India del Nord Easy Style
12 Giorni - 11 Notti

12 Luglio 2014

Viaggio passato

India del Nord Easy Style - 12 Luglio

Viaggio Passato: 12 July 2014

agra

Ehy, Vagabondo! Stai guardando un viaggio passato.

12 Luglio 2014    12 Giorni - 11 Notti

Questo è il forum del viaggio India del Nord dal 12 al 23 luglio 2014.

La tour leader Martina martibackpacker

Per Martina il viaggio comincia quando una meta inizia a frullarle in testa: letture, ricerche, documentari, confronti con altri viaggiatori… e tanti sogni!
Fa base a Roma, dove è nata e cresciuta, parla bene l’inglese e all’occorrenza rispolvera il francese. È una giornalista freelance laureata in Scienze politiche, ma vorrebbe un giorno riprendere il libretto universitario in mano per specializzarsi in antropologia delle religioni. Mentre aspetta che quel momento arrivi l’ha iniziata a studiare da sé e spera che un po’ per volta i viaggi la portino a vedere coi suoi occhi quanto letto sui libri.
Pensa che ogni paese offra avventure uniche a chiunque sia pronto a viverle e che farle in compagnia le renda ancora più speciali. In un viaggio cerca l’autenticità del luogo: che si tratti di persone, folklore, cibo o natura.  
Si diverte a sperimentare nuovi sapori e negli ultimi anni ha scoperto di avere una passione per il tè, così ha iniziato a cercarlo in ogni nuovo paese che visita.
Non è un tipo sportivo, ma ama le lunghe camminate, il trekking e lo snorkeling perché le consentono di immergersi nella natura: mettetele ai piedi gli scarponcini o le pinne e sarà felice!

Forum del viaggio

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Ciao futuri compagni di viaggio e vagabondi curiosi! Sono Martina e accompagnerò questo stupendo viaggio nel Rajasthan, lo stato più grande dell'India, dove si incontrano tradizione, spiritualità, arte e architettura. Lo ammetto, sono innamorata di questo itinerario :) 

Per qualsiasi curiosità, informazione, dubbio o altra domanda sono a vostra disposizione! Scrivete sul forum, sarò felice di potervi rispondere e condividere le informazioni con tutti i vagabondi interessati a questo splendido viaggio.

Vi lascio con l'immagine di uno dei luoghi simbolo dell'India, meta imperdibile per amanti dell'architettura, dell'arte, delle grandi opere dell'umanità e...per gli inguaribili romantici! E' una delle sette nuove meraviglie del mondo, il Taj Mahal. 

Questo magnifico mausoleo è stato costruito per volontà dell'imperatore moghul Shah Jahan dopo la scomparsa della moglie preferita. Si narra che, sconvolto dal dolore, l'imperatore vide i suoi capelli e la sua barba tingersi di bianco dopo la morte dell'amata, venuta meno durante il parto. Nel 1632 diede così inizio alla costruzione di questa imponente tomba, rispettando una delle promesse fatte alla moglie quand'ella era ancora in vita. Ci vollero 22 anni e ventimila lavoratori, tra operai e artigiani, per completare questo incredibile monumento in marmo bianco, divenuto simbolo di amore eterno. 

Per visitarlo raggiungeremo Agra, nell'Uttar Pradesh.

Non vi è venuta voglia di passeggiare all'ombra di una delle sette nuove meraviglie del mondo? Io con la mente sono già lì!

Ven 04/04/2014 - 20:14 Collegamento permanente

Ciao vagabondi! Vi piace questo itinerario alla scoperta del’India del Nord?

L’India, con i suoi mille volti e le sue contraddizioni, chiama a sé tanti viaggiatori: la ricchezza dei palazzi sfarzosi e la povertà dei quartieri modesti, la convivenza di culti e culture diversi, i banchetti di tessuti colorati e spezie. Soprattutto, il fascino di uno stile di vita e di un modo di pensare molto lontano da quello occidentale.

Apritevi alle sorprese che l’Oriente ci riserva, perché già dalla prima tappa, Udaipur, saremo subito immersi in questa terra di contrasti e arte, il Rajasthan.

Vi lascio con alcune foto di Udaipur che ho messo insieme per voi: dal Palazzo della città, il più grande del Rajasthan, al lago Pichola; dai colori del mercato e delle danze a quelli dei fedeli in visita al tempio induista di Jagdish.

Avete voglia di partecipare a questa festa di colori, odori e sapori? Di cultura e spiritualità? Allora segnate la data di partenza ;)

Lun 07/04/2014 - 11:39 Collegamento permanente

Buongiorno vagabondi! Ho selezionato per voi delle foto scattate in alcuni dei luoghi che incontreremo nel nostro viaggio, foto davvero speciali, perché immortalano l'essenza dell'India del Nord: la sua gente. Per voi i ritratti di National Geographic.

Foto di Lou Souza. Una donna velata nell'induista Karni Mata, noto come tempio dei topi, a Bikaner.Foto di Petra Warner. Jaipur: henné, una tradizione che ha 5mila anni sulle mani di una donna

Foto di Nam Prasad Satsangi. Un uomo di Jodhpur mostra fiero la sua barba e sui baffiFoto di by Simon Lister. Gli occhi verdi di un giovane del Rajasthan.

Foto di Jason Florio. Musicista torna a casa dopo aver suonato a un ricevimento nuziale, in Rajasthan.Foto di Satyaki Basu. Calcutta: un bambino negli abiti di Krishna, divinità induista

1. Foto di Lou Souza. Bikaner, donna velata nel tempio induista Karni Mata, noto come tempio dei topi. 2. Foto di Petra Warner. Jaipur, sulle mani di questa donna il segno di una tradizione che ha 5mila anni, quella dell'henné. 3. Foto di Nam Prasad Satsangi. Jodhpur. Un uomo mostra fiero la sua barba e suoi baffi. 4. Foto di Simon Lister. Gli occhi verdi di un giovane, in Rajsthan. 5. Foto di Jason Florio. Musicista torna a casa dopo aver suonato durante un ricevimento nuziale, in Rajasthan. 6. Foto di Satyaki Basu. Calcutta, bambino vestito con gli abiti della divinità induista Krishna.

Mer 09/04/2014 - 18:27 Collegamento permanente

Buongiorno viaggiatori e buon fine settimana! Finalmente è sabato, tempo di svago, di fantasticherie e di shopping. Che ne dite allora di unire tutte e tre le cose? Dieci minuti di svago fantasticando su questo itinerario alla scoperta dell’India del Nord e… dei mercati indiani!

A Jodhpur, la città blu, potremo esplorare il Sardar Bazar, dove gli abitanti della città e dei vicini villaggi bishnoi si recano per comprare ogni tipo di articolo.

Tra i prodotti più ricercati in questo mercato ci sono le spezie, i bracciali e una stoffa chiamata leheriya, con la quale vengono realizzati sari e turbanti. Jodhpur è famosa anche per la produzione artigianale di tappeti e di manufatti in legno. Girando tra i banchi del Sardar Bazar, però, troverete molto di più: qui trova spazio tutto l’artigianato del Rajasthan e c’è da perdere la testa tra le forme e i colori di questo mercato. Scegliere cosa riportare in Italia sarà difficile, ma solo perché c’è l’imbarazzo della scelta!

Ai miei occhi la cosa più irresistibile sono le stoffe: dai sari più semplici a quelli da cerimonia, metri e metri di stoffe di ogni colore e qualità. E per qualcosa di davvero speciale, come scrivevo poco fa, la leheriya. Il nome deriva da "onda" per via dei motivi che richiamano il movimento dell’acqua. È una stoffa creata a partire da fili di cotone o seta seguendo una tecnica tradizionale che consiste nel legare e tingere il tessuto, che dona ai colori e al disegno alcune caratteristiche distintive di questa lavorazione (nelle due foto in basso trovate un esempio). Nel Sardar Bazar troverete la migliore leheriya di Jodhpur!

 

Sab 12/04/2014 - 13:00 Collegamento permanente

Buon lunedì viaggiatori!

Chi è questo signore dal volto dipinto, con un serpente intorno al collo? Comincia una nuova settimana di lavoro e studio, ma sono sicura che riuscirete a trovare qualche minutino da dedicare alla magnifica India :)

Nelle strade affollate delle città dell'India del Nord non è raro incontrare un behrupiya, un artista di strada, un attore che può intepretare diversi personaggi. In questa foto un behrupiya ha scelto di rappresentare Shiva, una delle tre principali divinità induiste: il terzo occhio rappresenta l'onniscienza e la saggezza, il serpente l'energia dell'individuo (la kundalini), la sua pelle è bianca perché - secondo alcune intepretazioni - il bianco racchiude in sé tutti i colori. 

In India la spiritualità si incontra in ogni angolo, è uno degli aspetti belli e affascinanti di questo paese! E questo itinerario ci porterà a conoscere le diverse facce che la compongono.

Il primo mandir (tempio) che incontreremo sarà proprio quello shivaita di Eklingji, ma sulla nostra rotta non ci sarà solo l'induismo. A Ranakpur e Gwalior, per esempio, scopriremo alcuni monumentali templi giainisti. Il gianismo è meno noto dell'induismo, ma altrettanto interessante. Alla base del loro codice etico c'è la non-violenza e, di conseguenza, una dieta vegetariana: pensate che in origine il giainismo vietava di mangiare dopo il calar del sole, per non rischiare, col buio, di ingoiare senza accorgersene qualche animaletto finito nel pasto; tuttora alcuni indossano una mascherina per coprire bocca e naso per evitare così di inspirare accidentalmente un insetto. E poi Varanasi, sul fiume Gange, meta prediletta dei pellegrini induisti, importante anche per i buddisti che, nel parco dei cervi, ripercorrono i passi di Siddharta Gautama, arrivato qui dopo aver raggiunto l'illuminazione. Ma di questo vi parlerò meglio in un altro post. Oggi volevo solo darvi un assaggio :-)

Lun 14/04/2014 - 17:07 Collegamento permanente

 

Ciao ragazzi! Alcuni mi hanno scritto privatamente per chiedermi come sarà il clima a luglio, quindi direi che è arrivato il momento di dedicare qualche riga a questo argomento, in modo che tutti possano levarsi i propri dubbi :-)

Luglio ed agosto rientrano nella stagione monsonica, fortunatamente, però, l’India del Nord non è colpita dalle precipitazioni quanto lo è il Sud. Niente piogge torrenziali all’orizzonte nel Rajasthan o nell’Uttar Pradesh: potete tirare un sospiro di sollievo! Si potranno verificare degli acquazzoni, in particolare a Varanasi, ma sempre di breve durata (o, male che vada, di qualche ora). Il problema però si risolve facilmente portando in valigia un k-way di quelli pieghevoli, che occupano via poco spazio, sono leggerissimi e si possono tenere sempre a portata di mano.

Luglio offre, tra l’altro, un bel vantaggio: proprio perché si è nella stagione monsonica le temperature sono leggermente più basse, e quindi più sopportabili, di quelle registrate tra maggio e giugno.

Aspettatevi comunque un bel caldo (e quindi indumenti leggeri), ma anche una notevole escursione termica tra il giorno e la notte, specie in alcune delle tappe presenti nell’itinerario (a Jasailmer per esempio, o nella stessa Varanasi, per cui bisogna aggiungere in valigia anche qualche felpa per la sera).  L’altro elemento da aspettarsi è l’umidità (e anche qui Varanasi la fa da padrona).

Insomma viaggiatori vagabondi, che ne dite? Il clima, si sa, è imprevedibile, ma a meno che non saremo davvero molto ma moooolto sfortunati, tutto filerà liscio!

Vi lascio con una foto di Varanasi: dopo aver parlato "male" del suo clima, presto tornerò a scrivere di questa città sacra, ricordando perché vale la pena sopportare un po’ di umidità  ;-)

Mer 16/04/2014 - 18:47 Collegamento permanente

 

Ciao vagabondi! Passate bene le festività? È il momento di iniziare a pensare alle vacanze estive ed eccomi qui a tentarvi con questa meravigliosa India del Nord. Così riprendo a parlarvi di ciò che incontreremo nel nostro itinerario. Dopo il post dedicato a Udaipur, nostra prima tappa, ecco le successive. Facendo ancora per un giorno base a Udaipur raggiungeremo i templi di Ekligji e Nagda, muovendoci tra induismo e gianismo.

Il complesso induista di Eklingji fu costruito in onore di Shiva, una delle tre divinità indiane più importanti. La religione induista è molto complessa, distingue al suo interno tante correnti diverse definite dalla divinità a cui i fedeli scelgono di essere devoti, ha una ricchissima e interessante mitologia (pensate che solo lo shivaismo comprende numerose scuole). Tra i 108 templi del complesso, realizzati in marmo e granito, incontreremo pellegrini provenienti da tutta l’India. Sulle pareti dei templi, nelle sculture, potremo provare a riconoscere i protagonisti e i racconti della mitologia induista che qui è rappresentata in tantissime forme!

Dopo questa esperienza induista passeremo alla città di Nagda, dove incontreremo i nostri primi templi gianisti. Il giorno dopo, con la visita a un bellissimo tempio gianista, Chaumukha, nei pressi di Ranakpur, avremo modo di apprendere ancora di più su questo movimento.

Credo molto antico, il gianismo ha alcune affinità con il buddismo, prima tra tutte la filosofia di non-violenza. Ne consegue un grande rispetto per tutte le creature viventi: i fedeli gianisti non solo seguono una rigida dieta vegetariana, si attengono anche a numerose regole per evitare di far male a qualsiasi forma di vita e si dedicano, invece, a onorarla. Sebbene questa religione interessi solo una piccola fetta del popolo indiano, è tenuta in alta considerazione: nei secoli scorsi i gianisti furono spinti dal loro credo a scegliere arti e professioni che non nuocessero ad altri esseri viventi, in questo modo arrivano a ritagliarsi posizioni di rilievo nel mondo dell'arte, della finanza e delle scienze.

Chi è invece l'uomo col turbante rosso? Un pastore nomade. E dei nomadi del Rajsthan, divisi in centinaia di gruppi e in molte etnie, vi parlerò in uno dei prossimi post :-) (presto vi parlerò anche di Varanasi, non me ne sono scordata!).

Per qualsiasi domanda sono a vostra disposizione, vi invito a condividere i vostri dubbi sul forum, per poter rispondere anche a tutti gli altri viaggiatori!

Mar 22/04/2014 - 18:16 Collegamento permanente

Curiosi di conoscere i sapori del Rajasthan?

Questo è un tipico thali del Rajasthan. Un thali, in India e in Nepal, è un pasto composto da diverse pietanze.

 La geografia e il clima desertico influenzarono la cucina del Rajasthan portandola a preferire alimenti durevoli e a dover fare i conti con la scarsità di vegetali e d’acqua. Proprio la mancanza di quest’ultima fece sì che, in un paese dove la pastorizia era e continua a essere diffusa, si preferisse l’uso del latte e dei latticini nelle ricette al posto dell’acqua, per ridurre al minimo il consumo del prezioso liquido.

Oggi la cucina del Rajasthan è caratterizzata da un generoso uso delle spezie e dal ghi, un burro chiarificato privato di acqua e proteine. Altra peculiarità della cucina del Rajasthan è la presenza di moltissime specialità dolci, che non devono, però, essere considerate dei dessert (e non sono mai definite così). Queste prelibatezze vengono servite prima, durante e dopo la portata principale. A Bikaner, per esempio, è famoso il rasogullas (o rasgulla), palline di formaggio fatte cuocere nello sciroppo di zucchero.

Se amate le ricette vegetariane qui sarete felici: i piatti privi di carne sono tantissimi e vi capiterà di leggere in giro – a Jaipur, per esempio - la scritta Marwari Bhojnalaya. Quest’insegna indica i ristoranti ispirati dalla dieta vegetariana dei mercanti del Marwar - regione che si trova nel sud-ovest del Rajasthan, una dieta semplice e basata su l’uso di prodotti freschi.

In generale sono ingredienti molto comuni le lenticchie e i fagioli essiccati, la farina di ceci (besan), quella di lenticchie (usate per il papad, il pane indiano, simile nell’aspetto alle nostre piadine), lo yogurt, la menta, l’aglio e le spezie come curcuma e coriandolo.

E dopo queste prime nozioni di cucina del Rajasthan, ecco qualche immagine per farci venire l’acquolina in bocca.

Questo è il Dal Baati Churma, uno dei piatti più famosi del Rajasthan. Queste piccole forme di pane sono le protagoniste del piatto, vengono servite appena sfornate e immerse nel ghi e nel panche dal, una salsa a base di cinque diversi tipi di lenticchie (dal). Se nei ristoranti e nelle case di città la preparazione prevede forni a legna, a gas o elettrici, nei villaggi secondo la tradizione le baatis sono cotte sopra un fuoco alimentato dallo sterco di mucca.

Questa, invece, è la merenda più diffusa di Bikaner, il bhujia, tanti “spaghetti” fatti con farina di ceci e spezie da sgranocchiare. A Jodhpur uno street-food molto famoso è il mirchi bada (foto sotto, a sinistra), un grande peperoncino al quale si aggiungono patate e masala (un mix di spezie usato in India e in Pakistan), poi infarinato nel besan e fritto. Chi ama la cipolla a Jodhpur deve assaggiare il pyaj kachori (foto sotto a destra, un fritto dal ripieno a base di cipolle piccanti.

Gio 24/04/2014 - 21:25 Collegamento permanente

Ecco qui il link all'evento creato per questo viaggio su Fb!

Condivitelo con i vostri amici, così saremo di più ;-)

https://www.facebook.com/events/1437740026473219/?fref=ts

Dom 27/04/2014 - 17:37 Collegamento permanente

Eccomi qui dopo una breve pausa per parlarvi, finalmente, di Varanasi, città sacra per gli induisti e prima estensione di questo viaggio.

Nella vita quotidiana di Varanasi, affacciata sulla riva occidentale del Gange, i ghat sono protagonisti. Si tratta delle scalinate che scendono fino a toccare il fiume.

Su una barca, all’alba, percorreremo il Gange per osservarlo animarsi fin dalle prime ore del giorno. Ogni mattina, infatti, abitanti della città, pellegrini e sadhu (gli asceti induisti) si immergono per le abluzioni, rituale di purificazione che acquista ancora più importanza se praticato nelle acque sacre di questo fiume indiano.  Ogni induista, una volta nella sua vita, deve recarsi a Varanasi e compiere abluzioni dal almeno cinque differenti ghat in questo grande portentoso che rappresenta la personificazione della dea madre Ganga. Immergersi in queste acque, per gli induisti, significa essere ripuliti dai peccati; berla significa far salire la propria anima al cielo dopo la morte. Per questo ogni induista conserva a casa un flaconcino di acqua del Gange. Il fiume sacro di Varanasi è l’unico luogo che consente di sfuggire al samsara, il ciclo di morte e rinascita, mettendo fine alle reincarnazioni. Per questo molti induisti scelgono Varanasi per morire  o per la cremazione dei propri cari; il manikarnika, è il ghat dove i corpi sono bruciati con la legna e dal quale l’acqua trasporta via le ceneri dei defunti. La sera è dedicata al rituale del Ganga Aarta, celebrato sul Dasaswamedh Ghat. Durante questa puja dedicata alla dea Ganga i bramini tra campane, percussioni, canti e incensi fanno roteare il fuoco intorno a sé. Intanto i fedeli affidano al fiume i propri sogni, rappresentati da tante piccole candele accese che, galleggiando, vengono trascinate via dalla corrente: più lontano essere arriveranno, maggiore sarà la prosperità.

Il ruolo del Gange non è limitato alla vita spirituale e religiosa induista. In queste acque gli abitanti di Varanasi fanno il bagno e lavano i panni. I sadhu riposano. I barbieri lavorano. Qui si abbeverano bufali e cani; barchette e battelli colorati sfilano uno dopo l’altro, tra collane di fiori che scorrono sulla superficie dell’acqua. Non solo fiori galleggiano nel Gange: non è raro, per esempio, avvistare carcasse di mucche.

A Varanasi ci si immerge nella spiritualità induista, quanto nella vita quotidiana di una grande e affollata città indiana. Poche sere fa, guardando la tv, mi sono imbattuta in un personaggio che, gironzolando nelle stradine di questo luogo sacro, potremmo incontrare. È un dentista che ha fatto del marciapiede il suo ambulatorio. Opera pazienti per poche rupie da quando, giovanissimo, accompagnava suo padre. Da lui ha appreso le sue conoscenze, le stesse che ora sta passando a suo figlio. Non si tratta di un gran documentario, ma la storia è davvero interessante e vi ruberà solo cinque minuti:

https://www.youtube.com/watch?v=r1S13ZCiKUA

Ven 02/05/2014 - 19:24 Collegamento permanente

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