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Mercoledì, 10 Settembre 2014

IL POPOLO DEI CAMMINATORI

Edwin e Karla a 72 anni una mattina uscirono dalla loro casa di Zurigo, in Svizzera, lo zaino in spalla e si avviarono: centodieci giorni dopo arrivavano a Santiago di Compostela.

ARTICOLO DI

alberto angelici

Esiste un fenomeno ai piu' del tutto ignoto o quasi. Esso ha per protagonisti uomini e donne che ben poco hanno a che spartire con una realta' dai ritmi serrati e nevrotici, con orari inderogabili e traffico convulso.

Io stesso, che da sempre amo il camminare e il trekking, solo di recente ho compreso come vi siano persone di ogni eta', dai diciotto anni agli ottanta, che per mesi o per anni camminano  per il mondo e la maggior parte di noi neppure se ne accorge. E' come se la nostra esistenza e la loro si ponessero su dimensioni differenti, invisibili l'una dall'altra.

Edwin e Karla avevano entrambi 72 anni quando una mattina di fine marzo uscirono dalla loro casa di Zurigo, in Svizzera, lo zaino in spalla e nelle gambe e in testa tanta voglia di camminare e di cambiare la loro vita. Girarono a destra – sono le loro esatte parole - e si avviarono: centodieci giorni dopo arrivavano a Santiago di Compostela. Da Zurigo, a 72 anni!
Ogni settimana via email mandavano ai figli notizie da un internet caffee e, tranquillamente, proseguivano un cammino che neppure loro sapevano dove li avrebbe portati. Venti, anche trenta chilometri, certi giorni, ogni tanto uno o due di riposo quando qualcosa meritava la loro attenzione o se il fisico lo richiedeva, poi via, un piede avanti all'altro e ogni sera in un ostello o dove le circostanze offrivano riparo, a volte anche ospitati in una casa, nei garages o nei fienili.

Nessuna particolare connotazione religiosa, nel loro caso e in quello di tante altre persone se non la volontà di calpestare il medesimo percorso di tanti pellegrini, l'opportunità di vivere il ritmo che fu dei nostri antenati, quando la gente si spostava a piedi o al più sui carri tirati dai buoi, nel piacere di un contatto forte con la natura e con l'ambiente, attraverso tutti i sensi e non soltanto con la vista e nei tempi ridotti che la velocità dell'auto o del treno consente.

Edwin e Karla, non contenti di un risultato in ogni caso sorprendente per due non più ragazzini, decisero di non concludere li' quella "passeggiata" di oltre duemila chilometri e puntarono sull'Italia con l'intenzione di percorrerla  fino a Brindisi e di imbarcarsi, come avveniva dieci secoli fa, verso Gerusalemme e la Terra Santa.

Aalno, invece, è un architetto finlandese, 40 anni e da due cammina, intenzionato ad attraversare, dopo l'Europa, tutto il continente africano fino a Johannesburg dove vive una famiglia di amici. Non sa cosa fara' dopo. Io l'ho conosciuto in Val Tiberina durante una settimana di trekking in solitario, ai margini di uno slargo erboso dove avevo fatto bivacco con il sacco a pelo. Il piccolo zaino faceva pensare a una gita di pochi giorni e invece era in strada dall'anno precedente.
" Not too fast, not to slowly but quickly, 'couse I'm fourty, so…(non troppo veloce,  non troppo lento ma senza perder tempo,  perché ho già 40 anni,  quindi…)" Lo sguardo e' chiaro, sereno e composti i pochi gesti che sanno di quotidiano mentre assesta lo zaino in spalla, fa una smorfia allegra, mormora "See you...ci vediamo!" e sparisce oltre la curva.

Come loro, sono tanti che, in modi appena difformi ma per finalita' sorprendentemente simili, percorrono il mondo a piedi, ignorando lo scorrere del tempo, leggeri nel bagaglio ma ancora di piu' nello spirito, attenti a cio' che gli passa accanto, molto meno a quando arriveranno e dove. Alcuni in quel camminare che e' anche fatica cercano la medicina, altri il viatico, altri ancora la crescita.
Non tutti ne fanno un'attivita' a tempo pieno; non tutti portano le proprie radici nello zaino, ma periodicamente dedicano almeno alcuni mesi al camminare lento, passo dopo passo.
Cosi', semplicemente, viaggiano sulla terra, nel se' e negl'altri, argonauti di un tempo senza tempo e di uno spazio senza spazio, e , forse inconsapevolmente, sfidando sia l'uno che l'altro.

 

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