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Sabato, 29 Gennaio 2005

Barcellona di Giannandrea

Ho chiesto ad un amico, a Giannandrea Jacobucci, che è stato con noi a Barcellona di raccontarci la sua esperienza...

ARTICOLO DI

Vagabondo0


Ho chiesto ad un amico, a Giannandrea Jacobucci, che è stato con noi a Barcellona, ma che ha girato molto da solo, facendo esperienze diverse dalle nostre, di raccontarcele un po'. Come vedrete se lo leggerete, merita a pieno titolo la qualifica di Vagabondo. L'ho anche incoraggiato, ma non ce n'era bisogno: questo fiume lavico che vedete ha subito (ahi! com'è il passato di prorompere.. prorotto, proromputo... prorompette) ....insomma avete capito.

Fiamma

L'autore
Scusa... scusa... il ritardo Fiamma... giorni concitati.... e terribili per
il caldo... eccomi comunque questa mattina a riversarti le mie ( poche )
conoscenze derivate dall mio etno-trakking.... Bene partiamo dai dati
certi e dalle curiosità.... Da non perdere... da non perdere.. esplorazione
pressochè museale al negozio DRAP, carrer del pi 14....assolutamente ,
dicevo assolutamente tutto quello che noi umani usiamo, fabbrichiamo e ne
godiamo ad una "scala di casa di bambola" (che non è la scala del trenino
Marklin o Rivarossi).......emozionante per un architetto che può inseguire
con il naso sulle vetrine interne del negozio (piccolissimo) i suoi sogni
di professionista scala al 20 o al 10...."tutto-quello-che-ha-disegnato-e-non-ha
-osato-immaginare-alla-scala-del-disegno". Il tutto arredato da due mature
signorine (credo sorelle)...che vendono trapunte lillipuziane od abat-jour
come farebbe chiunque in un normale negozio del settore (modello
Large)... Curiosità ancora con "el ingenio", rauric 6....negozio di
"curiosità e magia" per maghi... aspiranti maghi ... curiosi... aspiranti
curiosi.... con una vaga punta che scivola nell'orrorifico... attraverso
maschere di gomma... od altri ingredienti idonei al cinema od al teatro
horror.... fino ad arrivare al carnevalesco.....i nsomma ai coriandoli ed
alle stelle filanti Questo denuncia una naturale propensione del catalano
e dello spagnolo in genere per il mascheramento, lo scherzo, comunque per
cercare qualunque pretesto per far festa o divertirsi . Ancora degno di
esplorazione etnologica "la sombreria mil barrets y gorres" antichissimo (e fascinoso) negozio di cappelleria (il nome dà l'idea che all'origine il
negozio sia stato inglese... ed in effetti potrebbe, per le stigliature,
essere londinese)........ tanti cappelli di ogni foggia per ogni
testa... anche cappelli curiosi come quelli da esploratore
coloniale.......... e sono stato molto indeciso se comperarlo .....Non lo
ho fatto.... Poi naturalmente baschi blu, neri, rossi, verdi, azzurri,
gialli, insomma baschi di tutti i colori... è in carrer fontanella 20.,
In una scapigliata viuzza irta di negozi che vendono paccottiglia per
turisti.......Giapponesi.

Ristoranti di sushi.
Fuji, balmes 203 ....non provato, ma entrato.
Parte alta della città... Sembrerebbe un aristocratico ristorante di
quartiere... D'altronde (spero si scriva con l'apostrofo) quel quadrante
(diagonal+via augusta) lo ho paragonato ai nostri parioli.
Hello sushi....vicino alle ramblas-junta de commerc 14... giovanile... quasi
american bar...stle californiano...come si dice qui da noi....
Kioto Pagoda....ibrido cino giapponese...con padrone sudato..che tocca il tuo
pesce con le mani mentre lo prepara però ti racconta che ha sposato una
spagnola...c he ha i figli (giap) che tifano per il barcellona e che vanno
alla corrida.... mentre lui segue "via satellitare" un tormentone
giapponese a tutto volume... prelevato direttamente in tempo reale dal
Fisijama... dove a quel punto dovrebbe essere mattina... Tutto questo può
essere goduto (sudore compreso) in junto plaza san jaime al 17

.....avrei
molte altre cose da dirti... ma non mi va di farti un asettico elenco delle
mie scoperte ( se poi di scoperte si tratta)....preferisco.... ma non me ne
volere... proseguire quando torno... dove introdurrò motocicli quartieri
cinesi ed altri ammennicoli----

Bè ciao...giannandrea

La scrittura.... credo
contenga più di un refuso ( che bella parola per coprire la propria
ignoranza)...

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Benone, Giannandrea, vai fortissimo, aspetto il resto. Non ti preoccupare
per i refusi, io ormai li elimino ad occhi chiusi.

Fiamma.

L'autoreGazie, mi fa piacere che queste "leggerezze" ti
piacciano..... proseguo....

Non lo ho fatto.... non ho fatto in tempo, ma avrei voluto affittare un
motorino per emulare Gregory Peck.... nominato sigh.... in queste ore,
causa trapasso....(anni 97), in "vacanze romane" con la Audrey dal vitino
di vespa.... L'idea del motociclo in una città dalla temperatura
languida... che ti consegna un angelicato stato di benessere... che questa
torrida roma ci sta facendo in questi giorni dimenticare era
fortissima... Sarebbe stata l'equivalente della bici per il vecchio
ciclista padano, abituato da sempre ad andare al lavoro all'alba tra le
sue brume.... o del vecchio coltello milleusi... da buttare per primo nel
frusto zaino per l'imperterrito viaggiatore solitario. Io il motorino ce
lo ho nel sangue! sono ormai più di quaranta anni, che.... pressoché ogni
mattina... adducendo qualunque motivazione al (talvolta) impervio clima
romano... lo scelgo... l o preferisco e lo inforco...... Ne stringo i
finimenti e regolo le staffe (si fa per dire) e via giu tra pioggia ...o
freddo glaciale.... od a ancora caldo.... caldo.... caldo . La gente poi crede
che il motorino sia fresco... che l'aria insomma che ti circonda (ma che
ti colpisce è meglio) sia refrigerante, quando il paesaggio di asfalto
torrido...(come grigia melassa) tenta viscosamente ...come mostro alieno
di inchiodarti, alla tua superficialità di centauro. Il motorino, la moto
è una modalità di pensiero, una qualità di solitudine... un impalpabile
ragionare moderatamente affrancati dalla gravitazione universale. E'
odorare di più.... ascoltare
dolorosamente) di più... è conquistare lo spazio tempo (della città per
esempio) con la possibilità (osservativa.....che l'auto offre
meno)....almeno... almeno in due modalità di superficie, (ma ce ne sono e
ce ne potrebbero essere infinite di più.....)...modalità walking (da 0 a
4 all'ora) modalità cicling (da 4 a 40).... Beh a me .....servono tutte e
due! Per una lettura (per una prima lettura) naso contro vetri... naso
all'insù... naso incuriosito....... è poi il fiuto che ci conduce,
attraverso le nostre mute mappe dell'anima ...ad inseguire ...od a
perseguire... solitari (compulsivi) percorsi " a la recherche " di qualcosa
che abbiamo perso.... o che non troviamo più nelle tasche del nostro
Karma... Per una prima lettura dicevo..... l'insostituibile Timberland... o
l'impareggiabile classica Superga (tollerato lo sfibrato mocassino da
barca)....sono assolutamente insostituibili.... Protesi mentali
dell'etno-architetto... hanno la stessa valenza degli affilati coltelli per
il sushi-man... che silenziosamente (e ritualmente) li estrae dal vissuto
fodero in pelle... godendo non solo della loro vetustà (la stessa che
accompagna l'età della sua "saggezza professionale").... ma quasi (ed
ancora) caricandoli animisticamente di una qualità esperienziale... che
potrebbe vivere o manifestarsi anche in sua assenza... Ecco tutto questo
ed ancora (ed ancora) sono..... (ma io sono un feticista) questi oggetti
che sustanziano con me.... per me.... il "sense of voyage"...Per un
"ripasso" come credo di aver fatto capire, poi ho la fisiologica
necessità del motorino! Ed ecco perché già da roma strombazzavo ai
quattro venti ...questo mio desiderio.... ripetendolo mantricamente a
tutti coloro che incontravo e che avrebbero con me condiviso il
viaggio.... Beh, anticipo che il mio viaggio in tal senso non lo ho
completato....a ndrò agli esami dei ricordi senza il finale "ripasso" . Non
lo ho affittato... e questo è motivo di dolore sordo ogni volta che decido
di aumentare la salivazione dei ricordi che si riferiscono a Barcellona
Per chi non vuole avere rimpianti... o complessi di colpa.... per chi ormai
è vulcanizzato con ogni clima ed evento alla sua sella... per chi ha
necessità fisiologica di una leggera brezza che lo tenga (fascinosamente)
disordinato nei capelli.... almeno a barcellona la due ruote la può
affittare ai prezzi correnti (30/40 euro insomma) da Budget Corporation
avenida Tarradellas 35 trel.934102508 od ancora Over rent SA avenida
Tarradellas 42 tel .934052660 od ancora ancora Vanguard Rent a Car
villadomat 297 tel 933433880......ancora ciao..... proseguo?.....

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Vai, vai, aspetto anche il jazz

Ciao

Fiamma.

L'autore
Proseguo cara Fiamma...perchè ...non so se si vede ( ma credo di si) a
me lo scrivere piace.....


Dunque questa volta parlerò dei frutti raccolti... in una lunga "sgambata"
che mi ha visto protagonista di un attraversamento "mare monti" di tutta
la città... dal porto, appunto fino al parco Guell ( e ritorno)...Parlerò
di questa TAC, tomografia assiale computerizzata che la città di
Barcellona, mi ha concesso per conto della mia lunga e solitaria
"promenade" (...ma ci tengo a dire che il mio carattere è invece piuttosto
dedito al compagnonaggio)..Solitaria perciò..... causa..... "mancanza
partners".... Va però riconosciuto che in una parte profonda, o forse è
meglio dire meno superficiale, del vecchio "Withe wonther"...o se
preferite del leggiadro entomologo con la sua retina di farfalle (è una
immagine che preferisco)..c'è la consapevolezza che l'improvviso incontro
con la tigre che esce dal busch... e ti guarda fissamente... o l'incontro con
la svolazzante e rarissima farfalla "Vanessa Io" avverranno solo... se ci
si sottoporrà, come in piena cultura animista od induista ,a piccoli
sacrifici.... Per il cacciatore bianco ed il leggiadro entomologo... la
coscienza del sacrificio rituale è contenuto nella mancanza di
condivisione fisica (ma non dei loro racconti.... come potete vedere)..
nella pratica solitaria (e perciò silenziosa e più
vigile)...dell'esplorazione della "giungla d'asfalto"....

Ma cominciamo con ordine...... Dopo la lunghissima camminata che mi aveva
visto ridiscendere, quale lungo (ed affatto sinuoso) fiume tutta la
Diagonal, secondo me una tra le strade più belle di Barcellona (dove gli
appartamenti vengono esitati a circa trenta milioni delle vecchie lire
italiane al metro quadro),(...parola di lupetto...il dato lo ho preso
proprio sulla Diagonal... da una vetrina di una agenzia immobiliare che
esponeva, con dovizia di particolari... foto...requisiti del "piso"....ed
anche la cifra richiesta), dopo esser partito dicevo da Palau Real o
dall'Universidad se preferite, ed esser scivolato attraverso Plaza de
Francesc Masià, rotolando ( o caracollando... erano le ore calde del primo
pomeriggio)..verso Eixample... incontrando una umanità tutta dedita al
godimento fisico della Diagonal... fatta di proposte "francesizzanti";
brasserie, baretti, tavolini all'aperto, ombrelloni aperti sui larghi
marciapiedi che talvolta in un singulto dell'arteria, venivano
scapigliatamente consegnati, quali istmi o piccole penisole del
benessere, a chiunque (avendo un po di sale in zucca) preferiva la
sosta..... anche io dicevo, approfittando di queste insule rinfrescanti,
arredate da nipoti e nonni spagnoli, con evidenti segni di serenità, o da
mamme (o da papà) che non avrebbero sfigurato in un nostro remiero
circolo romano.....(ma dove è la Spagna dei miei 18 anni... quella delle
vacanze economiche... quella scelta dai tedeschi, dall'immancabile calzino
corto su sandali... e da una imbarazzante arrossatura che non sublimerà
mai in abbronzatura?)....volgevo con una andatura ondivaga...(ma era il
caldo)...arredata da frequenti soste... che permettevano ai miei piedi di
prendere congedo per qualche minuto dai miei mocassini, verso la parte
bassa della città che.... (secondo la mappa si sarebbe ricongiunta al mare
ipotizzando di percorrerla tutta) verso Barcelloneta, dopo le spiagge
insomma, di Bogatell o di Mar Bella. Ma.... ma il mio "moto da
luogo"...non mi imponeva affatto ...come non mi ha mai
imposto... obbiettivi finali. Il viaggio... il
percorso... l'attraversamento....è stato sempre per me una
“modalità" piuttosto che un perseguimento. E..... circumnavigati (
talvolta... come capo Horn a rispettabile distanza) gli inossidabili
“archetipi architettonici", già visitati in precedenti viaggi e nei
giorni precedenti (la visita entomologica prevede un iniziale rapporto
con il territorio e con i suoi punti caldi)...."archetipi" che arredano
pressoché ogni città.... quasi lame di tarocchi che interpretando le
innumerevoli combinazioni si presentano... apparentemente con geroglifici ed
"architetture" sempre nuove....... ma invece poi prevedibili (nella loro
archetipicità)....Onorati della mia (pia) visita i mostri sacri
dell'architettura catalana .....mi rivolgevo invece alla "città altra"
alla città etnologica.... quella fatta di segnali minimi..... di tracce
appena accennate... Mi ripiegavo sull'osservazione dei volti ( che sono
storie.... che sono case)...all'indolenza dello stare.... alla velocità
dell'attraversare (passeig de gracia).....alla qualità del
vivere... all'opulenza del commerciare... alla dignità
del rappresentarsi....I ntanto (ma sarà oggetto di una altra
riflessione)...rilevavo la mancanza di segnali. (che purtroppo ben
conosciamo), di un proletariato per come lo intendiamo noi italiani. Il
proletariato può essere sostituito in una società in forte accelerazione
da un neoproletariato, più mimetico, più sfumato, meno
individuabile.... ma ci sono dei segnali secondi che la città
offre.... inequivocabili. Ma non è di questo che voglio parlare in questa
"stanza". La famosa farfalla dell'entomologo, il leone del
cacciatore... imprevedibili ambedue... e perciò così serotonici ( nella
scala del piacere anche la sorpresa... è un momento fisico di
voluttà)...si rappresentarono di colpo (ma credo di essere entrato nella
foresta qualche attimo prima e di non essermene accorto)..nella scoperta
di essere nel bel mezzo di un quartiere nel quale... commercio,
volti,suoni, erano tutti "cinesi"...Insomma un quartiere cinese come
quello che bene i romani conoscono nel quadrante di piazza Vittorio. Il
nostro quartiere, (parlo di Roma ) è invero piuttosto multietnico; dire
neri è dire venti stati africani e dire cinesi (una generalizzazione
riduttiva) vuole dire orientali in genere. Nel caso di Barcellona invece
le vie si presentavano più specializzate... Sequenze di ristoranti con le
immancabili lanterne rosse (che la sera nella loro lunga teoria
avrebbero dato molto carattere e ....poca qualificazione commerciale),
laundry e tintorie... perchè in ogni meridiano sono gestite da cinesi,
negozietti esili esili (nel senso di non arredati e con
all'interno... il tutto orientale. Binocoli,vestiti da donna con gli
spacchi di ogni colore e foggia, coltellini , ventilatorini a batterie,
scarpe cinesi, rasoi elettrici, imitazioni di scarpe sportive da jogging,
radioline e radiolone, portachiavi mascherati da accendini, accendini
mascherati da portachiavi, lucette laser, tronchesine per unghie da orco,
ed ancora imitazioni di ogni cosa "pronto moda" dagli accessori ( ma qui
tutto è accessorio) alle magliette, pantaloni, (ma molto più sciatto e
tirato via) e esibito per come lo racconto in un disordine..... che è
ridondanza visiva... e che gli entomologi della piazza vittorio romana
conoscono perfettamente. Il tutto (questo non lo ho mai scritto ma credo
che sia la scoperta più interessante) esibito su imbarazzanti manichini
...salme assolutamente rigide, dallo sguardo fesso e rapace esibiti nella
loro figura di donna occidentale immediatamente dietro al vetro della
vetrina, tutte in fila e... per la loro rigidità cadaverica poggiate
obliquamente su di un lungo appoggio. Quale gioco del "gran Guignol",
queste donne addormentate ad occhio aperti, dal volto, come dire,
disegnato ma non capito, sembrano attendere un altro mago che sciolga il
loro incantesimo di massa. Le stesse che a Roma!. Esibite ugualmente
come a Roma!. Sorta di polene verso la città, monoliti dell'isola di
Pasqua che guardano l'infinito mare del mercato globale, con dietro navi
e boat people di cinesi al lavoro dietro vetuste macchine da cucire che
producono nella loro alacrità lavorativa un forte ronzio alieno (questo
mi immagino nel vederle)! E poi scritte.... scritte.... scritte strictly
cinese.... ragazzini giocosi.... vecchi dignitosi e seduti su arredo
architettonico personale (sedie + tavolini che vengono con loro e
ripartono con loro) concentrati in loro giochi
incomprensibili, un qualcosa che sta tra dadi, carte, e filetto, e che
cerco di capire inutilmente... Alla fine deduco che è un gioco senza regole
e che i vegliardi si divertono a mimare calorosamente vittorie o perdite,
dipingendo i volti di disappunto o di gioia per "infinocchiare" (con
grande loro divertimento) i pochi turisti che si sono persi o che navigano
"fuori delle acque territoriali"! Tutto qua. Semplicemente........ Anche
Barcellona ha un suo quartiere cinese... semplicemente!...E probabilmente e
semplicemente ogni città ormai ha un suo quartiere cinese, con i suoi
nonni che si divertono ad imbrogliare i turisti, i bambini che giocano
rumorosamente ma "in lingua", teorie di lanterne rosse che raccontano di
involtini primavera e di riso cantonese e manichini polena che guardano (con sguardo fesso) il mercato globale.
A Barcellona nei quadranti che vanno
da calle Trafalgar a scendere e a salire... carrer Casp,carrer
d'Austrias... e loro dintorni..

Bè ciao.....

non letto.... non corretto per la fretta.... cestinalo pure se
credi......... ci sentiamo in giornata... grazie....

Top of page!



Aspetto sempre il jazz....

Fiamma.

Parte dell'autoreJazz... si parla di jazz........ Si parla di serate fumose......(non le mie
comunque, non fumo)....si parla di swing... si parla di piedi che
compulsivamente ( "a.... prescindere"...come direbbe Totò)...battono il
tempo.... Si parla di immaginario.... di baiadere.... di lucciole...... di
birra... birra e whisky. Jazz... jazz....si parla di jazz.... di neri che
battono sui tasti di un pianoforte, bianchi come i loro denti.... e che
sorridono verso il nero del pubblico, esibendo denti bianchi come i
tasti... Jazz... jazz.... si parla di jazz..... dell'esperantico jazz.... del
babelico.... multiforme, plastico jazz...... del suo linguaggio... del suo
grido... del suo sussurro... delle sue contaminazioni... della sua
androginia... della sua violenza... della sua dolcezza.... Jazz... jazz.....
jazzzzzzzssssss..... Lui ( ho ripetuto jazz troppe volte)... Lui..... Lui
è in ogni luogo... si forma in ogni luogo... .è (anche Lui) la sostanza di
un luogo. Musica e linguaggio sono le parti più "dure" dell'etnologia e
dell'antropologia......l e più performanti... le più penetranti... Sono le
chiavi della riconoscibilità etnica e culturale... sono le chiavi
dell'identità... del sorriso dei bambini... dell'energia dei giovani... della
serenità degli adulti... della melanconica tranquillità dei vecchi... Ma è
nella sua genesi stessa.... è nella trama e nell'ordito del suo formarsi (e del suo disfarsi) è nei suoi materiali etnici, prelevati da ogni
cultura, da ogni suo suono esasperato, talvolta fino al rumore ed estratto
da "cose" non sempre già strumenti per suonare.Chi l'avrebbe mai detto che
una musica timbrica pentatonale, fabbricata da schiavi della Costa
d'Avorio, che aveva perciò gia dignità di una elementare espressione
armonica, fondendosi con la musica settecentesca europea (francese e
portoghese), sbarcata anch'essa nelle nuove Americhe con le orde dei
nuovi emigranti, avrebbe prodotto qualcosa che potremmo considerare l'antenato del jazz..... Il ventre americano ha prodotto la fecondazione e
portato a compimento la gestazione di un linguaggio musicale che ha come
padre e madre... scegliete voi.... l'Europa e l'Africa. Ed è per questo che
è così immediatamente ventrale... comprensibile ( il jazz) (con un
minimo... con un minimo di disponibilità ad ascoltarlo)... così suadente,
ed intriso di memorie di suono prelevate da ogni cultura........ profumi di
suoni Yiddysh o tracce di memorie celtiche.... isterie musicali zingaresche, arie rarefatte e ricordi di mazurke... o di minuetti intessuti
fittamente con merletti ritmici........ Non dimentichiamo poi che la
musica... tutta la musica... ha il potere di superare tutte le barriere
"culturali" scardinando... come dire... tutte le convenzioni di natura
razionale che si frappongono tra noi e la comprensione della
realtà. Insomma per arrivare alla trance... per entrare in contatto
sciamanicamente con gli "spiriti"...per ruotate all'infinito.. come i Sufi
....per accedere a stati "altri",(...ma mi verrebbe da dire alterati) di
coscienza serve ......musica. Per capire un luogo, una città.... serve
musica. Con Saverio (esimio professore... splendido intellettuale... curioso
ricercatore dell'intelligenza nascosta nelle cose.... elegante e formale
amico..... ma in questo caso...... pianista jazz), decidiamo da subito di
esplorare gli "orridi" musicali ed i "burroni" adrenalinici, che la
musica jazz Barcellonese, ci avrebbe potuto offrire. Ogni luogo è ...come
dire... ibridativo. Opera sulla musica lo stesso processo di mutazione e di
adattamento di quando.. o di come una lingua diventa dialetto. Il jazz di
Barcellona ( quello non suonato a Barcellona... ma quello suonato da
Barcellona)...non può che essere "accettabilmente diverso" da altri jazz.
E' con questa curiosità, è con questa passione che scorriamo tipticamente
il "trova Barcellona" ( l'equivalente del "trova Roma"...ma ovviamente con
un altro nome che non ricordo), e scopriamo che ogni notte in "caves"
sapientemente distribuite nella città si consumano tribalismi musicali,
"sessioni" spontanee o celebrazioni a vecchi jazzmen. Insomma si rivivono
ogni sera.. come in ogni città... le isterie di Chet Baker o Charlie
Parker.. le morbidità suadenti e dolciastre di Gerry Mulligan o di Gato
Barbieri.. le ibridazioni del ModernJazz Quartet o di Joe Venuti o di
Telonius Monk.... ma vivono e si formano, si inanellano in caleidoscopici
colori sonori... ogni sera nuove consonanze... nuovi vernacoli.. nuove
citazioni... nuove prosodie musicali... nuovi solitari singulti... nuovi
corali eggregore. Il taxi non conosce la via ne il nome della "cova".
"Jazz..... Jazzroom" (è il nome del locale) che ripetiamo più volte... Il
taxista esibendo uno smagliante sorriso numero sette quello che
manifesta...(aiutato da imbambolati occhioni ..inutilmente azzurri)...la
sua totale incapacità di capire non solo la via... .ma perché vogliamo
andare lì... ed anche che ci sta a fare lui su di un taxi... Dopo una
schermaglia verbale... noi per altro, in uno spagnolo che assomigliava
piuttosto al genovese, lui in una silenziosa concentrazione sullo
stradario da ...compito in classe..... di colpo come "macchina automat" che
prende vita.... mette in moto e senza nessuna esitazione ci scodella in
Valmajor 33 davanti ad una porticina rossa.. se ricordo bene. Vinco contro
del vile denaro il biglietto numero 685...e veniamo introdotti attraverso
una ripida scala nel ventre della sala. Il peccato (veniale) si appropria
di noi (il jazz è bello anche per quell'aura di trasgressione che concede
all'estimatore)...e caprioliamo in un buio totale.... fatto di brusio....d i
fumo.... di rumori di bicchieri e di bottiglie di birra che vengono
richieste e consumate ad una velocità che noi italiani non
conosciamo... Giovani camerieri, solerti sciamano tra i corpi del pubblico,
piroettando in spregiudicati equilibrismi con vassoi carichi ed in palma
di mano. Di colpo.... di colpo il silenzio. Miller Mulgrew ( un oggettino
nero di circa due metri) si introduce con i sui due jazzmen (batteria e
contrabbasso)...e prendono ognuno possesso dello strumento. Dal silenzio
totale... una ghirlanda di suoni pastosi (e scomodi) fluisce..... Pochi
attimi per descrivere il tema e giù a tricotare sugli strumenti. Il
"Miller" (al pubblico di spalle)....assorbe completamente il
pianoforte.. troppo piccolo per lui.. in un abbraccio compulsivo da
giocattolo meccanico... Dopo pochi secondi ognuno di noi veleggia nella
difficile grammatica hard-pop inseguendo le sue fulminanti citazioni di
Ray Charles o di Errol Gardner o di Bill Coleman. Rapiti lo inseguiamo nei
suoi incunaboli musicali... nei suoi virtuosismi senza rete. Veleggia
(l'orso) e ci domina. Talvolta come se pedalasse su di un circense
triciclo, si gira sorridendo con i suoi occhi acquosi, sperando che il
gruppo non lo raggiunga. E ride... e ride... lui, pestando sul
pianoforte.... e ride... perché sa che stiamo faticando per tenergli
dietro... per tenere la sua "pedalata".E ride... perché si diverte a far
finta di farsi raggiungere... per poi, con un colpo di reni... riguadagnare
(musicalmente) distanze siderali . Poi la "Jam session"... il jazz di
Barcellona.... il jazz suonato da chi con il luogo è legato
indissolubilmente.. e non può nasconderlo. ... Si avvicendano a quel punto
molti musicisti..... Ecco è il momento .....l'entomologo che è in
me... riacquista vigilanza critica ...vuole capite l'impasto... la
relazione che corre tra i volti, i suoni e la città.... cosa vuol dire
essere catalani o meglio come non riescono ad evitare di
rappresentarlo.... Il suono, il loro suono ora scaturisce da un
amalgama... sembrerebbe più melanconico... Lunghe note di tromba... cercano, attraverso ripidissime scale un centro di gravità musicale, ed
affabulanti gorgoglii sommessi del sax, consegnano il discorso della loro
anima..... L'anima catalana ci si dispiega nella notte
matura............. e per un attimo ( per un solo attimo) in una
abbacinante chiarezza si mette in luce "della sua sostanza "..... La
stessa sostanza (ma di natura diversa) che percepiamo usciti dalla
cava..... ed è quasi all'alba... silenziosi gatti italiani, che, rasentando
felpatamente le stalagmiti della città alta di Barcellona, cercando,
disperati del loro insuperabile silenzio, un taxi che, (anche lui
silenziosamente) li riporti verso il loro albergo.....bè ciao........ (
tutto questo... ed altro, come detto.. Valmaior33.."Jazzroom"....portoncino
rosso...scale ripide...bla...bla.....)

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Giannandrea Jacobucci.



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