RACCONTO
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Mercoledì, 14 Settembre 2011

Sensuale Malta

Malta è come una donna, certo il paragone non è molto originale però risulta calzante, si può dunque cercare di capirla, conoscerla, comprenderla, oppure si può semplicemente cercare di sedurla e lasciarsi sedurre per poi lasciarsi. Ecco ciò che ho fatto io

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Vagabondo0

Come si fa a capire qualcuno in una settimana? Come si riesce a coglierne l'essenza? E se poi questo qualcuno ci assomiglia talmente tanto che la somiglianza diviene quasi uguaglianza?

Praticamente impossibile. Quasi sempre per conoscere qualcuno lo si paragona a noi stessi e se ne colgono in questo modo le caratteristiche peculiari. Ovviamente le prime che balzano agli occhi sono le differenze. Se non se ne trovano spesso si inizia a diffidare. Ecco perché molti italiani tornano delusi da una vacanza a Malta. Forse è anche comprensibile. Non riescono a capire. Dopotutto i maltesi guidano come noi. Male. Molto male a volte.


Però rimane sempre un'alternativa.


Malta è come una donna, certo il paragone non è molto originale però risulta calzante, si può dunque cercare di capirla, conoscerla, comprenderla, oppure si può semplicemente cercare di sedurla e lasciarsi sedurre per poi lasciarsi. Ecco ciò che ho fatto in:

UNA SETTIMANA DI SOLO MARE A MALTA

Sabato 6 settembre 2008
Parma-Fornovo-Pisa-Malta (Luqa)-Gozo (Marsalforn)


Malta al tramonto è un sogno d'Arabia. Giallo, ocra, arancione. Un sole terribile, enorme e ardente, tramonta, lontano, verso i tetti piatti e bianchi.

Di notte, sul mare, nero, verso Gozo. La brezza marina e due marinai calvi e un po' grassi che parlano. La loro lingua misteriosa si perde nel silenzio del mare.

Domenica 7 settembre 2008
Marsalforn (Gozo) – Wied il Ghasri


Strade impossibili, tra muretti a secco, lucertole e fichi d'india. Conducono alla polvere e oltre alle alte scogliere sul mare.

Wied il Ghasri è una ferita. L'oceano d'acciaio ha scavato questo strano fiordo nelle abbacinanti scogliere calcaree.

In fondo ad una scala intagliata nella roccia, c'è una spiaggia di grossi ciottoli grigi. Sulla spiaggia, sole, due ragazze tedesche fumano sigarette dietro grossi occhiali neri.

Mi avvertono di stare attento alle meduse e poi mi augurano buon bagno.

Fluttuare, sospeso. Pulsante come medusa, in riflessi cristallini.

Stretto tra le pareti di roccia strapiombanti scendo dolcemente alla deriva verso il mare aperto.

Nel fiordo l'acqua è verde e trasparente, luccica del sole di mezzogiorno. Placida e calda. Poi il mediterraneo si tinge di colori violenti. Fredde correnti avvolgono i piedi e le onde spumeggiano. Il fondale si inabissa in un blu improvviso e minaccioso.

Al ritorno scopro d'esser rimasto solo nel lungo budello calcareo. La corrente cambia e il cielo in cui nuoto si fa torbido. Risalgo mentre una chiassosa famiglia con nonni e nipoti scende le scale di roccia.

Mgarr ix-Xini


Lungo il muro frangiflutti, inglesi bianchicci leggono Agata Christie all'ombra di grossi Panama. Il mare si frange lungo la barriera di scogli martoriati, spaccati in grosse pozze, spezzati in archi improvvisi.

In un camioncino riadattato a cucina, una anziana con folti baffi grigi prepara panini carne e cipolle.

Sul fondo dei pozzi di roccia crescono le posidonie rigogliose e un subacqueo mi osserva in una nube di bolle.

Oltre questo letto da fachiro di scogli torturanti il fondale degrada in profondità di sabbia e blu.

Gli ultimi resti di un banco di sardine stanno venendo decimati da tre grosse ricciole. Il loro corpo argenteo e affusolato, da predatore pelagico, guizza, mandando riflessi abbaglianti. Rimango sospeso molti minuti a fissare lo spettacolo affascinante e crudele, finché un brivido non mi attraversa le membra al pensiero che dove ci sono prede arrivano predatori.

Risalgo.

Ultime ore del giorno in un tramonto dorato su scogli d'argilla. Il rumore del mare che tramonta dietro un sole tropicale.

Victoria (Rabat)


La notte nei vicoli deserti intorno al castello. Fuochi d'artificio lontani, lumi di lampioni, miagolii di gatti.

Silenzio.

Un signore villoso in canottiera mette in moto una vecchia rombante Fiat Ritmo.

Lunedì 8 settembre 2008
Azure Window – Blue Hole


A frotte subacquei insaccati in mute dai colori sgargianti si mettono in fila per buttarsi nell'ombra di un buco nero.

L'acqua nel camino è fredda e buia. Una grossa salpa, stranamente solitaria, si aggira stranita, sgranando gli occhi.

Sotto di lei sospesi su vari livelli come in un "Golconda" sottomarino, i subacquei affollano il buco.

Nuoto in superficie unendomi allo stupore della salpa e godendomi le bolle emesse dai respiratori.

Oltre il Blue Hole il mare sprofonda sotto le arcate dell'Azure Window. Assume colori temibili e i raggi di sole si perdono presto in profondità dove la notte è perenne.

Inland Sea


Nel mare interno galleggiano pigri Luzzu multicolori benedetti dall'occhio sempre aperto di Osiride.

Qui il mare ha ottenuto una, almeno parziale, vittoria nella sua infinita guerra contro la roccia. In millenni di paziente lavorio, le sue dite schiumose hanno scavato la scogliera aprendosi lentamente un varco, fino ad invadere il territorio nemico, creando questa laguna, collegata al mare aperto solo da una stretta grotta.

Dormire tra l'acqua fresca e ferma e il sole cocente e crudele. Dietro le rimesse delle barche all'ombra di teli azzurri, famiglie gozitane consumano pranzi da dieci portate sudando sette camicie. Le barche e le reti da pesca, verdi, guardano in silenzio.

Dwejra Bay


Un sogno che non m'abbandonerà mai.

Il pomeriggio i colori si fanno più caldi. C'è una spiaggia di roccia dove sono solo. I miei piedi appoggiati sulla ruvida roccia scura e rovente. Il mare cobalto e zaffiro rumoreggia inquieto. Onde nervose ma non cattive si abbattono sulla cornice di roccia. Più al largo pensierosa tra le onde, gialla nel sole calante, Fungus Rock.

Continuai a tuffarmi tra le onde, fredde, fresche, energiche poi risalivo sulla roccia ruvida e rovente e di nuovo un tuffo, poi un altro, un altro ancora. Il mio corpo si fece liquido. In movimento continuo. Il sole si tuffava tra i vapori in un mediterraneo di fuoco.

La notte, a volte, sento ancora il rumore del mare e lo schiaffo freddo e rigenerante delle onde.

Xlendi


Mangiare carpaccio di tonno. Sorridere ad una cameriera. Accarezzare un gatto nero. Avventurarsi su un sentiero nascosto dietro nere scogliere. Lasciarsi spaventare dal fantasma d'un gabbiano che turba la quieta immobilità del mare di pece.

Martedì 9 settembre 2008
Ramla Bay – Gozo


La spiaggia rossa e la statua bianca di Maria che protegge i pescatori. Le onde azzurre ed un sole giallo.

Volando in una mare di vetro. Seguendo la scogliera ho incontrato lo sguardo di rimprovero della cernia e un getto d'inchiostro stizzito da una seppia che avevo infastidito con la mia insistenza. Abbandonato nell'acqua mi lasciai trasportare per ore dalle correnti. Nessuno sforzo, nessun dolore.

Mille anni potrei rimanere qui, pensai. Mille volte scorderei per te la mia Itaca.

Tutto pare così lontano tra le tue braccia avvolgenti, odorose di sale, di sole, d'azzurro.

Tienimi Calypso e perdiamoci in un turbinio di sabbia sanguigna Avvolti. Amanti.


Abbandonare Gozo la sera.

Nel mare si perde l'ultimo profilo dell'isola antica, delle valli a raggiera, delle fattorie abbandonate.

Inerme e sensuale nella sua debolezza, come una donna fintamente lasciva.

Addio vecchio luogo, ricordo di come eravamo.


Sliema

La notte nel caos della città, come in un altro mondo. Così lontano. Neon, auto, musica e colpi di clacson. Ma nei vicoli subito dietro il lungomare abbagliante ritorna un silenzio antico. Le porte chiuse. Le pareti scrostate dal vento salmastro.

Mercoledì 10 settembre 2008
Paradise Bay


Sabbia bianca, acqua verde. Danzare con la donzella pavonina, roteare col tordo pavone, correre sul fondo con il polpo. Intorno ai pilastri di roccia che precipitano nel blu scorrazza il pesce pappagallo, ride tra gli anemoni, e al largo nuota solitario il pesce trombetta. Pulso come medusa, trascinato dalle correnti come da passioni d'amore.

Negli anfratti tra gli scogli scorgo le grosse rosse braccia di una stella marina. Si allontanano verso l'orizzonte velieri finti carichi di turisti rossi come gamberoni e con pantaloncini color caki.

Una coppia di ragazzi dalla carnagione olivastra si scambiano effusioni sul bagnasciuga riflettente, amoreggiando in una lingua strana, un po' cantata un po' recitata. La lingua maltese è un po' tramonto sul deserto d'Arabia e un po' cantante d'opera italiano.

Crocevia d'influssi, donna disponibile ma non per questo disonorata.

Disteso sulla spiaggia, fino al limite del giorno e oltre quando cala il buio. Arriva a scacciarmi un pescatore lunga canna in mano e lampada accesa in fronte.

Sliema


Si alza il vento. Nell'inchiostro sprazzi di bianco lontanissimi. Navi da crociera verso la Tunisia o la Libia.

Le onde iniziano a martellare. Si fanno enormi. Cattive. Lungo le scogliere vasche scavate nella roccia dove di giorno si immergono vecchie americane con costumi a fiori uguali a quelli delle loro bisnonne. Ora spazzati con crudeltà precisa dalle onde che emergono dal nero della notte per farsi schiuma sugli scogli.

E' uno spettacolo allucinante, diabolico in un certo senso. Quella notte non mi farà chiudere occhio. Cavalloni ululanti, sembrano ridere della loro forza, folli e orgogliosi della loro follia. Come bambini incoscienti si avventano esplodendo in frastuoni mostruosi sulle rocce. Inconsapevoli e furiosi. Urlano canzonacce da osteria come vecchi e sgraziati ubriaconi. Eppure mi attirano. Gli occhi, i piedi. La mente è invasa da quello spettacolo raccapricciante eppure seducente.

Vortici, singhiozzi, ululati, pianti, muggiti, rombi, schiocchi, tonfi, boati.

Giovedì 11 settembre 2008
Fomm ir-Rih


Nascosti e soli. Camminare tra lucertole e fichi d'india, sudando nell'aria umida del mattino. Solo le rocce mute a farmi compagnia. E il mare. Così tranquillo. La furia relegata all'effimera sostanza d'un sogno inquieto. Conchiglie addormentate sulla sabbia luccicante. Una coppia di danesi con la tenda hanno sfidato la notte dormendo poco distanti per giungere all'alba e fare colazione guardando il mattino violaceo scaldare a larghe falde il mare.

M'immergo e divento cristallo di sale, come plancton, trasparente e minuto. Ancora un po' spaventato. Difficile fidarsi di questo animale così grosso, forte e volubile.

Soprattutto quando si è soli. Verso il mare aperto sono circondato da piccole meduse trasparenti. Sembrano non essere urticanti. In mezzo a loro, regina, una grossa, splendida Cassiopea arancione e pulsante, come un cuore.

Gnejna Bay


Riposo. Nel molo attraccano piccole barche e stanchi pedalò. Nell'acqua bassa giocano bambini obesi. Tira una brezza umidiccia e odorosa d'alghe e marcio dal mare. La corrente sospinge verso riva relitti e rifiuti. Tutto decade oggi. Nel parcheggio dietro la spiaggia stanno maggiolini blu e arancioni arrugginiti dalla salsedine. Dal pontile di cemento armato uomini villosi che sembrano in serie si tuffano a bomba. I gelati si sciolgono nelle mani e tutto trasuda.

Grosse alghe di profondità si arenano sulla spiaggia creando un tappeto molliccio e marcescente.

Madri grasse giocano a burraco sotto ombrelloni scoloriti. La cappa è opprimente. Maliziosa, viziosa, molle, burrosa.

Sui tornanti verso casa un ciclista troppo vecchio rischia infarti multipli.

Sulle scogliere digradanti dolcemente verso il mare una famiglia con cane.

Nelle piazzole gli innamorati si scambiano baci d'addio.

La Valletta

Tutto è silenzio e solitudine. La città morta. Perché addormentata non può essere sono solo le dieci. I tavolini all'aperto deserti. Solo un signore con gli occhiali legge un giornale. Quasi stancamente. Sulla tovaglia rossa e azzurra un coppa di gelato alla crema.

Nei vicoli bui un leggero odore d'orina di gatto. Le finestre sbarrate. Nessun negozio, nessuno.

Un cane che caracolla scendendo una scala di pietra. Una anziana che spazza con una scopa di saggina la soglia di una casa in penombra.

Che solitudine.

Ancora odore salmastro. Oltre le mura. Brezza di mare che sale dal porto. Sventolano lievemente antichi vessilli sdruciti. Croci rosse. Vecchi mattoni.

Nella baia sotto le cupole nere beccheggiano tintinnando sonnolenti navigli.

Venerdì 12 settembre 2008
Blue Lagoon – Comino


Irrealtà. Solo questo. Potrei non dire altro. Poi mi tuffo, le lacrime agli occhi. Cammino nell'acqua impalpabile e invisibile. I miei piedi su un soffice fondo di sabbia d'avorio. Mi guardo attorno, stupefatto, stranito e noto che in molti portano sul viso questo strano sorriso, di sorpresa, incredulità. Nessuno si aspettava potesse essere davvero così....Blue Lagoon. Un nome riecheggiante Polinesia, Caraibi, Maldive...un nome azzeccato.


Nuoto. Sulla sabbia, strane facce di sogliola, una murena con la testa infilata in un buco di roccia. Rimane impassibile e insensibile alle mie stupide avances. Un polpo invece corre via spaventato. Peccato. Non volevo rapinarlo, solo stringergli un tentacolo e augurargli una buona giornata. La mia lo sarà.

Non mangio neppure. Il mio corpo è già sazio. Si può vivere di sola bellezza. Almeno per un po'. Inondato di luce, trasparenze e riflessi. Cullato, coccolato, massaggiato. T'amo.

Nelle grotte a Cominotto. L'acqua appare ferma, come inchiostro. Appena perforata da un sole ridente. Nell'oscurità vivono i coralli e le madrepore e immobile galleggia il re di triglie. Rosso fosforescente. Impassibile.

Un altra grotta si spinge ben in profondità nell'isola. Il fondale dapprima profondo risale e nel punto più nero si tocca. L'eco delle onde e il buio. Subito fuori la grotta mi immergo e risalgo. Una cassiopea mi sfiora senza urticarmi. Non l'avevo vista ma è enorme.

Scende la sera. Già anche qui in paradiso. Aspettando la barca al molo i piedi ancora immersi in quell'acqua meravigliosa. Ragazzi inglesi bevono birra e una barca scarica una comitiva di strani signori tutti armati di sedia pieghevole che si accomodano poco distanti dal molo.

Tornando in mare incrociamo una barca di pescatori. Stanno gettando le reti. La luce si è fatta sanguigna. Navi lontane. I pescatori ci lanciano un segno di saluto.

Tutto si perde in un bagliore. Anche l'amore o la passione.

Sabato 13 settembre 2008
Blue Grotto

Immenso arco di roccia. Casa di mostri marini, di maesltrom, di piovre giganti. Il mare è temibile oggi. Le scogliere altissime e coronata da antichi templi di pietre squadrate.

Dall'insenatura del porto partono piccole barche dondolanti cariche di turisti giapponesi, bianchi come cenci. Navigano rollando paurosamente verso la Blue Grotto. Alcuni giapponesi sono in camicia e cravatta.

Mi getto nell'insenatura. Corde tirate tra le pareti di roccia a cui stanno appese come panni sul filo le piccole barche.

Una murena serpeggia sul fondo. Marrone e altezzosa. Un bambino la vede e risale urlando e richiamando l'attenzione del padre.

Tre grossi muggini cacciano in fondo all'insenatura, la dove il moto ondoso si fa insistente e la corrente più forte.

Ghar Lapsi

Bambini si tuffano da uno scoglio a picco nella piccola baia tra gli scogli. L'acqua è agitata. Soffia ancora la brezza dal mare che va rinforzando. Il tempo sta per cambiare.

In un bar dietro una rimessa di barche mangio una grossa insalata. Una donna maltese più giovane di quel che sembri me la serve trascinandosi appresso due marmocchi belli e strillanti. Il padre seduto a tavola nella penombra all'interno. Guarda un cartone animato in tivù. Una sigaretta in bocca e un figlio lentigginoso sulle ginocchia.

Arrivano due tizi a torso nudo. Magri e abbronzati. Sigaretta in mano, pelle grinzosa, sandali ai piedi. Ordinano due birre cisk. Fumano parlottando a intervalli. Uno dei due si pulisce le unghie con un coltellino. Ogni tanto guardano il telone, liso e squassato dal vento. Occhi acquosi e salmastri.

Nel pomeriggio mi addormento su una terrazza di cemento. Quando mi sveglio è quasi sera. Faccio un bagno nervoso. La piccola baia è stata invasa dalle alghe e fuori dalla baia il mare è profondo e schiumoso. Mette angoscia. Negli anni '80 vicino alla Blue Grotto, un pescatore del luogo, catturò un enorme esemplare di squalo bianco. Era una femmina e venne misurata. Risultò essere lunga più di sette metri (anche se oggi sembra che le misure siano state gonfiate). E' il più grande esemplare di squalo bianco mai pescato e lo trovarono li. A poche centinaia di metri da dove stavo facendo il bagno. Nel suo stomaco trovarono ancora quasi interi un piccolo delfino, un altro squalo e una tartaruga marina. Oggi i negozi di souvenir vicino alla Blue Grotto vendono cartoline con le foto di quel mostro. Ma a dir la verità più che paura fa molta pena. Doveva essere un animale stupendo. Maestoso, feroce, libero e selvaggio. Un emblema.

Da quel giorno squali bianchi sono stati avvistati diverse volte in prossimità delle coste maltesi. Il fondale profondo li favorisce.

Calava la mia ultima sera. Mi sentivo come se all'amo di un pescatore avessero preso anche me oltre allo squalo. La mia storia d'amore finiva.

Scese il rosso sul grigio azzurro della Blue Grotto, poi venne il viola, infine il nero invase tutto. Anche le spine dei fichi d'india.

Domenica 14 settembre 2008
Marsakxlox

Il cielo plumbeo. L'aria fresca, umida ma fresca per la prima volta. Tutto finiva. Questa sensazione di fine mi travolse come un' ondata in piena notte. Mi si spezzò il cuore.

L'estate, il mare, l'amore. Malinconia, amara.

Al mercato domenicale odore di pesce e di fiori. Nel piccolo porto riflessi di rosso, di giallo e d'azzurro e, ancora, l'occhio d'Osiride, attento, veglia. Un grosso pesce spada galleggia morto, tra le barche, tra l'indifferenza.

Lini e pizzi sventolano nel vento umido e fresco. Cumulonembi verso l'orizzonte e qualche squarcio di sole. Per ricordarci ciò che non è più.

Barattoli di capperi sotto sale, odore di cipolle, peperoncini e liquori all'anice e ai fiori. Mieli e pepe verde.

Verso il sud dell'isola. Passo accanto quasi per caso ad un campo d'accoglienza. Reti e un ragazzo polveroso che cammina su una strada tra le tende e i prefabbricati.

Mi fermo in una piccola spiaggia. Un molo. Tre ragazzine si raccontano segreti tenendosi per mano. Un temporale monta in lontananza. L'acqua si fa opaca e schiumosa. Faccio il bagno ma fa un po' freddo.

Inizia a piovere, lentamente.

Vittoriosa

C'è una chiesa dietro il monumento agli inglesi. Statue di bronzo che si stringono la mano. Vicino alla chiesa, una piazzetta. Nella piazzetta alcuni bambini giocano a calcio.

Tra i vicoli pieni di piante, di gatti grassi, e di fiori.

Fino alle mura sul porto dove un anziana zoppa porta a passeggio un cane grigio e senza coda.

La casa del boia, i vecchi palazzi e le porte rosse.

Vicoli in salita angoli retta. Dalle finestre velate da tende con pizzi maliziosi suoni di radio, parole arcane, musiche inascoltate.

Inferriate e balconi lavorati in ferro battuto. Vessilli sdruciti. Monumenti nascosti. Nel porto un pescatore e due gatti. Sull'acqua, opulenti e pacchiani, gli enormi yacht ancorati rappresentano di più e meglio il concetto di fine.

Da un'altra chiesa che appare chiusa un coro sacro in latino riempie il silenzio grigio della domenica.

Fine

Un ultimo bagno finché cala il tramonto. Solo io e un bambino obeso. Piove forte. Petroliere, senza fine, al largo, in contrasto sul grigio.

Arriva un gruppo di strani tipi vestiti di bianco. Si tengono per mano. Li segue un signore con una barba brizzolata ma bene ordinata che sorregge un paio d'occhiali dalla montatura in corno. In mano un libro.

Dietro di loro una schiera di gente con sedie e tavoli pieghevoli, tovaglie, asciugamani, griglie per barbecue, portavivande, casse di birra cisk, bottiglie di vino e coca cola.

I tizi vestiti di bianco entrano in acqua seguiti dal tipo con barba e libro. Ad uno ad uno vengono rovesciati all'indietro e battezzati. La gente sulla riva applaude. Io e il bambino obeso, guardiamo in silenzio. Ha smesso di piovere. Poi si prendono per mano, cantano e recitano una preghiera. Escono dall'acqua accolti da abbracci e da pacche sulle spalle.

Esco dall'acqua e ricomincia a piovere. Nessuno tranne me sembra farci caso. Odore d'umido, di alghe. Finisce l'estate.

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Mini guida a spiagge e coste


Mini guida alla fauna sottomarina di Malta

Info di Viaggio

Volo Andata Pisa - Luqa: Ryanair

Volo Ritorno Luqa – Bologna: Air Malta

Noleggio Macchina: Hertz (da Luqa a Luqa da Sabato 6 settembre a Domenica 14 settembre)

Traghetto (Malta) – (Gozo): GozoChannel

Pernottamento:

3 notti + colazione a Lantern Guesthouse – Marsalforn (Gozo), camera doppia con bagno e colazione a buffet da 40 euro a camera-sistemazione ottima!

5 notti + colazione a Comfort Inn - Sliema (Malta) , camera doppia con bagno e colazione a buffet da 45 euro a camera-sistemazione molto buona!

Altre info su: www.visitmalta.com


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