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Mercoledì, 10 Settembre 2014

LUCCA E PIAZZA ANFITEATRO

Lucca, sintesi perfetta di armonia e bellezza che la Toscana, più di altre regioni, offre a piene mani a chi la visita.

ARTICOLO DI

alberto angelici

Lucca, sintesi perfetta di armonia e bellezza che la Toscana,  più di altre regioni, offre a piene mani a chi la visita. Le possenti mura rinascimentali,  mai in realtà usate per gli scopi bellici per cui erano sorte  a cavallo tra il '500 e il '600,  cingono completamente la città. è un anello di 4 chilometri, interrotto da 11 baluardi ognuno dei quali era dotato di guarnigione, di cannoni in bronzo e di locali adibiti a magazzino. Nel 1799 il complesso murario fu definitivamente smilitarizzato e la duchessa Maria Luisa di Borbone incaricò  Renzo Nottolini, architetto regio,  di adattarle a pubblico passeggio. 

Da allora il percorso nato alle sommità delle mura e i magnifici prati che all'esterno le circondano rappresentano la meta abituale dei lucchesi per picnic  e passeggiate sia a piedi che in bicicletta e uno splendido colpo d'occhio per chi vi arriva dalla periferia.  All'interno delle mura è nel dedalo di strette vie medievali. Ad ogni passo  lo sguardo incontra secoli di storia e la patina del tempo sembra aver conferito una sorta di patente alla convivenza tra gli stili più diversi, così che  palazzi gentilizi, chiese ed edifici di più modeste origini  oggi rappresentano un affascinante amalgama in cui è bello  muoversi. è un percorso non solo  geografico ma temporale e storico.

Centro focale  e,  da sempre,  luogo d'incontro per la comunità è Piazza Anfiteatro, cui s'accede da quattro passaggi  a volta, posti in corrispondenza di quelli che,  probabilmente,  in epoca romana erano gli ingressi dell'arena  le cui gradinate poteva ospitare fino a diecimila persone.  Non poche se pensiamo  a quanto la popolazione fosse allora più ridotta. Ovale e  di proporzioni perfette,  oggi questa piazza unica al mondo può a tutti gli effetti  essere alla stregua di un… fossile. Così come il silicio, sostituendosi nei milioni d'anni alle molecole organiche ha formato un perfetto simulacro della creatura  che fu, lo stesso è capitato qui: scomparse le  strutture architettoniche originali,  le proporzioni dell'anfiteatro del II secoldo d.C. sono sopravvissute nelle costruzioni che nei secoli vi s'addossavano mano a mano che le colonne delle 54 arcate, le lastre marmoree e le pietre venivano cannibalizzate per finire  nei cantieri di nuovi edifici.

Nei secoli successivi la grande costruzione subì numerose trasformazioni e adattamenti, divenendo di volta in volta fortezza, prigione, con il nome di Grotte, alloggi privati (e orti nello spazio dell'arena), deposito del sale e,  nell'ottocento,  macello comunale. Alla fine del 18° secolo la  trasformazione si completò quando l'architetto Nottolini ricevette l'incarico di dare alla piazza  e alle costruzioni che la circondano un aspetto più omogeneo ed organico, con botteghe e osterie al piano terra e abitazioni ai piani superiori. Oggi si può dire che il cerchio, anzi l'ovale,  si è chiuso. Piazza Anfiteatro torna  alle sue origini quale luogo d'aggregazione e salotto cittadino,  sede  di concerti prestigiosi, mercato ortofrutticolo ed esposizione di fiori nel giorno di santa Zita il 27 d'aprile e nel periodo natalizio. Il momento però in cui questo luogo unico sa esprimere tutto il suo fascino è la mattina presto, prima che i turisti se ne approprino, prima ancora che le botteghe aprano i battenti. 

E' allora che conviene arrivare dai vicoli e, imboccato uno dei quattro passaggi, fermarsi in silenzio ad osservare ciò che l'arco ombroso incornicia. è in quel momento che  le casette color crema strette spalla a spalla ci appaiono come le scene in cartapesta di un fondale in attesa che gli attori facciano il loro ingresso e si dia inizio allo spettacolo…

 

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