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Martedì, 5 Marzo 2013

Venezia Giugno 2011

Quando mi sono accorta che l'ultima volta che avevo scritto su Venezia era il 2004 sono rimasta basita, come dicono gli sceneggiatori delle soap, mi sembrava fosse solo tre o quattro anni fa!
E allora ho pensato di raccontare qualche di novità.

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Vagabondo0

Quando mi sono accorta che l'ultima volta che avevo scritto su Venezia era il 2004 sono rimasta basita, come dicono gli sceneggiatori delle soap, mi sembrava fosse solo tre o quattro anni fa!
E allora ho pensato di raccontare qualche di novità.

Quella più éclatante è che sono tornati gli americani: erano praticamente spariti dopo l'undici settembre 2001, complice anche il cambio sfavorevole, ma quest'anno sono arrivati in massa.
Sono arrivati pure tantissimi spagnoli e slavi. Il risultato è che la vita è diventata molto più faticosa, i vaporetti vengono presi d'assalto e si sta sempre in piedi, per fare le piacevoli crociere a cui eravamo abituati bisogna fare degli studi strategici per viaggiare in contr'ora.

Del controverso ponte di Santiago Calatrava immagino sappiate già, malgrado tutte le critiche è una bella opera e un collegamento che era davvero necessario. FOTO 1,2,3

Invece probabilmente non sapete niente del People Mover, un nuovissimo ponte-viadotto con una elegante struttura in acciaio che sembra lo scheletro di un animale preistorico. Collega Piazzale Roma al Tronchetto e su di esso viaggia un trenino-spoletta che parte ogni 7 minuti. Quest'opera, che secondo me (e potete giudicare anche voi dalle foto) architettonicamente non ha niente da invidiare al ponte di Calatrava, non ha neanche un nome e per trovarne l'autore ho dovuto fare una specie di caccia al tesoro su Internet: si tratta dell'architetto Francesco Cocco di Rovereto, a cui va tutta la mia ammirazione. FOTO 4,5,6,7,8

Sulla Punta della Dogana due anni fa è stato inaugurato Centro di Arte Contemporanea, sede permanente delle opere della collezione di Francois Pinault, delle quali personalmente penso tutto il male possibile. Però la sede, il complesso appunto della Dogana di cui l'architetto giapponese Tadao Ando ha curato la sistemazione a museo, è veramente bellissima: gli interventi attuali si inseriscono con eleganza nell'antica struttura generando degli spazi suggestivi e di grande fascino. Fuori, sulla punta della Punta, la statua in vetroresina a grandezza poco più del naturale di un ragazzino che tiene in mano un ranocchio non tenta neppure di colloquiare colla bellissima scultura sulla sommità della torre, in cui due Atlanti inginocchiati sorreggono una sfera in bronzo dorato, in cima alla quale la statua della Fortuna, ruotando, indica la direzione del vento.

La Fondazione Querini Stampalia. Al di là delle mostre temporanee, spesso interessanti, il palazzo, sorto alla fine del XVII secolo e sempre rimasto in proprietà dei  Querini Stampalia, merita una visita, anche perché ha tutt'ora gli arredi, i decori e i quadri originali della dimora e vi dà un'idea molto fedele della vita  di una famiglia nobile veneziana dell'epoca. Bella e raffinata anche la sistemazione degli spazi a piano terra, con l'arrivo dal rio e il giardino, realizzati negli anni '50 del secolo scorso dal grande architetto veneziano Carlo Scarpa. Molto meno interessante la recente sistemazione di alcuni spazi sempre a piano terra curata dall'architetto Mario Botta.
FOTO 9,10,11

Una tappa a Rialto, al mercato del pesce. Qui il pesce arriva da tutte le parti del mondo, strane e a volte mostruose creature giacciono sui banchi da cui gronda lo squaglio del ghiaccio, i gabbiani si aggirano vigili aspettando di ricever in pasto interiora. Ne sono rimasta molto impressionata, considerando poi che sia quello di Chioggia che quello di Trieste sono altrettanto doviziosi, e così chissà quanti altri in Italia e nel mondo, viene da pensare che stiamo facendo delle stragi che daranno presto fondo a questa meravigliosa risorsa. FOTO 12-17

L'ultimo giorno siamo andati in un posto per noi del tutto nuovo: l'isola di San Francesco nel Deserto.
E' tra le più belle fra le circa 200 isole e isolotti della laguna e si trova a sud di Burano. La tradizione vuole che nel 1222 vi giungesse S. Francesco d'Assisi, che sei anni dopo il patrizio Jacopo Michiel proprietario dell'isola vi facesse erigere, nel luogo dov'era stata la sua casa, una piccola chiesa francescana, e che infine nel 1233 facesse dono all'Ordine francescano di tutta l'isola.
Nei secoli la chiesa subì successivi ingrandimenti, pur rimanendo di semplicità e rigore francescani, si arricchì di due chiostri, uno medievale, che si visita, e uno rinascimentale che si può solo vedere da una cancellata. Accanto alla chiesa un piccolo convento, oggi abitato da sei monaci. Tutt'intorno un ampio giardino ben tenuto, con  grandi cipressi, prati, pochi fiori e alcune sculture suggestive di preghiera. Dalla passeggiata attorno al giardino si gode il panorama della laguna e della vicina Burano.
E' un luogo del tutto fuori del tempo, dove il turismo arriva ben poco, molto spirituale e mistico, che vi porta completamente fuori dall'atmosfera tumultuosa delle zone centrali di Venezia.
FOTO 18-27

Se andate, all'andata o a ritorno fermatevi a Burano e godetevi il festoso spettacolo delle case colorate. FOTO 28-33

Alcune indicazioni pratiche:
S. Francesco del Deserto si può visitare, previa prenotazione, dal lunedì al venerdì, 9-13 e 15-17.
Per prenotare chiamate il convento nello stesso orario al n. 0415286863. Per il battello potete chiamare Massimiliano di cui i frati stessi vi daranno il numero, oppure potete trovarlo sul sito www.lagunafla.it, dove propongono anche varie altre escursioni in barca sulla laguna. Suo fratello Paolo, se volete, può farvi fare un giro dei bàcari, cercatelo al 3356641756, noi ci proponiamo di farlo la prossima volta a Venezia.
Fiamma

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