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VOTATE i racconti finalisti di STORIE VAGABONDE

Spero che scrivano qui anche i NON FINALISTI, perchè confrontarsi è sempre positivo :) .

Se qualcuno degli esclusi vuole sapere quanti punti ha preso il suo racconto glielo possiamo dire!

 

Mi raccomando: VOTATE!


Se avete qualche domanda e per chiarimenti chiedete pure qui.

Lo Staff di Vagabondo

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Grazie Miguelon

una domanda: ma cosa leggi di solito? Quali sono i tuoi autori preferiti?

Soltanto una curiosità, perchè nel tuo racconto ho trovato interessanti scelte lessicali e poetiche che mi ricordano la poesia futurista. E devo dire che sono scelte azzeccatissime per descrivere un paesaggio così!

Sab 27/06/2009 - 02:25 Collegamento permanente

Interessante discussione per un interessante concorso. Devo riconoscere che, personalmente, vi ho preso parte per due ragioni specifiche. 1) Quando ho il letto il bando di concorso per la prima volta ero appena rientrato dall'N-simo anno nomade (e quindi asalariato) ed ero in bolletta. E 500€ potevano far comodo; 2) Già tengo un blog su questo stesso sito (https://marcoelitaliano.vagabondo.net/Marcoelitaliano.php) e quindi il racconto inviato lo avevo già scritto e pubblicato, per cui si trattava solo di fare "copia e incolla" (tutto secondo regolamento, tranquilli, nessun inghippo).

Il viaggio raccontato in "Avvistami, Salutami, Assillami, Guidami" (https://vagabondo.net/racconto-concorso-vagabondo/avvistami-salutami-assillami-guidami) ha avuto luogo in Mali nell'estate 2007, parte di un viaggio in quelle regioni durato vari mesi che mi traghettò da una fase della vita semistatica nell'isola di Gran Canaria a una Europea all'epoca non ancora ben delineata. E quale miglior posto per riflettere vagabondando se non l'Africa?

Il Mali si è poi rivelato un Paese particolarmente interessante sotto molti aspetti, ma anche -sfortunatamente- preda di viaggi di gruppo, guide turistiche e tutto ciò che a mio modo di vedere annacqua (parecchio) il vero incontro di civiltà, chiamiamolo così, trasformando buoni sentimenti in business. Scrivo tutto ciò a rischio cinghiate sul groppone da parte di Sarita :-)

Mi permetto un appunto sul sistema di voto: credo che il numero di voti ricevuti non dovrebbe apparire così come vanno arrivando, ma solo in conteggio finale una volta chiuse le "urne". I voti sono un po' come i Fonzie's: uno tira l'altro. È comunque solo una mia opinione.

Marco

Sab 27/06/2009 - 12:45 Collegamento permanente

Ciao Marco

complimenti anche a te per il racconto, che è passato in finale non a pieni voti ma ha sicuramente il merito di essere una piccola guida ben costruita in grado di aiutare i viaggiatori diretti in Mali. Anche le foto sono state giudicate molto belle.

Nessun problema se i vostri racconti sono stati già pubblicati su altri siti, il bando non pretendeva che fossero inediti.

Per quanto riguarda l'affollamento turistico in Mali cito una tua frase:

"i veri viaggiatori sono morti tanti anni fa, nel momento stesso in cui è nata l’idea di turismo"

Sono perfettamente d'accordo ma io non demonizzerei i turisti, o almeno tutti i turisti. Il turismo, se intelligente, fa circolare avanti e indietro per il Mondo cultura e idee.

E poi, i veri viaggiatori, gli esploratori, quelli del passato, non erano certo animati da spiriti molto nobili. Cercavano poche cose, e precise: ricchezza e fama.

Il turista di oggi, che viaggi in gruppo o da solo, non cerca ricchezza (anzi, proprio il contrario perchè viaggiare costa). Nel peggiore dei casi cerca relax, foto per il suo album, qualche souvenir e abbronzatura, non certo oro e diamanti. Nel migliore dei casi vuole conoscere, confrontarsi ed è animato da uno spirito apolide che lo porta lontano anche quando è a casa sua.

Quello che stiamo cercando di fare con il sito di Vagagondo, ormai da 10 anni, è promuovere un turismo "responsabile" che lo sia davvero. Che prenda il turista interessato a relax, foto, souvenir e abbronzatura e gli spieghi che ci sono anche altre cose, molto più importanti. Non tutti sono capaci di viaggiare da soli in paesi difficili, ma tutti possono imparare. Nei miei gruppi ci tango molto che i partecipanti imparino a cavarsela da soli. In questi anni molti lo hanno fatto e adesso non hanno più bisogno di viaggiare in gruppo. Se lo fanno è solo perchè si divertono.

Aroundtheworld

Sab 27/06/2009 - 13:25 Collegamento permanente

Ciao Sara,

Complimenti anche a te per le novità sul sito, non tutte a me personlamnete gradite (i nuovi microscopici caratteri dei blogs, ad esempio), ma che sicuramente incontreranno il favore del pubblico.

Per quel che dici a proposito dei viaggi di gruppo, io non intendevo dire che chi viaggia in gruppo sia un incapace, lungi da me. Quel che volevo dire è che il vero viaggio sta nello scambio di idee e cultura, come dici tu, ma genuino. Se in un posto X arriva un viaggiatore solitario (o al limite una coppia, va) che ha trovato quel posto X non pubblicizzato per caso, il contatto sarà vero, lo scambio di idee sarà vero. Magari molto limitato da problemi idiomatici, ma comunque basato sulla curiosità, non sull'interesse. Quando mille di queste persone (o centomila d'esse) incominciano a viaggiare a quello stesso posto X perché a qualcuno è venuto in mente di trasformare il tutto in un business, molte persone che nel caso sopracitato accoglierebbero il viaggiatore mossi solo da curiosità cambiano attitudine cercando di entrare (a forza in alcuni casi) in quella compravendita di "cultura" che si sta sviluppando intorno a lui. È una reazione comprensibile, per carità, in fondo è una dinamica azione-reazione che non ha peraltro manco scatenato lui.

Questo nel caso viaggiare sia parte integrale dell vita, chiaro, sia inteso come ricerca tanto personale quanto di risposte più generali. Poi se uno vive di Sky, Playstation e Centri Commerciali per 49 settimane l'anno e decide nelle restanti 3 di andare in quel posto X perché "si diverte", come dici tu, padronissimo di farlo. Ognuno si diverte a modo proprio: Berlusconi con le barbies, Bush coi soldatini di piombo, ecc. ;-)

Chiudo con le parole di Steinbeck: "Due o più persone modificano l'ecologia di un luogo!" 

Sab 27/06/2009 - 13:59 Collegamento permanente

Ciao a tutti!

Volevo ringraziarvi per aver selezionato il mio racconto e cogliere l'occasione per invitare chi ne ha voglia sulla mia terra su https://www.giuliodellestelle.blogspot.com/ , dove vivono i miei viaggi ed i miei scritti. 

 

Volevo complimentarmi per la qualità di alcuni racconti e per le fotografie...ve ne sono alcune davvero incredibili.

Un saluto dal Mozambico!

Giulio

Sab 27/06/2009 - 15:38 Collegamento permanente

Ciao Giulio

(che per la cronaca ha scritto "I diamanti ocra del Sahara").

Il tuo racconto ci ha fatto morire dal ridere, e anche riflettere.... "Mai offrire del fumo alla propria guida" :lol:

Insomma: cosa può succedere quando spariscono i dromedari?

Diciamo che sei riuscito in 8000 battute a raccontarci una storia avventurosa, a riflettere sui problemi sociali del sud del Marocco, a descriverci il piccolo ma affascinante deserto di Merzouga e a farci sorridere. Bravo! Io alle votazioni ti avevo dato il massimo dei punti :D (ma l'ho dato anche ad altri racconti presenti qui in finale).

Le disavventure, se raccontate bene, mi piacciono un sacco perchè la verità è questa: facciamo gli sboroni e gli esperti viaggiatori ma in realtà il nostro modo di viaggiare, il nostro stile, ce lo stiamo inventando via via. E perdersi fa parte, se non parte integrante, del gioco.

Altro grande esempio è il geniale racconto "Dalla Transnistria con amore", il cui autore spero verrà a commentare qui.

 

A chi chiedeva ragguagli sul sistema di votazioni rispondo che quella di Vagabondo è una community unita e che la nostra intenzione è che questa community scelga i propri vincitori. Quindi massima trasparenza nel decidere quali sono i migliori racconti, per questa volta.

 

Sab 27/06/2009 - 16:17 Collegamento permanente

ARTICOLO DI

bici

bici

In risposta a di Aroundtheworld

Sono d'accordo con te Sarita,

credo che le disavventure siano assolutamente parte di un viaggio indipendente e lo rendano a volte più memorabile e affascinante. Tant'è che anche Giulio ha scritto (bene, complimenti!)  e dedicato alla sua disavventura buona parte del racconto.

 

PS: sto lentamente leggendo tutti i racconti finalisti e devo dire che ce ne sono veramente di splendidi...complimenti a chi ha organizzato il concorso e a tutti i concorrenti e vinca il migliore!

 

Ah, se siete interessati a sapere qualche cosa di più sul mio viaggio in New Zealand, sul sito Life in Travel trovate una serie di articoli scritti durante l'avventura e un file pdf (li chiamano e-book) da scaricare in cui racconto parte del viaggio (per ora ho scritto solo relativamente all'isola del Nord)

Sab 27/06/2009 - 17:32 Collegamento permanente

ARTICOLO DI

martita

martita

Ciao,

io sono Marta, ho scritto il brano sulle Isole Svalbard, che
in realtà mi sembra, più che un racconto, un diario di viaggio o uno zibaldone
di pensieri che quel posto fuori dal mondo mi ha suggerito. Grazie per averlo
selezionato, è stata proprio una bella sorpresa!

A differenza di tutti i miei altri viaggi, che ho sempre
preparato bene prima di affrontare (prima di partire mi piace leggere romanzi
di autori del posto che vado a visitare, per esempio), alle Svalbard mi sono
avvicinata con un po’ di incoscienza. Volevo fare un trek unendomi a un gruppo
già organizzato, che facesse turismo responsabile, e ho scelto l’unica proposta
di Trekking Italia che si infilasse nel periodo che avevo libero. Abituata a
viaggiare in paesi della sponda sud del meditteraneo, mi stuzzicava l’idea di
andare, d’estate, a nord, ma… solo dopo aver pagato l’iscrizione ho guardato
sull’atlante e sono rimasta mezza intontita quando ho visto che la mia meta era
sulla stessa tavola del Polo Nord, non della Norvegia! Quando l’aereo è
atterrato a Longyearbean a mezzanotte e il sole alto in cielo ci ha accolto
(senza mai più andarsene per 10gg), ho realizzato che davvero avevo avuto una
bella fortuna a finire in maniera quasi casuale in un posto così magico. Da lì
i mille pensieri che poi, almeno in parte, sono confluiti in “78° parallelo”.

Tra i racconti pubblicati da Vagabondo, ancora prima che fossero
resi noti i finalisti, ha attirato la mia attenzione quello sulla Transnistria:
giusto in questi mesi ho conosciuto un ragazzo (Nicolai Lilin) che viene da lì
e che ha raccontato la sua vita in un romanzo che sta avendo un grande
successo, Educazione Siberiana, pubblicato da Einaudi. Il libro racconta di una
realtà davvero pazzesca. Lui ora abita in Italia e fa il tatuatore, erede di
una tradizione di tatuaggi molto particolare, legata ai valori di quella
società. Insomma, mi ha fatto specie che quest’angolo di mondo ignorato
pressoché da tutti di botto diventasse protagonista delle mie letture!

grazie per la segnalazione del racconto (non in finale) da Satorini, l'ho letto e mi è molto piaciuto. descrive una scena tenerissima (lui che scalda con un fon l'acqua per fare la camomilla a lei): che disgrazia quella segretaria! ;)

Un saluto a tutti

marta

 

Dom 28/06/2009 - 12:57 Collegamento permanente

ARTICOLO DI

cileno

cileno

per prima cosa faccio i complimenti ai finalisti.

Scegliere dei luoghi, delle situazione e soprattutto sintetizzare il
tutto in 8000 battute era veramente difficile, ci ho messo un po prima
di riuscire a scrivere. Quindi ulteriori complimenti a chi è riuscito a
parlare di viaggi molto lunghi.

Purtroppo non ho ancora avuto il tempo di leggere i loro racconti però sono sicuro che saranno molto interessanti. Certo mi sarebbe piaciuto che ci fosse stato anche il mio! battute a parte, però sarei curioso di sapere l'opinione sui miei racconti e su quelli di amiche.

Il primo che ho inviato è sulla russia e in particolare sui treni di terza classe, l'altro sul maramures regione contadina della romania, anche se devo ammettere che quest'ultimo non era un gran che. A parziale giustificazione è di averlo scritto fra la notte del 12 aprile e la mattina del 13 e terminato poco prima di partire per un bel viaggio.

Sarei curioso anche di sapere il giudizio sul racconto che parlava di Cuba.

a presto

Dom 28/06/2009 - 22:03 Collegamento permanente

Allora:

- rispondo a Marta:

il tuo racconto Parallelo 78: le Isole Svalbard è piaciuto moltissimo sia ad Enrica che a Luciana, che sono state le tue grandi sostenitrici nella selezione  :)

Destinazione molto affascinante le Svalbard. Io personalmente non ne sapevo poco o niente, e sicuramente non credevo che fossero così a nord. :-o

- rispondo a Cileno:

Allora, i racconti di cui mi chiedi dovrebbero essere:
- Terza classe, viaggio sui treni russi.
- Salto nel tempo

e Cuba pa vivirla scritto da... tua sorella? Ha il tuo stesso cognome.

(RAGAZZI, PER FAVORE, quando mi chiedete notizie di un racconto scrivetemi il titolo completo o il vostro nome e cognome, altrimenti divento matta a cercare di capire che siete  %) %) %)   )

"Salto nel tempo" ha preso un punto, gli altri nessuno ma non ci sono dispiaciuti, affatto. E' solo che con 178 racconti in gara abbiamo dovuto fare delle scelte. Ognuno dei giurati ha trovato i suoi criteri.

Io ed Enrica un giorno che avevamo letto tipo 30-40 racconti e ci facevano male gli occhi abbiamo deciso di escludere tutti quei racconti con scene in areoporto alla partenza, tipo "Eravamo in coda al check-in ecc.", "la hostess mi ha portato un succo di frutta ecc." a meno che queste scene non fossero di importanza vitale ai fini della narrazione. Perchè, ci siamo dette, sprecare righe preziose per raccontare l'areoporto di Malpensa o di Fiumicino?

Questo non è il tuo caso, ma è il caso del racconto su Cuba, che invece di raccontarci l'isola si perde un po' in code aeroportuali, bagagli dispersi e carte di imbarco.

Ciò non toglie che un racconto di sole dis(avventure) aeroportuali in cui si descrive il non-luogo aeroporto/i senza descrivere alcuna meta finale sarebbe stato geniale, ma nessuno ce lo ha mandato :(( . Nel 2001 avevo scritto un soggetto cinamatografico così (film mai realizzato), magari lo cerco e ve lo pubblico.

"Terza classe, viaggio sui treni russi" comunque lo trovo un gran bel racconto, ben costruito. Leggendolo i treni russi, dopo aver viaggiato sui treni indiani in classe economica, sinceramente mi sono sembrati il paradiso, ma ne ho apprezzato molto la descrizione che ne fai, sempre attenta ai particolari e ai compagni di viaggio.
E' molto importante rendersi conto che 10 ore su un treno non sono 10 ore di spostamento ma 10 ore di viaggio effettivo, di conoscenza e di immersione nella realtà. E non solo se si fa la Transiberiana. In qualsiasi paese del mondo chi sceglie un volo interno al posto del treno o del bus si perde certamente qualcosa. Grazie per avercelo ricordato.

Dom 28/06/2009 - 23:24 Collegamento permanente

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