricordo più se il Cardo o il Decumano dell'antica Taurinum.
Trovate pure delle tombe reali, con tutto il loro corredo miracolosamente intatto, incluse lunghe piroghe in legno dove si affaticano numerosi rematori le cui statuette pure lignee sembrano fatte ieri.

E la tomba dell'architetto del Faraone e di sua moglie, perfettamente conservata, con gli asciugamani di lino, i mobili, le suppellettili e i cibi, perché l'architetto aveva usato un artifizio per depistare i ladri di tombe, ed infatti la sua non fu mai violata (finché non la trovarono gli archeologi, ovviamente).

E i lunghi papiri con le affascinanti storie del viaggio dell'anima nell'Oltretomba, e i variopinti sarcofagi delle mummie, tra cui quello, minuscolo, di un gatto, piccola venerata divinità domestica.

Cercate di fare il giro con una guida fornita dal Museo, sono bravissime e vi fanno apprezzare e capire quello che vedete.


E ancora, il Museo del Cinema, che si trova nella Mole Antonelliana, ed è veramente qualcosa di unico, sia per la bellezza dello spazio che per i criteri con cui è stato realizzato.

Vi dirò solo che lo spazio principale del museo è costituito dalla grande volta interna alla Mole, alta venticinque metri, in cui corre per tre piani una passeggiata inclinata, lungo la quale si colloca la collezione dei manifesti di cinema, alternandosi a schermi su cui avvengono proiezioni molteplici. Nel parterre (quando vi siete un po' stancati di girare) vi sono un centinaio di chaises longues rosse, dove ci si può sdraiare a guardare spezzoni di film che vengono proiettati alternativamente su due grandi schermi, ascoltando il sonoro da microfoni inseriti nelle testiere delle sdraie.

Al centro dell'ambiente sale veloce l'ascensore di cristallo che porta otto persone per volta a vedere il panorama dall'alto della Mole.

Tutt'intorno, nello spazio anulare che corre tra la struttura esterna e quella interna della volta sono ricostruiti, con gli oggetti di scena originali, set di film famosi, vi sono sedili per sedersi e i film vengono proiettati su schermi o su video,

Nell'ambiente centrale ad intervalli improvvisamente tutte le finestre della Mole si aprono e, se il tempo è bello, una grande luce invade l'ambiente. Poi pian piano si richiudono e quando l'ambiente diventa scuro si proiettano immagini di lanterna magica sul cielo della volta....le musiche aumentano la suggestione.

Non pensate di starci meno di mezza giornata, sarebbe tempo sprecato.

Il Museo dell'Antichità, oltre all'importanza e all'abbondanza dei reperti che ospita, è un interessante e bell'esempio di architettura moderna ipogea.

Progettato da Gabetti ed Isola, lo studio di architettura più noto di Torino, ma assai noto anche a livello nazionale ed internazionale, è ricavato al di sotto dei Giardini del Palazzo Reale ed è uno spazio pieno di fascino che merita di essere visto anche di per sé.

Il Museo del Costume, di recentissima apertura, ospita la collezione dell'antiquario Pietro Accorsi, che a pieno diritto si autodefiniva "Re degli antiquari e antiquario dei re".

Occupa il piano nobile di un palazzo di via Po, dove mi hanno raccontato che l'Accorsi, da bambino, era il figlio del portiere. Un bambino con le idee molto chiare sul proprio futuro, a cui una piccola eredità di una zia consentì di avviare una professione che portò ad un livello altissimo. Da adulto e antiquario di successo infine, comprò il palazzo che oggi in parte ospita il Museo ed i suoi uffici ed in parte viene affittato per produrre il reddito che consente di gestire ed incrementare il Museo stesso. Ricchissimo di mobili, oggetti, porcellane, argenti splendidi, con interi ambienti ricostruiti di provenienza da dimore regali, è organizzato con grande gusto e criteri attuali e si apprezza in ottime visite guidate.

Oppure andate a vedere il Museo di Arte Contemporanea a Rivoli, anche se non siete attratti dall'arte contemporanea. Prendete a Piazza Statuto l'autobus di linea che vi porta percorrendo tutto il Corso Francia, quello, appunto, che andava verso la Francia. Il Corso è perfettamente rettilineo e traversa la città tagliando quartieri Ottocenteschi, primo Novecento, del secondo dopoguerra ed espansioni recentissime, dandovi uno spaccato che fotografa la città nelle varie epoche. Al termine trovate il grazioso paese antico di Rivoli, sormontato dai resti del grande castello adattati a contenere un moderno Museo, contornato dal parco. Le montagne sembrano ancora più vicine.

Personalmente non ho ancora visitato né quello dell'Automobile né quello delle Marionette. Se voi lo fate fatemene sapere qualcosa.

Top of page!



Mangiare
Anche se io prima di andarci non ne avevo mai sentito parlare in tal senso, Torino è un posto straordinario per chi ama la gastronomia. I negozi di alimentari, le pasticcerie e i negozi di dolciumi hanno delle vetrine che catturano irresistibilmente l'attenzione di chiunque non sia proprio un frate trappista.

La varietà dei salumi di tutte le fogge, i grissini fatti a mano, i panini morbidi con la crosta croccante, la pasta all'uovo e i minuscoli tortellini, i "plin", che vuol dire pizzico, le acciughe "al verde", i formaggi duri, molli e di tutte le possibili consistenze intermedie, distinti per provenienza, per tipo di lavorazione e stagionatura: se riuscite a ripartire senza borsine di plastica dal profumo intenso siete persone senza cuore e, soprattutto, senza gola.

Un capitolo a parte merita la cioccolata, che qui si esprime al massimo in tutte le possibili forme. Ad un profano i negozi che la espongano sembrano tutti ugualmente attraenti, ma i Torinesi operano dei rigorosissimi distinguo: se gli chiedete chi fa il miglior cioccolato di Torino avrete ogni anno una risposta diversa. Io, che ero rimasta al per me mitico Peyrano, quest'anno sono stata informata che adesso la palma è passata a un certo Gomino, che sta in un luogo ancora più impervio, ma che sembra sia assolutamente insuperabile...

Quanto ai ristoranti, immagino che anche a Torino si riesca a mangiare male e in modo anonimo, però penso che sia necessaria un bel po' di buona volontà.
Vi do i nomi di qualche ristorante in centro che ho provato personalmente, ma a carattere del tutto indicativo, e so che ce ne sono di ottimi in collina.

Le tre galline e I tre galli, nella zona di Porta Palazzo;

L'agrifoglio; non lontano dalla Stazione di Porta Nuova;

La badessa, nella piazza detta Piazza Carlina;

La smarrita, il più elegante in cui sono stata, in un antico palazzo vicinissimo a palazzo Carignano.

La maggior parte dei ristoranti di buon livello offrono, anche la sera, un menu a prezzo fisso: è molto conveniente, ma prendetelo solo se siete veramente affamati o se siete buone forchette, perché di solito è molto sfizioso, variato ed abbondante.

Top of page!



Comprare
Ovviamente di tutto, come in qualsiasi grande città europea.
Peraltro mi sono sembrati molto forniti i negozi di libri antichi e mappe e gli antiquari, soprattutto per il periodo del Liberty, di cui si possono trovare, soprattutto in Via Maria Vittoria, degli splendidi pezzi originali. I prezzi sono però molto alti.

Se siete in auto e dopo la visita della città tornate direttamente a casa vi consiglio di fare incetta dei prodotti alimentari, di qualche buon vino, e non fatevi mancare una bottiglia di liquore di Bicerìn, che loro mettono sul "bunet", un dolce tipico, ma che sta benissimo anche sul gelato.

Come sempre, se volete altre informazioni, scrivetemi.

'); document.write('Fiamma' + '.'); // -->


Viaggia con noi

Iscriviti gratuitamente. Conosci i tuoi compagni di viaggio prima della partenza.

Viaggia con noi in tutto il mondo.