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Mercoledì, 12 Marzo 2014

Thailandia, dolce fluire

Luca racconta qualche sensazione del suo viaggio in Thailandia.

ARTICOLO DI

Oste

Viaggiare in Thailandia è come salire in canoa ed essere trasportati da una lenta corrente. Accelerare sarebbe inopportuno, ti perderesti il meglio. Allora meglio lasciarsi andare, perché ti accorgi che gli eventi si susseguono e incastrano da soli, quando te ne sei accorto sono già accaduti. La vita sembra ben oleata da un fluido che la rende scorrevole. Tutto si svolge in modo facile, come non t’immagineresti. Devi solo farti trovare pronto, predisposto.

In Thailandia ci preoccupiamo più di come passiamo il tempo da Bangkok a Koh Tao, non di quanto ne impieghiamo ad arrivare. La strada è fatta di bus, percorsi a piedi, attese di mezzi pubblici, imbarchi e sbarchi. Questi momenti, per quelli che vanno di fretta sono morti, per noi sono vivi di storia, incontri, avventure, di chiacchiere con None e pedalate con Daren sotto il cielo sereno di Ayutthaya.

Le strade sono più interessanti delle vie aeree. Le strade secondarie ti fanno conoscere l’anima di un paese. I bambini ti salutano a bordo strada, nei paesi la gente si affaccia dalle verande per vedere chi passa. Se ti fermi a chiedere informazioni, le risposte tendono a essere più lunghe del dovuto invece che più corte. Le persone ti chiedono perchè sei li, quanto ti tratterrai, dove sei diretto.

In Thailandia ti riappropri delle vere priorità. Ti ritrovi a camminare scalzo su lunghe canne di bambu che formano una zattera, a mangiare della frutta o solcare le acque del chao praya fianco a fianco a chi ti sorride sempre quando ti volti a guardarlo.

E quando arrivi in un’isola, entri in un viaggio nel viaggio. A koh Pangan ti può capitare di tutto. Assistere al più silenzioso tramonto del mondo come ritrovarti nel party più pazzo che tu abbia mai frequentato. Se poi percorri le strade di quest’isola su due ruote, le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina o su un pulmino sei in un abitacolo, ti ci abitui, sei assuefatto e non ti accorgi che quella è una dose in più di tv. Sei un osservatore ed il paesaggio ti scorre davanti come dentro ad una cornice. Sullo scooter la cornice scompare e tu sei il protagonista della scena. Sei a 10 centimetri dal suolo e quell’asfalto in curva la senti tutta, calda, viva. Non sei tu al centro della scena, ma è la scena sempre intorno a te. Ti rincorre. L’aria la tagli sul serio, te la senti addosso, senti la temperatura abbassarsi quando la strada secondaria abbandona il litorale addentrandosi nella vegetazione.

Quando viaggi per andare incontro, toccare, mangiare e annusare un paese, non sei mai solo. Ti senti sempre a casa, in famiglia. Sia che affianco a te ci sia un tuo compagno di viaggio, sia che ti rivolga a chiunque altro. Ti rendi conto che ad ogni passo c’è un’opportunità dietro l’angolo. E allora ti ritrovi a saltare in spiaggia, di notte, con chi avevi conosciuto il giorno prima perché il vostro desiderio di fare quella cosa è nato lì, in quel momento, mai pensato e meditato prima. Oppure sei in mutande davanti al check-in, tu e i tuoi compagni di viaggio, mentre vi cambiate per tornare al freddo dell’Italia. La cosa più normale di questo mondo.

Naturale, autentico, sorprendente, vivo. Questo il freak style che mi piace!

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