RACCONTO
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Martedì, 3 Marzo 2015

Fino all'ultimo

Quest'ultimo tentativo va a te, Lio. Per ricordarti che non è mai troppo tardi, qualunque sia il risultato. E' per te quest''ultimo racconto dell'ultimo minuto, sull'ultimo viaggio, dove ho conosciuto gli ultimi amici della mia vita... con la speranza che quest'esperienza itinerante non sia l'ultima, ma la prima... e che i miei 30 anni non siano la fine, ma l'inizio dei viaggio più folle: la vita.

ARTICOLO DI

feverde

Caro Lio, scrivo all'ultimo perché non ho avuto tempo, non ho avuto voglia, non ho creduto davvero di poterlo fare... E invece lo faccio, in breve tempo, in forma breve, senza aspettarmi nulla per questa bravata all'ultimo minuto, aspettandomi solo la certezza che alla fine ho fatto quello che dovevo fare.

Quando ti ho detto che partivo per la Thailandia hai riso... Ho riso anchio, ma io perché non potevo crederci. E quando sono partita, ho riso di nuovo perché mi sono resa davvero conto di cosa stavo facendo: i miei vagabondi li conoscevo appena... e mai avrei immaginato come sarebbero stati. Ho vissuto questo viaggio come si vive la vita: senza sapere, aspettandomi tutto, non aspettandomi niente, ottenendo quello che immaginavo e... esattamente il suo contrario. 

Bangkok va oltre l'immaginazione. Quando la guardi dallo Skybar ti sembra di essere in uno di quei racconti futuristici, stile Blade Runner, fra il caos, le luci, la gente, la varietà, dove tutto può succedere. Quella sera, su quel grattacielo, ero già innamorata di loro, si tutti loro. Con qualcuno avrei ascoltato De André in camera e avrei condiviso un ultimo bagno al fiume, nella giungla, mentre impacciati tentavamo di dirci che ci volevamo bene. Con qualcun altro le follie notturne, le cadute (e che cadute, vero?!), il ritmo veloce e assetato dell'Half moon Party, l'assaggio degli insetti dell'utlima sera... perché si sa: a volte si trova il coraggio solo all'ultimo. Ricordo quella volta che alcuni di noi hanno deciso di tornare in albergo a piedi, nella frenesia della città... e c'hanno messo 1 ora, tra risate, deviazioni e mal di piedi! Ricordo quella sera in spiaggia, a Ko Phangan, quando abbiamo bevuto birra e mangiato patatine al tramonto, con quel cane che ci zampettava intorno curioso e la sensazione che fosse un momento irripetibile, con quella malinconia per qualcosa di speciale che mentre lo vivi è già sul punto di tramontare. Ricordo quel massaggio con il mare come sottofondo, l'odore dell'aloe e il pressante assalto delle zanzare... e il ritorno in motorino in tutta fretta, per evitare il temporale nascente, con l'adrenalina martellante per quella minaccia e l'eccitazione del buio e della strada. Ricordo quel viaggio in tuk tuk in 6 o forse più, pressati l'uno contro l'altro, a formare un'unica e felice entità... anche l'autista ne ha fatto parte (pur essendo comodo), lui più pazzo di noi! Ricordo l'ultima sera in quella discoteca, le esplosioni alcoliche di gioia di molti di noi, il ballare senza mente e senza tempo, perché era l'ultima sera... e, all'improvviso, la retata, le risate assatanate per la paura e il divertimento per una situazione al limite del probabile... Ricordo molto altro, ma al momento non ricordo che questo.

Lio, tu pensi di aver perso l'ultima possibilità... Ti scrivo per farti comprendere il contrario, per dimostrarti che con un solo atto, un solo viaggio, un solo bellissimo ricordo, la vita può divenire di nuovo tutto, evolvere ancora, come evolveva la Thailandia mentre la guardavo dal finestrno durante il ritorno: da grande a piccola, da dettagliata a informe. Fa sì che la tua vita divenga informe, riprendi a viaggiare: sarà il tuo stesso viaggio, il tuo procedere, a dar alla vita la forma che vorrai.   

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