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Giovedì, 12 Febbraio 2015

Thailandia e vita. Lettera a chi di dovere.

Senza fine, una Thailandia senza fine... Perché vivrà sempre nei miei ricordi

. Il racconto di una partecipante al Golfo di Thailandia Freak Style.

ARTICOLO DI

Sbrindola

9/1/2015.

Volo Delhi – Milano. Ultime ore di viaggio.

 

Mi chiedo cos’è che può spingere un essere umano a viaggiare per un giorno intero ed arrivare dall’altra parte del mondo. Restare incastrato in una scatoletta volante numerose ore.

Partire da solo con un piccolo zaino.

Incontrare un gruppo di persone sconosciute percondividere intensamente alcuni giorni della sua esistenza.

 

Cos’è questa spinta? Da dove viene? Non c’è una risposta definita. Credo che, in fondo, ciascuno abbia la sua.

 

Se mi chiedessero di raccontarvi una storia di questomio ultimo viaggio, forse sarebbe un libro. Come diceva il grande Pino, che abbiamo salutato, a nostro modo, cantandone le canzoni in coro nella giungla thailandese“sceglierei i momenti giusti da ricordare. Perché a volta basta una parola per stare bene a metà”. Poi, in fondo, ti accorgi che le parole ed i momenti a volte sono davvero tanti ed è difficile scegliere. Come per scrivere il libro di questo viaggio.

 

Questo mio libro, probabilmente, comincerebbe così:capita un giorno che ti parte la brocca, trovi un viaggio (o forse è il viaggio che trova te?) e decidi. Si parte, punto e basta. Ciao lavoro, ciao risparmi, ciao tutti.

 

Capita un giorno di incontrarsi tutti in un aeroporto con le facce un po’ interrogative ma sorridenti, con la valigia piena di voglia di andare, esplorare e, forse, di non tornare più.

 

Capita un giorno di cominciare insieme un viaggio che è l’incipit di nuove amicizie. Un  insieme di prime volte per tutti: il primo viaggio da soli, il primo viaggio in Oriente, il primo Capodanno in spiaggia, il primo viaggio in Thailandia,

 

Eh già. Perché c’è la Thailandia di mezzo. Una terra incredibile, dove il cervello entra da solo in modalità stanby. Dove il popolo è così gentile che ti accoglie come fossi un dono

Per l’ennesima volta faccio l’elenco delle cose che ho imparato. Un esercizio suggerito da un amico dopo una crociera in barca a vela che, a fine viaggio, faccio sempre.

 

A Bangkok ho imparato che a volte kitsch è belloosservando la maestosità dei templi e dei Buddha dorati,

che ci si purifica con un loto e dell’acqua sacra,

che dietro ogni singola bancarella di un mercato dei fiori c’è una famiglia, infaticabile e pittoresca,

che qualcuno vive mangiando spiedini di scorpioni e grossi scarafaggi fritti ma che quel qualcuno non sarò di certo io!

Ho imparato quanto sia vera la relatività del concetto di “spicy”.

Come? Provate ad ordinare ad un thailandese un greencurry chicken not spicy. Il 99% delle volte sarà un cibo talmente piccante da togliervi il piacere del gusto per un paio di giorni!

 

Sulle spiagge delle isolette a sud, ho imparato che si può fare un cenone a 5 stelle sulla spiaggia per pochi euro e trascorrere il Capodanno più bello di un’intera vita,

che una lanterna è romantica ma che centinaia di lanterne che volano di notte alimentano un cielo giàsplendidamente stellato, rendendolo meraviglioso.

Ho imparato che c’è il limbo e c’è il limbo infuocato – provate anche voi a passare sotto una corda in fiamme (noi l’abbiamo fatto!)!

Ho imparato che ci sono i secchielli per far costruire i castelli ai bambini e quelli per massacrare il fegato dei pseudo-adulti!

Ho imparato che non esiste tramonto sulla spiaggia senza massaggio.

E che ogni massaggio finisce con un abbraccio, un sorriso, un inchino ed un grazie che, anche se non è nella tua lingua, arriva dritto al cuore.

 

Ho imparato che ci sono innumerevoli mezzi di trasporto e che in meno di 15 giorni puoi prenderli tutti, zattere comprese!

che ci sono treni che sono più carichi dei nostri regionali, dove passano venditori ambulanti delle cose più impensabili e che sono un tuffo a bomba nella cultura di un intero paese,

che sulle simil-gondole che attraversano i canali di Bangkok o abbassi la testa al momento giusto o ti becchi un tettuccio in testa!

Ho imparato che un tuk-tuk è “omologato” per 4 persone ma che in 6 ci si diverte molto di più,

che si può girare per i siti archelogici e antichi templi con una biciclettina,

che la giungla è più bella vista dall’altro di un elefante,

che non è possibile sbagliare traghetto con l’”uomo del cono”!

Chi è? Immaginate un uomo con un cono per la segnaletica stradale. Immaginate ora che lo usi come megafono per urlarvi, letteralmente addosso, su quale traghetto salire e nel caso fosse quello sbagliato, avvisarvi per poter scendere immediatamente. Lo potrei ribattezzare tranquillamente il Generale del cono, l’uomo con cui non puoi sbagliare mai (traghetto)!

 

Ho imparato che i tronchi di tek, messi in un grande lago meraviglioso, servono anche per fare i tuffi J

che si possono incontrare persone meravigliose, sempre con il sorriso sulle labbra ed una risata pronta e prorompente

che si può cantare per un viaggio intero senza avere la radio e senza stancarsi mai,

che si può ribattezzare un’isola thailandese paradisiaca San Giuan (Koh Nan Yuan)

che si può viaggiare da ventenni anche avendo superato i trenta, i quaranta ed i cinquanta!

che si può festeggiare Capodanno per tre sere di seguito con lo stesso entusiasmo della prima volta

che si può sopravvivere mangiando mango e dubbio street food ogni giorno,

che si può fare il bagno di mezzanotte in un fiume alla sola luce della luna piena.

Ho imparato o, meglio, ricordato che si può cercare il wi-fi per connettersi con l’altra parte del mondo che hai lasciato….o anche no!

 

Dopo questo lungo ma non esaustivo elenco, a chi di dovere, scrivo con riferimento ai giorni belli.

Ne voglio 365 l’anno. 15 li ho già vissuti in Thailandia. Ora diamoci da fare per i restanti!

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