RACCONTO
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Sabato, 26 Settembre 2015

Gustare Berlino

Un gruppo di vagabondi, a caccia non solo di buona birra, ma anche di qualche delizia teutonica.

ARTICOLO DI

Cinzi@

 

La Germania è stata la mia prima destinazione straniera. Avevo 13 anni e l’oratorio del paese organizzava la gira all’estero per la terza media. Ci siamo divertiti una sacco, era la prima volta che stavamo lontani da casa per più di una notte, figuriamoci poi in un paese straniero.

Credo che una delle cose più divertenti al ritorno furono i nostri racconti in merito al cibo tedesco. Ho ancora un chiaro ricordo di cosa abbiamo mangiato giorno per giorno e non di certo perché la cucina fosse memorabile: pasta senza sale, servita cruda come contorno per il pollo, polpette gialle che facevano rimbalzare la forchetta, budini rosa che non sapevano di fragola.

Devo dire che questa esperienza primordiale mi ha lasciato il segno, e benchè io sia una buonissima forchetta, curiosa e ghiotta delle più svariate cucine etniche (topi e insetti no però, eh!), ho sempre classificato la cucina tedesca tra le peggiori.

Sembra che la mia opinione sia avallata da molti, visto che cercando informazioni e curiosità sulla città, ho trovato un articolo in lingua inglese in cui si sbeffeggiava la cucina berlinese, a favore invece dei tanti ristoranti etnici di Kreuzberg e non solo. Detto dagli inglesi è tutto dire!

Devo dire che durante questo Fly & drink, in compagnia di Marta, Marco & Marco, Elisa, Massimo, Barbara e Antonella,  un po’ mi sono ricreduta. Se non ci si limita a riparare nei classici wurstel, e si evita di provare la cucina italiana locale (dove per locale intendo: “fatta dai tedeschi”), si possono fare interessanti scoperte.

La prima tappa è stata un classico di Berlino, che è il Currywurst. E’ un wurstel cotto nel curry e va bene. La perla però è il Ketchup che non è quello da barattolino. Sa veramente di pomodoro. Certo non si può vivere di currywurst!

A cena siamo andati al Boulevard Friedrichstrasse. E un posto piccolo e abbastanza tradizionale. Qui son gentili e ci danno tutto il tempo per capire bene ciò che c’è sul menù. Anche qua quello che va per la maggiore è il wurstel con crauti, ma io opto per un piatto diverso: Gl spatzli al formaggio. Ho mangiato qualcosa del genere in tirolo e devo dire che non è una scelta sbagliata. Se si è stufi di mangiare carne o non si può fare a meno della pasta, meglio sicuramente sceglierne un tipo più vicino alle tradizioni locali. I miei compagni di viaggio, lo so, un po’ mi hanno invidiata dopo averli assaggiati J

La colazione nell’hotel che vagabondo ci ha scelto è fantastica. Una cosa deliziosa da queste parti sono i bretzel e i vari tipi di pane, nero, chiaro, integrale e non. Al buffet ce n’è un sacco e si sposa bene con gli ottimi salumi e il salmone affumicato che mettono per Pasqua. C’è anche l’opzione della colazione dolce, ma la qualità del salato è ottima e alla fine mi faccio tentare da questa prima mattina insolita.

A pranzo e cena ripariamo in effetti a Kreuzberg, in locali che di tedesco hanno ben poco, però facciamo una sosta gradevole in un barettino che si chiama Sanremo. Nulla di italiano se non il nome: il ragazzo che ci lavora è crucchissimo. Mi incuriosisce uno shottino al gusto strudel e mi faccio tentare: alcool, mele e cannella. Mica male!

L’esperienza culinaria più bella però l’abbiamo avuta in un bellissimo locale tipico che si chiama Gerichtlaube. Da fuori sembra una chiesina gotica e si sposa bene con la zona circostante. Si trova infatti nel Nikolaiviertel, in netto contrasto con la modernità della città. Non appena entriamo veniamo investiti da un buon profumino, di quelli che fan venire l’acquolina. Marco vorrebbe ordinare lo stinco, ma nel menù non lo trova. Gli spiegano che lì fanno cucina proprio tipica di Berlino e che a Berlino lo stinco c’è, ma a differenza di quello bavarese viene bollito: quindi nel menù si trova come zampetto bollito J

Arrivano zampetti, salsicce e bistecche di maiale, tutto accompagnato da purè e rape rosse che non sono niente male. E’ tutto davvero gustoso, non si può dire certo ce si è mangiato male… i piatti sono vuoti e le porzioni erano davvero abbondanti.

Il viaggio lo chiudiamo con una tappa bavarese in quei di Berlino, in un locale che si chiama Augustiner. E’ molto simile ad alcuni locali bavaresi che si trovano in Italia, con cameriere e camerieri in costumi tipici bavaresi. La qualità però è davvero TOP! Cadiamo sui classici: Wurstel e stinco gigante caramellato (non zampetto bollito). Io adoro le salsiccette di Norimberga. Usciamo satolli e prima della partenza ci concediamo anche strudel e torta al cioccolato.

Insomma: nonostante la fama terribile della cucina tedesca, non abbiamo mangiato spaghetti con la nutella, ma lasciandoci guidare dalla voglia di sperimentare, non abbiamo fatto di certo la dieta.

Berlino è da gustare!

 

 

 

 

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