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Martedì, 19 Luglio 2016

California on the road

Un concentrato di esperienze diverse

ARTICOLO DI

mypsyche

Formula on the road: vantaggi e svantaggi

Ho fatto questo viaggio con Vagabondo nel 2014, con la formula on the road, con tante ore in macchina. Anzi in van, i macchinoni ultratecnologici a 6 posti, tipicamente californiani, che si vedono nei film. Abbiamo anche ricevuto diverse multe, perché la vigilanza elettronica è pignolissima. Basta un nulla e ci si ritrova un "simpatico" verbale sul parabrezza. Le ore in macchina spesso sono state più di quelle preventivate, perché eravamo 16 persone divise in 3 vetture, quindi è stato un continuo doversi aspettare, perdersi, rintracciarsi, ecc. In compenso, con questa formula, è possibile attraversare in breve tempo tantissimi scenari: la metropoli, il paesino pittoresco, le spiagge, le scogliere, i monti, e questo rende molto variegato il viaggio, ricco di esperienze diversificate.

San Francisco, la prima metropoli

Città freddissima e nuvolosa anche ad Agosto, quindi è opportuno dotarsi di felpe e giubbotti. Non si può però rinunciare ad attraversare in bicicletta il Golden Gate Bridge, il famoso ponte rosso che collega la città all'isolotto di Sausalito. Questa è stata l'esperienza più bella, e assolutamente imperdibile per i ciclisti amatoriali e non. San Francisco è tutta un saliscendi, quindi è stato immancabile anche il giro in cabincar, le storiche cabine aperte. La via più famosa, zigzagata e fotografata è la Lombard Street, piena di aiuole fiorite e visibile dalla zona del Coit Tower, la torre da cui si ha una vista panoramica della città, spesso purtroppo coperta da nebbia e nuvole.

La zona del porto, conosciuta come Fisherman’s Wharf, è commercialissima, piena di negozi di souvenir e di locali turistici. Anche i Pier (cioè i moli) sono pieni di negozi e ristoranti, dove mangiare la famosa zuppa servita nella pagnotta: a livello culinario, non è nulla di che, è molto simile alle nostrane creme knorr, ma è molto scenografica ;)! Un'altra attrazione culinaria è il granchio enorme, anch'esso scenografico ma poco nutriente, poiché le parti commestibili sono davvero scarne in confronto alla pesante corazza. In America è tutto molto "big-size" e appariscente.

In questo viaggio però è stato interessante il contrasto tra realtà commerciali molto spinte con realtà naturali imponenti e incontaminate. A San Francisco, poi, abbiamo visitato il Pier 39, il porto di fronte ad Alcatraz, dove c'è il famoso carcere: per visitarlo però, occorre prenotare i biglietti in tempo. Di fronte al Fisherman’s Wharf, c'è un enorme allevamento di leoni marini, uno dei simboli della California: sono ovunque, anche liberi nel mare, è stato davvero particolare osservarli "ammucchiati" sulle zattere. Anche questo è stato emozionante, per chi ama gli animali e la natura questo paese offre molto. Abbiamo visitato infine la China Town, incluso il tempio e la fabbrica di biscotti della fortuna, quelli che vengono dati alla fine della cena nei ristoranti cinesi. Dopo la degustazione gratuita dei biscottini appena creati, ci siamo rimessi in macchina.

I paesini pittoreschi e deliziosi: Santa Cruz, Monterey, Carmel

San Francisco non è la classica metropoli americana tutta di grattacieli, anzi prevalentemente ci sono villette basse e questa fisionomia si ripeterà anche nelle altre città visitate, come Los Angeles.
Per arrivarci, abbiamo percorso un tratto di Big Sur, la strada che divide la montagna dal mare, molto suggestiva e panoramica, considerata una delle strade più belle del mondo. Siamo arrivati poi a Santa Cruz, dove siamo rimasti alcune ore. E' un piccolo apese, con una tipica spiaggia californiana amplissima, bianchissima, con acqua freddissima e qcon gli immancabili e simpaticissimi leoni marini che facevano capolino tra i pochi bagnanti coraggiosi.

Abbiamo proseguito per Monterey, altra cittadina, meno naturale, anzi molto artificiale: mi sembrava di stare in un enorme centro commerciale. Impressionante per il suo susseguirsi di strutture esclusivamente adibite al commercio, senza case, senza abitanti. Siamo arrivati di sera, quando era quasi tutto chiuso e l'ambiente era un po' spettrale. Abbiamo proseguito di nuovo in macchina verso Carmel, una cittadina deliziosa, la più carina. E' piena di villette in legno di alto livello, con spiaggia ampia e bianca, e gli immancabili leoni marini. Questa è stata una tappa breve, ma la cittadina era davvero pittoresca e raffinata, di una dolcezza infinita, sembrava quasi un giocattolo.

Los Angeles, seconda metropoli

Abbiamo poi proseguito per Los Angeles, metropoli deludente: una vastissima distesa di case basse, con un centro di grattacieli, la downtown. Non è una città tutta luccicante e fashion, anzi in alcuni quartieri è piuttosto povera e piena di barboni, anche aggressivi. E' l'altra faccia della città, che non è un set dove tutto luccica, ma ha le sue difficoltà e la crisi si fa sentire. Una sera siamo andati nel locale "Standard", il famoso discobar in cima ad un grattacielo. Ambiente davvero particolare, internazionale, ricercato, ma non snob. Tappa obbligata Hollywood Sign, cioè la collina da cui si vede la famosa scritta Hollywood, e poi la passeggiata nella famosa strada con le stelle sul marciapiede, intitolate ai divi del cinema. A parte questi elementi turistici, non c'è nulla di significativo. Non è una città per passeggiare: d'altronde è enorme, grande come tutto il Lazio!

Le spiagge californiane

Poi sono iniziate le spiagge, da Venis Beach, a Santa Monica, Malibù e Pfeiffer Beach, la piaggia viola con la "finestra sull'oceano", una roccia sulla spiaggia con un oblò che incornicia il mare. Il concetto di spiaggia e mare in California è molto diverso da quello mediterraneo. Le acque dell'oceano sono freddissime, le onde sono spesso violente. Per questo, più che andare al mare per fare il bagno, si sta in spiaggia, dedicandosi a varie attività, ad esempio quelle atletiche: le grandissime spiagge sono attrezzate con palestre all'aperto, c'è la possibilità di pattinare, di fare shopping e andare alle giostre, nei parchi e nei mercatini allestiti a ridosso delle spiagge. E' un modo diverso di vivere il mare.

Lo Joshua Tree Park e il deserto di Palm Springs

In questo viaggio abbiamo visto uno dei parchi californiani, forse non il più famoso, ma molto caratteristico, lo Joshua Tree Park, che deve il suo nome alla pianta dello Yucca. Qusto parco è un deserto roccioso, con cumuli di macigni spettacolari, lisciati dal vento e cotti dal sole, in mezzo ad alberi di Yucca e piccoli laghetti. Per chi ama la natura, questo piccolo parco è davvero un gioiello, che cambia la concezione di deserto: non esiste solo il sahara sabbioso, ma anche queste distese di rocce affusolate. Lo abbiamo percorso in macchina e ci siamo poi fermati in alcuni punti panoramici. Sempre per chi ama la natura, un'altra esperienza è stata la città nel deserto, Palm Springs, dove tra l'altro abbiamo fatto la pizzata vagabonda, una bellissima serata ferragostana nella piscina del nostro hotel. Di questa città ricordo una sensazione inusuale: soffiava un vento caldissimo. Siamo abituati ad associare il vento forte al freddo. Qui, in una città piena di palme, appoggiata in mezzo al deserto, soffiavano venti bollenti. In questa città, abbiamo poi preso una funivia per la risalita da vCoachella Valley fino alla stazione di San Jacinto Mountain. Da qui, freddo e panorama mozzafiato su tutta la vallata di monti, rocce, città squadrate incorniciate dai palmeti.

San Diego: ultima tappa

Ci siamo poi diretti verso Sud, a San Diego, visitando città e spiaggia. Il clima era ancora più mite, la cultura, il paesaggio, la cucina e l'ambiente erano già messicani. Questa è stata l'ultima tappa, tra tacos e architetture da film western. E' stato un viaggio molto variegato, in neanche 2 settimane abbiamo visto tantissimi luoghi, climi, culture, tutte diversissime. E' stato un concentrato di tantissime esperienze diverse...non ci siamo fatti mancare nulla :).

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