RACCONTO
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Venerdì, 17 Aprile 2015

DESCRIZIONE DI UN SECONDO DI PENSIERO NELLA TESTA DI UN VAGABONDO DOC

"A volte tornano".. Un bellissimo racconto di un Vagabondo DOC che rivive la sua prima volta in una città che ama tantissimo, Istanbul

ARTICOLO DI

beatly

Eccoti qua, in questa stessa piazza dove arrivasti quanti anni fa? Cinque? Sei? Chi se lo ricorda... in quel viaggio che sembrava essere di sola andata, che magari non saresti tornato più. Partito dalla porta d’Oriente e per la prima volta in Asia. Eri il solito tu, con lo zaino in spalla, il cappello, la chitarra e un fedele taccuino a tenerti compagnia. Quando ancora si poteva sparire senza che nessuno sapesse dove eri, quando eri tu a decidere di comparire nella giornata di qualcuno, magari con un messaggio, una telefonata, e poi sparire di nuovo. Quando non si aveva paura a rimanere soli per un po’, anzi si godeva nel rimanere soli magari distesi a guardare un paesaggio per ore... Eccoti qua vecchio amico, nella stessa piazza dove appoggiasti il tuo carico e togliendoti il cappello ti misi a osservare quella strana costruzione che tanto assomigliava a un'astronave invasa da un formicaio di persone di ogni dove: bambini, donne, signori, vecchi, venditori. Alto in cielo il sole, quel sole di primavera, dei tuoi 20 anni che ti avevano regalato un passaporto e affidato al destino dei viaggiatori che a volte tornano e a volte no. Per qualche tempo tu pensavi di appartenere al secondo gruppo, quelli che non tornano, quelli che la vita è una strada sempre dritta, sempre maestra, nessun sentiero di ripiego, nessuna retromarcia. Benzina, chilometri, sedili di treni e pagine che si riempivano, con la tua calligrafia, i tuoi pensieri, la tua firma... il cuore pieno di emozioni, lo stomaco una valigia piena di oggetti, ognuno con un significato, un ricordo e tanti nomi di persone, amici e donne del passato e del presente.
Oggi con me altri viaggiatori, cinque precisamente, non conosco nessuno di loro e sicuramente non mi basteranno tre giorni per conoscerli, per sapere cosa si cela dietro alla loro decisione di partire, perché c'è sempre una motivazione per partire e non venite a dirmi che siete appassionati di turismo! Non sono le foto che scatterete, i racconti che racconterete, i regali che acquisterete il motivo per il quale siete qui.
Istanbul non è una città come le altre signori. Istanbul è quel ponte che è sempre stato davanti a voi e non avete mai avuto il coraggio di attraversare, al di là c'è l'Oriente, la porta d'ingresso del sole. Muoversi verso Oriente significa andare in direzione opposta al movimento rotatorio della Terra, sfidare quel moto ostinato e continuo che da sempre alterna il giorno alla notte e da forma al Tempo, quella strana cosa che ci fa cambiare o che fa cambiare gli altri, che ci ha fatto incontrare e ci ha fatto perdere, ci ha fatto dimenticare o ricordare, che allieva il dolore ma allo stesso tempo ci allontana dal giorno di gioia. Insomma, quella forza che altro non fa che farci invecchiare. E allora non venitemi a raccontare che non è così signori, voi volete tornare indietro, volete riavvolgere il nastro, e ritornare a un preciso momento, vero? Quale momento? Lo tenete segreto e non lo rivelate a nessuno.
Io sono qui per ritornare là, a quel tempo passato. Provare l'ebbrezza di quel momento preciso in cui scesi dall'autobus proveniente da Sofia e vidi per la prima volta un minareto e ne sentii il richiamo alla preghiera. A voi che effetto fa? Siete mai stati a Istanbul miei cari compagni di viaggio? No, per voi tutti è la prima volta mentre per me è la prima volta come tour leader. Ho deciso di cavarmela semplicemente essendo me stesso. Non son certo qui a dirvi cosa fare, vi propongo qualche scenario, qualche idea, poi la scelta sta a voi, come del resto sempre nella vita…
Solo una cosa,
vi guardo,
mi chiedo?
“Mi direte mai perché siete qui, viaggiatori?”
Pronti -Partiamo!

 



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