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Martedì, 13 Ottobre 2015

Bruxelles al tempo di Marx

Il passaggio di Karl Marx a Bruxelles.

ARTICOLO DI

Callitrix

La Casa del Cigno è uno dei tanti bei palazzi affacciati sulla Grand Place di Bruxelles. E’ barocca e  risale al 1698, quando è stata ricostruita nello stesso punto dove si trovava prima di essere distrutta, nel 1695, dalle cannonate dell’esercito francese. Era all’origine un albergo costruito in legno, rinacque in pietra come abitazione privata (il cigno simbolo del proprietario) e nel 1720 fu acquistata dalla corporazione dei macellai, che ne fecero la loro sede. Nel corso dei secoli ha attraversato varie vicissitudini, oggi ospita un costoso ristorante. Da qualche anno sulla facciata è esposta una targa commemorativa. Questa targa.

Ricorda il passaggio di un uomo in fuga che si aggirava come uno spettro per l’Europa dell’Ottocento. Quest’uomo.

Era giovane e il suo aspetto è molto diverso da quello dell’iconografia classica

Il Settecento era stato il secolo della rivoluzione industriale che dall’Inghilterra si era diffusa all’Europa del Nord. Lo sviluppo tecnologico ed economico però non aveva portato ad un miglioramento generale delle condizioni di vita ma, al contrario, ad una crescita delle disparità sociali e alla formazione di una classe di miserabili e sfruttati, il sottoproletariato.

Nacquero le prime teorie socialiste, prima utopistiche e poi “scientifiche”. I lavoratori cominciarono a organizzarsi nelle prime Società di Mutuo Soccorso e in rudimentali forme di sindacato.

Nel 1830 nacque, a seguito di complicate vicende diplomatiche e militari, il regno del Belgio. Il giovane stato si dette una delle costituzioni più liberali dell’epoca e divenne rifugio di molti intellettuali perseguitati per le loro idee. Ciò non impedì il formarsi di ghetti operai dove le condizioni di vita erano disumane. Marolles, oggi pieno di ristoranti e centri culturali, era uno dei cuori proletari della città.

Marx arrivò a Bruxelles nel 1845, in fuga prima dalla Germania e poi dalla Francia. Aveva solo 27 anni ma era già sposato e padre di due bambine, assediato dai reazionari e dalle difficoltà economiche. Nel 1845 nella Casa del Cigno si riunivano l’Associazione dei Lavoratori Tedeschi e l’Associazione Democratica (destinata a dare vita al Partito Comunista). Marx frequentò questi luoghi e queste persone e scrisse in questo periodo alcune delle sue opere più importanti. Nella Casa del Cigno festeggiò il capodanno del 1848, l’anno che segnò la sua cacciata dal paese. Nel marzo il governo belga dette una stretta reazionaria a seguito della tentata rivoluzione francese e Marx fu, ancora una volta, espulso.

Ma fu da Bruxelles che, poco prima, Marx ed Engels pubblicarono Il Manifesto del Partito Comunista.

La seconda metà del secolo fu per la città l’epoca del gigantismo urbanistico. La giovane dinastia voleva dimostrare la propria grandezza mentre si arricchiva con il commercio dei diamanti e con l’ignobile sfruttamento del Congo. La Senne, il fiume che attraversava la città e che ne aveva determinato per secoli la crescita economica, venne coperto e dimenticato. Scorre ancora sotto la città e ce lo ricordano segni toponomastici come il Quai aux Brics.

Il quartiere di Marolles venne sventrato per fare posto al folle progetto del Palais de Justice, i cui interminabili lavori portarono alla follia anche l’architetto Poelaert, che morì prima della conclusione dell’opera. Oggi Joseph Poelaert dà il nome alla piazza che domina dall’alto il quartiere e a cui è unita da un avveniristico ascensore di acciaio e vetro.

Marx continuò la sua peregrinazione di nuovo in Francia, repubblicana per poco, di nuovo in Germania per approdare infine nel 1849 a Londra da dove non si muoverà più. Ma questa è un’altra storia.

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