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Lunedì, 7 Ottobre 2013

La "mia" Lumbini

Durante il suo viaggio in Nepal Raffy visita il sacro sito di Lumbini, il luogo dove nacque Budda: l'emozione prende il sopravvento...

ARTICOLO DI

raffy

Non so a quanti di voi interesserà la mia esperienza, ma sono tra quelle persone che si ritengono fortunate ad aver visitato questo luogo.

Non appena arrivata in hotel, ho lasciato “armi e bagagli” e sono entrata nel sito: mi sono trovata immersa in un bel giardino, curato, con una bella strada piena di ciottolino, affiancata da fiori, piccole statue, un bel lago, grandi alberi. I tanti templi rendevano il luogo interessante, la mia attenzione era rapita dal desiderio di vederlo e di non perdermi neppure un solo tempio. Salivo e scendevo dal tuk tuk per fare foto, cercando di riprendere i monumenti, sfruttando le migliori inquadrature e la migliore luminosità.

Due ore e mezza trascorse così, e poi, sono tornata in albergo, ma qualcosa non andava.. ero insoddisfatta, quasi delusa ma senza capirne il motivo.

Mi sono fatta una doccia e mi sono seduta sul terrazzo della mia stanza a godermi il tramonto.

Pochi minuti e tutto è stato chiaro: io avevo visto il sito archeologico, ma non lo avevo “vissuto”!

Nella foga di vederlo tutto, di fotografarlo, di salire e scendere da quel tuk tuk, io non avevo “sentito” quel posto.

Il giorno dopo ci sono tornata: la macchina fotografica l’ho lasciata in hotel!

Ho ripreso il tuk tuk ma, stavolta, ho guardato in faccia il mio “amico” nepalese che mi portava in giro; gli ho offerto una caramella e lui, sorridendo, l’ha presa. Da questo momento ho iniziato a sorridere anche io…da quel momento ho “sentito” che la natura che mi stava intorno faceva parte integrante di quel piccolo, ma immenso attimo, della mia vita che stavo trascorrendo nella città sacra dove è nato Budda.

Sono entrata nei templi dove ero stata solo 12 ore prima e mi sembravano così diversi: non erano luoghi da visitare ma da “vivere”: in molti di essi mi sono seduta a contemplare la bellezza di ciò che provavo e “sentivo” dentro di me: la calma, la serenità. Niente più fretta ma solo la calma e la gioia di godermi quell’attimo di vita.

Sono arrivata davanti ad un vecchio albero, pieno di bandierine colorate di preghiera: vi erano tante offerte ai piedi dell’albero e tanta gente che pregava.

Mi sono seduta all’ombra di questo albero e mi sono messa a meditare…in silenzio..ma un silenzio che urlava: “raffy, sei fortunata ad essere qui. Finalmente qui hai ritrovato te stessa, finalmente qui ti sei – sentita- ancora una volta”. Ci si perde troppo spesso nella quotidianità: sempre di corsa, ad inseguire qualcosa o qualcuno. Troppo spesso “ci perdiamo”; troppo spesso non ci “sentiamo” più. Troppo spesso ci facciamo travolgere dalla vita che corre veloce..troppo veloce! E’ bello quando riusciamo a capirlo ed a fermarci, anche solo per un attimo.

Lo so già: alcuni di voi penseranno che io sia un po’ folle, qualcuno penserà che il caldo mi abbia dato alla testa ma forse qualcuno “sentirà” nell’anima ciò che ho provato.

Ed è per queste persone che ho voluto scrivere la mia esperienza.

Questa è la “mia Lumbini”.



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