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Venerdì, 6 Aprile 2007

Salkantay trek, 7 giorni sui sentieri degli Inca

Anche quest'anno eravamo alla ricerca di un grande Trekking da aggiungere alla nostra "collezione". Dopo infinite letture ed innumerevoli racconti di altri viaggiatori la scelta è caduta sugli splendidi scenari dell'America Latina ed in particolare sul Perù...

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Vagabondo0


Anche quest'anno eravamo alla ricerca di un grande Trekking da aggiungere alla nostra "collezione". Dopo infinite letture ed innumerevoli racconti di altri viaggiatori la scelta è caduta sugli splendidi scenari dell'America Latina ed in particolare sul Perù.

Più ci documentavamo, più aumentava la consapevolezza che questo Paese ricco di storia, contraddizioni, forti contrasti e paesaggi di rara ed incomparabile bellezza doveva assolutamente essere visitato!

Il trekking sarebbe stato il Salkantay trek, una traversata di 7 giorni oltre i 4000mt, con un passo a oltre 5200mt che negli ultimi due giorni si sarebbe congiunto con il famosissimo ma più breve Inca Trail.

Scelta la meta ed acquistati i biglietti aerei con larghissimo anticipo, abbiamo iniziato a concentrarci sull'itinerario da seguire. Sapevamo che alcuni luoghi non si potevano assolutamente perdere e così abbiamo optato per il sud del paese dove si concentra gran parte della cultura Inca ed i più rilevanti siti del suo sconfinato Impero. Il nostro viaggio prevedeva come punti fermi la visita del Lago Titicaca e della città perduta di Machu Picchu passando per Arequipa e Cuzco senza perdere le isole Ballestas, il Canyon del Colca e le famose linee di Nazca.

Ci saremmo spostati, come al solito, utilizzando autobus locali; dovevamo solo scegliere quale direzione seguire o meglio, in quale ordine e quali tempi dedicare a ciascuna tappa sfruttando al meglio i trenta giorni a nostra disposizione.

Sapevamo che una volta lasciata la costa di Lima saremmo inevitabilmente saliti parecchio di quota e che avremmo valicato svariati passi e percorso altipiani oltre i 4000 metri sul livello del mare; così prima di visitare i luoghi più "alti" ci siamo imposti di acclimatarci effettuando tappe a quote progressive. Il mal di montagna o soroche, come lo chiamano da queste parti, è un disturbo molto diffuso, dovuto al fatto che in breve tempo si sale dal mare agli altipiani andini oltre i 4000/4500 mt.slm.

Noi non abbiamo avuto alcun problema proprio perché ci siamo avvicinati alla "quota" in maniera dolce e progressiva, ma abbiamo assistito ad episodi dove compagni di autobus sono stati così male da finire in ospedali locali quasi privi di conoscenza! Alcuni di questi malcapitati avevano affrontato il lungo viaggio dall'Europa ed ancora frastornati per il fuso orario si erano subito spostati in aereo dalla costa ai 3400 mt. di Cuzco...impossibile non stare male!

Il nostro vagabondaggio Peruviano si può dividere in due fasi: quella più avventurosa dove descriveremo la lunga scarpinata sulle Ande con capolinea Machu Picchu e quella prettamente turistica.

1° giorno : Mollepata-Markokasa km 4


Il Salkantay trek parte ufficialmente dall'amena località di Mollepata, piccolo ed alquanto isolato villaggio sito a 3200mt. di quota dove il tempo pare essersi decisamente fermato. Raggiungere questo luogo in minibus da Cuzco è già di per se una piccola avventura; quasi quattro ore di strette, ripide ed impervie strade sterrate su precipizi da vertigine!

Arrivati a Mollepata, mentre i portatori erano impegnati con i muli per le operazioni di carico materiali aspettando l'ora di pranzo prima della partenza abbiamo girovagato per il paesino. Il tempo di scattare alcune foto che era già ora di incontrarsi con gli altri per il pranzo; seduti in cerchio attorno alle pietanze appena preparate abbiamo conosciuto ufficialmente gli altri sette camminatori del gruppo:

Luis e Dwanna: una coppia di cinquantenni di Boston. Lui professore di psichiatria (!) ad Harward e lei professoressa inizialmente un po' schizzinosi...alla fine del trekking mangiavano di tutto facendo anche apprezzamenti sulla cucina!

Allison, Helen e Hailey: tre ragazze inglesi in giro per il Perù da sole.

Simon e Leonardo: il primo un simpatico diciottenne inglese viaggiatore solitario prima dell'inizio dell'anno accademico; il secondo un viaggiatore solitario brasiliano.

Raul era la nostra guida: preparata su moltissimi argomenti, che variavano dalla storia Incaica alla natura spettacolare che ci circondava.

Finito il frugale ma sostanzioso pranzo, abbiamo affidato parte del nostro equipaggiamento ai portatori che ce lo hanno fatto trovare al primo campo base. Andrea non ha voluto assolutamente separarsi dal suo sacco a pelo, tenda e potabilizzatore per l'acqua ... concluderà il trekking decisamente allenato!

L'approccio con questa avventura inizialmente è duro: si sale subito e ripidamente, immersi nel verde lussureggiante e ci si ferma solo per ammirare gli splendidi scorci panoramici e gli onnipresenti, coloratissimi colibrì. E' la prima volta che ammiriamo questi piccoli ed insoliti volatili e vederli succhiare il nettare dai fiori senza fermarsi rimanendo immobili in volo è davvero uno spettacolo.

Dopo i primi tornanti, col fiato corto per la quota, rapidamente ci ambientiamo. Raul, la guida, forza il passo di proposito e miete le prime "vittime": ci dirà poi che era sua intenzione testare la forma e la preparazione fisica dei partecipanti per capire le andature da tenere nelle successive e più impegnative tappe.

Alle 17.00 raggiungiamo una vasta radura erbosa dove in poco tempo montiamo le tende. Questo luogo, posto a 3.685mt di quota, si chiama Markokasa ed è abitato da un'unica famiglia di contadini/pastori che ci osservano divertiti mentre svolgiamo le nostre mansioni.

La vista spazia sulle catene montuose circostanti, il sole inizia a calare, l'aria è tersissima e fresca.

Dopo esserci rinfrescati ci infiliamo nella tenda comune per la cena dove familiarizziamo ancora un po' con il resto del gruppo. E' ora di andare a dormire ma uscendo veniamo fermati ed ammaliati dallo spettacolo che il cielo ci riserva: il buio totale mette in risalto costellazioni e galassie come mai le abbiamo viste. Raul ci descrive con entusiasmo ciò che stiamo ammirando; andremo a dormire con la croce del sud, il grande carro e la via lattea impressi nella memoria.


2° giorno : Markokasa – Ichu Pampa km 15


Durante la notte, mentre Serena ronfava beatamente, il mio sonno è stato disturbato da vari rumori. Ciò che credevo passi di qualcuno intento a rubare l'attrezzatura non erano altro che gli innocui cavalli e muli che liberi brucavano l'erba attorno alla tenda.

Alle 6.28 i portatori ci danno la sveglia e il buongiorno porgendoci un bell'infuso bollente di foglie di coca ancor prima che potessimo uscire dal sacco a pelo! La nostra guida ci obbligherà a ristorarci così ogni mattina perché questa bevanda è considerata un ottimo tonico che aiuta a non soffrire di mal di montagna. Serena se ne berrà litri nel corso dell'intero trekking; io, che non lo trovavo così delizioso, preferivo il caffè liofilizzato.

Purtroppo nella notte una delle 3 ragazze inglesi non si è sentita bene e deve essere trasportata a valle a cavallo da un portatore; si ricongiungerà al gruppo negli ultimi due giorni sull'Inca Trail.

La colazione è davvero notevole...la migliore da quando siamo in Perù. Pane, burro, marmellata, porridge, omelette dolce e caffè bollente saranno il nostro carburante per affrontare una giornata massacrante.

Partiamo e Serena fa fatica a carburare, complice il ripido sentiero e l'andatura non proprio rilassata. Subito dopo la strada diventa meno impervia, spiana e costeggia lungamente l'Inca Canal, un'antichissima canalizzazione realizzata dagli Inca e tuttora funzionante e utilizzata per l'irrigazione.

Serena tira un po' il fiato, rinfrancata anche dalla vista dell'imponente Huamantay, completamente ricoperto di neve fino alla sua cima alta 5.902 metri. E' il primo impatto con questi colossi andini alti dai 5.500 metri in su e caratterizzati da ripidi e fitti canaloni di neve ed immense seraccate pensili sotto le loro cime.

Lasciato a sinistra il canale, raggiungiamo un'ampia valle dove scorgiamo gli ultimi insediamenti abitati da coltivatori di patate, a due giorni dalla strada carrozzabile più vicina. In questo luogo con vista meravigliosa verso le 13 pranziamo. I portatori lavorano incessantemente, caricano e scaricano l'attrezzatura necessaria per la cucina, cucinano, lavano le stoviglie al fiume, sistemano le bestie e ripartono con un'efficienza da manuale. Sembrano infaticabili, li guardiamo ammirati, sempre sorridenti e pronti a scambiare una battuta! Dopo un'altra ora di cammino e il guado di due torrenti iniziamo veramente a salire. Costeggiamo un immenso e lungo argine di morena glaciale e ci spingiamo fino ai 4.625 metri di Ichu Pampa dove sistemiamo il campo.

Ci troviamo ai piedi del Salkantay, la colossale montagna che da il nome all'intero trekking. Questa cima, alta 6.264 metri, è caratterizzata dalle nevi perenni. Il nome significa "montagna selvaggia", e il fatto che fino ad oggi solo due spedizioni abbiano tentato la cima (senza mai raggiungerla) la dice lunga sull'impegnativo avvicinamento e gli innumerevoli pericoli oggettivi che questa cima riserva agli alpinisti!

Si alza un gelido vento ed inizia a nevicare. Prima che il tempo peggiori ulteriormente corriamo ad un torrente e filtriamo tre litri di acqua che ben presto trasformeremo in caffè e tè bollenti. A questa quota dobbiamo sforzarci di bere molto; per festeggiare il nostro campo più alto, sfiliamo dallo zaino una delizia riservata a questa occasione speciale: un tubo di succulente e untuose patatine Pringles...basta così poco per sentirsi coccolati come in un hotel a 5 stelle!

Passiamo un'oretta al calduccio della tenda infilati per metà nei sacchi a pelo rilassandoci e scrivendo, cullati dai sibili della tormenta. Alle 19 ci chiamano per la cena e quasi svogliatamente usciamo indossando per la prima volta la giacca in piuma: fuori si gela letteralmente! L'ottima ed abbondante cena si conclude con una sorpresa: un fantastico vin brulé peruviano, ovvero succo di arancia e vino bollenti.

Ristorati, ci rinchiudiamo nei sacchi a pelo e mentre scrivo "qualcuno" già dorme pesantemente! Il vento che scuote violentemente la tenda e il cupo rombo degli immensi blocchi di ghiaccio che si staccano da alte seraccate sotto la cima della montagna caratterizzeranno la lunga nottata. Fatico a prendere sonno e penso continuamente ai portatori da quando mi sono accorto che loro dormono ammassati nella tenda mensa avvolti in teli e coperte di lana, senza sacco a pelo e materassino a questa quota e con questo freddo!


3° giorno : Ichu Pampa – Canal Inca km 12




Sveglia alle 7.00 del mattino, viziati dal solito buon mate de coca bollente. Il fatto che qualcuno ci debba servire in tenda un po' ci infastidisce visto che non siamo abituati a questo tipo di servizio. Questa comodità imposta ci sembra denigrante nei confronti dei bravi portatori, sa di colonialismo, riduce autonomia e senso di avventura.

Fuori fa molto freddo: il tempo è variabile e pesanti nuvole ci permettono di vedere solo scorci dell'immensa parete che abbiamo di fronte.

Affardelliamo velocemente gli zaini, facciamo colazione e ci dirigiamo verso i 5.200 metri del più alto passo dell'intera traversata, quello di Incachiriasca. Ci aspettiamo per scattare le foto di gruppo con panorama su entrambi i versanti e scendiamo velocemente verso un'ampia vallata di origine glaciale che ci porta, dopo una lunga camminata, al nostro campo intermedio dove consumeremo un caldo pasto. L'americana, in discesa, incespica e si procura una brutta ferita al ginocchio; viene medicata e stoica procede. Fa un freddo cane ma gli americani, non si sa per quale motivo, indossano sempre i calzoncini corti!

Poco oltre, lungo il tragitto, troviamo delle piccole casette col tetto in paglia. Raul ci spiega che si tratta di un accampamento dove circa 40 famiglie vivono di allevamento e pastorizia. Una bimba, scendendo da chissà dove, ci segue in maniera discreta e al nostro accampamento (Canal Inca, a 3600 metri), silenziosa e sotto la pioggia, allestisce un mini mercatino di bevande: non possiamo non comprarle una birra fresca!

Alle 17.30 ci chiamano per farci sedere attorno ad un magnifico e crepitante falò, che scalda cuori e vestiti umidi! Ci gustiamo un buon mate de coca e, a turno, ci raccontiamo barzellette o storielle. Gli inglesi fanno ridere noi ma soprattutto Leonardo, il simpatico brasiliano, per il loro scarsissimo senso dell'umorismo!

La cena è davvero ottima anche se non sufficientemente abbondante da compensare le fatiche quotidiane.

Alle 20.50 io sto quasi ronfando al caldo del mio sacco a pelo, cullata dal rumore del fiume che scorre ai nostri piedi.


4° giorno : Canal Inca – Ayapata km 10




Sveglia alle 7.00 sotto una pioggia scrosciante...solito infuso a base di foglie di coca, colazione, zaini in spalla e giù veloci verso Inca Racay, il primo dei numerosi siti archeologici che caratterizzeranno il paesaggio d'ora in avanti fino a Machu Picchu. Seguiamo lungamente l'alto sentiero che costeggia il fiume fino ad arrivare ad un piccolissimo villaggio dove si incrociano tre valli. Proprio in questo luogo strategico per l'antica viabilità legata ai commerci e rifornimenti sorge Inca Racay; dentro le sue possenti mura, sosteremo brevemente illuminati dalle sempre ammalianti spiegazioni e curiosità di Raul. La guida ci lascerà del tempo per gironzolare autonomamente per le strette viuzze e passaggi di quest'antica città fortezza. Siamo gli unici turisti nel giro di alcune decine di chilometri: saperla così isolata e tutta per noi ha un fascino particolare e ci sentiamo quasi dei veri esploratori!

Il sentiero prosegue verso Wayllabamba, un piccolo paesino oltre il quale avrà inizio l'Inca trail ufficiale. Da qui in avanti gli animali non potranno proseguire; troppo impervio e stretto per loro. Proprio qua ci controllano i passaporti e spuntano i nostri nomi dalla lista degli autorizzati a percorrere il sentiero, una sorta di frontiera per accedere alla città perduta degli Inca.

Salutiamo i tre mulattieri che fin qui ci hanno accompagnato; il loro pesante carico sarà affidato a diversi super allenati portatori.

Il sentiero non sarà più sterrato ma completamente lastricato dalle pietre poste dagli antichi Inca centinaia d'anni or sono. Proprio per salvaguardare l'antica pavimentazione è assolutamente vietato utilizzare i bastoni da trekking senza le coperture in gomma sulle punte...e Andrea non le trova più! Da questo momento in poi proseguirà senza il loro aiuto!

La salita continua ripida e la vegetazione è aumentata notevolmente, come pure l'umidità che avvolge tutto. Passiamo accanto a numerose aree destinate alle tende finché troviamo la nostra piazzola, in zona Ayapata, a 3.350 mt.. La vista è superba ma alle 16.30 inizia a piovere, ma niente paura: avevamo allestito in tempo il campo! Dopo le solite due Pringles di "ricompensa", alle 17.30 andiamo nella tenda comune a fare merenda tutti insieme e a giocare a carte finché non ci viene servita la cena.

5° giorno : Ayapata – Chaqicocha km 13


Puntuale, la sveglia suona alle 6.00. Dopo colazione si parte in direzione Abra de Warmihuanusca, il "passo della donna morta", a 4200mt. Serena trova il toponimo alquanto inquietante e non vede l'ora di sapere da cosa deriva il nome.

Il percorso è tosto, una scalinata infinita che si inerpica inesorabile in mezzo alla foresta pluviale. Il paesaggio è totalmente cambiato: ora siamo immersi in un verde a dir poco rigoglioso e scorgiamo all'orizzonte le alte cime di monti innevati. Dopo 2 ore e mezza di salita, durante la quale veniamo superati da alcuni portatori, carichissimi di ogni tipo di pesante ed ingombrante attrezzatura, arriviamo al passo. Dall'altra parte le nuvole basse avvolgono tutto limitando la visuale a pochi scorci su un lontano sentiero lastricato posto a mille e più metri sotto i nostri piedi... ma dobbiamo veramente scendere ancora così tanto?!? Purtroppo si!!! Facciamo una foto di gruppo e via che si scende fino ai 3.500 metri di Pacaymayo, dove sostiamo brevemente per il pranzo.

Lungo tutto il percorso si possono apprezzare le scalinate Inca ancora in perfetto stato di conservazione e, a parte muscoli e ginocchia duramente provati e doloranti dagli importanti dislivelli, il percorso regala molte soddisfazioni.

Risaliamo verso le rovine di Runkurakai, una costruzione tonda perfettamente conservata utilizzata dagli Inca come torre di osservazione sulla sottostante valle Pacamayo. Varchiamo il passo a 3.970 metri e scendiamo rapidi sull'altro versante; il paesaggio cambia ancora compaiono fiori esotici mai visti prima e molte specie di orchidee. Tutt'intorno volano numerosi coloratissimi colibrì, in spagnolo picaflores. Scendiamo verso Sayacmarka, posta a 3624mt, uno splendido complesso archeologico ricco di fontane liturgiche, vicoli e canali di irrigazione, che emerge letteralmente dalle nubi di condensa che salgono dalla a dir poco fitta foresta. Egoisticamente parlando è davvero magnifico ed alquanto suggestivo avere a disposizione ed assaporare la mistica bellezza di questi luoghi sapendo che non ci sono altri turisti oltre a noi. Il buio e la nebbiolina ben presto avvolgono tutto e noi ci spostiamo verso le rovine di Concha Marca (a 3.550 metri). Proseguiamo oltre fino ad arrivare allo stretto terrapieno, alto 3.570mt e detto Chaquicocha, che accoglie il nostro campo.

Cena ottima e nanna: oggi l'impressionante dislivello percorso ci ha davvero sfiancato!


6° giorno : Chaquicocha – Winay Huayna km 10


Sveglia alle ore 6.30: la solita nebbiolina avvolge tutto ma visto che siamo nel mezzo della foresta pluviale non ci si può aspettare altro che tanta acqua vaporizzata! Il paesaggio è incredibilmente ricco di molte specie di orchidee, dai colori favolosi.

Raggiungiamo Phuyupatamarka, la "città nelle nuvole, un sito archeologico a 3700mt molto ben conservato dove Raul aggiunge informazioni interessanti su questa incredibile civiltà degli Inca.

Proseguiamo fino a raggiungere una spalla dalla quale si dovrebbe vedere Machu Picchu ...se le nuvole che avvolgono tutto non ci fossero di ostacolo! Sotto di noi si stende la valle dell'Urubamba e io sento che con un po' di pazienza le nuvole si dissolveranno ...e infatti così avviene.

Dobbiamo ripartire e Raul, per "movimentare" un po' la giornata si inventa la "corsa all'impazzata", giù a rotta di collo per l'erto e polveroso sentiero. La fatica è tanta, come pure l'attenzione che dobbiamo porre a dove mettiamo i piedi, però è davvero divertente! Dopo una decina di minuti di corsa all'impazzata abbandoniamo di nuovo il sentiero perché Raul ci fa percorrere un tratto non battuto nel bel mezzo della fitta ed intricata foresta. Qui tutto è decisamente scivoloso, impossibile non appoggiare il fondo schiena a terra di tanto in tanto pensando a simpatici animaletti come i serpenti. Sembra di essere in un film di Indiana Jones! L'ultimo tratto ci obbliga ad un salto che ci fa entrare direttamente ad Intimata, sito perfettamente conservato. Solita interessante spiegazione e via verso il campo di Winay Huayna, dove arriviamo per le 15 circa. Il sito, posto a 2700mt di altezza, è decisamente affollato da decine di altre tende dei gruppi che arrivano a Machu Picchu seguendo il percorso breve di due giorni.

Vencislao, il nostro cuoco, per l'occasione ci organizza un ottimo pranzo a buffet. Montata la nostra tenda (dalla quale si ha una splendida vista sulle rovine viste nella mattina) andiamo a visitare lo splendido sito di Winay Huayna , un antica cittadina caratterizzata da splendide mura, ripide e strette scalinate, caseggiati e terrazzamenti digradanti verso il basso a semicerchio. Una sorta di mezzo cono rovesciato e mirabilmente terrazzato rubato al ripido pendio nella foresta, reso produttivo ed abitabile da abilissimi ingegneri Inca. E' bello poter girare liberamente fino al tramonto; la città è in mano nostra e possiamo davvero immedesimarci nella vita degli antichi Inca creandoci delle deliziose suggestioni. I terrazzamenti sono perfettamente conservati come pure le abitazioni, l'antico tempio e la rete idrica ancora funzionante!!!

Appena cala il sole, torniamo alla tenda e dopo la cena ci dileguiamo perché il giorno dopo la sveglia suonerà alle 4 del mattino: l'obiettivo è raggiungere l'ultima città perduta degli Inca con il sorgere del sole!





7° giorno : Winay Huayna - Machu Picchu km 8


La sveglia suona alle 3.58...fuori è buio pesto, tutto è fradicio d' acqua di condensa e avvolto dalla nebbia. Svogliatamente smontiamo la tenda aiutati dai portatori e facciamo colazione nella tenda comune. Le dolci omelette ci risvegliano e ci danno l'energia necessaria per iniziare questo ultimo meraviglioso giorno di trekking.

Ci sistemiamo le pile frontali e, in fila indiana, silenziosamente partiamo. Alicia, l'aiuto guida, fa l'andatura e dopo 3 minuti siamo rimasti in 4: noi, lei e Leonardo il Brasiliano!

Raggiungiamo Intipunko, a 2.700mt, l'antica Porta del Sole, dove si dovrebbe vedere sorgere il primo raggio di sole che colpirà Machu Picchu, posta più in basso rispetto a questo luogo abbarbicato su uno stretto passo. Attendiamo invano perché tutto è avvolto da fitte nuvole basse. Ormai siamo un folto gruppo perché molte altre persone, che partecipano all''Inca breve, ci hanno raggiunto. L'atmosfera è di grande attesa anche se per un evento che non si verificherà, purtroppo.

Quando il sole è ormai alto sopra la nebbia scendiamo verso l'oramai prossima Machu Picchu. Dopo una mezz'ora di cammino, finalmente le nuvole prima si diradano un poco per poi dissolversi completamente e Machu Picchu appare maestosa ai nostri piedi. E' veramente splendida oltre ogni immaginazione. Ancora non ci rendiamo conto di dove ci troviamo...la mitica città perduta vista migliaia di volte in TV e sulle riviste patinate appare ammaliante ed imponente davanti ai nostri occhi, sotto i nostri piedi! Uno spettacolo unico, da togliere il fiato.

Decidiamo di salire in cima al Huayna Picchu, una montagna che sovrasta Machu Picchu. Ci mettiamo pazientemente in coda e dopo un'oretta attacchiamo a salire lungo un ripidissimo sentiero che ha delle corde fisse per agevolare la salita. La fatica è ovviamente ripagata dal paesaggio grandioso. Tutto intorno le cime dei monti che ci hanno tenuto compagnia in questi 7 giorni, tra cui lo spettacolare Nevado Veronica. Anche la cima di questa ripida montagna ha delle costruzioni Inca; gli archeologi stanno ancora studiando varie ipotesi, ma quella più accreditata è che costituisse un avamposto militare per controllare l'arrivo dei nemici... e vista la sua ardita posizione non stento a crederci.

Studiata la "planimetria" della città dall'alto, ora è tempo di scoprirla da vicino, di perdersi nei meandri dei suoi stretti vicoli, di sfiorare con le dita i blocchi di granito perfettamente Incastrati dei muri delle sue imponenti costruzioni di scoprire i suoi templi che in epoche lontane hanno assistito a incredibili e spesso cruenti rituali...

Non ci dilungheremo nella descrizione di questo luogo meraviglioso perché con le parole non riusciremmo mai a trasmettere la sua magia, la misticità che si respira al suo interno, i suoi colori vividi la maestosità e l'isolamento dell'ultima grande città Inca.

Città e civiltà forse volutamente dimenticata, consapevolmente persa perché non venisse raggiunta dalle avide mani distruttrici dei conquistadores spagnoli.

Divorata ed allo stesso tempo conservata dalla foresta pluviale, riscoperta in tempi recenti e ridata al mondo così com'era 6 secoli fa...questa è Machu Picchu.

Il nostro Perù in breve

Lima: il centro della città merita una visita, come pure il Museo Archeologico Nazionale. Sarebbe meglio visitare il Museo come prima tappa per potersi fare un'idea delle diverse culture che hanno caratterizzato il paese.



Pisco e Paracas: una gita alle Islas Ballestas consente di accedere ad un parco marino ricco di fauna: leoni marini e pinguini abbondano attorno a questo arcipelago. E' possibile inoltre vedere dal mare la "Candelabra", una raffigurazione incisa sul fianco di un pendio (il cui significato è ancora dubbio) alta più di 150 metri. Anche la visita all'area desertica di Paracas offre un incredibile vista sul paesaggio arido costiero, soprattutto al tramonto.

Nazca: conosciuta per il sorvolo in aereo delle famose Linee di Nazca, questa città consente anche di visitare un paio di interessanti siti archeologici fuori dai circuiti più turistici.

Il cimitero di Chauchilla è disseminato di ossa e di antichi tumuli funerari mentre il sito di Cahuachi, in mezzo al deserto, consente di esplorare una zona ancora oggetto di scavi archeologici da parte di studiosi, molti dei quali italiani.



Arequipa: la "Città bianca", che vanta un bellissimo centro coloniale, il museo che conserva la famosa mummia "Juanita", perfettamente conservata, e il monastero di Santa Catalina dagli incredibili colori.

Arequipa è il punto di partenza ideale per visitare il sorprendente Canyon del Colca, dove si possono ammirare i condor, e per Chivay dove sembra che il tempo si sia fermato.



Lago Titicaca: le gite alle Isole galleggianti e all'Isola di Taquile sono davvero suggestive. Il sito archeologico di Sillustani si trova in un'incredibile posizione panoramica che offre scorci indimenticabili, soprattutto al tramonto.



Cuzco: una città incredibilmente ricca di suggestioni che coniuga la storia degli Inca con quella degli antichi conquistadores.

Da qui è possibile partire alla volta di numerosi siti archeologici: Sacsayhuaman, Qenko, Puca Pucara, Tambo Macay, Pisac, Ollantaytambo e Chinchero solo per citarne alcuni.

Machu Picchu: l'essenza dell'intero viaggio


Alcuni consigli che potrebbero essere utili...


Se si sceglie di viaggiare in Agosto è necessario prenotare il volo aereo con congruo anticipo (almeno 8 mesi prima della partenza). A partire dalla fine di luglio e per buona parte di agosto il Perù festeggia le "Fiestas Patrias" e molti peruviani che vivono in Europa ne approfittano per tornare a casa. Ciò non significa che i voli aerei sono più cari: semplicemente che è difficile trovare un passaggio aereo, indipendentemente da quanto si è disposti a pagare!

L'Inca Trail è il trekking più famoso e ambito dell'intero sud america. Se si decide di raggiungere Machu Picchu percorrendolo è necessario prenotare il trekking con larghissimo anticipo (quasi un anno prima). Il sentiero non si può percorrere da soli: è obbligatorio aggregarsi ad un gruppo che sia guidato da una guida autorizzata. Occorre pianificare attentamente il trekking perché, al momento della prenotazione, è indispensabile fornire la data esatta ed i partecipanti al trekking.

Il numero di persone che ogni giorno possono percorrere il trekking è limitato (500 persone al massimo) e quindi molte agenzie di Cuzco offrono nel loro catalogo l'"Inca Trail" ma in realtà si tratta di gite che consentono di raggiungere a piedi solo Aguas Calientes e poi un bus vi porterà all'ingresso di Machu Picchu.

Non è da sottovalutare l'allenamento minimo necessario per raggiungere a piedi Machu Picchu, anche se si sceglie il percorso breve. I dislivelli sono comunque importanti e l'altitudine è apprezzabile, quindi il mal di montagna è sempre in agguato.

E' fondamentale l'acclimatamento: se si dispone di tempo è preferibile raggiungere Cuzco con i mezzi di terra in modo da abituarsi progressivamente all'area rarefatta che caratterizza tutti gli altipiani del sud peruviano (Lago Titicaca, Arequipa e Colca Canyon inclusi).

Se, come abbiamo fatto noi, decidete di raggiungere Machu Picchu percorrendo il Salkantay Trek, occorre affidarsi ad un'agenzia che garantisca le date di partenza concordate. Solo pochi intermediari, infatti, organizzano questo trekking e soprattutto pochissimi garantiscono la data di partenza indipendentemente dal numero minimo di partecipanti.

Se decidere di salire sulla vetta del Huayna Picchu, ricordatevi che ogni giorno possono raggiungere la cima solo 400 persone. Quindi mettetevi subito in coda e posticipate la visita alla città solo dopo aver apprezzato dall'alto il grandioso paesaggio che circonda Machu Picchu.

Soprattutto se si decide di intraprendere un trekking, è fondamentale disporre di una buona farmacia da viaggio che includa i medicinali per il mal di montagna e le pastiglie per depurare l'acqua.

Non dimenticatevi i bastoni da trekking e soprattutto i tappini per coprire la parte in metallo.

Attenzione ai soldi che emettono gli sportelli bancari: i tagli di 100 soles non vengono accettati nemmeno nei migliori ristoranti.

Un sito internet che vi vogliamo assolutamente consigliare


Specializzato sul Perù, il sito www.sudamerica.it è ricco di informazioni. E' gestito da un'associazione (Magie delle Ande) molto attiva in Perù con iniziative solidali. Il forum è particolarmente utile e consente di mettersi in contatto con alcune persone che, direttamente dal Perù, potranno darvi una mano ad organizzare il vostro viaggio.

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