RACCONTO
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Mercoledì, 6 Maggio 2009

Kenia Tanzania Zanzibar

E' la prima volta per tutti e 4, a parte qualcuno di noi che è stato in Egitto o in Tunisia... ma non è la stessa cosa, non è la stessa Africa...

Concorso Storie Vagabonde

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Vagabondo0


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Africa E' la prima volta per tutti e 4, a parte qualcuno di noi che è stato in Egitto o in Tunisia... ma non è la stessa cosa, non è la stessa Africa, è quello che pensiamo subito, appena arriviamo all'aeroporto di Nairobi, è quello che penseremo per tutto il viaggio, di ogni luogo, animale, persona che osserveremo con meraviglia, sorpresa, commozione, curiosità.. Questa è l'Africa con la A maiuscola, l'Africa de "La mia Africa", dei film e dei documentari e allo stesso tempo non lo è, perché l'Africa ti spiazza, ti confonde, ti rapisce, mette in crisi le tue certezze, i tuoi parametri bello/brutto, ricco/povero, bianco/nero qui si confondono eppure appaiono ancora più netti. Lo choc è ancor più forte perché partiamo quando in Italia è pieno inverno, la notte del 25 Dicembre e arriviamo in un luogo dove il caldo è asciutto, dove il sole splende dall'alba al tramonto, inesorabile, e poi cade giù, all'improvviso, senza lasciare il tempo di abituarsi al buio della notte. Arriviamo a Nairobi così, all'avventura, solo col biglietto aereo A/R, i nostri zaini e un paio di guide, con un itinerario di massima in mente e tutto da inventare. Poche cose andranno come noi avevamo previsto, ma questo non farà altro che aggiungere fascino e ricordi alla nostra avventura. Uno dei nostri zaini non arriva, costringendoci a rimanere un giorno in più a Nairobi ad attenderlo.In realtà questo contrattempo si rivelerà provvidenziale perché ci darà il tempo di organizzare i giorni di safari in Tanzania e di vivere la città, non da turisti. Quando infatti usciamo dall'aeroporto, una volta finite le attese e le denunce per il bagaglio smarrito, sono ormai le nove e mezza di sera e la folla vociante di "tour operator", tassisti e agenti, che si accalcano in aeroporto è scemata. Rimane solo una ragazza che ci viene incontro e della quale istintivamente ci fidiamo. Margaret sarà la nostra guida a Nairobi per due giorni, soprattutto ci condurrà in posti veramente "tipici", ristorantini dove si mangia il tilapia - il pesce del lago Vittoria - con le mani, in sagre dove si balla al ritmo di musiche africane e dove ci ritroveremo a essere gli unici bianchi. Ci insegnerà anche le prime parole di swahili..tra tutte, hakuna matata! Che vuoi che sia se uno zaino non arriva?

Emozioni Sono tante, forti e contrastanti..Gioia, nel vedere tante bellezze naturali, nel vivere così liberi, nel passare delle vacanze di Natale così diverse dal solito. Ma anche rabbia, impotenza, tristezza, nel passare davanti alla baraccopoli di Kibera, con la sua distesa di lamiere lucenti al sole, o nel vedere le persone trascorrere le giornate sedute fuori dalle capanne, sdraiate a terra, a far nulla per ore.. o vedere i bambini a cui decidiamo di offrire delle caramelle litigare con una ferocia inaudita e strapparsele di mano fino a rompere la confezione, perché non bastano per tutti, e tutti ne vogliono. In un attimo la voce si è sparsa e di bambini ne sono arrivati a decine... tutti a lottare l'uno contro l'altro per quel minuscolo regalo. Sarebbe stato meglio non dar loro nulla allora? tenerli distanti?Non si rischia poi di far sì che questi bimbi si aspettino sempre qualcosa dai turisti, o dai bianchi in generale? E comunque tutti gli altri a cui i nostri regali, o i nostri soldi non arriveranno mai?I soliti scrupoli che l'Africa scatena, e che non siamo ancora riusciti a risolvere, se mai sia possibile.






Safari Il primo parco che vedi non lo scordi più, è una sensazione che ti rimane dentro incancellabile, fortissima, di meraviglia e commozione; è così bello che sembra finto: essere a pochi passi da animali, feroci e non, che di si solito si vedono solo nei documentari, nei film.. o nei sogni. Abbiamo visto altri parchi, in seguito, negli anni a venire, ma la meraviglia del primo è rimasta dentro i nostri cuori per sempre. E' come aprire una porta e entrare in un mondo fatato, dove gli animali vagano liberi come nei nostri sogni di bambini. La cosa più sorprendente di tutti sono gli animali. I primi che vediamo sono le scimmie, tante, a centinaia, che si rincorrono, si spulciano, si cullano, si accoppiano, litigano.. La prima zebra è un piccolo grido di meraviglia, sembra un cavallino, con le sue strisce ipnotiche; le prime le fotografi di continuo, decine di foto, e poi ce ne sono così tante che non ci fai più caso. La prima giraffa è un altro grido di stupore, con il suo aspetto buffo, il collo e le zampe sproporzionate, l'andatura incerta.. E poi il primo elefante, lento, massiccio, buffo, inesorabile, il primo leone, così regale, snello, potente, bellissimo.. se si è fortunati il primo leopardo o ghepardo, il primo rinoceronte.. E' come assistere a un documentario, a un Super Quark in prima serata, solo che tu ci sei dentro, al documentario.

Safari, ovvero viaggio: prenderemo tanti mezzi, tanti piccoli viaggi dentro al grande viaggio.

L'autobus da Nairobi ad Arusha, attraversando la frontiera tra Kenya e Tanzania, con l'emozione, che ci fa alzare di scatto e attaccarci ai finestrini, di veder attraversare una giraffa - una vera, altissima, col collo lungo e le zampe ancor più lunghe e fragili, e quell'andatura dondolante, per strada! - mentre gli altri passeggeri, probabilmente abituati a un tale spettacolo, la degnano a stento di uno sguardo. La jeep, guidata dal nostro Dennis, la guida che ci porterà in giro per 5 giorni, sempre disponibile, espertissimo nella guida in tutte le condizioni, anche nel risalire il dislivello dal cratere alle pendici del Ngorongoro.. Sempre in autobus, da Arusha a Dar es salam, più di 10 ore di viaggio, stipati, attraverso quasi nulla, nulla di quello a cui siamo abituati, niente case, città, paesi. solo qualche capanna a lato della strada. E nelle poche soste i venditori che si accalcano al pullman per offrire generi di conforto, frutta, bibite giornali in un mercato improvvisato attraverso il finestrino. E poi l'aereo, il piccolo piper da Dar es salam a Zanzibar, come in una vecchia pubblicità, che ci dà l'emozione di sorvolare l'isola dall'alto, di vederla stagliarsi verdissima in mezzo alle sfumature di blu del mare. Infine aereo, ancora, della Pine State Airline prima e della British Airways che ci riporta indietro, da Zanzibar a Nairobi e poi a Londra infine Milano, dove arriveremo il 10 gennaio, abbronzantissimi e avvolti nelle coperte prese in aereo mentre fuori cade la neve. Davide sale in aereo in costume da bagno e alla perplessità dello stewart risponde: "I want to enjoy my holiday till the end!"

Contrattando.. - Stone Town



Zanzibar Dopo una settimana di safari in terra africana Zanzibar si presenta come un altro mondo, un miscuglio indecifrabile di Africa e India. Stone Town ci colpisce ma anche ci delude, così decadente e poco curata, anche se affascinante nella sua atmosfera quasi araba, con i suoi vicoli stretti e contorti e le sue case bianche. Trascorriamo un giorno intero vagando per le stradine, visitando i mercatini all'aperto, facendoci attirare nei negozi, fermandoci a contrattare. I giorni seguenti sono quasi un sogno, li viviamo praticamente in riva al mare, sempre scalzi, nuotando, passeggiando, raccogliendo conchiglie o semplicemente oziando quando la marea si ritira lasciando scoperta per un tratto che sembra infinito la spiaggia bianca. Alloggiamo in due capanne a due passi dal mare semplicissime e pulite, ombreggiate dalle palme; la corrente elettrica c'è solo dalle 7 alle 9 di sera, e più di una volta ci troviamo a fare la doccia al lume della lampada a petrolio. Impossibile ricaricare i cellulari, o altri aggeggi elettronici... dobbiamo rivolgerci alla capanna accanto, un minuscolo ristorante gestito da un giudice tedesco, una signora che dopo aver preso parte al processo tenutosi ad Arusha contro i responsabili dei crimini di guerra in Rwanda ha deciso di ritirarsi qui, da sola, in riva al mare. Il pensiero sfiora anche noi, più di una volta, lasciare tutto e fermarsi qui, in mezzo al nulla, tra l'oceano e la spiaggia, come le palme accarezzate dal vento.


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