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Martedì, 9 Febbraio 2010

Egitto: Il Mistero Del Deserto Bianco

Le tue onde blu sono venute a morire su spiagge selvagge rimaste per sempre sconosciute. Dei pescatori si sono nutriti della tua chiara acqua azzurra. Dei bambini hanno raccolto le tue conchiglie che oggi ritroviamo rotte, frantumate...

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Vagabondo0






Le tue onde blu sono venute a morire su spiagge selvagge rimaste per sempre sconosciute. Dei pescatori si sono nutriti della tua chiara acqua azzurra. Dei bambini hanno raccolto le tue conchiglie che oggi ritroviamo rotte, frantumate. È passato cosi tanto tempo, che solo la memoria dei grandi saggi ha conservato la tua traccia! E pertanto non hai mai cessato di lasciare tracce lungo tutta la tua esistenza. Prima di tutto, tracce di fossili e pitture che

hanno parlato della tua vita passata, poi tracce di passi, passi d’uomini e dei loro vascelli, che hanno trovato in te, nel corso di centinaia e centinaia di anni, non più solo il pesce necessario alla vita, ma altre merci e idee da prendere, trasportare e fare circolare. Hai spinto inesorabilmente tutta questa umanità verso un coraggioso e selvatico destino. Al posto di queste lunghe e maestose carovane ti fu preferito un altro mezzo di trasporto, e allora, ancora

una volta, queste strade tracciate in te, come una seconda vita si sono ritrovate nell’oblio della memoria degli uomini. Ma alcuni vegliavano su di te! Gli abitanti delle oasi situate ad est del Cairo non ti hanno mai dimenticato, vivevi nascosto nella loro memoria anche se non si parlava più di te. Essi hanno visto il tuo cambiamento da acqua in sabbia, da acqua in roccia e polvere, da blu che eri sei diventata beige e bianca.

Ne hai fatta di strada per modellare la tua nuova vita cosi diversa, cosi lontana da questo elemento liquido che, una volta, ti vestiva facendo di te la meraviglia della regione. Ancora oggi continui a farti cesellare, ricamare dai venti che soffiano su di te. Ora sei minerale, hai nascosto la tua acqua nelle viscere del tuo essere fino ad averne fatto perdere la traccia, solo i vecchi saggi sanno dove le tue acque scorrono ancora e ne conoscono il valore e quanto sei preziosa malgrado il tuo stato attuale così poco accogliente, e quanto sei inestimabile ora che non dai più la vita, i tuoi abitanti hanno dovuto quasi tutti fuggire davanti a tale desolazione. Se prima si camminava su di te, ora si cammina in te, i tuoi punti più profondi una volta inaccessibili anche ai più temerari sono calpestati oggi da chi ti visita e i punti che affioravano dalle tue acque ora sono cime da sconfiggere: è il mondo al contrario. Hai abbandonato le tue viscere ma non la tua anima. Quando non ci fu più acqua , non ti sei arresa e hai giocato, maliziosa, con il vento e il sole, e senza mai importi, hai lasciato che il loro lavoro di pittore e scultore ti facesse diventare più bella che mai. Hai avuto tutto il tempo per trasformarti e poiché vuoi sempre essere più bella, stai all’erta e attendi che il minimo soffio di Eolo ti regali un nuovo vestito. Dalle tue acque sono nate le dune, alle quali i faraoni si sono ispirati per costruire le loro piramidi, segno della loro grandezza, sculture avanguardiste che hai colorato tutte di bianco, avventurandoti talvolta verso tonalità di beige sempre tenui. Dalle tue viscere sgorgano come per magia geyser pietrificati che ti diverti a rappresentare come funghi, animali, teste di sfingi. Le rocce, che hanno sostituito i pesci, i tuoi primi abitanti, civettano tra di loro mostrando tutta la loro bellezza. Bisogna ammettere che hai saputo riconvertiti al punto di attirare verso di te grandi folle dopo tanti anni di oblio e di silenzio. Gli occhi curiosi dei moderni nomadi hanno preso il posto degli antichi pescatori divenuti carovanieri prima di sparire essi stessi, per seguirti sul sentiero della vita.






E’ la notte che ti si addice meglio, sei scintillante nel tuo scrigno di stelle e di diamanti. Pronta al combattimento, il tuo esercito di soldati bianchi e fieri si erge in mezzo alle onde di schiuma rabbiosa e in un silenzio così assordante quanto assoluto tu ritorni quella che non hai mai cessato di essere dalla nascita del mondo, e se si tende l’orecchio nella notte azzurina si può udire il lontano sciacquio delle onde...del mare Mediterraneo : sei

diventata il Deserto Bianco!

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