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Martedì, 31 Marzo 2015

La cartolina di Chloe

Ogni nuovo posto è una scoperta..e tanti posti nascondono pure dei misteri che rimangono impressi.Articola ci svella la storia di Chloe,immaginazione o fantasma?

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La cartolina di Chloe

Nel 1992 i proprietari di Myrtles plantation, una ex piantagione di cotone e canna da zucchero a St. Francisville, scattarono delle fotografie della casa da dare ad una compagnia assicurativa, per la stipulazione di una polizza anti-incendio. Le fotografie furono rimandate indietro dall’Assicurazione, dicendo che avevano chiesto delle foto nelle quali apparisse solo la proprietà: niente persone.


Stupiti, i proprietari, guardarono bene le foto… e si accorsero di tre strane figure che apparivano fra gli edifici. Eppure, erano sicuri che non ci fosse nessuno quando avevano scattato la foto! Doveva esserci stato un errore: quelle non potevano essere figure umane, rifletterono i proprietari.
Il mistero rimase irrisolto per qualche anno, finché nel 1995 un ricercatore di nome Norman Benoit, avvedutosi della storia, chiese di poter analizzare le fotografie ed ingrandendole diede il proprio responso: le foto non lasciavano spazio a dubbi, le proporzioni delle figure corrispondevano perfettamente a quelle di tre umani, una in piedi fra due edifici, e due - più piccoli, forse bambini, accovacciati su una finestra…
Questa fotografia prende oggi il nome de: «La Fotografia di Chloe».

Ma chi è Chloe?

L’abbiamo scoperto un giorno soleggiato di dicembre a Saint Francisville, una piccola cittadina della Lousiana, situata a poche miglia dal fiume Mississippi ed a nord di Baton Rouge.
Diretti verso la capitale, infatti, abbiamo deciso di fermare i nostri mini van e visitare una delle piantagioni più infestate d’America: si narra che la casa fu teatro di oltre 17 omicidi nel corso degli anni… E che i fantasmi di alcune vittime ancora girino per la proprietà spaventando ospiti e visitatori.
Una di questi fantasmi è Chloe, una schiava nera che venne scoperta dal proprio padrone ad origliare mentre lavorava in casa. Nessuna pietà per la ragazza, a rigido esempio per tutti gli schiavi che avessero deciso di ficcare il naso in affari che non li riguardavano: a Chloe venne tagliato l’orecchio sinistro e non pago, il padrone di casa spedì la schiava a lavorare nei campi, dove la vita era dura e molto più faticosa che per chi lavorava nelle case dei ricchi padrone.

Così, Chloe, esausta, dopo settimane nei campi escogitò un piano: approfittando dell’assenza del padrone, avrebbe avvelenato piano piano i suoi figli e la moglie. Il padrone, avvedutosi della malattia solo al proprio ritorno, avrebbe per forza ripreso Chloe a lavorare in casa, supplicandola di prendersi cura degli amati malati che ella conosceva così bene, e le avrebbe finalmente concesso di abbandonare il lavoro nei campi…
In realtà però il piano di Chloe fallì miseramente: purtroppo il veleno degli oleandri usati dalla ragazza per far ammalare i padroni era troppo potente ed i tre morirono poco dopo.
Il padrone, di ritorno dagli affari, quando scoprì cosa era successo e chi era stato ad avvelenare i propri cari, decise di impiccare Chloe proprio davanti alla piantagione, e vendette la proprietà perché il dolore per la perdita degli amati figli e della fedele moglie era ormai troppo.

Oggi si narra che guardando nello specchio all’ingresso, si riesca ancora ad intravedere la smorfia di dolore del pover uomo… e che Chloe giri ancora per la casa rubando gli orecchini sinistri delle donne che vi entrano, come monito della propria presenza e dell’orecchio che le fu tagliato dal padrone.

Questa volta, nessuno di noi ha visto Chloe… ma la sua presenza l’abbiamo percepita tutti. Non sappiamo se si sia trattato di mera suggestione, ma uscendo, tra un brivido che correva lungo la schiena, abbiamo tutte toccato l’orecchio sinistro…

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