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Lunedì, 20 Ottobre 2014

Amigo Portugal

Ci sono paesi che inspiegabilmente ti rapiscono l'anima, che senti tuo, in cui torni e ritorni più volte. Guido ci racconta il suo amore per il Portogallo.

ARTICOLO DI

uinsor

Amigo Portugal
Ok. Lo ammetto. Questo paese ha toccato le mie corde. Corde che non 
sapevo nemmeno di avere.
Credo che mi abbia preso l’anima, con qualche strano sortilegio. E’ stato tanto 
tempo fa, quando ero un giovane pischello in cerca di sogni, avventure ed 
esotismo. Non so cosa sia, che ti prende così, che ti riempie, che ti 
commuove anche. Dev’essere l’aria. L’aria di un paese inquieto, come 
l’anima, fatto di vento e nostalgia, come l’anima, almeno la mia. La nostalgia, 
che quaggiù si chiama saudade, non è solo una malinconica, piacevole 
inquietudine verso il passato, si rivolge anche al futuro. Non se ne esce. Una 
volta si veniva qui, fino a questo estremo lembo d’Europa, per volare in 
aerostato verso l’America, in fuga da un continente in guerra, da un passato 
ingiusto verso un futuro incerto. Saudade. La nostalgia di un paese che è 
stato grande. Enorme. La nostalgia di un paese che conta poco meno di 
niente sul piano internazionale, isolato, schiacciato dall’ingombrante e 
chiassosa vicina. Saudade. 
Da questo paese si parte sempre, ci si torna a volte, a volte no. Saudade.
Qui i problemi vengono sepolti sotto i tappeti, sotto spessi strati di linoleum 
tirati a lucido, sotto i tavolati di legno o i marciapiedi decorati con marmo 
bianco e nero. Si vive in apparente torbida spensieratezza. Per un po’. 
Tutto odora di sardine arrosto e candeggina. La natura è magnifica, è 
generosa qui come in pochi altri luoghi del continente, forse nessuno. Le 
case, le città, hanno cercato un po di uniformarsi alla moda continentale, alla 
propria maniera, che fa quasi tenerezza. Come a dire: ci siamo anche noi. Ma 
in realtà qui si guarda verso il mare, oltre l’oceano, si guarda all’impero 
perduto, alla cui mancanza si reagisce con una fierezza unica. Ma 
l’inquietudine emerge, tutta insieme, nel fado, nella voce di una Amalia che 
canta di quel che ha perduto, come gli uomini che il mare si è preso. Si canta 
l’incertezza di un ritorno, l’attesa. Sospesi. “Todo isto è fado”.
I dubbi si affogano in un mare di birra, il coraggio si beve da un bicchiere 
vuoto. “Hoje è o primero dia do resto da tua vida”.
Questo paese è una vita. Una qualsiasi.

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